Capitolo 10 : sospiti e tragedie
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Raya
Il campo di allenamento sembrava un campo di battaglia. Ogni movimento della squadra era sotto la lente di ingrandimento del coach Williams, il cui occhio penetrante non lasciava spazio a nessuna debolezza. Le sue parole non erano mai dolci, non c'era nessuna comprensione, solo brutalità.
"Muovete quel culo, razza di sgambriti!" urlò il coach, con il volto scuro come la notte. "Siete qui per vincere o per fare i coglioni? Non c'è posto per i bambinoni! Vi faccio venire il vomito se non vi date una mossa! Se non pattinate, vi metto la stecca su per il culo, e vi assicuro che non dimenticate una parola di quello che vi dico!"
Raya non riusciva a distogliere lo sguardo, il cuore che le batteva furiosamente nel petto. Ogni parola del coach era come un pugno allo stomaco, ma in qualche modo, la faceva sentire viva. "Mi fa sentire come se fossi... importante. Come se potessi essere qualcosa di più," pensò, mentre il coach continuava senza pietà.
"Avete rotto i coglioni con le vostre scuse!" gridò il coach, infuriato mentre Blake sbagliava un passaggio. "Muovetevi come delle bestie, o vi mando a casa a fare i lecchini! Non siete qui per fare gli stupidi! Vi faccio tremare le gambe se non vi rimboccate le maniche, avete capito?"
Linda, seduta accanto a Raya, non riusciva a fare a meno di sorridere nervosamente. Era sconvolta dalla violenza delle parole, ma al contempo, un brivido la pervadeva. "Questo tipo è un animale," disse, con un sorriso che tradiva una certa ammirazione. "Ma non puoi fare a meno di pensare che, se dovessi ascoltarlo, probabilmente farei qualunque cosa pur di non deluderlo."
Raya lo guardò intensamente. "Io lo trovo... reale. Non ha paura di dirti la verità, anche se fa male. Anche se ti sbatte la faccia nella merda."
Il coach, come una furia, si spostò tra i ragazzi, con la voce che risuonava in tutto il campo. "Se non pattinate come dei cavalli, vi faccio vedere io come si fa!" urlò, puntando un dito verso un giocatore che non aveva rispettato il tempo. "Vi faccio sudare sangue finché non capirete che qui non c'è posto per i deboli! Siete solo degli scappati di casa se non vi date una mossa!"
Raya tremò, ma non si allontanò. C'era qualcosa in quella violenza, in quella durezza, che la faceva sentire più forte, come se ogni insulto fosse una spinta a diventare qualcosa di migliore, di più potente. "Vorrei essere come lui," pensò, con un misto di ammirazione e paura.
Linda la guardò, alzando un sopracciglio. "Fatti attenzione, Raya. Quando ti fai entrare dentro questo tipo di disciplina, finisci per diventare come lui. Non ci sono mezze misure."
"Non mi interessa," sussurrò Raya. "Per una volta, voglio solo qualcosa di vero."
Il coach, vedendo che i ragazzi non rispondevano abbastanza velocemente, sbottò ancora: "Se non capite che siete qui per fare una cazzo di cosa seria, vi faccio volare via dal campo! Vi farò soffrire come mai prima d'ora! Questo non è un gioco, cazzo! Siete solo degli scemi se pensate che possiamo andare avanti senza dare tutto!"
POV speciale ! Linda
La tensione nel palazzetto era alle stelle. La gara a eliminazione stava per iniziare, e l'aria era elettrica. Nessuno, tranne Linda, Axel, le amiche di Raya e la squadra di hockey, conosceva il piano. Blake e Raya, come tutti gli altri, erano completamente all'oscuro di cosa stesse per accadere.
Mi avvicinp a Axel con uno sguardo deciso. "Ricordati, tutto deve sembrare naturale. Tu e io ci auto-squalifichiamo, ma dobbiamo far sembrare che sia un vero errore. La squadra di hockey e le ragazze del pattinaggio sono tutte pronte. Blake e Raya non devono sospettare nulla fino alla fine della gara."
Axel annuì, un sorriso malizioso sulle labbra. "Non ti preoccupare. Quando arriva il momento giusto, tutto andrà secondo i piani. Blake e Raya non capiranno nulla fino alla fine della gara. Sarà il loro momento."
Ogni ragazza della squadra di pattinaggio, Michaela, Sofia, Missy, Laly, Linda e Zoe, aveva un ragazzo della squadra di hockey con cui doveva partecipare alla gara. Quindi, ogni coppia era coinvolta nel piano. Michaela avrebbe lavorato con Trent, Sofia con Mike, Missy con Ryan, Laly con Rake, e Linda con Axel. Tutti avevano accettato di fare il loro ruolo per il bene di Blake e Raya, ma non avrebbero rivelato nulla fino al momento decisivo.
"Quando vedremo che Linda e Axel sono fuori gioco," spiegò Michaela, "noi faremo il nostro errore, ma deve sembrare che sia un disastro. Dev'essere tutto naturale, come se fosse un vero errore, senza che nessuno sospetti che stiamo facendo il gioco."
"Esatto," disse Sofia. "Il nostro compito è far sembrare che siamo tutti fuori tempo. Dobbiamo apparire poco sincronizzati, ma senza fare cose troppo evidenti. Vogliamo che la gara sembri una vera sfida, non un complotto."
Nel frattempo, i ragazzi della squadra di hockey, guidati da Blake, non avevano idea di ciò che stava accadendo. Rake, Mike, Ryan, Trent e Blake erano ignari di come le loro ragazze avrebbero agito. "Non dobbiamo sembrare troppo concentrati," disse Ryan. "Blake dovrà pensare che stiamo facendo una gara normale, senza sospettare che c'è un piano in atto."
Blake e Raya, ignari di tutto, si preparavano a dare il massimo. Blake pensava solo alla gara, e Raya si concentrava sul ballo che avevano preparato. Nessuno di loro immaginava che l'intero palazzetto fosse coinvolto in un piano che avrebbe permesso loro di brillare, ma solo alla fine della competizione.
Solo alla fine della gara, quando Linda e Axel si fossero auto-squalificati, e quando anche le altre coppie avessero dato il massimo per rendere il piano credibile, Blake e Raya avrebbero avuto il loro momento speciale. La sorpresa sarebbe stata totale per entrambi, e solo allora avrebbero scoperto la verità, ma ormai sarebbe stato troppo tardi per cambiare qualcosa.
Raya
Il rumore dei pattini che scivolavano sulla pista, il battito frenetico dei cuori e l'adrenalina che saturava l'aria. La gara a eliminazione era iniziata, e il pubblico era in delirio. La competizione era serrata, ogni coppia della squadra di pattinaggio si stava dando il massimo, ma dietro ogni movimento c'era una strategia nascosta che nessuno poteva immaginare.
Blake e Raya si trovavano al centro della pista, concentrati su quello che dovevano fare. Blake, con il suo usuale atteggiamento serio, guardava Raya mentre si preparavano a dare il meglio di sé. Raya, pur nervosa, aveva l'energia giusta, il suo cuore batteva forte, ma il pensiero di danzare con Blake la faceva sentire unica. Non sapeva che l'intero palazzetto stava collaborando affinché il loro momento arrivasse.
Intorno a loro, le altre coppie stavano eseguendo le loro routine. Michaela e Trent, Sofia e Mike, Missy e Ryan, Laly e Rake, e infine Linda e Axel. Ognuno dei ragazzi della squadra di hockey, che faceva coppia con una ragazza della squadra di pattinaggio, era ignaro del piano che stava per svolgersi.
Il pubblico osservava attento, applaudendo i movimenti e le performance. Ma il piano stava per entrare in scena.
Linda e Axel erano pronti a fare il loro errore. Axel si abbassò leggermente, pronto a far sembrare il loro errore il più naturale possibile, mentre Linda, con un gesto impercettibile, gli fece un cenno. La loro routine stava per trasformarsi in una serie di errori finti, un modo per auto-squalificarsi senza farlo sembrare troppo sospetto.
Le altre coppie non erano da meno. Michaela con Trent fece sembrare una piccola caduta, senza perdere il passo; Sofia e Mike si trovarono in un attimo di incertezze, ma niente che potesse sembrare forzato. Ogni errore, ogni sbavatura nel sincronismo era calcolato, perfettamente integrato nel piano.
Nel frattempo, mentre le coppie si auto-squalificavano una per una, Raya e Blake non notavano nulla di strano. Blake, pur distratto dal ritmo della gara, manteneva la sua concentrazione, pensando solo a dare il meglio di sé. Raya cercava di seguire ogni movimento con precisione, sentendo la connessione con Blake ma anche la tensione della competizione.
Il momento di Linda e Axel arrivò. Con un movimento esagerato, Linda fece sembrare che si fosse bloccata, mentre Axel, come se fosse stato colto in fallo, si fermò un attimo troppo lungo. La folla trattenne il respiro, ma il piano stava funzionando alla perfezione. L'errore appariva autentico, ma l'intento era ben chiaro. La loro auto-squalifica era completa.
Michaela, Sofia, Missy, Laly, e le altre ragazze sapevano cosa dovevano fare: far sembrare che ogni coppia avesse avuto il proprio momento di difficoltà. Ma dietro questa apparente debolezza, ogni singola mossa era stata studiata per lasciare Blake e Raya soli al centro della pista.
Quando finalmente l'errore di Linda e Axel divenne chiaro agli occhi di tutti, la pista si svuotò, lasciando Blake e Raya da soli, senza più competitori. Ora era il loro momento.
La musica cambiò, e la luce si concentrò su di loro. La pista sembrava più grande, più silenziosa. Raya e Blake si guardarono negli occhi, e il mondo attorno a loro sembrava svanire. Nessuno aveva bisogno di parole. Solo i movimenti, il respiro che si mescolava al ritmo della musica, la perfezione di un passo a due che aveva tanto significato per entrambi.
Il suono dei pattini sulla pista risuonava in ogni angolo del palazzetto, come un'eco che faceva crescere la tensione. I miei occhi erano fissi su Blake, il mio compagno di pattinaggio, ma non riuscivo a ignorare il battito frenetico del mio cuore. Mi sentivo nervosa, ma allo stesso tempo elettrizzata. Non avevo mai partecipato a una gara così importante, e il pensiero di fare qualcosa di così speciale con Blake mi faceva sentire unica.
"Raya, concentrati," mi ripetevo. Ma ogni volta che alzavo lo sguardo verso Blake, il mio cuore saltava un battito. Lui sembrava così sicuro, così determinato. In quel momento, avrei voluto essere come lui, ma per ora dovevo solo fare del mio meglio.
Ogni coppia stava facendo la sua parte, ma non riuscivo a fare a meno di guardare intorno a me. Michaela e Trent sembravano in perfetta sintonia, così come Sofia e Mike. Missy e Ryan avevano un'intesa incredibile. Ma non riuscivo a non notare che, nonostante tutti sembrassero dare il massimo, c'era qualcosa di strano nell'aria. Qualcosa che non riuscivo a capire.
Ero così concentrata su Blake, sul nostro ballo, che non mi accorsi subito del cambiamento. Ad un tratto, Linda e Axel commisero un errore. Un piccolo errore, ma lo facevano sembrare così grande. Axel fece finta di inciampare, e Linda si fermò un attimo troppo a lungo. Pensai che fosse stato un disguido, ma poi notai che la loro routine stava prendendo una piega un po'... troppo sbagliata. Non sembrava più come una normale performance. Sospirai, cercando di non farmi distrarre.
"Non pensare a loro," mi ripetè Blake, senza guardarmi, ma il suo tono di voce mi rassicurò. "Concentrati su di me. Dobbiamo dare il massimo."
E così feci. Mi tuffai di nuovo nella musica, nel movimento, nel nostro ballo. Ma quella sensazione strana non se ne andava. Vedevo le altre coppie sbagliarsi, ma sembrava che lo facessero apposta. Ogni piccolo passo fuori posto sembrava calcolato, come se tutto fosse stato parte di un piano.
Non capivo cosa stesse succedendo. Mi sentivo come se fossi sull'orlo di scoprire qualcosa di enorme, ma non riuscivo a mettere insieme i pezzi.
Poi, quando Linda e Axel finirono la loro performance, sembrava che l'intera gara fosse stata decisa. Gli altri ragazzi della squadra di hockey guardavano confusi, mentre Blake si concentrava, cercando di non farsi distrarre.
E improvvisamente, la pista si svuotò. Tutti gli altri si erano fatti da parte, e ora eravamo soli, Blake e io, al centro della pista. La musica cambiò, il ritmo si fece più lento, e tutto il mio corpo rispose automaticamente, come se fosse il momento che aspettavo da sempre.
Era come se il mondo intero fosse svanito, lasciando solo noi due. Le luci erano più soffuse, il pubblico silenzioso, il respiro di Blake e il mio che si mescolavano nell'aria. Ogni passo, ogni movimento era perfetto. Mi sentivo come se volassi, la connessione che avevamo, la sincronizzazione, sembravano magie.
E quando i nostri occhi si incontrarono, tutto divenne chiaro. Questo era il nostro momento. La gara, il piano che mi sfuggiva, tutto si stava rivelando davanti a me. Ma in quel preciso istante, non importava. Importava solo quel ballo, la nostra performance, la nostra storia. Noi.
Blake mi prese delicatamente per la vita, il suo sguardo fisso nei miei occhi. La musica fluttuava intorno a noi, le note lenti e avvolgenti. La pista sembrava allargarsi sotto di noi, come se fosse diventata un luogo dove solo noi due esistevamo. Ogni passo che facevamo sembrava essersi sincronizzato perfettamente con l'altro, eppure c'era qualcosa di strano nell'aria. Mi sentivo come se stessimo danzando non solo per la gara, ma per qualcosa di più grande, qualcosa che non riuscivo a comprendere appieno.
Il respiro di Blake si mescolava con il mio, e mi accorsi che, nonostante la perfezione dei nostri movimenti, una parte di me non riusciva a non pensare alla gara appena conclusa. Linda e Axel... quei piccoli errori... Ogni coppia aveva avuto il suo momento di incertezza, ma tutto sembrava così calcolato. Come se avessimo assistito a un gioco più grande, ma il senso di tutto questo mi sfuggiva.
Sospirai, cercando di concentrarmi. Il sorriso di Blake, che mi guardava come se fossimo i soli al mondo, mi fece dimenticare per un attimo ogni dubbio. Forse era solo la tensione della competizione, il nervosismo che mi faceva vedere cose che non c'erano. Dovevo godermi il momento. Dovevo lasciare che il nostro ballo fosse l'unica cosa che importava.
Eppure... quella sensazione non se ne andava. Mi stavo chiedendo perché tutta la squadra di hockey e le ragazze della squadra di pattinaggio sembrassero come se stessero facendo qualcosa di diverso, come se fossero tutti coinvolti in un piano. Sentivo gli occhi del pubblico su di noi, ma in un angolo della mia mente c'era una domanda persistente: perché siamo qui, da soli, mentre tutti gli altri sono fuori gioco?
Non riuscivo a non pensare al fatto che Linda e Axel si erano auto-squalificati. Avevo visto il loro errore, ma non sembrava un errore normale. Aveva il sapore di una mossa deliberata, qualcosa che si stava muovendo dietro le quinte. E se tutti gli altri fossero coinvolti in questo piano? E se noi due fossimo solo una parte di qualcosa di più grande, una parte di un gioco che non capivo?
Blake si accorse della mia esitazione. "Raya, tutto ok?" mi chiese, il tono di voce più tenero del solito.
"Sì," risposi rapidamente, cercando di mascherare il mio turbamento con un sorriso. "Sto solo cercando di concentrarmi. Scusa."
"Non ti preoccupare," disse, sorridendo. "Ci siamo noi due. È tutto ciò che conta."
Mi strinse un po' di più, e il suo tocco mi riportò al presente. Ma la domanda continuava a ronzarmi nella testa. Cosa stava succedendo? Perché Linda e Axel si erano auto-squalificati? E perché tutte le altre coppie sembravano avere delle difficoltà, ma senza mai perdere davvero la loro grazia? Stavo iniziando a capire che, sebbene fosse il nostro momento di brillare, tutto intorno a noi stava seguendo un copione che non avevamo scritto.
La musica aumentò di intensità, e sentii che era il momento di dare il massimo. La coreografia che avevamo preparato, quella lenta danza a due, era il nostro passo più intimo, il nostro momento di connessione. Blake e io ci eravamo allenati così tanto, ma mai come in quel momento sentivo che ogni mossa era perfetta, come se fossimo in completa armonia. Ma ancora, quella sensazione di disagio mi pervadeva.
Poi, quando il ritmo cambiò di nuovo, mi accorsi che l'intero pubblico stava guardando, ma non avevo occhi per nessun altro se non Blake. Ogni movimento che facevamo era un po' più fluido, un po' più perfetto del precedente. Le luci si concentravano su di noi, e in quel momento sembrava che ogni cosa che avevo vissuto mi avesse portato a quel ballo.
Improvvisamente, sentii qualcosa cambiare. Un leggero movimento tra la folla, il movimento dei ragazzi della squadra di hockey che si avvicinavano alla pista. E le ragazze della squadra di pattinaggio... sembravano tutte così concentrate, ma non si staccavano mai da noi. Sembravano sorridere tra loro, come se stessero partecipando a un segreto
Poi capii. Il piano. Tutto aveva avuto un senso ora. Ogni errore, ogni auto-squalifica... era stato un gesto pensato per portarci qui, in questo momento, da soli, senza alcun altro a competere con noi.
Blake e io stavamo danzando, ma eravamo anche i protagonisti di una sorpresa che non avevamo mai visto arrivare. E io... io non avevo mai sentito nulla di più speciale.
A fine gara Linda e tutti gli altri c hanno detto del piano e .devo dire che e riuscito benissimo !
Spazio autrice
Girls & boys spero sia piaciuto e grazie agli spunto di Lilyred__ ho creato il coach (tutti molto violento con le parole in Canada)🇨🇦
Da oggi è tutti xoxo raya !
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