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Fili intrecciati

Pochi giorni dopo, alla Baker, nella piccola stanza 221B, Sherlock cercava di fare il punto della situazione, insieme a tutti gli altri. Persino Peter- che era seduto vicino a Cordelia, a cui, negli ultimi giorni, si era particolarmente affezionato-aveva lo sguardo fisso su di lui.
Rosie, nel frattempo, decise che era il caso di far sapere allo zio e al padre ciò che aveva omesso sino a quel momento. Ma prima che potesse decidersi a parlare, lo zio la precedette.

-... Ricapitoliamo ciò che abbiamo scoperto fin'ora- esordì, sprofondando nella poltrona, le mani a piramide sotto al mento, la punta delle lunghe dita a sfiorare appena le labbra. -Siamo partiti con l'idea di dover fermare un semplice traffico d'oppio. Abbiamo invece scoperto che vi é anche un grande traffico di opere d'arte. Queste due organizzazioni criminali, già fin dall'inizio, sono risultate legate a doppio filo. Se non altro perché sia l'oppio che le opere d'arte provengono entrambe da Singapore.
-E ora sappiamo anche il nome del capo del Loto Nero: Aline Chang!-intervenne John, non senza una certa soddisfazione.
Il capitano sorrise, annuendo.
-Esatto, John. Ma ora abbiamo anche un altro elemento,che ci ha confermato, una volta di più, l'esistenza di questa alleanza.
Si alzó di scatto, per poi afferrare un pezzo di pergamena, su cui scrisse qualcosa. La mostrò poi a tutti loro.

"Amo"

-Peter ha sentito i suoi rapitori ripetere piú volte questa parola-disse, indicando il piccolo, che si affrettò ad annuire.-Che cosa vi fa venire in mente?
Seguí un momento di silenzio, mentre tutti la guardavano.
-Amo, amas...la declinazione latina di amore!-intervenne Rosie, perplessa.-Potrebbe essere il nome in codice di qualcuno...
Il sorriso del capitano si fece più ampio.
-É stata la mia prima supposizione, mia cara. Purtroppo, anche i più grandi geni come me, a volte, sbagliano. Seppur raramente.
-Coff coff... Quanta modestia... coff coff...-borbottò John, con un sorrisetto sardonico.
Sherlock lo ignorò, e scrisse di nuovo qualcosa sulla medesima pergamena.

"A. M. O"

-Come potete vedere, la parola ha ora assunto un significato completamente diverso. É bastato aggiungere dei punti tra le lettere. Un piccolo e semplice dettaglio, addirittura insignificante. Ma sono proprio quelli, spesso, a essere i più importanti, e a rivelarsi poi fondamentali.
Iniziò a girare per la stanza, le mani intrecciate dietro la schiena, lo sguardo intento e concentrato.
-Aline Chang... Oswald Baskerville...-sussurró Mary, all'improvviso.-É un acronimo!
Il capitano annuì, compiaciuto.

-Allora...-intervenne Molly, pensierosa.-La domanda adesso é chi sia "M"...
-Quell'uomo... quello che stava per uccidermi... Ha detto che "Avevi pestato i piedi alle persone sbagliate" ...-ricordò John, con una smorfia.
Sherlock sbuffó, ridacchiando quasi.
-Sai che novità...-commentò, strappandogli un sorriso.
-Ma ha detto anche qualcos'altro... che c'era un nome... "Un nome che nessuno pronuncia"...-Si portò un momento la mano alla fronte, provato.-Ti prego, Sherlock, dimmi che non é davvero Moriarty... Non di nuovo...
Rosie, a quel pensiero, avvertì un brivido. Non poteva essere Moriarty.
Era diventato polvere. Lei stessa lo aveva visto... D'altro canto, se fosse stato davvero lui, si sarebbe spiegato ciò che era successo nel vicolo.
-Zio. Quegli uomini...quelli che hanno aggredito me e Cordelia...-disse finalmente, sospirando.-Hanno detto che cercavano me... uno di loro ha detto che mi aveva riconosciuta... però non ne erano sicuri... Cosí hanno chiesto il mio nome.
Il pirata si voltò di scatto, allarmato.
-Rosie, avresti dovuto dirmelo subito!-Lei abbassó gli occhi a terra, dispiaciuta, e lui scosse la testa.-Ormai é inutile recriminare... Tu non glielo hai detto, vero??
-Certo che no!-rispose lei, sollevando lo sguardo, e con una leggera nota offesa nella voce.-Gli ho detto che non dicevo il mio nome a degli sconosciuti. E soprattutto a quelli che, insieme, non facevano mezzo cervello...

