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Il Libro dei Patti

La città, vista dal tetto di quell'edificio, sembrava quasi tranquilla. Palazzi, su palazzi, su palazzi, alternati a zone verdi, ingrigite dal costante maltempo.

Il cielo era scuro ma non si decideva a far piovere decentemente, così da lasciar le nuvole a sgocciolare di tanto in tanto, facendo sembrare la città una baracca dal tetto bucato.

«Ho sentito» una voce fredda alle mie spalle ruppe il silenzio, «che hai dato informazioni su di me a Violet.»

Mi voltai, in modo da poter guardare Fight in faccia.

Il suo viso era coperto da un trucco molto marcato, volontariamente in contrasto con la sua pelle pallida. Gli occhi erano contornati da più strati di ombretto bluastro e un rossetto azzurrino le copriva le labbra. Ai capelli aveva fissata una bombetta decorata con del pizzo, lasciando poi ricadere le ciocche corte sul collo e più lunghe sul davanti.

«E io ho sentito» mi staccai dal parapetto per andarle più vicino, «che hai usato il mio nome come falsa identità nelle ultime due missioni!» le rinfacciai, incrociando le braccia al petto.

«Nelle ultime tre missioni» ribatté subito.

«Cristo, Fight...!» sospirai sonoramente, prendendomi la fronte fra le mani. «Com'è andato lo spettacolo?» le chiesi, squadrandola. «Hai fatto il trapezio con quelli?» indicai i tacchi a spillo dei suoi stivali.

I costumi del Circo dei Matti erano sempre molto sfarzosi. Indossava un corsetto nero con delle decorazioni blu, così stretto in vita che mi chiedevo come facesse a respirare. Ai piedi aveva un paio di stivali inguinali di pelle che si fissavano ai reggicalze del corsetto, sotto i quali si potevano vedere delle calze a rete. Sulle braccia portava poi dei guanti di velluto e tra le dita stringeva una borsa di tela nera, completamente fuori tema con il resto del suo abbigliamento.

«Immagino quello sia per me» lo indicai.

In tutta risposta, Fight aprì la borsa e ne tirò fuori una busta di carta tutta stropicciata. Fece una smorfia di fatica nel porgermela.

Io presi il pacco tra le mani e ne estrassi un libro così vecchio che la copertina cadeva a pezzi e gli angoli erano tutti rovinati. Il titolo era composto da caratteri in ferro battuto che erano stati poi attaccati con dei chiodi, ormai arrugginiti, mentre le pagine avevano tutta l'aria di essere sul punto di polverizzarsi, sporche e ammuffite.

«È... lui?» chiesi, titubante.

«"Il Libro dei Patti"» recitò il titolo, «in carta e inchiostro.» Poi gli lanciò un'occhiata e aggiunse: «E muffa.»

«Come hai fatto?» le chiesi. «Come hai fatto a ottenerlo in soli due giorni?»

«Anch'io ho un'informatrice, Lily, e la mia ne aveva una copia» mi disse, tornando a spostare lo sguardo. «Senza alcun bisogno di addentrarmi nei sotterranei della chiesa.»

«Una copia del Libro dei Patti» ripetei, alzando le sopracciglia. «Quindi la tua informatrice è una strega?»

«Stronza...»

«Dio, voi del Circo siete strani forte!» alzai gli occhi al cielo.

«"Strani forte"? Spiegami prima cosa diavolo hai intenzione di fare con sto libro, poi puoi darmi della strana quanto vuoi!» Nel suo tono sprizzavano accenti di rabbia.

Mi passai la lingua fra i denti.

«Levarmi questo schifo di dosso, ecco cos'ho intenzione di farci» sputai, mostrandole le mie dita annerite.

«Come hai fatto a beccarti una maledizione?» il suo sguardo indugiò sulla mia pelle inchiostrata.

Una goccia di pioggia le sfiorò il naso.

«Avrò ammazzato qualcuno di troppo.»

«Non ne hai idea» parafrasò la mia risposta. Schioccò la lingua: «Il mittente?»

«Ho intenzione di pensarci quando i miei occhi non saranno più rossi.»

La pioggia aveva iniziato a intensificarsi, preannunciando un diluvio.

«E ora che ti accadrà, Lily?» si voltò verso di me, assottigliando lo sguardo. «Vai a casa, fai qualche strano rituale, e poi?»

«E poi...» riflettei. «E poi iniziamo a pregare.»

La sua espressione si contrasse bruscamente: «Prima mi mandi a prenderti un libro che parla di rituali satanici e poi mi dici che dobbiamo iniziare a pregare?!»

Non riuscivo assolutamente a stare calma.

