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19. Per i corridoi.

"Wonie..."

"Sì, Sunoo?"

"Voltati."

Obbedì.

"Jay... Che c'è di strano?"

"Ti stava guardando."

"Non essere ridicolo!" Lo ammonì immediatamente.

"Dico sul serio."

"Stava guardando te probabilmente; piaci a tutti." Ipotizzò Jungwon.

Arrossì, poi riprese a mangiare.

Rimpugnò le bacchette e afferrò un bel pezzo di pollo fritto, lo guardò per un attimo... Certo che il cibo della scuola non era proprio invitante.

"L'aspetto non è dei migliori..."

Assaggiò, prima di fare una smorfia che fece sputare il riso a Sunoo che scoppiò a ridere.

"Che c'è di tanto divertente?! Sa di tutto tranne pollo!"

"Dovevi vedere la tua faccia!"

"Sta' zitto! Mai più! Com'è il tuo riso invece?"

"Insipido... C'è della salsa di soia?"

"Mica siamo al sushi hahaahha."

"Hai ragione... Fammi assaggiare il pollo."

Si allungò per prenderlo.

"Tutto tuo."

Sunoo si avventò come un aquilotto affamato e ne prese un bel pezzo, lo divorò in un nano secondo, riempiendosi le guanciotte... Che adorabile! I suoi occhi sembravano sorridere al posto suo.

Masticò per un po'... E riecco la sua solita faccia schifata! Non c'è espressione più iconica per lui.

"Questo non è pollo!" Commentò.

"Ma certo che lo è; cresciuto in allevamenti intensivi... A Chernobyl."

Momento di silenzio, poi entrambi scoppiarono nuovamente a ridere.

Ci fu un momento in cui nella mensa riecheggiarono solo le loro voci.

"Basta o ci sbattono fuori." Fece Jungwon, tornando nuovamente serio.

Ad un certo punto entrò un ragazzo che entrambi conoscevano molto bene. A Sunoo si rivoltò lo stomaco e non per il cibo.

"Guarda guarda chi c'è!" Commentò innervosito.

"Ma non è stato sospeso per quello che è successo ieri?"

"Wonie, quello è l'essere più manipolatore che esista, è riuscito a corrompere pure il preside della scuola che non gli ha dato punizioni."

"E Sunghoon?"

"Sarà sospeso per tre giorni; tornerà giusto in tempo per la gita."

"Maledetto bastardo! Non è giusto che l'abbia fatta franca! Se solo potessi mettergli le mani addosso!" Ringhiò Jungwon.

"Gli esseri come lui mi fanno proprio schifo!"

L'amico allora posò le bacchette e si avvicinò. Abbassò la voce.

"Qualche anno fa lui ci ha provato con me, anche se stava ancora con Heeseung, io ho tentato di avvisarlo, ma non mi ha creduto."

"Stronzo!" Rispose Sunoo adirato.

Si staccarono e tornarono ai loro pasti.

"Chi lo finisce il pollo?"

Jungwon lo guardò malissimo, non voleva nemmeno vederlo.

"Wonie..."

"Eeeh?"

"Jay ti sta di nuovo guardando."

"Sunoo, la finisci con queste cazzate?!"

"Ma è vero! Guarda!"

Si girò leggermente scocciato... I loro occhi si incrociarono... Trasalì e il suo cuoricino perse un battito nell'esatto momento in cui quel ragazzo stupendo gli fece l'occhiolino, per poi abbozzare un espressione compiaciuta e a dir poco magnetica.

"Che sfacciato!"

"Ma ti piace."

"Assolutamente."

"Allora, amico mio, fatti avanti... Diglielo."

"MA TI È ANDATO DI VOLTA IL CERVELLO?!" Gridò per sbaglio.

"Perché non dovresti, scusa? Che hai da perdere?"

"La mia dignità."

"Wonie, non ti preoccupare di quella, l'hai già persa."

"Grazie, Sunoo, ne avevo proprio bisogno!"

"Prego! Hahahaha." Scherzò sempre più divertito. Si alzò.

"Dove vai?"

"Adesso tu, Wonie, ci vai a parlare."

"Nei tuoi sogni."

"Avanti."

Jungwon si inchiodò alla sedia e non si mosse, come pietrificato.

Sunoo allora provò a farlo cadere, inclinandola, scuotendola... Niente da fare.

"Guarda! Un gattino!"

Si staccò immediatamente e balzò in piedi. Quello era il suo vero punto debole.

"Dove?!"

Lo afferrò per le spalle, lo fece girare verso il ragazzo seduto a qualche tavolo più avanti e lo spinse.

"Forza! Fatti avanti."

