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0.4 "Un ricordo"

Mille colori volteggiavano nell'aria; un'atmosfera festaiola poteva essere avvertita in ogni angolo di quel piccolo seminterrato. Tutto pareva perfetto; pronto per la tanto attesa campagna dell'Albero di Sambuco.

Un vociferare lontano, proveniente dai piani superiori, riempì d'un tratto  l'intera stanza. Qualcuno aveva suonato alla porta, presto l'evento avrebbe avuto inizio.


"Mamma, mamma dai! Lasciami stare!" disse una vocina leggera.

"No, tesoro. Non vedi che sei sporco, proprio qui. Dai su lascia che ti sistemi!".
Una giovane signora, sull'uscio di una grande casa bianca, attendeva di entrare nell'edificio; accompagnata da quelli che potevano essere i suoi due figli.
Si respirava tensione nell'aria; ma non era qualcosa di maligno bensì quella strana emozione d'impazienza che ci colpisce poco prima di qualcosa di bello.

Poco lontano, invece, una piccola ragazza sedeva comoda sulle malandate scalette in legno dell'abitazione.
Anche lei pareva agitata: con gesti veloci e ripetitivi sistemava quello che era il suo costume per la futura campagna; una gonna corta unita ad una graziosa camicetta di due verdi differenti; un mantello, ricavato da una vecchia coperta, si posava, miracolosamente,  sulle sue piccole  spalle, tenuto appeso solo grazie due corte spille; ed infine, ciò di cui andava più fiera, due leggeri pezzi di carta triangolari,  attaccati, con un pizzico di fortuna,  proprio sull'estremità delle sue orecchie.
Era un elfo e sapeva che il suo costume sarebbe stato il più originale. Solamente osservando quello di suo fratello si poteva capire il livello di quello di tutti gli altri: aveva deciso di imitarla creando, sempre con la carta, qualcosa che doveva sembrare una lucente armatura.
Ma sapeva che nemmeno il suo abito era completamente perfetto, presentava ancora innumerevoli difetti. Ma la cosa che più desiderava era mostrarlo ad una persona in particolare e quel momento sarebbe presto arrivato.

Un leggero scricchiolio, appena percettibile, si diffuse nell'aria e la bambina si voltò senza esitare. La porta finalmente si era aperta; sulla soglia una signora, con un malandato cappello da strega, si rivolgeva, all'allegra famiglia, un caldo sorriso.

Con passo diffidente la ragazza, prima indietro rispetto al gruppo, iniziò a procedere verso la porta. Un piede avanti e poi un altro, cercando di guardare oltre le due donne, ma senza sembrare troppo invadente. La stava cercando, ma non la trovava.
Si posizionò ancora più avanti; questa volta a solo pochi passi dalla madre, che ora discuteva piacevolmente con l'altra signora, mentre suo fratello  già era sgattaiolato dentro l'edificio.

Non la trovava, l'ideale perfetto della giornata che aveva creato lentamente si sbriciolava di fronte ai suoi occhi. Un'espressione di malinconia iniziò a dipingersi sul suo volto, ma nonostante ciò continuò ad avanzare, lentamente.

Giunta proprio dietro la lunga gonna rosa di sua madre; qualcosa, nascosto dietro l'altra signora, attirò la sua attenzione: una gonna verde, una piccola scarpa color terra, lunghe ciocche di capelli scure e disordinate, un piccolo pezzo di carta a forma di cono poggiato sopra un candido orecchio ed infine uno scintillante occhietto puntato su di lei.

Una forte sensazione si fece strada in tutto il suo corpo e, trasportata da essa, scostò il leggero tessuto della gonna, paralizzandosi davanti alla porta; aveva fatto il primo passo.

Quasi nello stesso istante la figura di una piccola bambina, dagli scintillanti occhi blu, si parò davanti alla figura dell'altra donna.

Era Nancy, era proprio lei; e lei, invece, era Isabel. Ma nessuna delle due pareva, anche solo lontanamente, simile alla loro controparte nel 1983. Era il 1979, ben quattro anni prima. Quando ancora l'odio non separava i loro cammini, quando ancora la loro vita poteva considerarsi normale e tutto solo un lungo viaggio calmo e forse anche monotono.

Un sorriso inaspettato si dipinse sul volto delle due. Era qualcosa di familiare, qualcosa di puro e sincero. Poi due risate contagiose si diffusero in tutto l'ambiente, una corsa veloce a braccia aperte, una dolce sensazione di casa.

Poi tutto svanì, proprio come era accaduto per quella giovane amicizia.

·˚ ༘₊· ͟͟͞͞꒰➳ ciao a tutti, una sola cosa: cosa mai sarà successo tra Nancy e Isabel?
Al prossimo capitolo

MaryInes_

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