Before Slughorn's party
Signorina Granger,
con la presente ho l'onore di invitarla alla festa che si terrà sabato primo Ottobre alle 21.00 nel mio ufficio. Tutti i partecipanti riceveranno un permesso speciale, e avranno la possibilità di portare qualcuno con sé.
Nella speranza di godere della sua compagnia,
il professor H.E.F. Lumacorno
Aggrottai la fronte perplessa, mentre scrutavo il rotolo di pergamena pregiata che un bambinetto minuscolo del primo anno mi aveva consegnato, rosso in viso e tremante di imbarazzo. L'ultima cosa che mi sarei aspettata quando avevo aperto trepidante il messaggio era di ricevere un invito alla festa del professor Lumacorno, della quale già si parlava in tutta la scuola probabilmente ancor prima che venisse organizzata. Personalmente non comprendevo l'euforia e la speranza che le altre ragazze nutrivano di essere chiamate a partecipare, non tenevo in modo particolare ad entrare a far parte del cosiddetto "Lumaclub", che comprendeva la maggioranza di quegli studenti che potevano essere considerati famosi. Harry mi aveva accennato qualcosa riguardo alla mania di Lumacorno di circondarsi di persone influenti, e organizzare di tanto in tanto degli innocenti festini nel suo ufficio era solo uno dei tanti pretesti per raggiungere quell'obiettivo.
Si vantava spesso delle sue conoscenze al Ministero della Magia od in squadre di Quidditch delle quali io non avevo mai udito neppure il nome, anche se forse era a causa della mia totale ignoranza in materia...
Fatto sta che anche quell'anno la "caccia" del neo professore di Pozioni proseguiva inesorabilmente, e rimasi piuttosto sorpresa nello scoprirmi invitata; dopotutto io ero Babbana di nascita, non avevo parenti che esercitavano o avevano esercitato in passato influenza nel mondo magico, non ero nessuno...
«Anche tu ne hai ricevuto uno?»
Mi voltai in direzione di quella voce familiare e mi trovai di fronte al verde smeraldo degli occhi di Harry, il quale stringeva nella mano destra un foglio arrotolato identico al mio. Naturale che fosse stato invitato, lui era il Prescelto e Lumacorno lo adorava, specialmente dopo che si era guadagnato il titolo immeritato di migliore della classe in Pozioni con l'aiuto del misterioso Principe Mezzosangue...
«Sì. Strano, non credi? Insomma, non ho nulla di speciale...»
«Andiamo Herm, sei la studentessa con i voti più alti di tutta Hogwarts!» esclamò Harry animato, come se non potesse credere alle sue orecchie.
«E allora?» ribattei con naturalezza, dal momento che non capivo come le due cose potessero essere collegate, e provando allo stesso tempo una leggera tristezza nel sentirmi ripetere ancora una volta che la gente mi ricordava solo come l'insopportabile sottutto che conosceva a memoria i libri di testo e non saltava mai le lezioni...
«E allora non ti sei accorta che Lumacorno ti ammira? Mi stupisce che non ti abbia ancora chiesto di sposarlo, visto come ti tratta... Chi sa darmi la risposta esatta? Ma la signorina Granger, ovviamente... Dieci punti a Grifondoro per la sua innegabile preparazione!» aggiunse poi, imitando alla perfezione il tono pomposo dell'insegnante. Gli tirai un leggero pugno amichevole sulla spalla e poi scoppiai a ridere, felice di constatare che, nonostante la morte di Sirius ed il pericolo costante di venire ucciso da Voldemort, Harry sembrava aver ritrovato la serenità e non aver mai perso la sua consueta determinazione.
«Comunque... Hai già deciso a chi chiederai di accompagnarti?»
Oh. Avevo completamente dimenticato quel particolare.
A chi chiederò di accompagnarmi?
«Veramente non ci ho ancora pensato...»
