Consulting pirate
A quel nome, nella stanza era calato un silenzio talmente profondo che si sarebbe potuto sentir cadere uno spillo. Rosie stessa avvertiva battere il suo cuore battere dalla paura. I ricordi di quattro anni prima erano ancora vividi nella sua mente, e probabilmente lo sarebbero stati in eterno, anche se alcuni le erano stati solo raccontati: il tradimento sulla Perla... Moriarty che si gettava da una scogliera insieme a Sherlock... che pugnalava al cuore suo padre...
Infine, quelli che aveva vissuto lei stessa: la grotta di Eurus, il duello con lui... Possibile che quell'uomo maligno e terrificante avesse avuto una figlia?
Forse per questo quella ragazza l'aveva attirata? Poteva aver inconsciamente riconosciuto in lei i lineamenti dell'uomo che tanto aveva odiato?
Si voltò a guardare Cordelia, l'unica a non aver reagito con paura e timore al nome del pirata, dato che non conosceva i crimini di cui si era macchiato. Ma, di nuovo, non le trasmise alcuna sensazione maligna, al contrario di suo padre.
Ricordò che quando l'aveva visto per la prima volta nella grotta di Eurus, solo al sentirne la voce le si era gelato il sangue nelle vene, e il suo volto le aveva trasmesso paura e repulsione.
Cordelia, al contrario, le era sembrata, fin dal principio-e continuava a sembrarle- una ragazza normalissima, desiderosa soltanto di conoscere chi l'aveva messa al mondo, come era giusto che fosse.
Una domanda, però, le sorse spontanea: chi mai poteva essere la madre? Suo zio aveva affermato, poco prima, di saperlo già: e questo, ancora prima di leggere la lettera... solo vedendo la calligrafia sulla busta... Forse la conosceva?
Prima che Rosie potesse esprimere a voce tutte queste domande, il silenzio venne improvvisamente rotto da un imperioso bussare alla porta. Tutti, a parte Sherlock, trasalirono.
-Dev'essere la signora Hudson con il...-iniziò a dire suo padre. Ma lo zio lo interruppe immediatamente, alzando gli occhi al cielo.
-No, John... Non è lei, ovviamente. Ti dispiace andare ad aprire? Sospettavo che sarebbe arrivato. Mi sorprende solo che ci abbia messo così tanto...
Lui, seppur dubbioso, ubbidì e aprì la porta, da cui entrò, con grande sorpresa di Rosie, Mycroft Holmes-con l'onnipresente bastone da passeggio tra le mani- seguito da un uomo vestito con la divisa della Marina, che lei non riconobbe.
Mycroft entrò con passo marziale, diretto verso il capitano, l'espressione furibonda.
-William Sherlock Scott Holmes-esordì, con un tono basso e minaccioso.-Quando ti ho chiesto di raccogliere informazioni sul traffico d'oppio, non intendevo dire "Fuma con tutti i pirati che ti capitano a tiro"!!
L'interpellato alzò di nuovo gli occhi al cielo.
-Rilassati, Mycroft. Ho fumato solo la quantità strettamente necessaria a svolgere la mia missione sotto copertura. Henry stesso ha curato le dosi. -Fece un vago gesto verso il ragazzo, che alzò la mano in un timido cenno di saluto, per poi arrossire.
-Ahh... un ex fumatore d'oppio che ti controlla le dosi... ora sì che sono più tranquillo!-replicò il politico, la voce grondante sarcasmo, alzando la braccia in un gesto di esasperazione.
Sherlock, invece, aggrottò le sopracciglia.
- Tu, invece, hai mandato Lestrade a spiarmi, dico bene?-Fece, indicando l'uomo entrato con lui.-Da quanto va avanti questa storia?
-Facevo solo il mio lavoro, Sherlock!-si difese l'ufficiale, le mani avanti in segno di resa.-E poi, ci conosciamo da molto tempo, e... anch'io ero preoccupato per te. Credevo ci fossi ricaduto... non potevo non informare tuo fratello...
