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2. Il numero di telefono.

"Lee, perché ci hai messo così tanto?" Chiese la prof nervosa.

"Il dizionario era troppo in alto, un ragazzo mi ha aiutato, così ho tardato un po'." Spiegò Heeseung col fiatone per aver corso dalla biblioteca alla classe.

"Sì sì come no... Va' a sederti."

Obbedì, posó il vocabolario sulla cattedra e si diresse verso il banco, si accasciò sulla sedia e tirò un sospiro di sollievo.

"Hai fatto la maratona?"

"No, ho solamente corso su per una rampa di scale."

"Non si direbbe, sei tutto rosso." Gli fece notare l'insegnante.

Si toccò la faccia confuso e si sentì le guance bruciare, come se avesse la febbre.

Subito dopo qualcuno bussò alla porta, distraendo l'attenzione di tutti gli studenti della classe. Dopo l' "avanti" la porta si aprì ed entrò sempre il bellissimo ragazzo di prima. Heeseung arrossì ancora di più nel vederlo.

"Ancora lui?! Ma cos'è?! Una persecuzione?" Pensò e cercò di distogliere lo sguardo, per non farsi riconoscere.

Malgrado i suoi tentativi di nascondersi, Sunghoon guardò proprio lui, nessun'altro in quella stanza.

La maggior parte degli studenti si misero a bisbigliare tra loro entusiasti, altri sospirarono con gli occhi a cuoricino.

"Park, che cosa ti serve?"

"Niente di ché, ad un ragazzo è caduto il telefono e gliel'ho riportato."

Heeseung sollevò lo sguardo e si mise a frugare tra le tasche, effettivamente il suo cellulare mancava. Evidentemente non ci aveva fatto caso, quando era caduto.

Si alzò in piedi.

"È mio." Affermò.

Sunghoon, allora, venne verso il suo banco, quando ci fu davanti, allungò la mano con l'oggetto.

Lo prese senza esitare e lo accese, gli uscì fuori una schermata bianca con una tastiera e un numero di cellulare appena salvato, come nome del contatto c'era "the ice prince" e un emoji di un occhiolino. Da canto suo, rifece quel suo solito sorrisino amaro e gli lanciò un occhiata infastidita.

"Chiamami."

"Neanche se mi paghi." Ringhiò sempre più innervosito.

"Fa' come vuoi... Posso almeno sapere il tuo nome?"

"No." Rispose secco.

Senza più dire niente, gli girò le spalle, salutò e se n'è andò.

Rimasero tutti esterrefatti dal comportamento freddo di Heeseung, nei confronti del ragazzo che ipnotizzò ogni studente.

"Che c'è? Perché mi guardate così?"

Ni-ki stava per intervenire, ma fu trattenuto dalla voce della prof.

"Adesso basta, regazzi! Lee, siediti e vai a pagina 176." Ordinò.

Passò un minuto di silenzio, giusto il tempo per prendere il libro e mettere da parte tutto l'accaduto.

"Bene, ora iniziamo a parlare del perfetto, spero che abbiate studiato i paradigmi, perché vi serviranno."

Mezz'ora passò molto lentamente e Heeseung non riuscì minimamente a concentrarsi, pensava solo a quella caduta. Non si era mai sentito così tanto in imbarazzo. Maledì la scala arrugginita e la prof che lo aveva mandato a prendere quello stupido dizionario che, tra l'altro, non era mai stato aperto per tutto il tempo.

Il telefono vibrò nella tasca, lui, cercando di non farsi scoprire, lo prese e lo accese, gli era arrivato un messaggio, lo aprì e s'innervosì ulteriormente.

"Hey! Sei libero oggi?"

"Come hai avuto il mio numero?"

Visualizzò immediatamente.

"Ho i miei segreti."

Non rispose e fece per spegnere, quando ne arrivò un altro.

"Sei libero oggi?" Richiese.

"No."

"Peccato, nel caso io sarò alla pista di pattinaggio."

"Non m'importa. Ora fammi seguire la lezione."

"Guarda che hai deciso tu di rispondermi."

Nel mentre la prof si avvicinò al suo posto e smise di spiegare, sbuffò e gli strappò il telefono dalle mani. Lui la guardò impanicato.

"Lee Heeseung, 2 e questo coso lo rivedrai più tardi."

