18. Tra le sue braccia ancora una volta.
Dal buio più totale, una luce lo destò. Pian piano sentì le forze tornare nel proprio corpo.
Riaprì lentamente gli occhi e mise a fuoco l'immagine del soffitto di... Era l'infermeria della scuola, la riconobbe solo dopo un po', giusto il tempo per elaborare.
La sua testa era fasciata con delle bende e ad un certo punto fu scosso da un brivido... Era ghiaccio liquido, ci stava appoggiato con la nuca.
Si girò di lato verso tutta la stanza, composta solamente da qualche lettino allineato, un lavandino, uno scaffale e una scrivania. Tutto l'ambiente era ben illuminato dal sole che, ormai al tramonto, rendeva i colori, di solito spenti di quel luogo, molto più vivaci e caldi.
Lo vide chiaramente: in piedi che si stava avvolgendo le braccia con le bende, il suo viso era coperto da tagli e portava della garza sulla fronte. Il suo dolce faccino brillava nei raggi. Heeseung ne fu ipnotizzato... Osservò i suoi movimenti delicati e i tratti ben illuminati.
Il ragazzo si sentì spiato e si voltò verso di lui, sorrise, si avvicinò al lettino e si chinò.
"Come stai?" Chiese.
"Bene... Che hai fatto alla faccia?"
Sunghoon si toccò le guance doloranti.
"Hai fatto a botte?!" Continuò Heeseung.
Annuì.
"Sei veramente uno scemo! Non dovevi farlo."
"E dovevo stare lì a guardare mentre ti strozzava?"
Non rispose subito... Esitò a oltranza, non trovava le parole giuste per ribattere, poi si rese conto che aveva ragione e che il ragazzo di fronte a lui sarebbe stato capace di fare qualsiasi cosa pur di proteggerlo.
Raccolse tutte le forze che gli erano rimaste per alzarsi ma barcollò, era ancora molto debole e le gambe cedettero al suo peso. Cadde tra le braccia del pattinatore.
"Grazie, Sunghoon." Lo strinse a sé.
Neanche una parola uscì dalla sua bocca, era troppo impegnato a sorreggerlo per evitare che cadesse.
Ci volle qualche attimo o persino minuto, infine mormorò:
"Guarda come ti ha ridotto... Non ti reggi nemmeno in piedi."
Gli accarezzò i capelli liscissimi.
Heeseung sorrise e chiuse gli occhi, abbandonandosi al momento, mentre sentiva quelle dita delicate scorrergli a fior di pelle. Le carezze erano di gran lunga meglio delle botte, su questo ne era certo, quelle non facevano male e non ti segnavano il corpo di lividi.
Un tempo una cosa del genere lo avrebbe fatto scattare come un cerbiatto impaurito che teme anche solo il più vicino contatto con un essere umano, ma in quel momento si sentì protetto e soprattutto amato, una sensazione a lui quasi ignota.
Certo che avere proprio Heeseung tra le braccia è un privilegio per pochissimi: i suoi amici e adesso anche per il principe del ghiaccio.
Nel cuore del ragazzo il disgelo e pian piano venne a galla tutto il dolore che nascose in molti anni... Pianse.
Pianse per tutto l'odio che provava, pianse per la sua vita andata in frantumi, pianse per l'amore che riservava ancora per l'ex e che avrebbe tanto voluto mascherarlo con l'odio, il quale allo stesso tempo associava al suo nome per lui impronunciabile, per i tagli, i tradimenti lasciati impuniti, per tutto quel masochismo e soprattutto per la sua incapacità di poter tornare felice.
"Scusami, Sunghoon, ti ho trattato malissimo... Perdonami."
"Come potrei essere arrabbiato con te?!"
"Sei serio?! Ti ho rifiutato, preso in giro, illuso, piantato in nasso..."
"Non è stata colpa tua... Non potrei mai essere in collera con te."
"Sì invece... Sono proprio uno stupido!"
Sunghoon gli toccò le guance bagnate di lacrime, facendogli sollevare la testa. Il suo viso era completamente zuppo e gli occhi gonfi.
Smise di singhiozzare e lo guardò dritto negli occhi, per poi afferrargli dolcemente i polsi. Il contatto tra la sua pelle e i polpastrelli lo risollevò e d'un tratto si perse in quegli occhi larghi e scuri. Si sentiva come nell'attimo in cui fece una piroetta: un sentimento unico e mai provato prima, indescrivibile.
"Hee, non sei affatto uno stupido... Anzi... Credo che tu sia più intelligente di me."
"Ma smettila!" Borbottò imbarazzato.
Passò un momento di silenzio dove tutto quello che potevano fare era osservarsi l'un l'altro, stretti da un caldo e lungo abbraccio.
"Tra poco ho una gara, credo che..."
"Aspetta un attimo, ti prego." Lo interruppe Heeseung, leggendogli nel pensiero.
"B-buona fortuna." Mormorò infine.
Allora Sunghoon sorrise e prese ad avanzare lentamente con la testa. Sentiva che quello era il momento giusto per tentare... O adesso o mai più.
Heeseung lo fissò con occhi spalancati mentre si avvicinava sempre di più. Il cuore prese a battere freneticamente. Non si tirò indietro ma lo lasciò fare; in effetti non aspettava altro.
Iniziò a sporgersi anche lui quasi in maniera impercettibile, piegò leggermente la testa e socchiuse gli occhi. Sembrava come un lancio verso il vuoto.
Le loro labbra si sfiorarono ed entrambi poterono sentire i loro respiri.
Heeseung era sul punto di tirare le braccia di Sunghoon a sé e baciarlo, provare finalmente quel piacere, quando sentirono la maniglia girare. Si staccarono di colpo e lui si risedette sul lettino.
La porta si aprì...
"Hee! Sei sveglio!" Esclamò Sunoo risollevato.
Si ammutolì.
"Avevo interrotto qualcosa?"
I due si lanciarono uno sguardo di complicità.
"No no, tranquillo." Rispose Sunghoon, ancora rosso in viso.
"Dovevo già andare comunque... Ciao!" Concluse ancora più in imbarazzo e scappò fuori, dritto alla pista di pattinaggio.
Cazzo! Non avrebbe più scoperto che sapore avesse il fantomatico principe del ghiaccio, già ne aveva ipotizzato uno...
"Saprà di miele?"
"Eeh?" Fece l'amico confuso.
"Miele..."
Inarcò il sopracciglio.
"Lascia stare."
"Sei strano, Hee."
"Labbra di miele... Saranno veramente così?" Fantasticò, sdraiandosi sul lettino.
"Terra chiama Heeseung! Ci sei?"
"Sì sì ci sono, rompiscatole!"
Rimuginò un po' sulle sue parole.
"Perché miele?"
"È il nettare degli dei..."
Sguardo ancora più confuso.
"Avanti! Sunghoon è un fottutissimo dio."
"Aaaah parlavi di Sunghoon!"
"Ma buongiorno, Kim Sunoo! Benvenuto fra noi!"
"Scusa, non avevo capito!"
"E ha uno sguardo! Dovrebbe essere illegale in molti paesi." Fantasticò ancora.
"Non ti avevo mai visto così... Perso."
"Sunoo, credo che lo amo." Concluse.
"Non mi dire! Non l'avevo mica capito!" Fece sarcastico.
"Tra quanto ci sarà la gita al lago ghiacciato?" Heeseung cambiò argomento.
"Tra qualche giorno."
"Che bello! Così scappo e vado a pattinare."
"MA SEI MATTO?! SE TI SCOPRONO SEI ESPULSO!" Gridò.
"Calma, escogiterò qualcosa... Tu potresti coprirmi?"
"Certo, gli amici servono a questo."
Il telefono di Sunoo vibrò e lui lo accese.
"Scusami, devo andare... Ni-ki mi aspetta."
Si diresse verso la porta, l'aprì e si girò verso l'amico.
"Buona fortuna col tuo principe del ghiaccio!" Disse compiaciuto, prima di levare il disturbo.
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