John vide il suo capitano sollevare leggermente un angolo della bocca: anche se non lo dava a vedere, era intenerito dal fatto che non solo suo fratello, ma anche Lestrade, si fossero preoccupati per lui.
-Mycroft, siediti-lo invitò il corvino con un gesto della mano.-E anche tu, Giles. Scoprirete che la mia missione non è stata infruttuosa...
Lui sembrò voler replicare ancora, ma alla fine si sedette, sempre però con un'espressione di rimprovero rivolta al minore.
-Sarebbe Greg, comunque...-borbottò invece l'ufficiale a voce bassa, mentre si sedeva.-Mai una volta che se lo ricordi...
-Quindi era per una missione, tutto questo! Non potevi semplicemente dirmelo!?!?-intervenne John, esasperato.-E poi, era davvero necessario?? Quale missione può giustificare una cosa del genere??
Il capitano si voltò verso il suo primo ufficiale, in volto un'espressione furba.
-Una delle più grandi e pericolose mai intraprese, mio caro Watson. Che molto probabilmente coinvolge anche un funzionario della Corona. Il traffico d'oppio è solo la punta dell'iceberg.
Queste ultime parole le disse volgendo lo sguardo verso Mycroft, che gli restituì uno sguardo penetrante.
In quel momento, però, Cordelia riprese la parola.
-Signor Holmes... comprendo che avrete sicuramente altri affari di cui occuparvi, ma...
-Non mi sono dimenticata di lei, signorina.-Il capitano la interruppe, levando una mano.-Avevo intenzione di chiederle aiuto. È capitata qui proprio al momento giusto. Forse è stato il caso, o il suo parente più nobile, il destino. Sebbene io non creda a queste cose... Sta di fatto che potrebbe essermi d'aiuto. Se lo farà, le prometto di condurla personalmente da sua madre. Se ancora lo vorrà una volta conosciuta la sua identità, ovvio...
Cordelia sgranò gli occhi e trattenne il respiro, al colmo dello stupore. Mycroft, invece, pose per la prima volta lo sguardo su di lei, interrogativo, non capendo la situazione.
-Quindi, lei sa già chi è.
-Lo so da quando ho avuto la busta tra le mani. E il testo della lettera me lo ha confermato-replicò Sherlock tranquillamente.-Certo, potrebbe essere un shock, per lei...
John, a quel punto, sbottò, esasperato.
-Sherlock... potresti, per favore, evitare tutto questo pathos e dircelo, una volta per tutte!?!?
Rosie si trovò a ridere sommessamente: lo zio non poteva proprio evitare di fare il melodrammatico...
Sherlock si girò verso il suo primo ufficiale, sollevando un angolo della bocca.
-Mi sorprende che nessuno di voi ci sia ancora arrivato. Vi ho addirittura dato un indizio, poco fa... siete tutti così distratti...-Scosse la testa, con aria di compatimento.-È bello non essere me? Dev'essere rilassante...
-SHERLOCK!!
-... E va bene, va bene!-Il capitano alzò gli occhi al cielo, seccato dal fatto che nessuno apprezzasse la sua verve teatrale; volse poi lo sguardo verso Cordelia, ancora in attesa.
-Il suo nome, come le ho detto poc'anzi, è lo stesso della figlia di una divinità del mare irlandese. E non è stato scelto a caso. Sua madre ha voluto -indirettamente, è chiaro-darle un indizio sulle sue origini.
Rosie, all'improvviso, capì, e trattenne rumorosamente il respiro. Il capitano le rivolse un sorrisetto orgoglioso.
-Tua figlia c'è già arrivata, John...-con un cenno del capo, lo zio la invitò ad esprimersi.
E lei lo fece, la voce venata di incredulità.
-Sua madre è Irene Adler... la dea del mare...
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