Capitolo 7 : forse...
Ricordatevi di mettere sempre dei commenti e delle stelline che vi vedo ! Spero gradiate il capitolo vi lascio al capitolo !
Raya
La sveglia suonò con insistenza, costringendomi a uscire dal calore delle coperte. Era una mattina gelida, ma sapevo che non potevo permettermi di rimanere a letto. Il club di pattinaggio aveva annunciato una nuova sessione di allenamento intensivo, e io ero determinata a non mancare.
Mi stiracchiai, cercando di scacciare la stanchezza, e gettai un'occhiata al mazzo di fiori blu che Blake mi aveva portato il giorno prima. Erano ancora lì, sistemati in un vaso improvvisato che avevo ricavato da una vecchia caraffa. Ogni volta che li guardavo, un sorriso involontario si affacciava sulle mie labbra.
Blake. Il suo nome era diventato una presenza costante nei miei pensieri, anche se cercavo di negarlo. C'era qualcosa in lui che mi destabilizzava, che mi costringeva a mettere in discussione il modo in cui avevo sempre vissuto.
Il mio telefono vibrò sul comodino, interrompendo i miei pensieri. Era un messaggio di Linda.
Linda "Pronta per l'allenamento? La squadra verrà a guardare... e indovina chi verrà per te? 😉"
Sospirai, scuotendo la testa. Sapevo esattamente a chi si riferiva, e il mio stomaco fece un piccolo salto al pensiero. Nonostante le sue provocazioni, Blake aveva dimostrato di avere un lato più profondo, e questo mi intrigava più di quanto volessi ammettere.
Dopo essermi vestita rapidamente, mi avviai verso il centro sportivo. Il vento freddo pizzicava la pelle, ma la sensazione del ghiaccio sotto i pattini sarebbe bastata a riscaldarmi.
Quando arrivai, trovai le ragazze già lì, impegnate a riscaldarsi. Linda, Sofia, Zoe, Missy, Michaela e Lali erano tutte entusiaste, scherzando tra loro mentre si preparavano.
"Raya!" mi chiamò Linda, facendomi cenno di avvicinarmi. "Sei pronta a brillare oggi?"
"Come sempre," risposi con un sorriso.
Stavo per infilarmi i pattini quando la porta della pista si aprì, e il resto della squadra fece il suo ingresso. Blake era il primo, con la solita aria sicura di sé, seguito da Axel, Ace, Trent, Jacopo, James e Ryan.
"Eccoli!" esclamò Zoe, lanciando uno sguardo complice a Blake.
"Non potevamo perderci lo spettacolo," disse Axel, mettendosi a sedere accanto a Linda e dandole un bacio sulla guancia. "Anche se, tecnicamente, siamo qui per sostenervi."
Blake non disse nulla, ma il suo sguardo trovò immediatamente il mio. C'era un'intensità nei suoi occhi che mi fece arrossire, e abbassai lo sguardo verso i miei pattini, fingendo di concentrarmi.
"Allora, cosa ci fate vedere oggi?" chiese Ryan, con un sorriso malizioso.
Linda ridacchiò. "Raya ha preparato qualcosa di speciale per voi."
"Non esattamente," risposi, lanciando a Linda uno sguardo di avvertimento.
Il coach entrò nella pista, battendo le mani per attirare la nostra attenzione. "Ragazze, oggi lavoreremo su combinazioni di gruppo e sincronia. E voi," aggiunse, rivolgendosi ai ragazzi, "se volete restare, potete darci una mano. Ma ricordate, qui comanda il ghiaccio."
Le risate riempirono l'aria, e i ragazzi iniziarono a infilarsi i pattini. Non potevo negare che fossero bravi, ma il pattinaggio artistico era una sfida completamente diversa rispetto all'hockey.
Blake si avvicinò mentre sistemavo i lacci dei miei pattini. "Ti andrebbe di mostrarmi qualche mossa?" chiese, con un sorriso che sapevo essere una sfida.
"Se riesci a starmi dietro," risposi, alzando il mento in un gesto di sfida.
Blake rise, e insieme scivolammo sul ghiaccio, seguiti dagli altri. Mentre le ragazze eseguivano una serie di esercizi con il coach, i ragazzi cercavano di imitarle, con risultati esilaranti. Jacopo e Missy finirono per cadere uno sopra l'altro, mentre Axel cercava di tenere il ritmo di Linda senza inciampare.
Blake, invece, mi seguiva con una determinazione che non avevo mai visto prima. Ogni volta che tentavo una nuova combinazione, lui era lì, imitando i miei movimenti con sorprendente grazia.
"Non male," commentai, mentre eseguiva una piroetta piuttosto decente.
"Non sottovalutarmi," rispose, con un sorrisetto.
Il pomeriggio passò rapidamente, tra risate, cadute e momenti di complicità. Quando il coach ci concesse una pausa, mi sedetti accanto a Blake sul bordo della pista.
"Devo ammettere che sei migliore di quanto pensassi," dissi, asciugandomi il sudore dalla fronte.
"Te l'ho detto," rispose, il sorriso trasformandosi in qualcosa di più genuino. "Ma devo anche ammettere una cosa io."
"Che cosa?"
"Tu mi fai venire voglia di migliorare. Sul serio."
Lo guardai, sorpresa dalla sincerità nelle sue parole. Per un attimo, il mondo sembrò fermarsi, e mi resi conto che, forse, Blake non era così distante da me come avevo sempre pensato.
Il ghiaccio rifletteva la luce dei fari, creando un'atmosfera quasi magica. La sessione era stata intensa, e il gruppo si stava godendo una pausa. Blake si sedette accanto a me, il respiro ancora irregolare dopo le piroette e gli esercizi che aveva provato.
Non erano amici, ma nemmeno nemici. Eppure, Blake sembrava deciso a stabilire un terreno comune.
"Allora, come sono andato?" chiese con un sorriso che sembrava voler rompere ogni barriera.
"Ti sei difeso," risposi, asciutta, ma con un leggero sorriso. Non volevo dargli troppa soddisfazione.
"Solo 'difeso'? Raya, sono sicuro che hai visto di peggio."
Sbuffai, incapace di trattenere una risata. "Ok, lo ammetto. Non sei completamente negato. Ma il pattinaggio artistico è tutta un'altra storia rispetto all'hockey."
"Per questo sei tu l'esperta," disse, guardandomi con un'espressione che mi fece sentire osservata in modo diverso. Non c'era traccia di arroganza, solo genuino interesse.
Mi sentii in imbarazzo, poco abituata a quell'attenzione diretta. "Che vuoi da me, Blake? Non siamo amici, e di certo non hai bisogno di lezioni da me."
Lui alzò le mani in segno di resa. "Voglio solo capire. Mi piace guardarti pattinare. È come se il ghiaccio fosse la tua casa, e non so... mi sembra che potrei imparare qualcosa stando vicino a te."
Lo fissai, sorpresa. Non mi aspettavo una risposta così onesta. "E questo è il tuo modo di cercare di diventare mio amico?"
"Più o meno." Blake rise, ma il suo tono era serio. "Non sto cercando di invadere il tuo spazio, Raya. Solo... non voglio essere quel tipo di ragazzo che stuzzica e basta. Forse possiamo trovare un equilibrio."
Rimasi in silenzio per un momento. Non ero sicura di cosa rispondere. Ero abituata a pensare a Blake come a un disturbatore, uno che entrava nella mia vita solo per scompigliarla. Ma forse c'era di più.
"Vedremo," mormorai, tornando a guardare il ghiaccio.
Blake annuì, senza spingere oltre. Non eravamo amici, non ancora, ma forse quella conversazione era l'inizio di qualcosa.
Blake
Raya non lo sapeva, ma il suo "vedremo" era già una piccola vittoria. Non mi aspettavo che si fidasse di me subito, né che abbassasse le sue difese. Sapevo che ci sarebbe voluto tempo, ma non avevo fretta.
Dal bordo della pista osservai le ragazze mentre riprendevano gli esercizi. Linda e Sofia ridevano tra loro, coordinandosi in una serie di salti, mentre Raya si spostava al centro, sola come sempre. Il modo in cui pattinava era ipnotico, ogni movimento perfetto e calibrato, come se il ghiaccio stesso rispondesse al suo comando.
"Ti piace davvero," disse Axel, comparendo accanto a me con quel suo solito sorriso da saputello.
Mi girai verso di lui, mantenendo la faccia impassibile. "Non è quello che pensi."
Axel alzò un sopracciglio. "Oh, certo. È per questo che sei qui, a guardarla come se fosse un'opera d'arte vivente."
"Sto cercando di capire," risposi, più per convincere me stesso che lui. "Lei è diversa. Non è come le altre."
Axel annuì, ma non aggiunse altro. Lo conoscevo abbastanza bene da sapere che non mi avrebbe lasciato in pace tanto facilmente.
Quando Raya completò la sua routine, si fermò al centro della pista per sistemare una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sembrava non accorgersi che tutti gli occhi erano su di lei, o forse semplicemente non le importava.
"Devo andare," dissi ad Axel, alzandomi.
"Vai a parlare con lei?" chiese, divertito.
"Devo provarci, no?"
Mi avvicinai al bordo della pista, aspettando che Raya tornasse verso di me. Quando lo fece, si fermò appena, lanciandomi uno sguardo interrogativo.
"Non ti stanchi mai di disturbarmi, vero?" disse, ma il tono non era così tagliente come al solito.
"Solo quando penso che ne valga la pena," risposi, senza perdere il sorriso. "Ti va di farmi vedere come fai a essere così brava con quei salti? Giuro che non ti farò perdere troppo tempo."
Lei mi fissò, come se cercasse di capire se stessi prendendola in giro. Poi, con un sospiro, si avvicinò. "Va bene, ma non lamentarti se finisci a terra."
Sorrisi, consapevole che mi stava concedendo un'altra possibilità. Non sapevo perché mi importasse così tanto, ma una cosa era certa: volevo che Raya vedesse che ero sincero, anche se ancora non riuscivo a capire completamente il perché.
Lei iniziò a spiegarmi i passi con pazienza, dimostrando i movimenti con una facilità disarmante. Provai a seguirla, ma non fu così semplice come sembrava. Dopo un paio di tentativi disastrosi, finii a terra, suscitando risate da parte di tutta la squadra.
"Te l'avevo detto," disse Raya, allungandomi una mano per aiutarmi a rialzarmi.
"Sei una pessima insegnante," scherzai, afferrando la sua mano.
Lei ridacchiò, e per un istante mi sembrò di vedere una versione di lei meno distante, più autentica. Non era solo la ragazza perfetta sul ghiaccio, ma qualcuno che, forse, voleva solo essere capita.
Quando l'allenamento finì, Axel e gli altri ragazzi si riunirono con le loro ragazze, ridendo e scherzando. Io, invece, rimasi accanto a Raya mentre sistemava i suoi pattini.
"Grazie per avermi dato una possibilità," dissi, con un tono più serio.
Lei si fermò un momento, poi alzò lo sguardo verso di me. "Grazie per non esserti arreso al primo tentativo."
Non eravamo ancora amici, ma in quel momento sentii che stavamo facendo un passo in quella direzione.
Il gruppo iniziava a sciogliersi, lasciando la pista e dirigendosi verso gli spogliatoi. Axel, con il suo solito modo di fare teatrale, avvolse Linda con un braccio e le sussurrò qualcosa che la fece scoppiare a ridere. Gli altri ragazzi seguirono il suo esempio: Trent prese la mano di Sofia, Ace fece un piccolo inchino a Zoe, e così via, fino a quando ognuno trovò la propria metà.
Io? Io restai indietro, guardando Raya raccogliere le sue cose con quella calma quasi irritante che sembrava essere il suo tratto distintivo. Non aveva fretta, non si faceva influenzare dalla confusione intorno a lei. Era come se il mondo si muovesse a un ritmo diverso dal suo.
"Blake!" chiamò Axel, interrompendo i miei pensieri. "Che fai lì impalato? Stasera si va tutti al bar, non hai scuse."
Feci un cenno con la mano, ma non risposi. Il mio sguardo era fisso su Raya. Non sapevo cosa mi aspettassi, ma quando lei si girò verso di me, con una borsa a tracolla e una ciocca di capelli che le cadeva sul viso, non potei fare a meno di avvicinarmi.
"Non vai con loro?" chiesi, cercando di sembrare casuale.
Lei alzò un sopracciglio, come se stesse cercando di capire il mio intento. "Non sono il tipo da bar."
"Sì, immaginavo," risposi con un sorriso. "Posso offrirti una cioccolata calda, allora? Solo noi due, niente caos."
Raya sembrava sorpresa dalla proposta. Sembrava sempre sorpresa, come se non fosse abituata a qualcuno che le offrisse qualcosa senza aspettarsi nulla in cambio.
"D'accordo," rispose infine, dopo un lungo momento di silenzio.
Era una piccola vittoria, ma per me valeva tanto quanto un goal decisivo in una partita.
Raya
Camminare accanto a Blake verso il piccolo caffè vicino alla pista aveva qualcosa di surreale. Lui, con il suo modo di fare sicuro e spavaldo, sembrava fuori posto in quell'ambiente tranquillo. Eppure, c'era qualcosa di inaspettatamente rassicurante nel modo in cui mi teneva accanto, come se avesse deciso che per quella sera il suo unico obiettivo fosse farmi sentire a mio agio.
Quando ci sedemmo, Blake ordinò due cioccolate calde con panna. "Non prenderei mai una cosa diversa in un posto come questo," dichiarò con un sorriso.
Scossi la testa, trattenendo una risata. "Sei prevedibile."
"Solo perché mi conosci meglio di quanto pensi," rispose lui, e per un attimo il suo tono cambiò, diventando più profondo.
Abbassai lo sguardo verso la mia tazza, sentendo un leggero rossore salire sulle guance. Non sapevo cosa rispondere, così cambiai argomento. "Perché hai deciso di venire al pattinaggio oggi? Non è il tuo ambiente."
Blake si appoggiò allo schienale della sedia, incrociando le braccia. "Perché no? Mi piace provare cose nuove. E poi... volevo vedere come sei quando sei nel tuo mondo."
Le sue parole mi colsero di sorpresa. Nessuno mi aveva mai detto qualcosa del genere. La maggior parte delle persone mi guardava pattinare con ammirazione o invidia, ma nessuno aveva mai mostrato interesse per ciò che il pattinaggio significava per me.
"È importante per te, vero?" continuò Blake, fissandomi con quegli occhi azzurri che sembravano scavare più a fondo di quanto volessi ammettere.
Annuii. "È la mia via di fuga. Quando pattino, tutto il resto scompare. È... libertà."
Lui sorrise, come se avesse capito esattamente cosa intendevo. "Allora forse dovrei pattinare più spesso," scherzò.
Risi, e per la prima volta da tanto tempo, mi sentii leggera. Non ero più quella ragazza sempre sulla difensiva. Con Blake, in quel momento, ero semplicemente Raya.
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Spazio autrice
Hola! Come va un po' che non ci sentiamo comunque cosa ne pensate ?
Nel prossimo capitolo ne vedrete delle belle non sapete cosa vi aspetta !
Davvero!
Per oggi é tutto , xoxo raya!
Ig: raya__readings
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