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Il primo pensiero di Manuel, in realtà,  risulta ad una prima impressione abbastanza pragmatico e insensibile.

Dove lo faccio dormire?

Ma lasciarlo solo è fuori discussione, e comunque non è molto freddo e Manuel può tranquillamente dormire sul pavimento, se necessario.

Sfila via il casco dalle mani del più piccolo e lo guida in casa, le luci sono spente fuorché in camera sua e ringrazia d'aver messo almeno un po' in ordine, che non avrebbe avuto la faccia tosta necessaria ad affrontare Simone messo difronte alla sua biancheria sporca lasciata sul pavimento.

Restano in silenzio, Manuel non sa bene cosa fare, non è bravo a confortare le persone e Simone sembra così triste, Manuel non ce la fa più a vederlo triste, sembra che la tristezza gli si sia cucita addosso e Manuel vorrebbe strapparla via, aiutare il cuore di Simone a respirare.

C'è The it crowd in pausa sullo schermo acceso del computer, il piccolo sfila via le scarpe e siede meglio sul letto accanto a lui, tira sù col naso e chiede di far ripartire il player.

Manuel esegue.

Immagina fosse un modo da parte di Simone per chiedergli di non dar peso al suo pianto.

E per un po' si trattiene, per rispetto, perche si sente piccolo e inadeguato, ma quando i sospiri diventano singhiozzi strozzati nel tentativo d'essere silenziosi, proprio non ce la fa più, e fanculo ogni cosa, si tira Simone in braccio e lo stringe forte.

"Simone, Simone, oi-"due dita sotto il mento per tirargli su il volto," parla con me ".

Simone è un piccolo disastro sulle sue gambe, gli si stringe addosso come meglio può.

"Non riesco Manu-non riesco. Io ci provo a essere bravo, a capirlo e ad ascoltare la psicologa, ma lui non- lui non prova a capire me, lui ha quest'immagine di me nella testa e non mi ascolta, non so- non so parlare con lui e lui continua a farmi male. Io lo so che non-che non vuole, ma è difficile-"

E prende a singhiozzare ancora più forte, Manuel riesce a sentire il calore di ogni respiro tremante contro il suo petto quando Simone vi si rifugia nuovamente.

E non sa cosa dirgli - che cos'è che lenisce le mancanze che un padre t'ha inciso nel cuore, che potrebbe mai dirgli che non sappia di superfluo o di bugia.

Allora lo stringe e basta, l'impotenza difronte alla sofferenza di Simone come penitenza, le sue cure ammenda nei confronti di quell'anima che vorrebbe soltanto proteggere.

"Ci parliamo insieme, mh? Ti ci accompagno io".

Simone scuote furiosamente il capo contro la sua spalla, si rifiuta, giura e spergiura di non rivolgergli mai più la parola, e la tristezza s'è  palesemente mescolata al sonno nei suoi lamenti biascicati.

Manuel lascia, allora, che le sue dita scivolino tra quei ricci castani in delicatissimo carezze, "lo sai che stai facendo i capricci adesso, vero Simò?"

"Anche lui li fa con me", pigola.

"E a te da sempre fastidio".

Simone sbuffa in risposta, tira sù il viso assonnato e rivela un piccolo broncio che fa tremare il cuore di Manuel, "però mi accompagni tu, si?" prega.

"Giuro".

Simone annuisce, evidentemente soddisfatto, e gli si accoccola meglio contro mentre sbadiglia, "domani però".

E Manuel non ce l'ha più il dilemma del dove mettersi a dormire, ormai è chiaro che Simone gli dormirà in braccio.

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