54. La notizia, fine della Heehoon.
"Jake..."
"Sì?"
"Cosa pensi che abbia Wonie?"
Ci mise un po' a rispondergli. Sospirò.
"Non lo so."
"Credi che sia qualcosa di grave?"
Jake non era bravo a mentire, così annuì tristemente.
"Non mangia quasi niente da molto tempo e lo vedo sempre più debole. Credo si sia spinto troppo oltre."
Sunghoon lo guardò smarrito e incredulo.
"Ora dov'è? Oggi non c'era a lezione." Chiese.
L'amico si fece ancora più cupo in viso.
"Non so e non credo che tornerà."
***
Sunghoon andava avanti e indietro nella stanza preoccupato. Erano passate ormai due settimane e di Jungwon nessuna traccia. Ormai immaginava il peggio.
"Perché non rispondi?!" Ripeteva. Ormai l'angoscia si era impossessata di lui.
Lanciò il telefono sul letto e si sfregò i capelli dalla frustrazione, scompigliandoli.
Un brivido gli trapassò la schiena, sentì una sorta di abbraccio gelido, come se si fosse appena immerso in un lago ghiacciato; una sensazione che gli privò un attimo del respiro. Un'insolita voglia di piangere gli fece scivolare le lacrime lungo le guance, senza che ne avesse il controllo, e gli bloccò la gola. Per un momento temeva davvero di soffocare. Durò per un attimo, ma fu così intenso che lo avrebbe ricordato per sempre.
D'un tratto gli fu tutto più chiaro, ma gli sembrava così tanto assurdo, da risultare difficile da credere.
"Non dirmi che... No... Non devo fare il tragico... Magari è in vacanza... Tornerà presto."
Gli tornarono in mente le parole di Jake e con esse anche la peggiore delle ipotesi.
Impossibile, me lo avrebbero già riferito.
Puntò un attimo gli occhi sui suoi pattini neri appesi.
E se andassi a pattinare? No... Forse è meglio di no... Mi metterei a piangere a dirotto... Se solo ci fosse Heeseung!
Quanto lo avrebbe voluto accanto a lui in quel momento difficile! Abbracciarlo, essere confortato dalla sua voce. Chissà com'era cambiato in quei ultimi sei anni!
Ad un certo punto, il telefono suonò, riportandolo alla realtà.
"Sarà Jake che rompe." Pensò scocciato e non aveva alcuna intenzione di rispondere, non ne era in vena.
Per qualche secondo ignorò la suoneria, ma man mano diventava sempre più insistente.
"E se fosse qualcosa di importante?" Si chiese, prima di prenderlo in mano. Veniva da un numero sconosciuto.
Rispose.
"Si?"
Attimo di silenzio, poi una voce spezzata che conosceva molto bene iniziò a parlare.
"Sunghoon..."
Al ragazzo s'illuminò il viso e il suo cuoricino perse un battito.
"Heeseung! Amore! Quanto tempo!" Esclamò.
"Già... Mi manchi... Come stai?"
"Bene e tu? Non mi sembri stare molto bene... Che hai?"
Scoppiò a piangere e il pattinatore si preoccupò ancora di più.
"Hee, che hai?"
"Ho appena saputo la notizia... Jungwon..." Singhiozzò. Le parole uscivano sempre più disordinate e, quando pronunciò il nome dell'amico, non vollero più uscire, come intrappolate in gola.
"Anche Jay... Ancora non si sa cosa sia successo..."
"Hee, ti prego calmati! Non capisco!"
Ci volle un po' per riprendersi, poi tirò un sospiro e raccontò tutto, con la gola che gli faceva male per lo sforzo.
"Wonie mi aveva sempre detto che il suo sogno era andare a Parigi... Solo che... Ha incontrato lì anche Jay ed è successo qualcosa di orribile! Li hanno trovati entrambi senza vita e Jay con una pugnalata... Pensano che sia stato Jungwon e che dopo si sia suicidato." Spiegò Heeseung, non credeva nemmeno a quello che stava dicendo, gli sembrava tanto assurdo.
Sunghoon riflesse un attimo, poi capì.
"Non è così... Qualche settimana fa Wonie è stato ricoverato; l'abbiamo trovato privo di sensi... Evidentemente stava molto male e non voleva morire davanti ai nostri occhi, così se n'è andato... Jay stava studiando lingue neolatine in un'università di Parigi, così si sono rincontrati..."
