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Capitolo nove

Di solito non mi piace ammettere di avere torto, però in situazioni come questa sono costretta a confessare. 

Pensavo che tenere anche Petunia non avrebbe causato troppi problemi, dato che sembra costantemente sul punto di addormentarsi, ma ho commesso un grosso errore di valutazione.

L'amato pitbull di Luke Hemmings riposa molto, ha poca voglia di vagare per l'appartamento e anche meno di giocare.

Se fosse da sola, potrei benissimo darle da mangiare ed ignorarla per il resto del pomeriggio. Però non posso, perché c'è Duke.

"Si vede proprio che sei il cane di Calum. Davvero, è a dir poco lampante" borbotto, strofinando il pavimento del soggiorno, dove il meticcio aveva lasciato innumerevoli impronte con le zampe sporche di carne.

Ebbene sì, il piccoletto aveva avuto la geniale idea di infilarsi nella ciotola di Petunia, mentre lei tentava di nutrirsi, più o meno indisturbata.

Combatto per una manciata di minuti per pulirlo con una salvietta umida e lo guardo con una smorfia mentre mi abbaia contro e sale sul divano. Si accuccia accanto all'altra e inizia subito a morderle giocosamente le orecchie.

Per i primi secondi va tutto bene, poi la povera Petunia si innervosisce e gli guaisce contro, spingendolo a terra con un colpo del capo.

"Ben ti sta!" tossicchio, acchiappandolo e mettendolo dentro la sua cuccetta.

"Ma non vedi che è il triplo più grande di te? Sei carino ma di cervello zero, amico mio" sospiro. 

Duke neanche si volta a guardarmi e zampetta allegramente verso una ciotola di pop-corn abbandonata a terra. Si solleva sulle zampe posteriori e vi si tuffa dentro, mugolando felicemente.

Il pomeriggio si trascina in modo straziante fino alla sera. Ritiro le finestre spalancate e controllo con la coda dell'occhio che i due cani non si uccidano mentre si stuzzicano a vicenda, creando disastri a destra e a manca.

Quando si appisolano, esausti, l'uno sopra all'altra, il mio stomaco brontola da almeno un quarto d'ora. Nel frigo però non c'è traccia di cibo commestibile e non ho abbastanza soldi per ordinare una pizza.

"Merion salvami" mi lamento, non appena quello risponde al telefono. Lo sento sbuffare pesantemente e sgranocchiare qualcosa di croccante per un minuto intero.

Il mio stomaco protesta animatamente e il mio umore si fa ancor più nero. Come se non fosse abbastanza, lui non da segno di volermi rispondere, quindi gli urlo contro.

"Ma come fai a mangiare sempre? Ogni volta che ti chiamo ti stai rimpinzando come un maiale!".

"Non dire cavolate e scegli bene le tue parole, prima che ti insulti di rimando e ti faccia piangere!" commenta con la voce più profonda del solito. Ridacchia quando io grugnisco infastidita e cambia discorso chiedendomi cosa sto facendo.

Si infila un'altro pugno di patatine in bocca e mastica voracemente subito dopo. I maschi sono proprio delle bestie. 

"Ah niente, faccio la dog-sitter affamata e sottopagata. Il solito" gli dico e "Sai, oggi è venti volte peggio perché al mostriciattolo di Calum si è aggiunta Petunia".

Ovviamente, la mia risposta non serve a chiarirgli la situazione, quindi gli spiego che "Petunia è il cane, enorme e svogliato, di Luke Hemmings" e lo ascolto mentre ride fragorosamente. Faticando per non strozzarsi con il cibo.

Attendo impazientemente che il suo attacco di ilarità si consumi e schiocco la lingua sul palato "Dovrebbero davvero darmi un premio solo per esserti amica".

"Ma che dici? Semmai dovrebbero darlo a me! Sono due settimane che ti lamenti sempre delle stesse cose e poi, quando ti do un consiglio valido, decidi di ignorarlo completamente" urla, con la bocca ancora piena.

"Lascia il lavoro! Eccoti la soluzione. Ma secondo me non vuoi darmi ascolto perché sei egocentrica e hai bisogno di tutta la mia compassione".

"Sta zitto" borbotto e "Anche se fosse vero, non fingere che non ti piaccia sapere tutto dei miei problemi! Non ho mai conosciuto qualcuno che ami farsi gli affari degli altri quanto te".

"Condivido, sai essere di una pesantezza quasi esilarante. Però dimmi tutto, sono rimasto in dietro sugli ultimi sviluppi!".

Mugugno qualcosa che dovrebbe passare per un "Va bene, come ti pare" e inspiro profondamente, pronta a spiegargli cosa si è perso nelle passate ore.

Neanche tre minuti dopo, circa, Merion rischia di strozzarsi con lo snack a causa dell'intensità delle sue risate. Di nuovo.

Gli impreco contro un paio di volte e poi, finalmente, smette di tossire come un fumatore incallito con la polmonite.

"Quindi non solo l'appartamento, che era già un bordello perché ieri notte ci hanno fatto un festino, è ancora più sporco di prima, ma hai un cane della dimensione di un tirannosauro da tenere d'occhio. Fantastico!" esclama.

"Se non ti licenzia oggi, non lo farà mai più" aggiunge, sghignazzando.

"Taci. La situazione si fa ogni giorno più critica!" Merion però ignora la disperazione del mio tono di voce e continua a mangiare.

"E non hai nemmeno idea di ciò è successo quando ho incontrato Luke! Per prima cosa, è molto più alto di quanto sembra in foto ed è spaventosamente attraente. Cosa che sapevo già, ma cavolo! E in secondo luogo, mi ha dato un biglietto per un loro show. Biglietto che io ho rifiutato sin da principio! Capisci?".

"Questa è tutta opera di Calum! Lui sa tutto, non è vero?" piagnucolo per l'ennesima volta.

"Vanilla, sinceramente parlando, solo un'idiota non avrebbe capito che li conoscevi già tutti e che come minimo seguivi la band. Oh bé, cosa puoi fare adesso se non andare? Praticamente sei costretta. Se non ti presenti sarà anche peggio di quando sei scappata via".

Sbuffo e soffoco il viso in un cuscino, scalciando furiosamente dalla frustrazione. Ma perché ho accettato questo lavoro?

Cioè, paga bene, la casa è stupenda e Duke non è neanche così diabolico, però mi sta praticamente rendendo la vita un inferno. Non sono abbastanza stabile mentalmente per sostenere una situazione del genere.

"Ma non me ne frega, io non ci vado" affermo, alzando il mento con orgoglio.

"Sei proprio un'idiota. Parliamo di musica dal vivo ed è pure gratis! Dai, si tratta anche di una delle tue band preferite".

"Ex-band preferita. Preferisco lasciare il mio passato oscuro ... nel passato" gli dico, alzando un indice verso il soffitto con fare risoluto.

"Quanto sei drammatica, Vanilla. È solo un concerto, mica una proposta di matrimonio organizzata!".

Sbuffo e annuisco lentamente alle sue parole. Bè, la situazione è talmente surreale che non ne sarei neanche sorpresa.

Faccio per ribattere, ma non appena accenno la prima parola, la nostra confortevole conversazione viene bruscamente interrotta.

Sembra che sia scoppiato a piovere tutto un tratto e che le nuvole si siano spaccate in mille pezzi. E infatti, capisco qualche istante dopo, si tratta di una pioggia di vetri rotti.

Scatto immediatamente a sedere non appena sento l'acuto latrato che segue.

"Porca puttana" urlo, stralunando gli occhi. Abbandono il telefono sul divano, ignorando le grida di Merion che chiama il mio nome, e corro a perdifiato in direzione della cucina. Da dove proviene il rumore.

Lancio poi un'occhiata terrorizzata alla cuccia di Duke, vuota e poi controllo che Petunia non sia scesa dal divano. 

"Cazzo. Cazzo. Cazzo!" continuo a ripetere l'imprecazione come fosse una cantilena, mentre mi affaccio oltre l'isola della cucina.

Il parquet è completamente coperto di vetri rotti e goccioline di sangue fresco. Quando vedo il corpicino peloso del cagnolino, steso sulle assi di legno, sento la bile salirmi in gola e il cuore scendermi in fondo allo stomaco.

Ha gli occhi scuri aperti, spalancati a causa del dolore. Il petto gli si muove freneticamente e con le zampe posteriori continua a scalciare, come se volesse mettersi a correre.

"Sono morta!" piagnucolo, accostandomi con studiata lentezza a Duke, che intanto tenta di mettersi in piedi. "Fermati! Dove vuoi andare? Porca miseria, guarda che ti sei combinato!" esclamo, sfiorandogli la zampa anteriore con un indice.

Lui mi ringhia contro, scoprendo i canini, e io scatto indietro. Deglutisco rumorosamente e mi reggo la fronte sudata con il palmo di una mano.

Ha una scheggia infilata sotto la zampa e da ciò che riesco a vedere il taglio non è molto grave. Però cavolo se perde sangue!

