Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Gli eroi non esistono

-Vorrei poterle dire che è un piacere conoscerla, signor Holmes... ma mentirei-esordì Sebastian Moran, in un tono colmo di sarcasmo, avvicinandosi con passi lenti e misurati.
Non aveva ancora finito di parlare, che Sherlock aveva già estratto la sua pistola, puntandogliela contro.
Moran, però, non battè neppure ciglio.
-Oh, non sia ridicolo...-fece, infatti, in tono annoiato, estraendo dalla tasca della sua giacca una strana fiala oblunga, contenente quello che sembrava essere un liquido azzurrognolo.
-Che cos'è?-chiese Sherlock, tentando di tenere la voce più ferma possibile, e senza abbassare l'arma.
-Non ha ancora un nome, in realtà-replicò il criminale, rigirando la fiala tra le dita, e osservandola ammirato.-È uno degli esperimenti del nostro Oswald Baskerville. Lui adora sperimentare con tutti gli oppiacei che trova in giro per il mondo... Ma gli altri erano solo per stordire, o far perdere i sensi alle nostre prede. Il suo amico, lì, ne ha già avuto un assaggio anche a casa di Lord Baskerville. Sebbene sia riuscito a resistere più del previsto, lo ammetto. C'è voluto un po' per farlo capitolare. Pensi che abbiamo dovuto aumentarne l'efficacia, per prelevarlo ora! Ma in fondo, a questo serve la sperimentazione, no?
Il biondo ringhiò, mormorando un epiteto poco lusinghiero nei suoi confronti, che però fu del tutto ignorato dall'interessato.
-Questo, invece, ha un effetto letale, una volta inalato. Basta che si disperda per appena due secondi nell'aria-continuò infatti Sebastian.
John e Molly impietrirono, lo sguardo fisso sulla boccetta. Il capitano, però, nonostante la minaccia, non abbassò la pistola.

-Sa, Holmes, non era del tutto in errore, quando ha menzionato Mortimer -fece poi il criminale, all'improvviso, cambiando bruscamente discorso, la boccetta sempre però stretta in mano, ben visibile.- Tempo fa, era proprio lui a capo della nostra illustre organizzazione... la "A.M.O".
Seguitò a parlare con tutta la calma del mondo, per nulla intimorito dalla pistola puntata contro di lui.
-Poi, dopo la sua improvvisa dipartita... sono subentrato io. Lo ammetto, il mio nome non inizia per "M", mentre il mio cognome sì... mancanza di simmetria...-Ridacchiò.-Ma perché badare a un dettaglio di così poca importanza?... Comunque, mio caro, ora le consiglio di mettere giù la pistola. Altrimenti, lascerò cadere questa piccolina.
Alzò la fiala, ponendola in controluce, e facendo risaltare il liquido azzurrognolo al suo interno.
-Lei e i suoi amichetti morirete ancor prima di rendervene conto, soffocati dalle mortali esalazioni. Butti la pistola. E la spada. Adesso-ripetè, stavolta con maggiore durezza.
Sherlock, con un ringhio, ubbidì, e posò a terra l'arma, calciandola poi verso il criminale. Buttò anche la spada, causando un clangore metallico che rimbombò tra le pareti.
-Perchè mi sta facendo tutto questo?-chiese infine il capitano, la voce colma di rabbia, stringendo i pugni.-Moriarty è morto. Da anni, ormai. Perchè ora?

Le labbra di Sebastian si curvarono in un sorriso freddo.
-È molto semplice, signor Holmes. Per colpa sua.
Sherlock aggrottò la fronte, confuso.
-Se lei non avesse cominciato ad indagare sui nostri traffici, l'avrei lasciata in pace. Lei e tutti gli altri.-Fece un vago gesto in direzione di Molly e John, tesi come corde di violino.-Ma poi lei ha cominciato ha ficcare il naso nei miei affari. E questo mi ha ricordato un'antica promessa fatta a un vecchio amico... o meglio... il nostro comune amico. James Moriarty.

