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{Capitolo 13}

“Che bellissima fioritura abbiamo quest'anno! Ma guarda: quel bocciolo è in ritardo... scommetto che quando sboccerà diventerà il fiore più bello di tutti.” Mulan

Mi giravo e rigiravo sotto le coperte. Stavo ancora pensando a ciò che era successo a casa di Tyler pochi giorni prima. Da allora, il ragazzo, si era addolcito un po', ma si vedeva chiaramente che qualcosa lo turbava. Forse era per il trasferimento ma, dentro di me, sentivo che c'era altro. Anzi, lo sapevo! La cosa strana era che Tyler si comportava così solo con me. Con gli altri, infatti, si comportava come se stesse bene. Era come se si stesse aprendo solo con me. Ci riflettetti per un po', poi mi addormentai con il dolce ricordo del bacio di Tyler. Il giorno seguente sarebbe stato sabato, lo avrei rivisto.

Dopo una giornata scolastica straziante ed un pomeriggio passato a fare la pacchia, ero lì, nella solita piazzetta, seduta su una panchina accanto a Sharon, ad aspettare gli altri. Sharon guardava sbavando i ragazzi con la barba, li adorava.

-Cry, hai visto quello? E quell'altro? Quello di prima era più figo! Oh! Ne sta passando un altro ancora più figo!-

-Sharon, ti prego basta. È imbarazzante.-

-Uffa, smettila di essere così apatica! Invece di pensare a quello stupido di Tyler, pensa a tutti questi figoni!-

Sospirai. Sharon, ormai, era andata.

-Non riesco ancora a credere che ti abbia baciato.- Disse lei, improvvisamente, mentre fissava un barboncino che era a spasso con la padrona.

-Io non riesco ancora a credere di essere andata a casa sua.-

-Sai qual è la parte preferita di ciò che mi hai raccontato?- Mi chiese con tono serio.

-No.-

-È quando lo meni.-

Scoppiai a ridere. Di solito Sharon era contro la violenza.
-Ma perché?-

-Agli stupidi come lui ci vogliono gli schiaffi! Crystal, apri gli occhi! Prima ti tratta con indifferenza, poi ti bacia, poi fa il depresso.. Insomma, è peggio di una donna con le mestruazioni!-

-Lo so, è un tipo un po' particolare. Ma non lo abbandonerò solo per questo motivo. Se sta così è perché c'è qualcosa che lo turba, e scoprirò cosa.- Dissi con tono serio, guardando l'asfalto della strada di fronte a noi. A Sharon non era mai andato a genio Tyler. Le chiesi più volte il motivo, ma lei rispondeva sempre che era "una cosa di pelle".

-Io so cosa lo turba, la sua stupidaggine. È ottuso!-

-Chi è ottuso?-

Io e Sharon ci girammo di scatto. Dietro la panchina c'era Tyler.
Sharon sbiancò e balbettò un
-N.. Nessuno!-
Scoppiai a ridere e, dopo me, scoppiò a ridere anche Tyler.
Mi alzai dalla panchina ed andai vicino a Tyler per salutarlo. Era sempre stato un bel ragazzo ma, quella sera, lo vedevo particolarmente bello. Indossava un maglione di lana nero che gli metteva in evidenza la pelle chiara, poco più scura della mia. I jeans erano aderenti e gli calzavano perfettamente. Io, invece, indossavo un maglione nero con una grande scritta bianca: Heart, e degli skinny di jeans.
Ero indecisa se baciare Tyler sulle labbra o meno. Nel dubbio, decisi di dargli un bacino sulla guancia. Feci per darglielo ma, mentre le mie labbra stavano per toccare la guancia sinistra del ragazzo, quest'ultimo si girò di scatto baciandomi sulle labbra. Arrossii un po', non me l'aspettavo. Ricambiai il bacio, chiudendo gli occhi e stringendo Tyler che, a sua volta, mi strinse anche lui. Ci staccammo. Ero leggermente imbarazzata ma, allo stesso tempo, ero anche felicissima. Guardai Sharon, stava fingendo di messaggiare. Molto probabilmente era più imbarazzata di me.

-Dove sono gli altri?- Chiesi a Tyler.

-Stanno arrivando.. Ah, eccoli. Sono laggiù.- Indicò gli altri che stavano arrivando dalla strada di fronte alla piazza.
Charles mi corse incontro abbracciandomi, poi vennero anche Amanda, Jacob e Robert. Dopo averli salutati, Tyler mi chiese di fare un giro con lui, da soli. Ero ancora imbarazzata per la storia dell'altra sera, così inventai una scusa.

-Preferisco parlare con un po' con i ragazzi.-

Tyler sbuffò, mi prese per il polso e mi trascinò, letteralmente, via da loro.

-Potrai parlare con gli altri più tardi, ora sta un po' con me.-

-E va bene.- Risposi ridendo.