«Ron?» azzardò Harry, pur sapendo che quel pessimo suggerimento mi avrebbe innervosita parecchio: io e Ron non ci parlavamo ormai da una settimana circa, e anche se non sopportavo di aver perso la sua amicizia, l'orgoglio continuava a prevalere su qualsiasi altro sentimento. Harry da parte sua cercava di mantenere integri i rapporti con ciascuno dei due e nel frattempo di fare da mediatore e mettere pace, ma i suoi sforzi fino a quel momento non erano valsi a molto. L'unica promessa che era riuscito a strapparmi era di non cercare più di lanciare incantesimi a Ron né di farlo attaccare da altri stormi di canarini cinguettanti, nonostante l'idea mi allettasse non poco. Ultimamente però il mio risentimento nei suoi confronti era diminuito, non perché avessi intenzione di perdonarlo, ma perché la mia mente era sempre concentrata su altro... Su un altro in particolare.
Non provarci neppure, Hermione.
«Va bene, va bene, scusa. Non arrabbiarti, era solo un consiglio...»
Quasi certamente Harry doveva aver scambiato il rossore subitaneo del mio viso per la rabbia provata nel sentir nominare Ron, e fu una fortuna che avessi una scusa plausibile, visto che ormai mi capitava piuttosto spesso di diventare viola d'imbarazzo durante una normale conversazione, reazione che agli altri avrebbe potuto sembrare un po' strana.
È perché non sai contenere i tuoi pensieri...
«Non... Non sono arrabbiata, non preoccuparti. Ma non ho la minima intenzione di chiedere a Ron-Ron di venire con me alla festa.» precisai, enfatizzando il nomignolo disgustoso che Lavanda gli aveva affibbiato.
«Non potresti...»
«No.» troncai il discorso, decisa ad evitare altre intromissioni da parte di Harry in quell'argomento tanto delicato del quale non volevo parlare; in fondo non era a causa sua, né di Ron, se negli ultimi tempi ero tanto irascibile.
Era colpa di...
Non dirlo!
«E tu? Chi è che vuoi invitare?» gli chiesi, aggrappandomi disperatamente a tutte le mie capacità di concentrazione per non pensare a quella persona e distrarmi con altro.
«Non ho deciso...»
«Fra parentesi» aggiunsi, non appena ricordai la scena alla quale avevo da poco assistito. «Devi stare attento.»
«Per l'ultima volta, non restituirò il libro del Principe, ho imparato di più da lui che da Piton e Lumacorno in...»
«Non sto parlando del tuo Principe.» lo interruppi, lanciandogli uno sguardo ammonitore.
«Sto parlando di poco fa. Sono andata nel bagno delle ragazze prima di venire qui e ce n'erano una decina che cercavano di decidere come farti avere di nascosto un filtro d'amore. Speravano di convincerti a portarle alla festa di Lumacorno e a quanto pare hanno comprato tutti i filtri d'amore di Fred e George, che temo funzionino...»
«Perché non glieli hai confiscati, allora?» mi domandò Harry, chiaramente sorpreso che la mia fissazione per il rispetto delle regole potesse avermi abbandonata in quel momento cruciale. Quel velato rimprovero mi infastidì nuovamente, perché senza volerlo perfino il mio migliore amico continuava a ritenermi una persona prevedibile e noiosa.
Se solo sapesse cosa fai in Biblioteca anziché scontare la punizione della McGranitt...
«Non avevano portato i filtri in bagno.» replicai sdegnosa. «Stavano solo parlando di come fare. Siccome dubito che il Principe Mezzosangue si sia potuto sognare un antidoto per un insieme di pozioni diverse in un colpo solo, al posto tuo la farei finita e ne inviterei una: così le altre la smetteranno di illudersi. Non manca molto alla festa, e sono già sull'orlo della disperazione, a quanto ho visto.»
«Non c'è nessuna che voglio invitare» borbottò lui, che sicuramente stava pensando a Ginny a giudicare dalla sua espressione contrita.
«Stai comunque attento a quello che bevi, perché Romilda Vane aveva l'aria di fare sul serio.» conclusi funerea.
«Chi è Romilda Vane?» mormorò, anche se era chiaro che la sua attenzione era ormai dirottata da tutt'altra parte. Scorsi velocemente con lo sguardo il resto della Sala Comune di Grifondoro, finché non notai una ragazza dai folti capelli neri e di una bellezza eccessivamente marcata seduta in un angolo, che fissava intensamente Harry nel goffo tentativo di farsi notare da lui.
