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50. Finalmente insieme.

(Tre anni dopo il trasferimento)

I raggi del sole illuminavano il suo viso perfetto, il calore lo fece lentamente addormentare.

Le montagne si ergevano davanti a lui, decorate da templi scintoisti, raggiungibili grazie a lunghissime gradinate in pietra costeggiate da lanterne rosse o rosa. Piccoli paesini correvano veloci davanti ai suoi occhi di tanto in tanto.

Gli alberi si stavano tingendo di tonalità calde e la brezza di ottobre si faceva più pungente man mano che i giorni passavano.

Il treno procedeva a velocità costante e più avanzava, più cresceva l'eccitazione sul volto del ragazzo e anche una strana agitazione nel rincontrare il suo amato giapponesino dopo tutto quel tempo.

Il sorriso stampato sul suo volto splendeva più del sole in cielo di pieno pomeriggio, le iridi più di diamanti.

Era ancora lontano dalla destinazione, ma già lo sentiva più vicino, già pregustava l'incontro, il calore del suo abbraccio; chissà se sarebbe stato toccante come in un anime! Si ricordava di "Cinque Centimetri al Secondo" e di quanto aveva pianto nel vedere i due protagonisti rivedersi dopo tanti anni.

Durante quei tre anni si erano scritti quasi tutti i giorni, li aiutava a sentirsi più vicini l'un l'altro. Si raccontavano qualunque cosa, anche la più frivola come ad esempio il sapore del ramen o di qualsiasi cibo avessero mangiato ed entrambi stavano svegli fino alle 3 del mattino, impegnati spesso in lunghissime chiamate.

Di notte le braccia di Sunoo si sentivano sempre più vuote e quando gli fu regalato un tenerissimo pupazzetto di Midoriya in versione chibi, il suo animo si rallegrò un poco; alla notte, almeno, poteva stringere quello. Era veramente morbidissimo, fatto di una sottile peluria sintetica e dentro imbottito con del cotone.

Certe volte si addormentava in lacrime, abbracciato al suo Deku personale, il quale desiderava tantissimo che fosse Ni-ki.

"Se fossi Kenma, gli assomiglieresti di più. Purtroppo per noi, Riki non ha i capelli verdi." Mormorò Sunoo una sera, guardando quel pupazzetto.

"Adesso mi metto pure a parlare con i peluche?! Sunoo, riprenditi!" Continuò tra sé e sé.

Ma da quel momento in avanti niente più conversazioni al telefono o con un Deku inanimato, sarebbe tornato da Ni-ki ed era disposto a vivere per sempre con lui, nel bene e nel male.

Mancavano solo due fermate a Okayama e già scalpitava per scendere.

Ni-ki, Ni-ki, Ni-ki! Un unico pensiero insistente che continuava ad assillarlo da anni ed anni.

Chissà com'era cambiato! Sarebbe diventato ancora più alto di come lo aveva lasciato? Sembrava difficile per Sunoo, siccome la sua faccia gli arrivava al petto. E ancora più bello? Beh, il nostro ragazzo raggi di sole faticava veramente tantissimo ad immaginarlo, per lui era già il ritratto della perfezione prima.

"Ok, Sunoo, devi stare calmo!" Si ripeteva spesso, quando sentiva il cuore accelerare i battiti dall'emozione, per un momento aveva temuto che fosse sul punto di saltare via e scappare.

Aveva i nervi a fior di pelle, pronti a scattare a molla, non appena arrivasse anche solo un segnale che indicava l'arrivo. Doveva abbracciare qualcuno, subito!

Quella lunga attesa, ormai, lo faceva veramente impazzire. Sentiva il bisogno impellente di uscire da lì.

"Tra 10 minuti saremo a Okayama." Disse un altoparlante e un bagliore di gioia attraversò il viso di Sunoo. Solo 10 minuti.

"Ni-ki, ci sono quasi!" Pensò, eccitato come non mai.

Gli ultimi momenti di tre anni di solitudine.

Il treno si fermò lentamente, il ragazzo prese lo zaino come suo unico bagaglio e sfrecciò fuori e si inoltrò in una folla di persone.

Lo cercava con lo sguardo, ma non riusciva a identificarlo in mezzo a tutta quella gente.