Scartai il tomo e lo appoggiai sul letto, lasciandolo sprofondare tra le coperte. Incuriosito, il gatto saltò subito sul materasso e prese ad annusarlo, ma, una volta percepito il forte odore di muffa, si allontanò subito.

Dopo aver fissato il volume per tre minuti buoni avevo preso a girare in tondo per la stanza, muovendo gli occhi da un angolo all'altro. Le mani mi tremavano quando me le passi tra i capelli, una nausea amara mi aveva chiuso la gola.

Pensavo a cosa sarebbe successo se non avesse funzionato, a quello che sarebbe successo se invece avesse funzionato, se la Becchina si fosse sbagliata, se...

Inchiodai di colpo, davanti alla scrivania, appoggiandomi al ripiano con i palmi e facendo un paio di respiri profondi. Chiusi gli occhi e mi lasciai infine cadere sulla sedia dietro di me.

Calma, Lily, devi stare calma!

Feci un ultimo respiro e poi riaprii gli occhi, mi alzai dalla sedia e m'inginocchiai ai piedi del letto.

Costantemente osservata dal gatto, mi tirai più vicino il libro e lo aprii. Non appena sollevai la copertina un terribile odore si levò nell'aria, così forte da farmi tossire. Mi tappai il naso e iniziai a sfogliare le pagine incartapecorite.

«"Evocare uno Spirito", "Esorcizzare un Demone di Fuoco", ...»

Iniziai a leggere, cercando di trovare un senso logico nel disordine regnante di quelle pagine. I capitoli non seguivano nessun criterio od ordine, e ai margini di ogni facciata vi erano appunti in carboncino o inchiostro, affiancati da varie macchie delle quali non ero sicura di voler sapere l'origine.

«... "Resuscitare un Revenant", "Aizzare un Poltergeist"... trovato!»

Lessi e rilessi la pagina, poi mi precipitai alla scrivania e, uno dopo l'altro, tirai fuori tutti i cassetti.

«Cerchio magico, devo disegnare un cerchio magico» fissai gli occhi sulla cancelleria.

Una volta trovato il necessario, disegnai una perfetta circonferenza sulle assi del pavimento rovinato, dentro alla quale ne disegnai una seconda. Seguendo poi le indicazioni del libro, tracciai la sagoma di un pentacolo all'interno del secondo cerchio e aggiunsi i dettagli.

Una volta finito, mi alzai in piedi e diedi un'occhiata al disegno decidendo che andava bene, nulla da rifare, quindi iniziai a scriverci dentro. Nelle sezioni tra le due circonferenze, come diceva il libro, ci scrissi il nome latino dei cinque elementi, mentre nei cinque spazi fuori dalla stella ricopiai alcuni simboli che erano appuntati sulla pagina. Poi arrivò il problema: nelle cinque punte della stella dovevo metterci l'elemento corrispondente allo spazio confinante.

Corsi fuori dalla porta e presi un po' di terriccio dai vasi di fiori morti della signora Both, la padrona del gatto, che poi posizionai nella punta corrispondente. Dunque andai in bagno, svuotai la tazza dove tenevo lo spazzolino e la riempii d'acqua. Per il fuoco trovai una scatoletta di fiammiferi nei cassetti della scrivania e ne tirai fuori uno, che avrei acceso al momento del rituale, mentre per l'aria... beh, c'è ma non si vede.

Mancava solo la vita.

Gli occhi mi caddero sul gatto e un sorrisetto mi si dipinse automaticamente sul volto.

«Vieni qui!» lo afferrai mentre cercava di scappare, come se avesse intuito ciò che stavo pensando.

Lo costrinsi a stare fermo sull'ultima punta rimanente e a quel punto diedi inizio al rituale.

Presi il fiammifero che avevo tirato fuori dalla scatola poco prima e lo accesi, appoggiandolo al pavimento. Dunque estrassi dalla tasca del giubbotto il mio coltello a serramanico e ne afferrai la lama con la mano destra, stringendo fino a vedere alcune gocce di sangue cadere al centro della stella.

«Il mio nome è Lily Strauss e chiedo udienza per un contratto» annunciai mentre il fiammifero esalava il suo ultimo respiro, per poi spegnersi in una nuvola di fumo bianco.

Presi una vecchia maglietta e la strappai in due, facendone una benda e avvolgendomela attorno alla mano per fermare il sangue, poi iniziai ad aspettare che accadesse qualcosa.

Dopo qualche minuto di silenzio, ripresi la scatola di fiammiferi e ne accesi un secondo.

«Il mio nome è Lily Strauss e chiedo udienza per un contratto» dissi nuovamente, ripetendo l'operazione.

Non accadde nulla neanche quella volta, e neanche quella dopo, o quella dopo ancora.

Dissi quella frase così tante volte che persi il conto, fino alla nausea, fino a incepparmi mentre la dicevo e a confonderne le parole, ma non funzionò.

Uscii di casa aprendo la porta con un calcio e chiudendola con un pugno.

Quando tornai a casa ero ancora più disperata di prima. Avevo cercato Fight dovunque, ma sembrava essere scomparsa di nuovo, e io non avevo nessun altro a cui rivolgermi in situazioni disperate come quella.

Una volta aperta la porta, nella desolazione più totale, ero arrivata fino al letto con passo malfermo, spinta verso le pareti dall'alcol in circolo, e mi ero lasciata cadere sul materasso. Ancora vestita e senza neanche essermi tolta le scarpe, mi ero abbandonata a un pianto disperato.

I pensieri vagavano, prendevano forma e danzavano davanti ai miei occhi, fissi in un punto indefinito. Le figure si mischiavano, tra sonno e veglia, sprofondando e rimbalzando da una dimensione all'altra.

Poi, di colpo, un lampo di luce mi riportò alla realtà. Durò meno di un secondo, così poco che mi ritrovai a chiedermi se fosse successo veramente.

Sbattei le palpebre un paio di volte, le orecchie che fischiavano, guardandomi attorno. Quando i miei occhi si posarono sulla parete in fondo al letto, notai un bagliore, una luce flebile che si proiettava sul muro della stanza, tremante.

Tock, tock, tock! Io ti sento...

Il sangue mi si gelò nelle vene, l'effetto dell'alcol improvvisamente attenuato. I miei occhi si spalancarono e il mio corpo si irrigidì. C'era qualcuno. Aveva bussato tre volte e poi aveva parlato. Quello, ero sicura, non me lo ero immaginato.

Tock, tock, tock! Io ti sento...

Il mio respiro si fece più veloce. Cercai di calmarmi, schiacciandomi sul materasso. Era dentro la camera, bussava sul pavimento. Quella voce era pura angoscia, suonava come una cantilena: mi entrava dentro la testa, insinuandosi tra i miei pensieri e facendomi lentamente impazzire. La stanza sembrò girare attorno a me.

Tock, tock, tock! Io ti sento...

Improvvisamente la luce in fondo alla stanza si intensificò. Scattai a sedere sul materasso con mani tremanti di ubriachezza. Mi portai le ginocchia al petto e afferrai il gatto, schiacciandomi contro il muro. La voce era sempre più vicina, ora era sotto il mio letto.

Tock, tock, tock! Io ti sento...

Mi sforzai a riattivare il cervello, sbattendo più volte le palpebre. Fissai gli occhi sulle aurore che si stagliavano sulla carta da parati e presi un profondo respiro. Con uno scatto percorsi il materasso, arrivando fino ai piedi del letto. Mi sporsi lentamente: il cerchio magico era completamente illuminato, rosso come carboni ardenti.

Allungai una mano verso il centro della stella e battei tre colpi.

Improvvisamente, la luce si spense e il pavimento iniziò a sprofondare, lasciando un buco nero al suo posto.

Mi appoggiai alle travi rovinate del parquet, sporgendomi di più per vedere meglio, ma senza riuscire a scorgere nulla. Di colpo una mano ossuta sbucò fuori dall'oscurità e mi afferrò per il polso.

Mi strinse fino a graffiarmi con le sue unghie nere, cercando di tirarmi giù. Io trasalii, soffocando un urlo, e tentai di districarmi da quella morsa. Comparve anche un'altra mano.

Qualsiasi cosa fosse, si aggrappò al pavimento e iniziò a risalire. Una chioma di capelli neri comparve dall'abisso, rivelando un volto bambinesco. Aveva la pelle bianca come un lenzuolo e due occhi neri, infossati e circondati da delle occhiaie violacee.

«Vieni.» Il suo sguardo congelato si fissò sui miei occhi. «Lui ti sta aspettando.»

Le sue unghie scivolarono via dal mio polso e lui risprofondò nell'abisso.

Io deglutii rumorosamente, accorgendomi di star sudando freddo. Mi strinsi il gatto al petto e mi misi a sedere sul bordo del buco. Scomparvi silenziosamente nel portale, inghiottita dal buio.

Angolo autrice:

Bentornati cari lettori! Allora, cosa ne pensate? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia lasciato con qualche curiosità. Idee su cosa accadrà nel prossimo aggiornamento? I voti fanno sempre piacere ovviamente, ma se avete teorie o idee, vi prego, scrivetemele nei commenti perché mi diverto tantissimo a leggerle!

Al prossimo capitolo!
- Tempest

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