"Tu credi che sia stato lui a togliersi la vita?"
"Sì... Non voleva vivere senza Wonie, me l'ha sempre detto... Lo capisco molto bene... Avrei fatto lo stesso anch'io."
Non rispose, riflesse anche Heeseung sull'accaduto.
"Non vuoi tornare, vero?" Sunghoon cambiò argomento.
"Non posso... "
Per la prima volta in tutti quegli anni, Sunghoon iniziò a innervosirsi.
"Heeseung, hai fatto una promessa, ricordi? Che non mi avresti più mentito. Credi che non sappia che tu non vuoi tornare?"
"Jake te lo ha detto?"
"Certo, che credi? Che tiene nascosta una cosa del genere al suo migliore amico?!"
"Scusami."
"Hee, io ho fatto un giuramento. Ricordi cosa ti ho detto quella notte al lago ghiacciato? Che sono pazzo di te e che non ti avrei mai abbandonato e ora ne sono convinto più che mai, ma credo che il vero problema sia tu... Non mi ami più?"
"Certo che sì, più di prima e non immagini quanto voglia abbracciarti in questo momento, ma non posso tornare ora."
Prese un groppo in gola pure a Sunghoon. La rabbia stava prendendo il sopravvento.
"Mi dispiace, ho bisogno di altro tempo." Continuò Heeseung.
Il pattinatore, allora, si rese conto di essere tornato al punto di partenza, a quella notte in cui lo aveva rifiutato per l'ex. La frustrazione si fece più forte e bruciava sempre di più, come una piccola candela che sarebbe capace di scatenare un incendio.
Iniziò a pensare che la colpa di quella decisione fosse sua e in quel momento ebbe seriamente paura di perderlo per sempre.
"Tempo... Hai sempre bisogno di tempo... Basta, Heeseung, basta davvero! Mi sono stufato di rincorrerti! È da sei anni che ti aspetto e tu mi dici questo! Ne attenderei altri per te, l'ho detto, ma è veramente dura! Quindi smettila di raccontarmi stronzate e dimmi tutto in faccia!"
"Credi che lo stia facendo apposta?!" Alzò la voce offeso.
Non lasciò nemmeno il tempo a Sunghoon di rispondere.
"Forse è meglio che ci prendiamo una pausa." Continuò Heeseung.
"Non dirai sul serio?! Dopo tutto quello che abbiamo passato?!"
"Sì, è meglio così, credimi. È meglio per tutti e due se non ci vedremo più."
"MEGLIO PER CHI?! PER TE?" Urlò Sunghoon con voce spezzata... Basta! Aveva già sopportato troppo! Ormai era al limite.
Si ammutolì.
"IO PER TUTTI QUESTI ANNI NON HO FATTO ALTRO CHE SPERARE IN UN TUO RITORNO, NON HO FATTO ALTRO CHE PENSARE A TE! ED ERO FELICE PERCHÉ SOGNAVO DI RIABBRACCIARTI, COME MI AVEVI PROMESSO E TU MI HAI PRESO IN GIRO!" Continuò, gridando con tutta la voce che aveva.
"NON È COSÌ!"
"BASTA, HEESEUNG! NON VOGLIO PIÙ SENTIRTI! SONO STANCO DI ESSERE PRESO PER IL CULO! TI COMPORTI DA EGOISTA!"
"Se la metti così... Addio, Sunghoon." Disse Heeseung, prima di buttare giù la chiamata e scoppiare a piangere.
Intanto Sunghoon scaraventò il cellulare contro il muro dalla rabbia, lo frantumò come se fosse vetro, tirò un calcio al letto e fece cadere una boccetta di profumo dal comodino, che si ruppe in mille pezzi e il contenuto si riversò sul pavimento.
"MERDA MERDA MERDA!" Gridò, ormai aveva perso il controllo di sé. Quella vita, fatta ormai solo da disgrazie, lo stava facendo diventare pazzo.
Vicino a lui si ergeva uno specchio pieghevole. Lui, preso ormai dall'impulsività, gli tirò un pugno, frantumandone buona parte. La sua mano sanguinava copiosamente. La ritrasse, prima di scoppiare a piangere.
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