Jongsong sollevò lo sguardo e gli sorrise, gli indicó con gli occhi la sedia vuota accanto a lui per invitarlo a prendere posto.

Jungwon andò nel panico e si voltò verso l'amico, era in preda alla disperazione.

"Avanti!"

Esitò ancora, intanto indugiò ad osservare il suo viso largo e meraviglioso. Deglutì, tirò un sospiro profondo e andò.

Avanzò tra i tavoli col cuore il gola e il sudore che gli scorreva in fronte.

Arrivò e si sedette, tirò un sospiro e si girò a guardarlo, sempre più intontito dalla sua vista.

"C-ciao." Balbettò.

"Hey! Tu sei Jungwon, giusto?"

"S-si."

Jay si avvicinò per esaminarlo meglio, il suo sguardo era dolce e lo catturava come un magnete.

"Incredibile..." Borbottò.

"Cosa?"

"Da vicino sei ancora più adorabile."

Le guance di Jungwon quasi andarono a fuoco dopo quella frase.

"G-grazie... E tu sei stupendo." Dopo questa risposta patetica voleva seppellirsi ma il ragazzo sorrise timidamente. Si morse la lingua fino a farla sanguinare.

"Senti... Ti volevo chiedere una cosa."

"Sì... Dimmi pure."

"Dovrei andare in laboratorio dopo, mi ci accompagneresti? Faccio fatica ancora ad orientarmi in questa scuola."

"C-certo."

Gli suonava strano, siccome c'erano stati solo due ore prima... Che se lo fosse dimenticato? E poi che ci doveva andare a fare?

"Ottimo!"

Afferrò il bicchiere e bevve frettolosamente. Intanto Jungwon osservava interessato il modo in cui le sue labbra si bagnavano. Non aveva mai invidiato del vetro e questo lo divertiva.

Il pomo d'Adamo andò su e giù ad ogni sorso, ogni volta che deglutiva.

Quando anche l'ultima goccia scomparve dal bicchiere, Jongsong lo posò sul tavolo.

"Andiamo?"

"O-ok..." Rispose Jungwon ancora rapito dalla vista del suo profilo alquanto singolare: la mascella appuntita, naso tondo e che scendeva ben dritto, orecchie somiglianti a quelle di un folletto e mento lieve ma leggermente acuminato, giusto appena appena. Tutto il suo viso sembrava già studiato ed elaborato nei minimi dettagli.

Uscirono dalla mensa e salirono le scale.

"Facciamo il giro più lungo." Propose Jongsong.

"Non mi avevi detto che non conoscevi la scuola?"

"Infatti."

"Allora come fai a sapere che ci sono più modi per arrivarci?"

"Sei perspicace... Andiamo di qui."

Gli indicó un corridoio.

"Ma non si va di qua."

"Te l'avevo detto che non so orientarmi."

"Segui me; faremo prima."

Il ragazzo non lo ascoltò e si avviò dritto per quella strada. Jungwon gli venne dietro.

"Sei testardo... Jay, faremo prima..."

"Non è la mia intenzione... Facciamo il giro lungo." Lo interruppe.

"Come vuoi... Ma perché vuoi farti accompagnare se sai già la strada?"

"Non ti sembra ovvio?"

Scosse la testa.

"Voglio passare del tempo con te, ecco tutto."

Jungwon si fermò ed arrossì.

"Che hai?" Chiese Jongsong.

"Con me?!"

"Sì esattamente."

Era ad un passo dal delirare e gridare di gioia, non poteva crederci.

"Ti prego, potresti ripetere?" Domandò, giusto per essere sicuro di aver sentito bene e di non esserselo immaginato.

"Certo... Mi piacerebbe stare con te, Yang Jungwon, per più tempo possibile."

Le sue parole uscirono così dolci dalla sua bocca.

"Ci conosciamo solo da due giorni..."

Jay allora si avvicinò a lui e gli afferrò la mano.

Wonie intanto era nella confusione e in quel momento che sentiva quel calore attorno alle dita, stava anche peggio di prima.

Si sporse verso il suo orecchio e sussurrò:

"E io credo già di amarti."

Il suo cuore sussultò... Le sue parole lo fecero fremere. Si sentì come se avesse appena corso la maratona: respirava a fatica.

Jongsong gli diede un bacino sulla guancia, si staccò e riprese a camminare.

"Che fai? Vieni? Non ti mangio mica."

Jungwon esitò un attimo, lo guardò perso, con gli occhi spalancati e due dita a toccare il punto di contatto che aveva appena avuto con quelle labbra così morbide e perfette.

Lo raggiunse a passo svelto e questa volta fu lui a prenderlo per mano e insieme si incamminarono verso quel benedetto laboratorio.

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