Sebastian si avvicinò di un passo.
-L'ultima volta che l'ho visto è stato quattro anni fa. Quasi non lo riconoscevo. Era più morto che vivo-ricordò, l'espressione assorta.-Mi accennò a un patto fatto con una certa Eurus... ma non ricordo molto, di ciò che mi disse. A parte la richiesta che mi fece.
Il capitano si irrigidì, mentre Sebastian parlava; la sua mente, di riflesso, rievocò i terribili momenti sotto il giogo del demone Eurus.
Si riscosse a fatica: un momento di distrazione poteva significare la sua morte e quella delle persone a lui care.
Non. Distrarti.
Poteva quasi sentire la voce di suo fratello nella testa che lo esortava a mantenere il controllo della situazione.
E si impose di dargli retta, una volta tanto.
-Mi fece promettere che, se per qualunque motivo, lui fosse morto...-proseguì Moran, serafico e maligno.-Io avrei dovuto vendicarlo. Usando le persone che Sherlock Holmes amava.
Un ringhio animalesco sfuggì dalle labbra del capitano, che d'istinto avanzó verso Moran, col chiaro intento di prenderlo per il collo. Lui, per tutta risposta, alzò di nuovo la letale fiala, costringendolo a fermarsi.
-Signor Holmes, signor Holmes... niente mosse avventate, ricorda?-lo ammonì Moran, con un ghigno.- Sennò diventate tutti cibo per pesci...

John sentì il sangue rimbombargli nelle orecchie: se non fosse stato ammanettato e incapace di liberarsi, sarebbe saltato lui stesso addosso a Moran, mettendogli le mani al collo.
Invece eccolo lì, inerme, incapace di difendere il suo capitano, e in balìa di un pazzo criminale; insieme a Molly che, nonostante il pallore evidente sul suo volto, fissava quel bastardo con gli occhi pieni di odio. Si trovò a stimarla, per la sua forza d'animo.
Ma la situazione era davvero disperata.
Preda dello sconforto, arrivò persino a desiderare che li uccidesse tutti subito, ponendo fine a quell'infame teatrino. Perché la tirava tanto lunga?
Qual era il suo vero scopo?

Sherlock pareva averla pensata allo stesso modo, a giudicare dalle parole che pronunciò in quell'esatto momento.
-Sapeva che sarei venuto qui. Loro erano un'esca. Voleva me sin dall'inizio. Perciò... che cosa vuole, veramente?-sibilò, cercando di mostrarsi freddo e compassato.
Moran ghignò.
-Aspettavo che me lo chiedesse... Raccolga la sua pistola- esordì, cogliendo tutti loro di sorpresa,
Sherlock incluso, che infatti non si mosse.
-La prenda. Non sia timido-lo esortò però di nuovo il criminale, con malcelata ironia.
Lui, suo malgrado, ubbidì, e la raccolse.
-Ora tolga tutti i colpi, tranne uno-gli ordinò di nuovo Sebastian, sempre nel medesimo tono. John e Molly, intanto, osservavano la scena, sempre più confusi.
Il capitano eseguì, per poi puntarla subito contro Moran. Che, di rimando, estrasse finalmente la sua.

-... Vogliamo forse giocare a chi spara per primo?-gli domandò il corvino, nella voce una traccia del consueto sarcasmo, che ebbe la capacità di far sorridere John, nonostante la terribile situazione che stavano vivendo.
-Oh no, signor Holmes. Faremo un altro gioco. Si chiama: "Chi dei due"?-replicò però Sebastian, la voce carica di malvagità.
Il capitano gli restituì, suo malgrado, un'espressione confusa, che portò Moran a emettere uno sbuffo annoiato.
-Accidenti, non credevo fosse così lento... Va bene. Gliela metterò giù semplice. Le offro la possibilità di salvare uno solo dei miei prigionieri. Uno solo, badi bene-ripetè.-E sarà proprio lei, a scegliere chi vivrà e chi no.

John sentì come se gli stringessero il cuore in una morsa, e il respiro bloccarsi nella sua gola. Quel pazzo voleva costringere Sherlock a...??
-... Sta forse dicendo che... io devo... sparare... a mia moglie... o al mio migliore amico??-sussurrò il corvino, articolando a fatica le parole.
Moran mimò un lento applauso.
-Esatto. Ha indovinato.
-E perché mai dovrei farlo?? Ci ucciderà comunque tutti con quella maledetta fiala. L'ha appena detto lei stesso!
Sebastian scosse la testa, seccato.
-Ooh, no, tutt'altro. Io avrei potuto uccidervi tutti subito. Ma non l'ho fatto. Le sto offrendo una scelta, signor Holmes. La scelta di far vivere almeno una delle persone che ama. Altrimenti, le ucciderò entrambe, adesso. - Puntò alternativamente la pistola su Molly e John, ancora pietrificati.-Un proiettile nel cuore, o nel cervello, alla vecchia maniera. Semplice, ma efficace.

