Cap. 16
Il pomeriggio passò lentamente, ma piacevolmente, commentando alcune scene che avevano lasciato Marinette a bocca aperta o evitando di farle spoiler sugli avvenimenti che sarebbero accaduti in seguito.
La ragazza se n'era andata da circa venti minuti, lasciando Adrien disteso sul letto a rimuginare sugli avvenimenti che gli hanno fatto cambiare idea sui suoi sentimenti per Ladybug.
Perché mai il suo cuore aveva smesso di battere all'impazzata ogni volta che la vedeva –in battaglia quand'era Chat, o mentre saltava tra i tetti mentre era Adrien–, come mai ora non riusciva a pensare ad altre che a Marinette?
Ladybug era una supereroina, sua compagna di battaglia per giunta, ma se già non le importava dal punto di vista sentimentale da Chat Noir, figuriamoci da Adrien Agreste.
Marinette, invece, era tutto il contrario: una ragazza della sua età, sua compagna di classe, dolce e impacciata, ma determinata quando occorreva.
Una ragazza normale, insomma, ma forse era proprio la sua normalità ad aver convinto il biondo che lei era più raggiungibile.
Malgrado potesse avere ogni ragazza ai suoi piedi aveva scelto lei; forse perché è stata la sua prima amica e perché lo faceva sentire bene.
Meglio che con Ladybug.
«Niente bacio dell'arrivederci, Romeo?» domandò Plagg, fluttuando a mezz'aria.
«No, voglio lasciarle tempo per decidere tra me e Chat.»
Il kwami lo guardò con monotonia: «Hai la vaga idea del fatto che stai flirtando con lei con due personalità diverse, vero? Ma sei sempre tu, vero?» chiese, sottolineando l'ultima domanda.
«Mi hai preso per stupido? Certo che lo so!» rispose lui, alzandosi per andare ad accendere il LadyBlog, controllando le ultime notizie di Alya.
«Quella povera ragazza...» sospirò lo spiritello nero, raggiungendo il suo portatore. «Non la invidio per niente. Per fortuna io sono una divinità quantistica e non mi perdo per queste cose.»
«Certo, certo, ma ora abbiamo una cosa più importante che star qui a parlare del mio "bipolarismo amoroso".» esclamò il ragazzo, indicando lo schermo sul quale andava in onda un attacco akuma in diretta con Alya, sporgendosi da Pont Alexandre III, mentre riprendeva le acque della Senna, dalle quali si vedeva una figura nera nuotare a pelo d'acqua.
«Non sapevo che t'interessassero i documentari di pesca oltre che torturare una povera ragazza.» commentò ironicamente Plagg, visionando le immagini al pc.
«Molto divertente. Plagg, trasformami!»
A quelle parole, la piccola divinità venne risucchiata nell'anello e Chat Noir, il paladino di Parigi, era in piedi davanti alla scrivania.
«Amici del Ladyblog, siamo di fronte ad una vera sirena! Queste creature mitologiche che credevamo inesistenti sono vere!» esclamò entusiasta Alya, sporgendosi maggiormente per vedere meglio, stando però attenta a non cadere.
Spesso si dimenticava della sicurezza, presa dall'entusiasmo di vedere nuovi akuma ed i suoi paladini preferiti all'opera che doveva essere salvata.
La sirena -una donna dai capelli verde acqua e dagli occhi totalmente neri- spiò fuori dall'acqua, guardando la folla di persone che torreggiava sopra il ponte.
«Sapete che le sirene attirano le loro prede con il canto, giusto?» domandò ghignando e mostrando i denti appuntiti.
La donna si mise a cantare, una melodia dolce e oscura, catturando l'attenzione di tutte le persone presenti sul ponte, facendole cadere in una specie di trance.
Alya iniziò a sentire gli occhi pesanti, come se la sua coscienza stesse per abbandonarla e farla cadere in sonno profondo.
La sua vista si offuscò, ma ad un certo punto un suono di un sibilo la riportò alla realtà, accorgendosi che, come le altre persone presenti a guardare la sirena, era seduta sulla ringhiera del ponte.
«Non ricordavo di aver ordinato il pesce per cena.» commento Chat Noir, facendo roteare abilmente il bastone tra le dita.
A quanto pare aveva colpito la sirena con l'asta, pensò la mora, che ore era tornata sul ponte per riprendere.
«Ehi gattino, non hai paura dell'acqua?» ghignò la sirena, mostrando i denti seghettati.
Il felino rabbrividì: «Quello che mi fa più paura è la tua faccia. Hai distrutto l'infanzia di molti bambini con il tuo aspetto.»
La donna ringhiò, sparendo momentaneamente sott'acqua.
«Ladybug, dove sei?» chiese l'eroe, per poi urlare a tutti i presenti di allontanarsi dal ponte.
Le persone fecero come era gli stato detto, scappando da entrambi i lati per mettersi al sicuro.
La donna sbucò nuovamente dal fiume, ringhiando al suo nemico.
«Ora nessuno potrà più godersi il mio spettacolo acquatico!»
«Tu volevi trascinarli in acqua!» esclamò sorpreso. «Che spettacolo acquatico è mai questo?»
«Nessuno viene più a vedere i miei delfini che si esibiscono, così ho pensato che la gente farà parte del numero che avevo in mente è tutti assisteranno per forza!» rise, per poi ricominciare a cantare.