Esito per qualche istante, indecisa se lasciarlo da solo per andare a recuperare il telefono o rimanere con lui.

"Io gliel'avevo detto che a malapena riesco a tenerne uno di cane!" gemo, nascondendomi il viso tra le mani.

"Vabbè, ormai il danno l'ho fatto" sospiro "Meglio che inizio a rimediare".

Recupero quindi una scopa e inizio a pulire a terra, non perdendo però d'occhio l'animale e assicurandomi che non possa ferirsi ulteriormente con altri pezzi del bicchiere rotto.

"Se ti muovi di lì, giuro che ti uccido con le mie mani. Ma come hai fatto a farlo cadere?" borbotto, osservandomi intorno. Le dispense sono praticamente vuote e tutta la ceramica si trova sparsa per casa, poggiata su ripiani ben più alti di lui.

"Magari è riuscito a salire su uno sgabello?" rifletto, scuotendo la testa al pensiero. "No, è troppo alto. Mica ha i superpoteri".

Poi la vedo: una pila di bicchierini da shot, in precario equilibrio su una confezione di bottiglie d'acqua, accanto all'isola di marmo.

"Io adesso voglio proprio sapere chi è stato il deficiente che li ha messi lì!" urlo al soggiorno vuoto, dove Petunia, ancora sul divano, mi guarda incuriosita.

"Non farci caso, parlo da sola tutto il tempo" le dico, voltandomi a controllare Duke, che zoppica in direzione della sua cuccia.

"Ma parlo cinese o cosa? Ti avevo detto di stare fermo!".

Alla fine riesco a sistemare, almeno parzialmente, il disastro di vetro a terra. "Sono fortunata che il resto della casa sia in condizioni anche peggiori. Almeno non si nota la differenza" mugugno, sollevata.

Afferro poi Duke, che tenta di mordermi un polso e lo trascino in salotto. Petunia sbadiglia e mi osserva attentamente mentre sistemo il suo simile tra due cuscini, intimandogli con il tono di voce più autoritario che possiedo, di non muoversi.

Quando riprendo il telefono, ignoro i messaggi preoccupati di Merion e chiamo immediatamente Calum, che non risponde.

"Dannazione!" Esclamo, componendo di nuovo il numero. Tento di chiamarlo altre cinque volte, prima che accetti la chiamata.

"Che c'è? Sono impegnato" dice, con tono chiaramente scocciato.

Bene, è anche scazzato. "C'è tanto" rispondo stupidamente.

Lui emette un verso acuto dal fondo della gola, con chiara intenzione interrogativa e io cerco di spiegarmi meglio che posso, senza scoppiare a piangere dai sensi di colpa.

Se non avessi chiamato Merion, magari avrei prestato più attenzione a quella peste di Duke. Però non è questo il momento di auto-incolparsi. "Dico, sono successe parecchie cose. Alcune piacevoli e altre meno. Quale vuoi sentire prima? Le belle? Io dico che è meglio partire dalle brutte, no?".

"Vanilla, che stai dicendo? Non ci sto capendo nulla!".

"Non preoccuparti, te la farò molto semplice" deglutisco, restando in silenzio per qualche secondo.

Calum mi rimprovera un paio di volte, lamentandosi della quantità di tempo che gli sto facendo perdere, prima che io riesca anche solo ad riaprire bocca. E quando lo faccio, dalle labbra mi straripa un fiume in piena di parole.

"La brutta notizia è che Duke ha rotto dei bicchieri di vetro e ora ha una scheggia infilzata sotto una zampa! Però, le belle notizie sono che non ha pianto molto e che ho già pulito tutto il sangue. Ah! E non so se Luke ti ha avvisato, però c'è anche Petunia. Lei però sta bene e dorme come al solito".

Il silenzio che si protrae dopo la mia confessione è terrificante.

Calum respira affannosamente per qualche secondo, poi con tono spaventosamente pacato dice "Non fare nulla. Non toccarlo, non muoverti, anzi non respirare nemmeno. Arrivo subito" e la linea telefonica si chiude.


MY SPACE:

Hi! Oggi il capitolo è leggermente più breve del solito, però penso sia molto più dinamico del solito. Quindi direi che ci sta.

Cercherò di aggiornare più frequentemente che posso, nonostante sia ancora in sessione di esami.Piango. Una stellina = una preghiera (jk).

Spero che la lettura non vi abbia fatto troppo schifo e speriamo di rivederci anche al prossimo capitolo.

-Sara

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