Sherlock la fissó per un breve momento, a bocca aperta.
Poi scoppiò a ridere: e la sua risata fu talmente contagiosa che, in poco tempo, tutte le persone presenti nella stanza stavano ridendo fino alle lacrime; Rosie compresa, dopo lo sconcerto iniziale dato dalla reazione dello zio.
Il pirata si asciugó gli occhi, cercando di calmare quella risata.
-Rosie, credo che la mia presenza nella tua vita ti abbia in qualche modo influenzato...-commentò, ridacchiando però ancora.
Rosie abbozzó un sorrisetto in risposta.
-Non sono sicuro che sia un bene...-borbottó suo padre.
-Non é né un bene né un male, John... Così stanno le cose-replicó il capitano, con un leggero sogghigno.
Lui scosse la testa, ridacchiando.
-Concludendo... abbiamo trovato due fili... Manca il bandolo della matassa...-fece Sherlock, di nuovo serio, e sedendosi in poltrona.
-E come lo troviamo?
-Per ora, dobbiamo attendere. Ma non resteremo in ozio, nel frattempo...
Si voltò verso Cordelia.
-Lei mi ha reso un ottimo servizio, signorina.-La ragazza arrossí.-É giunto il momento di restituirle il favore.
Si voltó verso gli altri.
-Preparatevi. Salperemo domattina all'alba.-Le sue labbra si tesero appena in un quasi sorriso.-Andiamo ad incontrare una vecchia amica...

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La porta dello studio del Diogenes Club si spalancò di netto, andando a sbattere contro la parete con un botto
-Signor Holmes! Signor Holmes!
Mycroft trasalì è alzò la testa dalle sue carte, sorpreso e irritato.
-Wilder! Da quando non si bussa prima di entrare nel mio ufficio???
L'anziano domestico si appoggiò alla scrivania, riprendendo fiato.
-Chiedo umilmente scusa, signore. Ma é appena arrivata questa.
Gli porse un piccolo rotolo di pergamena.
-Chi me l'ha consegnata... ha detto che... uno dei suoi uomini...
Mycroft aggrottó la fronte, mentre il domestico chiudeva gli occhi per un momento.
-... Uno degli uomini che ha mandato ad indagare sui traffici... é morto-concluse, con un sospiro.
Mycroft, suo malgrado, rimase attonito: aveva mandato uno dei suoi migliori agenti.
-Ma... prima di morire é riuscito a trasmetterci qualcosa...
Mycroft aprí subito la missiva: ma la sua prima reazione, quando la scorse rapidamente con lo sguardo, fu uno sbuffo risentito.
-Non vedo come questa informazione possa esserci utile. Lo sapevamo già...-Ripiegò la lettera, per poi infilarla in una busta.-Tuttavia, la recapiteró immediatamente a mio fratello. Forse per lui potrà significare qualcosa.
Suonò un campanello d'argento sulla scrivania, e subito un ufficiale entrò nella stanza. Infilò la missiva in una busta, e gliela porse.
-Fate in modo che arrivi alla Baker, a Tortuga, il più in fretta possibile.
L'uomo fece un cenno d'assenso e un saluto militare, per poi uscire rapidamente. Wilder, chiaramente sollevato di aver recapitato quel messaggio che gli era stato detto essere fondamentale, fece un piccolo inchino a Mycroft Holmes, che gli diede il permesso di congedarsi.

Mycroft si affacciò alla finestra, riflettendo. Quel messaggio non aveva alcun senso...

"Rete sotterranea rapisce donne, giovani e bambini.
Li usa come merce di scambio.
La rete in realtà è..."

La lettera si interrompeva bruscamente: il suo infiltrato non aveva avuto molto probabilmente il tempo di completarla.
Sbuffò. Nessuna di quelle informazioni, comunque, erano una sorpresa: sapevano già della rete e dei rapimenti.
Ma un tarlo non ne voleva sapere di abbandonare la sua mente: perché uno dei suoi uomini migliori avrebbe dovuto dare la sua vita per ottenere e trasmettere un'informazione così banale? Non aveva alcun senso... E quella frase lasciata a metà...
Bevve un sorso del suo tè, assorto, osservando distrattamente le navi attraccate al porto, e confidando che suo fratello trovasse al più presto la soluzione di quell'enigma.

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