{Capitolo 19}
“Yukki, proteggerò il nostro Happy End!" Mirai Nikki
Fin da piccola ho sempre voluto fare la criminologa. Mi sono sempre chiesta cosa si prova ad uccidere una persona. Ho sempre visto l'omicidio come una follia. Personalmente, penso che quest'ultima sia causata da due fattori: l'amore e la sua mancanza.
"Cosa pensa un assassino quando guarda negli occhi della sua vittima?"
Perché sto facendo questo discorso? Perché in quel momento, anche se per un attimo, presi in considerazione l'idea di far fuori Pamela.
Era lunedì, quindi ero già nervosa di mio. Tornata da scuola, dopo aver preso un'epica nota durante l'ora di religione perché avevo messo le canzoni di Marylin Manson al massimo volume, mi trovai un messaggio da parte di Tyler.
Tyler: Buongiorno amore! Com'è andata a scuola? Spero bene, ho bisogno di una Crystal calma che deve aiutarmi.
Inutile dire che risposi appena lessi il messaggio (prima non avevo potuto prendere il cellulare perché la professoressa di religione me lo aveva sequestrato).
Io: Hey amore! È andata bene dai.. Ho preso una nota durante l'ora di religione..
Tyler: Ma cos.. Perché?
Io: Perché ho messo le canzoni di Marylin Manson ad alto volume ed ho disegnato una stella sul banco.. Ma era una semplice stella che avevo disegnato per noia!
"L'alunna Crystal Smith mette la musica del diavolo ad altissimo volume disegnando simboli satanici e dicendo "passa al lato oscuro" agli studenti che camminano pacificamente nei corridoi, mentre la classe ride invece di fermarla."
Beh.. Ho fatto più che mettere musica ad alto volume..
Tyler: ...
Per questo sei la mia ragazza ♡
Ps. Sto ridendo troppo!
Io: Non sono ancora la tua ragazza.
Tyler: Dettagli.
Io: Va bene. Comunque, cos'è successo? Perché hai bisogno del mio aiuto?
Tyler: Pamela mi ha contattato su Facebook, io l'ho bloccata e lei ha creato un altro account con cui mi ha scritto. Ho bloccato anche l'altro account, ma ne ha creato ancora un altro. Il tutto si è ripetuto per almeno 5/6 volte. Basta, non la sopporto più! Sta impazzendo!
Io: Che era pazza già lo sapevo, ma che era ESTREMAMENTE pazza, no.
Non sapevo cosa fare, così chiamai Sharon.
-Pronto?- Dall'altro lato del telefono si sentivano voci, risate, auto. Evidentemente non era ancora arrivata a casa.
-Sharon, sono io.-
-Hey, Crystal!-
-Amica mia, devi aiutarmi.-
-Dimmi tutto.- Si fece subito seria.
Le raccontai ciò che mi aveva raccontato Tyler.
-Sharon, sai cosa vorrei fare?-
-Metterle della tintura grigia nello shampoo?-
-No, troppo semplice. L'aspetterò sotto casa sua.-
-E la porterai in quel vicolo stretto e buio?-
-Esatto.-
-Piccole psicopatiche crescono. Brava donnaccia, così mi piaci.- Disse lei con tono orgoglioso.
-Crystal, vengo con te.-
Io e Sharon ci incontrammo sotto casa di Pamela. La ragazza abitava in un grande condominio in un quartiere abbastanza ricco. Accanto al grande condominio c'era un piccolo viale che portava ad un vicolo stretto. L'avrei portata proprio lì e l'avrei picchiata se necessario. Ci nascondemmo dietro un cespuglio che si trovava sulla sinistra del parcheggio davanti al condominio. Per entrare bisognava attraversarlo. Quel giorno il cielo era grigio e faceva abbastanza freddo, forse per questo non c'era nessuno nei paraggi. Dopo qualche minuto vedemmo da lontano una ragazza alta, bionda, con una pelliccia bianca ed un jeans. Era Pamela. Sharon mi guardò, senza fiatare. Già sapevo cosa stava pensando, così annuii. Appena entrò nel parcheggio, sgattaiolammo dal cespuglio e camminammo silenziosamente verso di lei. La prendemmo improvvisamente per le braccia. Io per il braccio destro e Sharon per il sinistro.
-Oh mio Dio!- Urlò la ragazza in un primo momento spaventata. Poi si girò e ci vide. -Ah, siete solo voi due.-
-Tu, ora, vieni un attimo con noi.- Dissi con tono inaspettatamente determinato. Pamela sbuffò.
-Hey, Shamela. Hai squoiato un orso polare? Spero che tu lavi questa merda con l'antipulci.- Ovviamente non potevano mancare i commenti di Sharon. La bionda rimase in silenzio. -Cosa c'è? Come mai non abbai? Il tuo padrone, per punizione, non ti ha dato i croccantini?-
-Can che abbaia non morde.- Rispose Pamela con tono disinteressato.
-Allora lo ammetti di essere una cagna.- Dissi io ridendo. La ragazza sbuffò e si imbronciò.
Mentre trascinavamo Pamela nel vicolo buio, ci fermò una signora. Era sulla cinquantina, bassa, grassottella, con un caschetto biondo ed un fermaglio che lasciava scoperto un faccione simpatico con qualche ruga sotto agli occhi e attorno alla bocca.
-Ragazze.. Cosa state facendo?-
Ci chiese insospettita.
-Ehm.. Ecco..- Iniziaia sudare freddo e a pensare a cosa dire. Cercai di avere un'espressione calma e rilassata, ma era difficile. "Merda! Non ci voleva!"
-Vede signora.. Noi..- Anche Sharon stava cercando di inventarsi qualcosa. Stava torturando la cerniera del suo giubbino di pelle.
Pamela, fortunatamente, non aprì bocca.
-So cosa state facendo!- Urlò la signora all'improvviso in maniera molto determinata.
"Addio botte per Shamela.."
-Vi state allenando per il sollevamento pesi!-
Io e Sharon ci guardammo in faccia confuse. -Sapete, anche io e le mie amiche alla vostra età ci allenavamo trascinando qualcuno. Ottimo lavoro, continuate così!- Disse la signora felice e con gli occhi che le brillavano.
-Grazie!- Rispondemmo io e Sharon contemporaneamente.
La signora controllò l'orologio che aveva al polso. -Oh! Si è fatto tardi, devo andare! Buona giornata!-
-Buona giornata!- Rispondemmo di nuovo entrambe contemporaneamente. La signora andò via ed io e Sharon scoppiammo a ridere come due matte.
-Ha ha ha- Pamela finse di ridere.
-Mio Dio, che paura!- Esclamò Sharon con le guance arrossate e le lacrime agli occhi a causa della forte risata.
-Per un attimo ho pensato che stesse per farci una bella ramanzina!- Risposi io ridendo.
Arrivammo finalmente al vicolo. Andammo più infondo possibile. La stradina era stretta e buia, gli edifici che la andavano a formare erano vecchi, con qualche finestra sparsa qua e là. Erano di vari colori ormai cupi a causa degli anni. Molte abitazioni erano disabitate e quelle poche persone che ci abitavano si facevano i fatti propri. Io e Sharon sbattemmo Pamela ad un muro di mattonelle rossicce.
-Prometti che non darai più fastidio a Tyler.- Dissi con tono freddo ed estremamente serio. La bionda non rispose.
Sharon le diede un forte schiaffo sulla guancia sinistra. -Hey, cagnetta! La mia amica sta parlando con te!-
Pamela sbuffò guardando in basso. Evidentemente si sentiva umiliata. Ad essere sincera mi dispiaceva, ma era di Tyler che si stava parlando. Mi aveva portato via troppe persone, quello che stavamo facendo era fin poco per farle espiare i suoi peccati.
-E va bene!- Urlò in maniera nervosa. -Lo prometto!- Detto ciò, io e Sharon la lasciammo andare e ce ne andammo a casa mia.
-Dici che siamo state troppo cattive?- Cominciavo a sentirmi in colpa.
-Ma sei scema?- Rispose Sharon, quasi urlando, mentre camminavamo per le piccole strade sotto il cielo grigio. Il sole era coperto dalle nuvole. Ci fermammo al Mc. Donald's e mangiammo un panino. Stavamo per uscire dal locale e dividerci, quando la mia amica mi disse all'improvviso
-Stasera uscirò con Helen. Ho intenzione di dichiararmi.-
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