-Crede che io sia tanto stupido??-sbottò l'altro, colmo d'ira, la pistola ancora puntata verso il criminale, ma stretta al punto da sbiancarsi le nocche. -Anche se scegliessi, lei non lascerebbe mai andare uno di loro!
-È qui che si sbaglia-ribattè Moran, serafico.-Non mi è di alcun interesse la loro vita. L'unica cosa che conta, per me, è che muoia lei, Sherlock Holmes. Degli altri due non me me potrebbe importare di meno. D'altro canto, in questo modo, mantengo la promessa fatta a James. Lei non solo morirà, ma lo farà con la consapevolezza di aver ucciso sua moglie o il suo migliore amico. E questo la farà soffrire in modo atroce. La sua breve vita e quella del prescelto sarà inevitabilmente rovinata, per sempre, qualunque scelta lei faccia. Del resto, se non sceglie, morirà con la consapevolezza di non aver salvato almeno uno di loro. Il risultato, almeno per quanto mi riguarda, sarà il medesimo. Sofferenza, morte... Dolore.
"Ti brucerò il cuore"... Questa frase non le ricorda niente?
L'espressione su quell'uomo disgustoso rappresentava l'apice della perversione, mentre la presa del pirata sull'arma si faceva meno salda.

-... Lei è pazzo. No, peggio. È un bastardo psicopatico!! -urlò John, incapace di trattenersi oltre.
Non avrebbe mai pensato di odiare qualcuno più di quanto aveva odiato James Moriarty. Ma quell'uomo era, forse, ancora più sadico di lui.
-Sherlock... spara a me.
Questi si voltò di scatto, gli occhi colmi di stupore, mentre la dolce ma risoluta voce di Molly, per la prima volta da quando si era risvegliata, si levava.
-John ha una moglie e una figlia. Mentre tu... puoi trovare un'altra donna, da amare. Perciò... fallo-ripetè, con voce ferma e sicura.
La sua speranza era, infatti, che anche Sherlock trovasse, a dispetto del piano di Moran, un modo per sopravvivere.
Il biondo la guardò a bocca aperta, gli occhi sbarrati.
-NO. No, Molly. Non te lo permetto!
Lei gli sorrise dolcemente, ma sempre risoluta.
-La scelta non spetta a te, John. Ma a me. E io scelgo di sacrificarmi.
Il capitano continuò a fissarla per alcuni lunghi istanti, incapace di proferire parola; persino Moran era rimasto in silenzio a osservare gli sviluppi.
-... Pensi davvero che potrei farlo?-sussurrò il corvino, alla fine, una leggerissima nota offesa nella voce piena di dolore.-Che possa buttarti via, così?? Come se tu fossi qualcosa da sostituire. Molly... io ti amo. Non posso semplicemente, come dici tu, trovare un'altra donna da amare. Io amo te. E questo è quanto.

Lacrime copiose scendevano sul volto di Molly, ad ogni parola pronunciata da Sherlock: sapeva bene che lui non era incline a dichiarazioni così plateali del suo amore; e sentire quelle parole riempí di commozione il suo cuore.
-Be'... Allora è chiaro che...-sospirò John, addolorato ma già rassegnato, volgendo lo sguardo verso il capitano, che lo fissò con quei suoi occhi di ghiaccio, che però in quel momento avevano assunto il colore del mare in tempesta.
-John... non lo farò mai. Mi hai capito? Mai. E non credevo di doverti spiegare il perché. Dovrebbe essere ovvio... Ma lo farò.-Sul viso di Sherlock scivolò una lacrima sottile e trasparente come vetro, poi un'altra, le labbra appena sollevate in un sorriso.-Tu hai fatto in modo che la parte migliore di me... la parte umana di me... uscisse allo scoperto. Quando non credevo neppure di possederla. Mi hai fatto sentire importante, speciale. Unico. Non ci sono parole per descrivere come la nostra amicizia mi abbia cambiato nel profondo. Quindi, John Watson, sei pregato di tacere e di non provare nemmeno a offrirti come vittima sacrificale. È chiaro?
Sherlock concluse con quella nota ironica come se non potesse sopportare oltre tutti i sentimenti che stava esprimendo in quel momento.
E l'amico, incapace di replicare, annuì, semplicemente, mentre alcune lacrime scendevano anche sul suo viso: non c'era stato verso di trattenerle.

