"Cristo Simò, ma con te ogni stagione è 'na preoccupazione, santo Dio sto a soffri' d'ansia appresso a te".

Simone vorrebbe tanto, ma tanto mandarlo affanculo, ma si sente talmente a terra che non riesce neanche ad aprire gli occhi.

Manuel sistema meglio il cuscino sotto le sue caviglie, poi passa una bottiglietta d'acqua fredda sui suoi polsi e sulle tempie.

Gli lascia un bacino delicato sul mento e prende posto accanto a lui, il ventilatore puntato addosso e il barattolo del sale sul comodino. Manuel ne prende un paio di granelli e li avvicina alle labbra del più piccolo, "Apri".

"Mh"

"Mh n'cazzo. Non so se è chiaro che m'hai fatto prende n'infarto prima, te magni tutto er sale che serve pe' farti risali' a pressione adesso. Apri, forza. Non farti tappare il naso"

"Bastardo".

La tapparella è abbassata quasi completamente e la stanza è in penombra, Simone aspetta che il sale gli si sciolga sotto la lingua con impazienza, le dita di Manuel che disegnano piccoli cerchietti sulle sue tempie per scaccia via il mal di testa.

"Grazie"

Manuel lo bacia di nuovo, però all'ango delle labbra, e si fa più vicino, "Meglio?"

"Un pochino".

"Restiamo ancora un po' così? Vuoi qualcosa?"

"Solo che resti qua".