Si sentiva pressoché schiacciato, soffocato e sballottato, nello spazio intorno a lui, come nella sua mente, il caos. L'ansia iniziò a crescere sempre di più, alimentata da tutte le voci che udiva e dagli innumerevoli visi di sconosciuti che vedeva.

"Devo assolutamente uscire da qui." Pensò nervosamente.

Qualcuno gli afferrò la mano, Sunoo trasalì, si girò rapidamente e lo vide chiaramente, bello come non lo era mai stato, le sue labbra assomigliavano a petali di ciliegio e i suoi occhi a scure pietre preziose, luminosi come il sorgere del sole. Quella visione gli tolse completamente il respiro.

"N-Ni-ki!"

"Vieni... Usciamo da qui." Gli disse, prima di condurlo in un luogo più tranquillo, ovvero accanto a una singolare fontana, davanti all'ingresso. Gettava acqua verso il centro, dove si ergeva una decorazione a forma raggiante, come un sole.

Si fermarono quando percepivano gli spruzzi dell'acqua inumidire la pelle.

Si osservarono a lungo senza fiatare, entrambi increduli su quello che stavano vedendo.

Erano profondamente cambiati. Lo sguardo di Sunoo era più intenso, più profondo, che celava sempre un bagliore etereo, gli zigomi erano leggermente più evidenti, le guance si mostravano sempre larghe e morbide, il naso appena più evidente e, di profilo, lievemente più acuminato.

Anche Ni-ki presentava segni della crescita, in lui più evidenti. Pareva più triste, serio, come se in lui il sogno di primavera fosse terminato, lasciando spazio alla monotonia e alla malinconia della realtà, alla sofferenza umana vera e propria, che un ragazzino, quale era, non aveva nemmeno tra i pensieri. I sorrisi, i cieli stellati, i sogni d'amore, i petali di ciliegio ora perdevano significato; la città lo aveva modellato secondo i suoi stili di vita frenetici e ripetitivi che pian piano avevano prosciugato tutta la sua allegria. Per quanto riguarda l'aspetto esteriore... La sua bellezza splendeva come una stella nel fiore degli anni, che sembra non appassire mai, sfidare il tempo. Le sue labbra sembravano morbide come petali, gli occhi lievemente più stretti, la mascella più pronunciata come gli zigomi, il collo più spesso, il pomo d'adamo più sporgente, lo sguardo emanava infinita malinconia. Un brivido trapassò la schiena di Sunoo quando se ne rese conto. Notò che erano stati separati per troppo tempo.

Sorrise lievemente. Emanava fascino giapponese da tutti i pori: l'unica parte di lui ancora rimasta intatta. La sua anima era ancora un sole nascente, vivida e giovane, che però si stava spegnendo lentamente, sarebbe sprofondata nel buio, se non avesse incontrato il suo febo ragazzo, ma non bastava, doveva abbandonare quella vita.

Infine fece un passo in avanti, allargò le braccia e subito dopo le richiuse, stringendo Sunoo al suo petto, si chinò con la testa, fino a raggiungere una delle sue morbide guance e gli diede un bacio affettuoso, le lacrime non fecero a meno di scendere, poi si avvicinò al suo orecchio e sussurrò con voce profonda e rotta:

"Ai takatta wa!" (Quanto mi sei mancato!)

Sunoo, dopodiché, scoppiò a piangere a dirotto, avvolse le braccia attorno alla schiena del giapponese e premette con tutte le sue forze. Le sue dita piegavano il tessuto della felpa. Aveva paura di perderlo di nuovo, se lo avesse lasciato.

Ni-ki cercò con la mano i suoi capelli, passando lentamente lungo parte della schiena, il collo e infine prese ad accarezzarli dolcemente, lisciando molte ciocche nere e lucenti.

Chissà quanta gente gli era passata affianco durante quell'abbraccio! Quanti minuti erano passati? Forse un infinità o nessuno. Ormai per loro il tempo non aveva più nessun valore, l'unica sua misura erano i battiti impazziti dei loro cuori.

Ni-ki, Ni-ki, Ni-ki, Ni-ki! Chissà quante volte avevo pensato o pronunciato il suo nome quel giorno.

In quanti anime o kdrama aveva visto una scena del genere, desiderava così tanto tutto questo, e vissuto faceva tutto un altro effetto.

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