"Maledetto scocciatore, mi ha fatto prendere un 2, ma cosa vuole da me?!" Pensò e spezzò la matita dalla rabbia.

***

"Heeseung, si può sapere perché hai trattato così Sunghoon?!" Lo rimproverò Ni-ki.

"Perché è veramente un presuntuoso, odio i tipi come lui."

"Sempre con questi pregiudizi! Ti rendi conto che gli interessi? Ti ha anche dato il suo numero. Secondo me ti trova carino." Intervenì Jungwon nella discussione.

"Davvero sono carino?" Diventò timido e insicuro tutto d'un tratto.

"Certo!" Fecero in coro e Heeseung arrossì.

"E tu oggi devi venire alla pista con noi." Gli ordinarono.

"Assolutamente no! Non voglio più vederlo."

"Addirittura?! Sei esagerato."

"Tu, Wonie, non hai idea di quello che è successo in biblioteca..."

"In biblioteca? Era lui il ragazzo che ti ha aiutato? Che è successo? Racconta!" Lo interruppe l'altro amico.

"Ni-ki, smettila, fallo parlare." Lo ammonì Jungwon.

"Il dizionario stava in alto, abbiamo preso una scala, ci sono salito, solo che si è spezzato un piolo e io gli sono caduto addosso." Raccontò, per poi coprirsi la faccia con le mani per l'imbarazzo. Infine concluse con un:

"Che figura!"

"Sei veramente tragico." Commentò Ni-ki.

"Sai quanto avrei voluto essere al tuo posto? Deve essere bello stare tra le sue braccia." Continuò fantasticando.

"Se ti piace così tanto, è tutto tuo. Provaci tu con lui, io non ci voglio avere niente a che fare."

"No no, lui è troppo per me, si vede da lontano un miglio che vuole te, invece."

"Non essere ridicolo, ci siamo parlati solo una volta, non mi conosce."

"Amore a prima vista." Disse Jungwon.

Heeseung fece una smorfia schifata, arricciò il naso e ribatté con un: "bleah".

"Tu stai troppo tempo con Sunoo, stai diventando schizzinoso come lui hahaha." Scherzò Ni-ki.

Stavano passeggiando lungo i corridoi da un po' di tempo, quando suonò la campanella: l'intervallo era finito. I tre si guardarono perplessi e si convinsero che era meglio iniziare a correre, essendosi allontanati parecchio dalla classe.

"Sbrighiamoci!" Esclamò Jungwon, che fu il primo a darsela a gambe, seguito dagli altri due.

Era così facile perdersi di vista in mezzo a tutta quella gente. Infatti Heeseung, rimasto in dietro, non li vide più, ma non si fermò, accelerò l'andatura, invece.

Corse alla cieca in mezzo a tutti quegli studenti, finché non si distrasse un attimo e urtò contro qualcuno. Perse l'equilibrio e, senza che nemmeno se ne rendesse conto, si ritrovò a terra, qualcosa attutì la caduta... Aveva un bruttissimo presentimento.

Cercò di elaborare l'accaduto, ma era talmente confuso che non capiva più niente, fu una giornata assurda per lui. Sentiva dei respiri, aprì gli occhi, realizzò che la sua faccia era vicinissima ad un'altra e casualmente le labbra si erano quasi toccate, guardò meglio quel viso, non poteva crederci...

"Ancora tu?!"

Sorrise.

"Non so neancora il tuo nome e già mi baci?" Tubò.

"S-scusami, non volevo." Arrossì sempre di più e ansimava.

Heeseung balzò in piedi come una molla e fece qualche passo in dietro.

"S-stai bene?" Balbettò a disagio.

"Certo, non preoccuparti." Rispose Sunghoon, alzandosi e sempre mantenendo quel sorrisino compiaciuto.

In quei pochi secondi, si era radunata una folla intorno a loro, tutti gli studenti avevano ripreso la scena con i cellulari.

"Merda! Non ci voleva!" Ringhiò a denti stretti, prima di scappare via per raggiungere i due amici.

Era la seconda volta che gli accadeva in un giorno. E se il destino gli stava facendo qualche scherzo? Oppure era stato tutto programmato per farli incontrare? Effettivamente tutti quegli avvenimenti non potevano essere solamente una coincidenza.

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