L'eroe si tappò le orecchie, cercando di non ascoltare per non venire ipnotizzato; la musica, però, filtrava nei suoi timpani, facendogli inizialmente sentire il corpo leggero ed un senso di stordimento lo pervase.
Ma proprio quando credeva che sarebbe caduto in trance, la voce della creatura marina s'interruppe, seguita da un ringhio di pura rabbia.
Il biondo guardò nella direzione in cui stava fissando, sorridendo quando, in lontananza, vide la sua Lady far roteare lo yo-yo in mano.
Poco dopo, ricevette la chiamata dalla sua partner, a cui rispose immediatamente.
L'immagine della ragazza apparve sullo schermo del suo bastone: aveva una mascherina bianca attorno alla bocca e due occhiaie viola sotto gli occhi.
«Wow My Lady, sei uno schianto!» ironizzò Chat, allontanandosi a dovere dalla sirena, ma mantenendo il contatto visivo.
«Intanto io ti ho salvato prima che diventassi un pesce gatto.» ribatté lei, per poi tossire.
«E per questo ti ringrazio. Ora, siccome tu ti rifiuti di avvicinarti per contaminare qualcuno, che facciamo?» domandò, soffiando come un gatto –tirando anche indietro le orecchie e agitando la mano artigliata– quando l'akuma gli schizzò con un po' d'acqua per attirare la sua attenzione.
«Aspetta che attivo il Lucky Charm, magari ci può aiutare.»
«Lo spero bene, non voglio bagnarmi troppo!» si lamentò, rabbrividendo.
«Intanto di' ai civili di tornare a casa, anche ad Alya.»
«Come la mia Lady comanda.» rispose, soffiando per la seconda volta prima di chiudere la chiamata.
Ladybug, ridacchiò, lanciando in aria il suo yo-yo ad evocare il suo potere speciale.
In aria apparve una sagoma di cartone a grandezza naturale sotto forma di marinaio, nella classica posa da saluto marinaio –con la mano destra che toccava la fronte ed il petto infuori–; l'afferrò al volo, guardandola storto, soprattutto per via del bavero rosso a pois neri che avanzava dalla camicia bianca.
La coccinella si guardò intorno, notando che Chat aveva fatto sgomberare quasi del tutto l'area, ma la sirena si era rimessa a cantare.
Ad un certo punto, la sua vista cadde sul ponte sulla sagoma in cartone e poi verso la sirena, soprattutto sulla sua collana a forma di conchiglia.
Capito ciò che doveva fare, richiamò il suo compagno: «Fammi un favore.»
«Dimmi tutto.» esclamò lui.
«Allontanati dal ponte, in modo tale che io possa posizionare la sagoma di cartone per attirare il nostro akuma. Poi, quando la sirena sarà saltata il ponte distruggile la collana ed io purifico la farfalla.» spiegò, ricevendo una risposta affermativa e chiudere nuovamente la chiamata.
L'eroina osservò Chat correre verso l'altro capo del ponte e, solo quando fu abbastanza lontano, Ladybug zoppicò verso il suo obiettivo.
Certo, quando era trasformata non doveva tenere per il dolore, solo il fatto che si vedeva la gamba deformata per il gesso; era grazie a Tikki che le era venuta in mente l'idea di un qualche virus parecchio contagioso e che doveva stare lontana da tutti.
Sperava sempre di più che Papillon finisse le farfalle!
La ragazza raggiunse il bordo del ponte, spostando verso il basso la mascherina bianca per parlare più chiaramente: «Hei, Ariel versione parigina! Ho qua il tuo principe azzurro!» urlò, sporgendo la sagoma del marinaio in modo tale che l'akuma potesse vederla.
La sirena sorrise, andando sott'acqua per saltare.
Ladybug si spostò più velocemente possibile, facendo cenno a Chat che ora poteva fare ciò che gli aveva detto.
Il felino corse non appena la creatura marina uscì dall'acqua, e arrivò giusto in tempo per strapparle la collana dal collo e gettarla a terra.
Una farfalla nera uscì dai resto della conchiglia, che venne immediatamente liberata dall'eroina –ovviamente a distanza–
La donna akumatizzata tornò normale, guardandosi attorno e crucciandosi quando vide la sagoma del marinaio sotto di lei.
Chat Noir soccorse la donna, ridandole la collana e portandola verso l'altro lato del ponte.
Appena fece per tornare indietro, vide Ladybug lanciare il cartone in aria e poi zoppicare leggermente via, finché non utilizzò il suo yo-yo per andarsene.
Sarà stremata per il virus, pensò il biondo, alzando le spalle.
Ora doveva fare da mangiare a Plagg, anche se non aveva utilizzati il Cataclisma, ma solo perché poi sarebbe andato a trovare la sua Principessa.
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Mi dispiace averci messo tanto, ma la scuola mi soffoca T^T
Capitolo dedicato alla sorpresina che avevo in servo per voi😏
Per chi non lo sapesse, sul mio profilo scoprirà che c'è una nuova storia: si tratta della traduzione di "Turn loose the mermaid", fic di marinette-buginette in collaborazione con Taulun su Tumblr (mi raccomando: seguitele).
Ci vediamo al prossimo capitolo ;)
FrancescaAbeni
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