«Eccola lì.» la indicai; lui la osservò, manifestando un leggero apprezzamento che, chissà per quale motivo, mi mandò su tutte le furie.
«Non capisci? È interessata a te solo perché pensa che tu sia il Prescelto...»
«Ma io sono il Prescelto!» esclamò senza alcuna logica. Per tutta risposta, lo colpii ripetutamente sul petto con l'invito arrotolato di Lumacorno.
«D'accordo, scusa.» si difese sorridendo. «Aspetta un momento, però. Pensavo che Gazza avesse messo al bando qualunque cosa di Tiri Vispi Weasley, no?»
«E da quando in qua si fa caso a quello che mette al bando Gazza?» gli chiesi distrattamente, esaminando con attenzione il grigio-azzurro del cielo fuori dalla finestra della Torre Nord.
È inutile, non assomiglierà mai ai suoi occhi...
«Ma io credevo che tutti i gufi venissero perquisiti. Come mai allora queste qui riescono a far passare i filtri d'amore a scuola?»
Cominciavo a capire dove Harry volesse andare a parare, e pregai di sbagliarmi, perché altrimenti le conseguenze avrebbero potuto essere disastrose... Il Prescelto non doveva sapere...
«Fred e George li mandano sotto forma di profumi e pozioni per la tosse. Fa parte del loro Servizio Ordini via Gufo.»
«Sei molto informata.»
«C'era scritto sull'etichetta delle bottiglie che hanno mostrato a me e a Ginny quest'estate.» spiegai con freddezza. «Io non verso pozioni nelle bibite della gente... E nemmeno faccio finta, che è altrettanto disonesto...»
«Sì, va bene, lasciamo perdere. Il punto è che Gazza viene imbrogliato, no? Queste ragazze ricevono a scuola delle cose sotto forma di altre!»
Ti prego Harry, non dire quello che sono convinta tu stia per dire...
«Quindi perché Malfoy non avrebbe potuto portare la collana...»
L'ha detto.
«Oh, Harry... Non di nuovo...» protestai labilmente, mentre i ricordi proibiti distruggevano la debole prigione in cui li avevo rinchiusi e sgusciavano fuori, infettando il resto del mio corpo non più tanto vigile.
Perché ne ho bisogno.
«Andiamo, perché no?» insistette Harry, incurante dell'incendio inestinguibile che tornava a bruciare dentro di me.
E ti voglio.
«Hermione?»
Ti voglio.
«Hermione!»
«Eh?»
«Per caso hai la febbre? Dire che sei rossa sarebbe un eufemismo... Che ti succede?»
«Oh... Nulla, è che... Sentir nominare M-Malfoy mi fa... rabbia, ecco.»
Certo, come no. Rabbia.
«Non ti preoccupare, presto troverò le prove della sua colpevolezza.» ribadì sicuro Harry, segno che aveva creduto alla mia pessima scusa; ero sempre stata incapace di dire bugie, soprattutto alle persone che mi erano più care, ma in quel caso mentire era necessario.
Cos'avrei potuto fare altrimenti? Essere sincera fino in fondo?
Sai Harry, Malfoy mi ha baciata due volte e... Merlino, vorrei che lo rifacesse!
«Ciao, Harry! Ti va un'Acquaviola?»
Ringraziai mentalmente Romilda Vane di essere arrivata giusto in tempo per impedire alla mia immaginazione fin troppo fervida di giungere in un campo minato il cui nome era ormai impronunciabile, quasi si trattasse di Tu-Sai-Chi in persona. Allo stesso tempo, allontanandomi lanciai un'occhiata ad Harry in stile 'che-ti-dicevo?'
Fu in quel momento che avvistai Ron e Lavanda avvinghiati in una poltrona, e fui assalita da un conato di vomito improvviso; mi diressi a passo di marcia verso il buco del ritratto, decisa a non assistere un secondo di più a quello spettacolo indecente e sforzandomi di cercare un metodo efficace per farla pagare a Ronald. La vendetta non era mai stata nelle mie corde, non era mai stata nelle corde di nessun Grifondoro, a dire il vero; era una caratteristica tipica dei Serpeverde.
È stato lui a contagiarmi?
Era assai plausibile che Ron non fosse stato invitato alla festa, e lo conoscevo abbastanza da poter essere sicura che la cosa non gli avrebbe fatto piacere, soprattutto se fosse stato informato che sia io che Harry avremmo partecipato. Dovevo semplicemente trovare un compagno che suscitasse la sua irritazione, qualcuno che Ron detestasse con tutto se stesso, e di certo si sarebbe sentito inferiore, vedendosi sconfitto da un suo avversario. Ma chi?
Forse...
Assolutamente no!
Riflettei per qualche minuto, sforzandomi di trovare un'alternativa valida alla prima, disdicevole idea che avevo avuto; finalmente entrando in Sala Grande ebbi l'intuizione che cercavo.
«Ehm... Cormac?»
«Sapevo che non avresti resistito, Granger.»
Cormac McLaggen, Grifondoro e aspirante Portiere alle selezioni per la squadra di Quidditch, mi rivolse uno sguardo che sarebbe dovuto risultare ammaliante, ma che invece riuscì solo a farmi sollevare le sopracciglia per il disappunto.
È perché sei abituata ad altro...
Anziché portare la divisa come prevedeva il regolamento, indossava una camicia di seta azzurro pastello, colore che rischiava di scatenare una nuova tempesta di ricordi e pulsazioni.
«Resistito a cosa?»
«Al mio fascino, ovviamente. Sei venuta a chiedermi di accompagnarti alla festa di Lumacorno, vero?»
Quel ragazzo era presuntuoso ai limiti dell'accettabile, ma almeno mi stava risparmiando la fatica di invitarlo di persona, e poi era un sacrificio necessario affinché Ron fosse invidioso di lui e geloso di me. Inoltre il risentimento del mio ex amico dai capelli rossi sarebbe aumentato pericolosamente se avesse scoperto che il giorno delle selezioni era risultato il migliore solo perché io avevo lanciato un incantesimo Confundus a McLaggen...
«Sì, ma...»
«Perfetto. Ti aspetto davanti al quadro della Signora Grassa alle nove.»
Prima che potessi fermarlo, McLaggen si sporse in avanti e depositò un umido bacio sulla mia guancia, mancando di poco le labbra; arrossii furiosamente, anche se questa volta anziché di imbarazzo si trattava proprio di rabbia. Ma pazienza, sarei dovuta rimanere con lui per una serata soltanto, ed ero abbastanza sicura di sapermi difendere in caso di approcci non desiderati... Anzi, magari avrei anche potuto pensare di lasciarlo fare, gli altri invitati ci avrebbero sicuramente visti e le voci riguardo una possibile relazione fra me e McLaggen si sarebbero sparse più in fretta, arrivando così alle orecchie di Ron.
In verità non comprendevo la mia convinzione che quest'ultimo se la sarebbe certamente presa, ormai stava con Lavanda e si presumeva che... sì, che l'amasse. Il mio tentativo di farlo ingelosire sarebbe stato pressoché vano, dal momento che Ron non teneva a me in quel senso come avevo creduto, ma valeva la pena tentare, in fondo che cosa avevo da perdere?
E poi, non mi ero ripetuta almeno un centinaio di volte negli ultimi giorni che dovevo imparare ad essere più impulsiva? Smetterla di rimuginare, di trovare una soluzione logica per tutto, essere un po' meno Hermione e un po' più... me stessa.
Rammentai il consiglio che avevo dato a Ginny quando era venuta a parlarmi della sua situazione complicata con Harry.
«Mi stai dicendo che dovrei dire di sì a Dean per fare ingelosire Harry?»
«Se preferisci metterla in questi termini, sì. Ti suggerisco semplicemente di vivere la tua vita, magari in questo modo lui ti noterà di più.»
Vivere la mia vita.
Proprio quello che avrei dovuto fare io.
«Ehi Herm!»
Chiedendomi perché mai mi fosse stato affibbiato quell'orrendo soprannome, alzai la testa e vidi corrermi incontro un turbine di capelli rossi appartenenti nientemeno che alla minore dei fratelli Weasley, nonché una delle mie migliori amiche. Sorrideva raggiante, e il motivo di tutta quell'allegria non poteva che essere causato dalla ben nota pergamena che stringeva possessiva al petto, neanche si fosse trattato di un invito proveniente dal Ministro in persona.
«Anche tu?» le domandai, leggermente sbalordita. Se mi era sembrato strano che Lumacorno desiderasse la mia presenza, che volesse anche quella di Ginny era incredibile: suo padre non era un pezzo grosso del Ministero e sì, lei andava bene nella maggior parte delle materie, ma non eccelleva certo quanto me... Restava solo una terza e ultima spiegazione, la più verosimile: era stata invitata per la sua bellezza e per il successo che questa riscuoteva per lo più fra gli studenti di sesso maschile.
«Sull'Espresso per Hogwarts Lumacorno mi aveva vista lanciare una Fattura Orcovolante a Zacharias Smith; pensavo mi avrebbe punita, invece mi ha offerto il pranzo nel suo scompartimento. Folle, no? Comunque da quel giorno credo di essere entrata nel Lumaclub.» spiegò velocemente, continuando a sorridere, mentre ci sedevamo al tavolo di Grifondoro.
Solo io ero così anormale da vedere in quell'evento un enorme perdita di tempo? Insomma, cosa c'era di tanto emozionante? A sentire i discorsi entusiasti delle altre ragazze, sembrava che ad Hogwarts non fosse mai accaduto niente di più favoloso...
«Sono felice che venga anche tu, Ginny.»
«Andate alla festa di Lumacorno?» s'intromise Calì Patil, che si trovava proprio di fronte a noi e stava evidentemente ascoltando tutti i nostri discorsi.
«Sì, non è fantastico? Tu non sei stata invitata, Calì?» risposi velenosa, mentre una nuova idea maligna prendeva forma nella mia mente.
«No, purtroppo, anche se mi sarebbe piaciuto...» ribatté mesta, troppo delusa per notare il mio atteggiamento.
«Sai chi parteciperà oltre noi?» le domandò Ginny curiosa.
«Ovviamente Harry, ma penso che già lo sappiate.» iniziò ad elencare Calì, che era forse la più informata dei Grifondoro quando si trattava di fare pettegolezzi.
«Non conosco tutti i nomi, ma so per certo che ci saranno Blaise Zabini di Serpeverde, Marcus Belby di Corvonero, le sorelle Greengrass e...»
Mentre Calì continuava imperterrita con la sua lista, notai che Lavanda Brown si era posizionata accanto a lei saltellando, e dovetti fare appello a tutta la mia forza di volontà per non lanciarle addosso qualcosa; se non altro Ron non era con lei, il che bastò a farmi rimanere al mio posto.
«...Draco Malfoy e Pansy Parkinson. Questo è tutto ciò che so.»
«Aspetta, cos'hai detto?» chiesi vigile, sperando che si fosse trattato solo di una mia allucinazione.
«Che è tutto ciò che so.»
Mentre iniziavo a perdere la pazienza, constatai che la stupidità umana non conosceva limiti.
«No, prima ancora...»
«Ah, ho detto che alla festa dovrebbero venire anche Malfoy e la Parkinson...»
Non può essere vero...
«Lumacorno ha invitato Pansy Parkinson? Ma se è una vacca!»
Fu proprio una scandalizzata Ginny a dare voce ai miei pensieri, dal momento che io ero troppo occupata a cercare di mantenere la calma a tutti i costi.
«È stato Malfoy ad invitarla, non lui.»
Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva a quell'affermazione.
Cosa?!
Malfoy ha invitato quella faccia di carlino?!
«E tu Hermione?»
«Io cosa?»
«Con chi vai alla festa?» ripeté Lavanda con un sorrisetto malizioso, come se a voler evidenziare il suo scetticismo riguardo alla possibilità che io potessi effettivamente venire accompagnata da qualcuno.
Draco Malfoy e Pansy Parkinson...
«Vedo Cormac alle nove.» riferii con falsa indifferenza, mentre le pupille di quelle due indiscrete si dilatavano per lo stupore.
«Cormac?» domandò Calì. «Cormac McLaggen, vuoi dire?»
«Esatto.» risposi dolcemente. «Quello che è quasi» e sottolineai accuratamente il quasi, «diventato portiere di Grifondoro.»
«Allora stai con lui?» mi chiese Lavanda con gli occhi sgranati.
Malfoy e Parkinson...
«Oh... sì... non lo sapevi?» ammisi, con una risatina non da me.
«No!» esclamò Calì, elettrizzata dal pettegolezzo. «Bé, ti piacciono i giocatori di Quidditch, allora. Prima Krum, poi McLaggen...»
«Mi piacciono i giocatori di Quidditch molto bravi.» la corressi, sempre sorridente.
«Ehm... Hermione? Vieni con me, ho bisogno... di una cosa...» inventò Ginny alzandosi e lasciando intendere che voleva parlarmi in privato.
«Ci vediamo.»
Ce ne andammo, e subito Calì e Lavanda si avvicinarono per discutere il nuovo sviluppo, con tutto quello che avevano sentito dire di McLaggen e che avevano sospettato di me.
Sì, noi ragazze eravamo capaci di sprofondare nei peggiori abissi per amor di vendetta...
«Cos'è questa storia? Hai veramente invitato McLaggen alla festa?»
Ginny mi prese per un braccio non appena fummo fuori dalla portata delle Orecchie Oblunghe delle nostre compagne Grifondoro, agitata per ciò che aveva appena scoperto.
Malfoy e Parkinson.
Quei due nomi non l'avrebbero smessa di perseguitarmi neppure per un istante, ne ero certa, non lo sopportavo.
Perché ti interessa?
Perché... Perché... Santo Godric, non lo so!
Fortunatamente Ginny non parve accorgersi della battaglia che infuriava nella mia testa.
«Sì, l'ho invitato.» dichiarai con una vocina sottile, aspettando la reazione scandalizzata della mia amica. Lei, però, non fece assolutamente nulla di ciò che temevo.
«Hai fatto bene.» mormorò dopo qualche istante di gravoso silenzio.
«Davvero?»
«Davvero. Almeno quell'idiota di mio fratello si renderà conto di cosa sta perdendo.»
Sorrisi, rassicurata dalle sue parole e dal fatto che Ginny approvasse la mia scelta, ma anche spaventata, perché qualcosa mi diceva che non era più Ron a doversi rendere conto di qualcosa. Era...
Non. Dire. Quel. Nome.
«Però... Ho un problema.» dichiarai, sviando il discorso come facevo sempre quando la mia mente contorta andava a poggiarsi sulla zona vietata.
«Quale problema?»
«Non ho niente da indossare.»
Era la pura verità, tutti i miei abiti erano totalmente inadatti per l'occasione, e se volevo far colpo su... Ron. Se volevo far colpo su Ron, avevo bisogno di qualcosa di diverso, qualcosa che la vecchia Hermione non avrebbe indossato.
«Non preoccuparti di questo, lascia fare a un'esperta.» mi strizzò l'occhio Ginny, animandosi all'improvviso come una bambina di fronte a un sacchetto di dolci.
«E dove sarebbe quest'esperta?»
«Mia cara, ce l'hai di fronte! Credo proprio di avere il vestito perfetto nel baule... Vieni con me.»
Senza fare troppi complimenti, Ginny mi trascinò verso la Sala Comune per mostrarmi il famoso abito, probabilmente euforica all'idea di avermi nelle sue mani per qualche ora poco prima dell'inizio della festa. Non per niente avevo chiesto aiuto a lei, ci sapeva fare molto più di me in quel campo...
Tutto sarebbe andato secondo i piani, quella sera.
Pansy Parkinson, eh?
Perché allora il mio primo impulso era quello di correre da quella vacca e Schiantarla?
È una Purosangue.
Non si tratta di questo...
È stata invitata alla festa nonostante non abbia fatto nulla per meritarselo.
Nemmeno...
Ci va con lui.
Ecco.
Non potevo ignorare quel sentimento, nessuno doveva esercitare una tale influenza su di me.
Pagherai la tua malia, Furetto.
♥
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