168- Spuma Di Mare
Simone è cresciuto nel vizio.
Da quando ne ha memoria, ogni suo più capriccioso desiderio ha sempre trovato realizzazione quasi immediata.
Eppure non s'è mai sentito tanto amato, curato.
Ché i gesti di Manuel non sono semplice vizio, ma sentita premura, e risultano nel petto di Simone come un calore avvolgente e quasi ammirato, che di quel tipo d'amore non era mai stato né oggetto né testimone.
Non c'è porto che non veda un gioiello, un abito, una stoffa o un cibo pregiato scelto apposta per Simone; non c'è locanda che non veda la stretta protettiva di Manuel attorno ai suoi fianchi - sempre più sciolti a quelle musiche che di regale non hanno niente, ma che riempiono le vene di passione.
Non c'è soffio gelido di vento che non si faccia testimone del privarsi di Manuel del suo mantello, così che Simone non tremi.
E questa cara attenzione s'è sparsa nella ciurma intera, ché non è mera copia delle azioni del capitano, ma affetto sincero, che Simone sa farsi voler bene, e la sua dolcezza - ben bilanciata dalla sua testardaggine- ha presto fatto breccia nell'interezza di quella che, ormai, considera famiglia.
Il pensiero, però, d'essere nulla più che un apostrofo nella vita di Manuel lo tormenta, ché della sua, di esistenza, Manuel è invece divenuto il perno, con un'insistenza tanto violenta quanto imprevista e irreversibile.
E poco importa allora, che il suo giaciglio sia ormai il conforto di quelle braccia forti. Per quanto l'avvolgano, infatti, mai s'azzardano a sfiorarlo.
E di notte il suo tormento prende vita in rovi e spine che gli avvolgono la gola, e il profumo del suo amato è conforto e penitenza.
E infine cede, e il sale dell'oceano è niente rispetto a quello dei suoi occhi, e nulla s'aspetta in quel turbine d 'angoscia, ma avverte sul volto il conforto di delicate carezze.
Stretto nelle sue proprie paure, Manuel fatica a dar voce ai suoi pensieri, che il timore d'aver costretto Simone mai l'abbandona.
Ma il suo bene è priorità assoluta, e allora "per chi sono queste lacrime?" si costringe a sussurrare.
La risposta che riceve è la richiesta d'un abbraccio e il sollevarsi d'occhi tristi.
"Simone, ti prego".
"Io credo- Manuel, io credo che tu non m'ami, non come io amo te, e questa differenza stringe il mio cuore in una morsa", mormora Simone, le dita strette alla camicia dell'altro e gli occhi umidi, "ho provato a non darvi peso, che imporre sentimenti è cosa impossibile, ma non riesco quasi a respirare, ad averti così vicino senza poterti toccare".
Manuel lo bacia.
Tanto è il suo impeto che la schiena di Simone finisce contro il materasso, intrappolato sotto il suo corpo forte.
E si fa di ghiaccio soltanto per disciogliersi, abbandonandosi alla cura di quella bocca che pare voglia assaggiargli anche l'anima.
E c'è così tanta foga nelle mani che lo stringono che quasi causano dolore, ma Simone ne è appagato.
"Ero convinto non mi volessi", lamenta sommesso, e Manuel bacia piano le sue palpebre, e la punta del suo naso, e ha il sorriso nella voce, ch'è tanto vicino che Simone non riesce a vederlo.
"Sei l'aria nel mio petto e il sangue nelle vene. Ti sento sotto la pelle da quando i miei occhi t'hanno accarezzato la prima volta, quando ancora eri uno scricciolo diffidente e testardo, troppo orgoglioso per accettare il mio aiuto.
M'hai scavato l'anima Simone. O forse l'hai ritovata, o le hai mostrato luce. Non so cosa facesse, neanche se davvero ci fosse, prima che arrivassi tu. Ma a te solo è devota, ti ha scelto ancora prima che me ne accorgessi ".
...
?
(Also, apparte la mia necessita di feedback perché ciollansia, chi mi coglie la citazione di "?" vince un disegnino)
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