A quel punto, risuonò l'odiata voce di Moran, che emise addirittura uno sbadiglio.
-Tutto questo sentimentalismo mi sta davvero annoiando... Signor Holmes, è ora di scegliere.
Gli occhi del capitano si colmarono d'odio. Poi, all'improvviso, incrociò il suo sguardo, e John scorse nei suoi occhi una strana luce, ma per un istante talmente breve che fu certo di esserselo immaginato. Questi, infatti, si era già di nuovo voltato verso Moran.
-Allora, signor Holmes. Cosa sceglie? Opzione uno... oppure... opzione due? Il suo amichetto del cuore... o la sua dolce mogliettina?
John emise un ringhio, mentre Molly si mordeva le labbra fino a farle sanguinare.
Seguì un silenzio che sembrò eterno.
-Io scelgo l'opzione tre-disse Sherlock, serafico.

... Per poi puntarsi la pistola sotto al mento.

---

John e Molly, rimasti attoniti per una frazione di secondo, emisero all'unisono un grido di puro terrore.
-SHERLOCK!! NO!!!
-SHERLOCK!! CHE DIAVOLO FAI?!? SEI IMPAZZITO??
Moran, invece, dopo l'iniziale stupore, pareva addirittura... intrigato.
-Questa è la mia controfferta. Io mi uccido. Lei lascia liberi loro. Entrambi-intimò il capitano a Sebastian, non badando alle urla di protesta della moglie e del suo primo ufficiale.-L'ha detto lei stesso: la sola cosa che le interessa è la mia morte. E la mia sofferenza. Morirei comunque. Quindi, sarò io stesso ad uccidermi. Per di più, di fronte a due persone che amo. Credo che questo risponda al requisito di "Bruciarmi il cuore", non crede?
Disse tutto ciò con pacatezza, ma John, che ben lo conosceva, avvertì il tremito nella sua voce.

Dopo un breve silenzio, Moran finalmente annuì, gli occhi scintillanti di malvagia soddisfazione.
-Accetto la sua gentile offerta-replicò, guardando il capitano stavolta, con una certa ammirazione e con un nuovo rispetto.
John intervenne, disperato, e incapace di sopportare oltre.
-Sherlock!! Ti prego. NON FARLO! Non sei nemmeno certo che Moran ci lascerà andare!!
-Ha ragione John!!-lo incalzò Molly, urlando a sua volta.-Non sacrificarti inutilmente!
Il capitano si voltò verso di loro, la pistola sempre puntata, gli occhi colmi di lacrime.
-Avete ragione-disse, la voce ridotta a un mormorio.-Non sono certo che Moran manterrà la parola. Ma io sono comunque destinato a morire. E preferisco togliermi la vita da solo, ora, piuttosto che uccidere uno di voi.

Il biondo sentì una risata isterica salirgli su per la gola.
-Perchè devi per forza fare sempre l'eroe, Sherlock Holmes??? Eh?? PERCHÈ?!? Prima volevi maledirti al posto di Moriarty... ora questo... PERCHÈ???-urlò, la voce rotta.
Sherlock, suo malgrado, si ritrovò a sollevare un angolo della bocca, sebbene i suoi occhi fossero lucidi.
-Non essere ridicolo, John. Te l'ho già detto una volta, ricordi? Gli eroi non esistono. E, se esistessero, non sarei uno di loro.
Molly emise un singhiozzo strozzato, e John scosse di nuovo la testa, nel vano tentativo di dissuadere il suo capitano dal compiere quel folle gesto.
Ma lui diede nuovamente la schiena a entrambi, per poi avvicinarsi a pochi passi di distanza da Sebastian Moran, che lo fissava in attesa, le braccia incrociate sul petto, la fiala tra le dita, la pistola nella mano destra, un sorrisino malvagio in volto.

Sherlock emise un respiro profondo, ignorando le proteste e le lacrime di sua moglie e del suo migliore amico che ancora echeggiavano dietro di lui.
Chiuse gli occhi, la bocca della pistola sotto al suo mento, il dito che andava a sfiorare il grilletto, pronto a porre fine alla sua vita per salvare le persone che amava.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro