4. Voglio pattinare con te.
Giunse l'intervallo, Sunghoon uscì dalla classe in tutta fretta. Si diresse verso la 4b, dove era sicuro che avrebbe trovato quel ragazzo a lui sconosciuto. Non lo vide lasciare l'aula, così si sporse per controllare se fosse al banco... Niente.
"Non è qui." Lo informò Jungwon, che si accorse della sua presenza prima di tutti.
"Oggi non è venuto a scuola, ieri mi ha scritto, aveva un fortissimo mal di testa. Mi ha parlato di una caduta sul ghiaccio e che il braccio gli faceva malissimo." Continuò Sunoo: un altro loro amico che si era trasferito da poco. Legò subito con tutti i suoi compagni, specialmente con Heeseung. All'inizio temeva di non piacergli, dato i suoi modi di fare freddi e schivi, ma sono diventati amici molto presto.
Sunoo era di una dolcezza innata: salutava sempre tutti col suo sorriso raggiante, stampato in faccia e dava affetto a chiunque ne avesse bisogno. Intenerì il gelido cuore di Heeseung, quando un giorno gli offrì un po' della sua merenda, siccome era rimasto senza, dopo che degli studenti glel'avevano presa, ci rimediò anche un occhio nero. Rimase colpito da quel gesto, nessuno era mai stato tanto carino con lui, nemmeno i suoi amici. In quella circostanza, allora, abbandonò il se stesso chiuso e diffidente.
Anche l'aspetto fisico non era da meno: aveva delle guanciotte larghe e morbide, occhi stretti e scuri, la boccuccia sottile e i capelli mori, liscissimi e morbidi. Era veramente adorabile.
"Mi spiace, spero si riprenda." Fece Sunghoon deluso.
Si girò per lasciare l'aula, quando si fermò un attimo, rimuginò un po', poi chiese:
"Solo per curiosità: lui è sempre così... Freddo?"
I tre annuirono.
"Sì, è sempre stato così, neanche noi non ne sappiamo il vero motivo. È fatto così, anche se qualche anno fa era più socievole." Raccontò Ni-ki.
"Diciamo che non si fida quasi di nessuno." Continuò Sunoo.
"Ah capito... Voi siete?"
"Io sono Kim Sunoo."
"Io Yang Jungwon."
"Nishimura Riki, hajimemashite!"
Sunghoon sorrise, fece un passo indietro e si piegò, dando origine ad un inchino.
"Hajimemashite!" (Dal giapponese: piacere di conoscerti).
Ni-ki si entusiasmò ancora di più: il principe del ghiaccio in persona gli aveva appena rivolto la parola, in più conosceva il suo nome ora.
"Ni-ki, respira! Hahaha." Scherzò Jungwon, nel vedere l'amico che sembrava sul punto di svenire, come se avesse appena incontrato Michael Jackson in persona che ormai era diventato il suo secondo idolo.
A Sunghoon scappò una risatina.
"Questo pomeriggio siete liberi per caso?" Chiese.
Si guardarono a vicenda.
"Domani abbiamo la verifica di fisica, ci spiace." Lo informó Sunoo.
A Jungwon si illuminò il viso.
"Ho un'idea: dopo scuola ci troveremo a casa mia per studiare, vuoi unirti a noi?"
"Certo!"
"E ti invitiamo in anticipo all'ipotetica festa che faremo, se Ni-ki prenderà la sufficienza."
"Grazie!" Esclamò Sunghoon emozionato.
Nessuno gli aveva mai parlato così, di solito erano tutti molto timidi in sua presenza e riusciva ad avere una conversazione sensata con qualcuno di rado, di solito la gente balbettava e perdeva ogni capacità cognitiva.
Suonò la campanella: l'intervallo giunse al termine...
***
"Hey, Hee, ti ho portato del ghiaccio."
Ormai non voleva più sentire nominare quella parola.
"Grazie, Seoho."
"Come ti senti?"
"Come un martello sul cranio."
Buttò la borsa gelata in fronte, rabbrividì.
Il telefono vibrò.
"Ma chi sarà mai?!" Fece sarcastico.
"Chi è?"
"Solo uno scocciatore che ha deciso di assillarmi." Spiegò.
Il fratello lo guardò interessato, voleva saperne di più.
"Uuuuuh e come si chiama?"
"Sunghoon."
"Non ci credo... Il principe del ghiaccio! Non dirmi che è interessato a te!"
"I miei amici mi hanno detto che mi trova carino... Seoho, lo sono veramente? E poi a tal punto da piacere a una persona come lui?" Chiese serio.
"Heeseung, tu non sei per niente carino... Tu sei adorabile."
"Grazie! Non mi hai mai detto una cosa del genere."
"Ora, però, non farci l'abitudine."
Il ragazzo, poi, prese in mano il cellulare e lesse il messaggio, non si era sbagliato sul mittente.
"Stai bene?"
"Sì, a parte il mal di testa." Gli rispose.
Seoho cercò di sbirciare la chat incuriosito.
"Che carino! È in pensiero per te." Commentò compiaciuto.
"Ma sta'zitto! È da ieri che mi perseguita."
"In che senso?"
"In biblioteca: dove gli sono caduto addosso per quella scaletta del cavolo, in corridoio: l'ho urtato per sbaglio e, non so come, siamo finiti in terra con io sopra di lui, infine alla pista: un attimo prima l'ho visto, poi mi sono ritrovato faccia sul ghiaccio."
Il fratello scoppiò a ridere.
"Che ti prende? Che c'è di tanto divertente?"
"Hee, lo conosci solo da un giorno e già te ne sei innamorato?!"
"Assolutamente no!" Urlò offeso e arrossì.
Successivamente si rifece serio e si alzò dal letto, camminò verso la porta.
"Ti lascio solo col tuo ragazzo al telefono, io devo studiare. Ciaoo!"
Uscì subito dopo. Heeseung fu di nuovo solo nella stanza.
"Il mio ragazzo? Ma col cazzo! Neanche se fosse l'ultima persona sulla faccia della terra." Ribatté infastidito.
Chiuse un attimo gli occhi per riposare un attimo. Il dolore alla testa si era leggermente affievolito. Intanto la sua mente vagava, a suo malgrado, in pensieri non tanto piacevoli per lui: non riuscì a togliersi dalla testa la bell'immagine di Sunghoon. Si immaginò, d'un tratto, di dargli un bacio.
Appena si creò nella sua mente quell'immagine, non riuscì più a dimenticarla, gli rimase impressa come un ricordo. Riaprì di scatto gli occhi e si rigirò ripetutamente nel letto, tentò pure di pulirsi la bocca e la lingua con un fazzoletto, nel tentativo disperato di cancellare quello che aveva appena creato inconsciamente e che gli faceva così tanto ribrezzo.
Si fermò e prese a guardare il soffitto, affondò le mani nei capelli e se li scompigliò tutti dal nervoso.
Rimuginava così tante cose, tra cui mille maledizioni da lanciare contro quel ragazzo che fece infrazione persino nei suoi pensieri, oltre che nella sua vita.
Ed ecco un'altro messaggio. Tornò in lui e lo lesse.
"È per la caduta di ieri, vero?"
"Penso di sì."
Visualizzò subito.
"Sai... Senza di te alla pista, pattinare non è la stessa cosa... Non c'è divertimento."
"Ok?"
"Quindi vorrei tanto pattinare con te." Concluse.
Heeseung aveva già capito, dove sarebbe andato a parare ed era pronto a rifiutare.
Stava già digitando la parola "no", quando...
"Dopo andiamo dove vuoi tu."
"Mi stai scroccando un appuntamento?"
"Diciamo di sì."
Lunga pausa di riflessione, intanto cancellò il messaggio che stava per inviare e lo sostituì con un:
"Ci penserò."
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro