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12. Esci dalla mia vita.

"E per evitare che succeda ancora una cosa del genere, ti accompagnerò a casa." Propose deciso.

"Non..."

"Non era una domanda... Andiamo, ti porto a casa."

Heeseung era pronto a obbiettare, poi si rese conto che era effettivamente quello che voleva.

"Se devi."

Sunghoon sorrise e gli afferrò la mano.

"È verde, andiamo."

Iniziò a camminare con passo spedito e il ragazzo gli venne dietro.

"Ma non si va di qui."

"Ti porto prima a mangiare qualcosa, non hai fame?"

Momento di silenzio.

"U-un po'."

"Allora ti porto in un posto dove si mangia sul tetto, è veramente spettacolare."

"So già che costerà un rene."

"Non per me, tranquillo."

"Va bene, ma non facciamo tardi."

"Certo."

Il sole era ormai oltre il crepuscolo e i lampioni iniziarono ad accendersi uno per uno, illuminando le strade di una lieve luce bianca.

Heeseung fu scosso da un brivido: la temperatura stava scendendo.

Sunghoon si tolse la sua felpa larga e gliel'avvolse intorno alle spalle come una coperta.

Sentì subito il contatto di quel cotone così morbido con la sua pelle, quel profumo così dolce e soprattutto il suo tepore così piacevole.

Non provava una tale sensazione da molto tempo ormai. Forse Ni-ki aveva ragione sul fatto che fosse veramente un bravo ragazzo, tuttavia non voleva abbassare la guardia.

"Mi dedicheresti mai una poesia?" Chiese, prendendo il principino alla sprovvista.

Ci pensò un attimo.

"Non ci avevo mai pensato... Non è nel mio stile."

Sospiro di sollievo.

"Bene, meglio."

"Perché? Non ti piacciono le poesie?"

"Sì, è solo che..."

"Che?"

"Niente... Non farci caso, pensavo."

"All'ex?"

"Ma come hai fatto?!"

"Intuizione."

Non rispose, rimuginava così tante cose. In effetti non riuscì del tutto a dimenticarlo, malgrado lo avesse trattato come un oggetto.

"Provi ancora qualcosa per lui?"

"Non so... Forse."

"Dopo tutto quello che ti ha fatto?! Ti ha anche mandato all'ospedale!" Queste parole gli uscirono di bocca senza che nemmeno ci facesse caso, il motivo era piuttosto chiaro.

"Adesso tu mi devi spiegare chi te l'ha raccontato!"

"Sunoo."

Heeseung smise di camminare e il suo viso divenne scuro di rabbia.

"GLI AVEVO DETTO DI NON DIRLO A NESSUNO!" Quasi gridò.

"L'ha fatto perché ti vuole bene ed era preoccupato."

"Da quando in qua siete diventati così intimi voi due?! FORSE PER PARLARE DI ME QUANDO NON SONO PRESENTE?!"

"Sai che non è vero."

"A no?!"

"No, Heeseung, sono stato io a chiedergli di te ed ho anche insistito, mi spiace."

"Perché?!"

"E me lo chiedi?! Perché ti amo ed ero preoccupato, come anche Sunoo, del resto."

"E perché mai?! Vi volete mettere in testa che sono ancora vivo?!"

"Non è questo il punto... Heeseung, tu torneresti col tuo ex, ammettilo. Ce ne siamo accorti tutti ormai, è per questo che mi rifiuti, PERCHÉ HAI ANCORA QUEL SADICO PER LA TESTA!" Ora fu Sunghoon a gridare, la sua gelosia andava peggiorando.

"E VA BENE, SÌ, È COSÌ."

"Ecco come stanno le cose, ti fa schifo anche solo l'idea di tornare ad amare, perché pensi ancora a lui."

"Adesso, però, non mi fare tutta la seduta dallo psicologo, che non ne ho bisogno."

"Ne sei proprio sicuro?"

"Che cosa stai insinuando?"

"Che sei un masochista, Heeseung, ti prego, fatti aiutare."

"Ma ti fai gli affari tuoi? Se mi manca sono problemi miei."

"TI MANCA ESSERE TAGLIATO, PICCHIATO E UMILIATO?! Ti prego, ragiona, questa cosa ti può uccidere."

Successivamente si sfilò il felpone e glielo porse.

"Basta, non voglio più sentirti, ti prego di non interferire mai più e di uscire dalla mia vita." Concluse, si girò e fece per andarsene, ma il braccio di Sunghoon lo trattenne.

"Ti stai facendo del male, lo sai questo?"

"Lasciami stare."

"Come vuoi, ma ti prego di comprendere me e soprattutto Sunoo."

Non rispose e si liberò dalla presa, per poi scappare via.

Sunghoon si morse la lingua ripetute volte. Ma che gli è saltato in mente?! Almeno è riuscito a colpire nel segno col nostro freddissimo cerbiatto. Comprese tutta la situazione e non se la prese con lui, non era colpa sua dopotutto. Jake lo aveva avvertito che non sarebbe stata semplice l'impresa e ora ne capiva le ragioni. Neanche le "dodici fatiche" erano così difficoltose, eppure Sunghoon non aveva alcuna intenzione di gettare la spugna, in effetti lo doveva aiutare in qualche modo ad aprire gli occhi e guardare in faccia la realtà.

"Lo so che anche tu mi ami, quanto tempo dovrà passare perché tu te ne accorga?"

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