Lui si girò verso di me e mi sorrise dolcemente. Il suo sorriso era raro ed amavo il fatto che, quelle poche volte che sorrideva, lo faceva a me.
Mentre camminavamo, mi lasciò il polso e mi strinse la mano.
-Dove stiamo andando?-
-In un posto tranquillo.-
Dopo alcuni minuti passati a camminare, senza proferire parola, ci trovammo un piccolo parco. Il parco, nonostante fosse piccolino, era circondato da alberi ed un recinto e, inoltre, era vuoto.
Tyler lasciò la mia mano per andare a sedersi su una delle quattro panchine, che erano disposte in ordine casuale. Lo raggiunsi e mi sedetti accanto a lui. Aveva lo sguardo pensieroso, quasi assente. Riuscivo a percepire la sua tristezza.
-Vengo sempre qui ogni volta che ho bisogno di tranquillità.- Disse il ragazzo all'improvviso.
-Come stai?- Gli chiesi.
-Bene.- Rispose lui fissando un cagnolino, dal pelo color crema, che giocava con un rametto sull'erba secca del terreno. Iniziai ad osservarlo anche io. Sembrava beatamente spensierato. "Ovvio che è spensierato, è un animale."
Tirai un lungo sospiro, poi presi la mano di Tyler stringendola con la mia e lo guardai. Le ciocche di capelli neri gli ricadevano sul viso bianco, coprendone la maggior parte.
-Puoi mentire a tutti, ma non a me. Io lo so quando stai male, come so quando stai bene.-
Tyler si girò verso di me con gli occhi leggermente spalancati. Era sorpreso. Lui credeva di conoscermi meglio di quanto io conoscessi lui. Non che non fosse vero. Mi conosceva abbastanza bene, mentre io cominciavo a conoscerlo solo ora. Però, Tyler non aveva capito una cosa di me, molto probabilmente la cosa più importante: ero empatica. Paradossalmente, però, sembravo una persona apatica. Forse era a causa della mia timidezza.
Tyler fece una piccola risatina.
-Ti ho sottovalutata. Pensavo fossi più superficiale.-
-Già.- Sospirai. -Tutti lo pensano.-
Il ragazzo mi prese delicatamente il viso con una mano, si avvicinò piano e cominciò a baciarmi dolcemente, poi infilò la lingua nella mia bocca.
Dopo un po' ci staccammo e ci guardammo negli occhi.
-Non mi importa se non ti va di dirmi cosa ti fa soffrire così. Ma sappi che io ci sono, per qualsiasi cosa. Ti basterà farmi una chiamata, o inviarmi un messaggio, ed io sarò lì, da te.-
Tyler rimase in silenzio. Mi abbracciò, senza dire nulla, poi mi lasciò, posando la testa sulla mia spalla. A rendere l'atmosfera più rilassante era la poca quantità di luce che illuminava il parco e il silenzio. Gli unici rumori erano quelli del vento fra gli alberi e del cagnolino, che rotolava sul piccolo prato.
Posai la mia testa su quella di Tyler. Restammo così accoccolati per un po', finché il cagnolino non si avvicinò a noi. Era davvero piccolo, un cucciolo, dal pelo color crema e con le orecchie piegate. Alzai la testa da quella di Tyler e presi il cucciolo portandomelo sulle gambe. Tyler alzò la testa dalla mia spalla e cominciò ad accarezzare il piccolo sorridendogli. Poi mi chiese
-Guarda, è una femminuccia. Secondo te, è stata abbandonata?-
-Credo di si..-
-Beata lei, allora. È felice, nonostante sia stata abbandonata.-
-E tu, Tyler? Tu sei stato abbandonato?-
Fissò la cagnolina, senza proferire parola. Non avevo bisogno di una risposta, il suo silenzio era sufficientemente. Tyler, improvvisamente, cambiò discorso.
-E se la portassi a casa con me?-
-Sarebbe carino da parte tua.- Gli sorrisi. Lui alzò il viso verso di me sorridendo a sua volta.
-Il negozio di animali è ancora aperto, ti va di venire con noi a comprare qualcosa?-
-Certo!-

Raggiungemmo il negozio di animali più vicino, portando la cagnolina con noi. Tyler le comprò i croccantini, lo shampoo per cani, le traversine e mi fece scegliere un collarino. Ne scelsi uno di cuoio nero con delle piccole borchie. Paradossalmente la faceva sembrare ancora più piccola e carina.
Usciti dal negozio, andammo nell'appartamento di Tyler dove sistemammo la cagnolina.
-Come la vuoi chiamare?- Gli chiesi.
-Cry. La chiamerò Cry.-
Scoppiai a ridere.
-Come mai?-
-Perché so già che, come te, mi porterà serenità e felicità.-
Quelle parole mi resero incredibilmente felice. Gli portavo felicità e serenità. E la cosa che mi rese ancora più felice, fu che lo disse in maniera spontanea e con un dolce sorriso sulle labbra. Non stava mentendo. Mi avvicinai a lui prendendogli le mani, poi mi alzai sulle punte e lo baciai dolcemente sulle labbra. Lui mi lasciò le mani per stringermi forte a se, mentre ricambiava, con passione, il mio bacio. Poi si staccò guardandomi negli occhi e, con delicatezza, mi mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Sei bellissima, sembri una bambolina.-
-No, non è vero!- Arrossii imbarazzata. -Tu invece sembri uno di quei dark hero. Da oggi sarai il dark hero dei poveri!-
Tyler scoppiò a ridere, per poi sussurrarmi -Dimmi qualcosa di eccitante.-
Gli risposi, sussurando a mia volta -Ci facciamo una partita a Skyrim?-
Scoppiammo a ridere entrambi.
-È per questo che mi piaci.-

A differenza di tutti gli altri, Tyler non si era ancora aperto con me. Non si fidava ancora. Ed avevo l'impressione di non averlo conquistato del tutto. Ma ero sicura che, una volta che si fosse aperto, che si fosse fidato e che si fosse lasciato conquistare, sarebbe stato l'unico a darmi, senza pensarci due volte, tutto l'amore di questo mondo.

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