Manuel.

Manuel, perché semplicemente non riesce a tenere le mani a posto, perché Simone è sempre così maledettamente bellissimo in ogni piccola, piccola, piccolissima cosa che fa che Manuel si sente sempre impazzire.

E c'ha dei fianchi stupendi. Ci si potrebbe scrivere, dei fianchi di Simone, e Manuel ci passerebbe le ore a sfiorarne il profilo con la punta delle dita, soprattutto perché Simone trema sempre, che c'ha la pelle delicata - o forse è solo il tocco di Manuel.

E la gola. Quella gola pallida che prega solo d'essere marchiata.

E la vita stretta, le cosce sode, le gambe, le labbra- ogni cosa di Simone gli si infiltra nel cervello.

E poi Simone gli sorride, o lo guarda con quegli occhioni meravigliosi, oppure mette su quel profumo che riesce sempre ad annebbiargli la mente, si stiracchia, sospira, lo chiama per nome.

E Manuel s'è trovato più e più volte a spingerlo contro il muro d'improvviso, a tirarlo su dalle cosce, a farlo sedere sul tavolo della cucina, a divorarlo con gli occhi, e la bocca e le mani, finché Simone non s'arrende e tra le sue braccia s'abbandona.

"Manu, Manu-"

"Amore, amore mio, quanto sei bello, mi fai impazzire, quante cose ti fare"

"Manuel"

E Manuel porta quelle cosce tremanti attorno ai suoi fianchi, tira sù Simone dal sedere,

"Stringi forte Simò, oggi l'amore lo facciamo qua, vicino al muro".