58. Insieme per sempre.
Le acque scintillavano come coperte da piccole stelle, la luna già splendeva nel cielo ancora rischiarato dopo il tramonto, le montagne brillavano di luce dorata e le lucciole svolazzavano, sembravano a dei piccoli lumi fluttuanti.
Una di queste stelline viventi passò davanti agli occhi di Heeseung mentre contemplava il lago, seduto sul pontile.
L'indomani avrebbe rivisto la sua città dopo tanto tempo, in tasca teneva dei biglietti del treno che lo avrebbe condotto lì e scalpitava per prenderlo.
Dietro di lui si trovavano gli alloggi ormai deserti, quell'edificio cadeva a pezzi... Quanti ricordi! Quella gita non se la sarebbe mai scordato, erano stati i tre giorni più felici della sua vita, che segnarono il suo destino.
In quel luogo gli sembrava di tornare indietro nel tempo, quasi rivedeva davanti a lui la sua figura e quella di Sunghoon che volteggiavano, uno nelle braccia dell'altro. Ancora assaporava quel bacio al miele e ne rammentava il sapore perfettamente.
La sua concentrazione passò alla notte successiva... Abbozzò un sorriso e un'aria malinconica, mentre le immagini gli scorrevano davanti agli occhi e quasi gli veniva da ridere a ripensare a quanto fosse stato diffidente all'inizio col pattinatore, a tal punto da non volere nemmeno che si avvicinasse. In quel momento, però, si rese conto che il ragazzo che aveva tanto respinto era effettivamente l'unico che lo trattava con rispetto e amore, tutti gli altri in cui aveva dato fiducia erano solo cani bavosi e assetati di piacere carnale, a parte i suoi amici, si intende.
Ho osato voltargli le spalle... Sono veramente stupido! Lui mi ama davvero e io l'ho trattato così.
Sospirò.
L'ho anche tradito... Sono una persona orribile!
Successivamente sentì dei passi sul legno che si stavano avvicinando a lui.
"Sei tu, Seoho?"
Nessuna risposta, intanto si avvicinava ancora, fino ad essergli dietro.
"Sai che ci sono già stato in questo posto? Anni fa... Io e Sunghoon pattinammo proprio su questo lago... Non lo dimenticherò mai... Lo facemmo anche in uno di quegli alloggi..." Continuò, con sguardo sognante e perso nel vuoto, nei ricordi.
Passò qualche secondo, poi gli scappò una risatina.
"Sai una cosa? La prestazione di Sunghoon è stato di gran lunga migliore delle innumerevoli del mio ex, ed era la sua prima volta... Quel coglione sbagliava sempre mira invece..."
Di nuovo silenzio. Si rattristò nuovamente.
"Sai? Sono felice di essere tornato. La vita da cantante non mi piaceva e poi..."
Si avvicinò ancora e si sedette di fianco a Heeseung, troppo concentrato ad ammirare le acque a pochi centimetri sotto i suoi piedi. Un profumo familiare gli invase le narici.
"Che profumo ti sei messo? Anche Sunghoon ne aveva uno simile, era il suo preferito... Quanto mi manca!"
Intanto il ragazzo soffocò una risata, non sapeva quanto avrebbe resistito ancora, ma tornò serio immediatamente quando Heeseung continuò.
"Seoho, sono una persona orribile! L'ho tradito!" Queste parole gli uscirono come dei proiettili che non vedevano l'ora di essere sparati fuori.
La sua voce si fece rotta.
"È stato orribile... Dovevo capire che c'era qualcosa che non andava in quel gin e nella sua insistenza quando me l'ha offerto! Aveva un sedativo e..."
Deglutii e per poco non soffocò nelle sue parole che facevano fatica a uscire, benché troppo dolorose.
"Mi sono ritrovato ammanettato a un letto e lui era davanti a me che sorrideva... Lo avrei gonfiato di botte se solo avessi potuto! Mi ha costretto lui a farlo, io non volevo... Avrei potuto impedirlo, se solo non mi fossi fidato!" Dopodiché scoppiò a piangere, poi afferrò un sassolino abbandonato sul legno e lo scagliò violentemente in acqua.
Si coprì il volto con le mani e i singhiozzi aumentarono.
"Non so proprio come dirglielo... Mi odierebbe e ci resterebbe malissimo... Ma come ha fatto a innamorarsi di una persona del genere?! Faccio proprio schifo!"
"Non dirlo nemmeno per scherzo!"
Quella voce.
Il ragazzo allontanò le mani dal viso, ormai zuppo e si girò. Non poteva credere a quello che stava vedendo.
"Non è possibile... Ma come hai fatto a..." Mormorò senza fiato.
"Non so... A dire il vero è stato Jake a obbligarmi a venire qui."
Il viso del pattinatore splendeva come una stella ancora giovanissima e che non dava intenzioni di spegnersi. Il suo sguardo era ancora più profondo, il volto presentava più dettagli, tutto si incastrava perfettamente nelle sue proporzioni ideali, come studiato rigorosamente da qualche artista. Appariva più bello di quanto non lo era mai stato.
Sorrise alla vista del suo amatissimo cerbiatto, di cui aveva sentito terribilmente la mancanza.
"Heeseung, l'unica cosa per cui sono in collera con te è il fatto che sei diventato più bello di me."
Non rispose, ma lo abbracciò, gli buttò le braccia attorno al collo e strinse la presa più forte che poté... Stavolta non gli scappa! Sunghoon fece lo stesso, dandogli dei teneri bacini sul collo.
"S-Sunghoon... Scusami..." Singhiozzò.
"È tutto ok, amore, tranquillo."
"Ti ho tradito."
"Non è stata colpa tua... Ora calmati... È tutto finito." Prese ad accarezzargli i capelli e Heeseung chiuse gli occhi. Il pianto si placò nel momento in cui sentì quel dolce e delicato tocco.
Momento di silenzio, in cui i loro respiri erano l'unica misura del tempo, entrambi si consolavano in quel caldo abbraccio, ancora increduli di essersi ritrovati.
"Tornerai a Chicago?"
"No."
Sunghoon allora si liberò dalla stretta delle loro braccia e lo guardò dritto negli occhi... Larghi e vividi, come quelli di un giovane cerbiatto.
"Hee, ne abbiamo passate tante... Abbiamo visto che c'è troppo dolore a questo mondo, ma possiamo fronteggiarlo, se stiamo uniti... E io ti giuro che farò tutto il possibile per proteggerti e far sì che tu non soffra più."
"E io per renderti felice." Intervenne Heeseung.
Sunghoon scosse la testa.
"Tu mi hai già reso felice, amore mio, non voglio nient'altro da te... A parte una cosa..."
"Quale? Dimmi tutto."
"Che tu accetti di sposarmi."
Gli occhi del ragazzo, stavolta, si riempiono di lacrime di gioia. Prese il suo viso tra le mani e lo baciò. In bocca gli tornò lo stesso sapore di miele che non aveva mai dimenticato in tutti quegli anni. Per quanto tempo le loro labbra si cercavano!
"Ma certo che ti sposo, principino." Mormorò, non appena il bacio finì.
***
"Che caldo! Facciamo un bagno?" Chiese Heeseung.
"Ma è quasi mezzanotte!"
"E quindi?"
"Non ho nemmeno il costume."
"Non importa, nemmeno io ce l'ho."
Dopodiché il ragazzo si alzò in piedi e si tuffò in acqua, schizzando Sunghoon.
"Avanti! Che aspetti?"
Esitò un attimo, poi si convinse a raggiungerlo. La stoffa della sua maglietta si impregnò di acqua, aderendo alla pelle e alle forme del corpo, i capelli si bagnarono, facendo risaltare ancora di più il viso.
Heeseung lo guardò con un ché di provocatorio... Le sue intenzioni non erano solo "fare un bagno" e Sunghoon se ne rese conto.
Gli fece l'occhiolino.
"Scommetto che nuoto più veloce di te!" Disse, prima di immergersi.
Il ragazzo fece un respiro profondo e lo seguì sott'acqua, in effetti faceva fatica a raggiungerlo e lo perse in poco tempo. Così tornò in superficie, si era avvicinato alla riva, ma non lo vedeva riemergere.
"E va bene, Sunghoon, hai vinto!" Esclamò Heeseung scocciato.
Niente.
"Sunghoon..."
Dopodiché riemerse proprio davanti ai suoi occhi, bello come un dio. Si strofinò i capelli bagnati. L'acqua gli arrivava alle spalle, accennando appena alla stoffa che rivelava le sue forme. Invece i tendini del collo erano ben evidenti.
"Sorpresa!"
"Eccoti! Pensavo fossi affogato come un deficiente."
"Ma ti pare?" Fece Sunghoon offeso, per poi avvicinarsi a Heeseung, si fermò quando erano a fior di labbra.
Il cerbiatto intuì cosa volesse fare e lo guardò desideroso, con quegli occhi così vispi e innocenti, ma che mascheravano una mente molto perversa!
Successivamente Sunghoon andò a cercare con le mani le gambe di Heeseung, quando le trovò, le fece alzare delicatamente, issandole. Lui le strinse contro i fianchi del pattinatore e gli avvolse le braccia attorno al collo.
Cominciarono con un bacio, per poi passare al resto.
Le dita passavano lungo la stoffa bagnata, cercando di esplorare ogni millimetro di quei corpi lasciati incustoditi per molto tempo.
Iniziarono a farlo, immersi nel lago, separati da tutti, in quel luogo abbandonato da molti anni.
Heeseung talvolta piegava testa all'indietro, come se dovesse gridare tutto il piacere, che stava provando, al cielo. Le gambe premevano contro la schiena di Sunghoon in un ritmo lento e costante e la schiena si inarcava contro il suo petto.
Le dita stropicciavano le magliette, quasi graffiavano la pelle. Le labbra iniziavano a far male per i baci e i respiri sempre più affannosi. Nessuno dei due sentiva da tempo quell'adrenalina, il calore, il sangue che sembra far straripare le arterie, le grida e i battiti impazziti del cuore.
Quanto mi è mancato tutto questo!
La vitalità di Heeseung ormai stava iniziando a prosciugare quella di Sunghoon, quando venne. Soffocò un grido, ma il nome del pattinatore si sentiva forte e chiaro.
Lasciò andare le gambe e allentò la stretta, anche il cerbiatto fece lo stesso.
Rimasero ad osservarsi l'un l'altro, ansimanti.
Infine uscirono dall'acqua e si accoccolarono sulla spiaggetta.
"Heeseung..."
"Sì?"
"Sei pazzesco."
"Grazie! Anche te."
Quanta gente avrebbe voluto essere al posto di Sunghoon, ma solo lui poteva godere di questo privilegio!
Presi entrambi dal sonno, si addormentarono ancora fradici, uno nelle braccia dell'altro, in un mare di lucciole, sotto un cielo stellato, consapevoli che non si sarebbero più ridivisi.
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