Continuare a riferirsi a quel piccoletto tutto pelo come miracolato pareva a Manuel un'esagerazione, quasi un' esaltazione della sua propria persona che Manuel comunque non credeva di meritare - ch'era stato lui a trovare il micetto e portarlo lì.

Eppure non c'è termine più adatto a descrivere la piccola scheggia grigia che adesso mastica tutt'allegra il colletto della maglia di Simone, ch'era stato sì un miracolo - un colpo di fortuna - bloccarsi, nel traffico e l'arsura di mezzogiorno, proprio all'altezza della grata dalla quale una zampina spuntava in un vano tentativo d'arrampicarsi.

C'erano voluti i pompieri per tirarlo -tirarla? Ancora troppo piccola per dirlo con certezza- fuori.

E una volta soccorsa, disidratata e tremante, non c'era stata esitazione in Manuel, che "la tengo io, nun me va che vada a fini' in una gabbia", prima d'avvolgerla alla bell'e meglio nell'asciugamano del mare e proseguire lentamente verso villa Balestra.

Simone, manco a dirlo, se n'era innamorato alla sola vista, strappandola dalle mani di Manuel e procedendo poi ad ignorare il maggiore per vezzeggiare di carezze quella testolina minuscola.

Manuel non se n'era dispiaciuto più di tanto, che, pur ignorandolo, Simone gli stava regalando una vista da sciogliere il cuore.

"Le starebbe così bene un fiocchetto, non credi Manu?" gli aveva poi chiesto, spostandosi dal pavimento alla sedia in vimini del patio, "un bel fiocchetto rosso".

E Manuel, che s'era limitato ad annuire e a sedere sull'altra sedia, già aveva rinunciato a tenere per sé il gattino, che Simone pareva così felice di stringerlo che la sola idea di portarglielo via gli pareva d'una crudeltà immane.

"È tuo, se vuoi tenerlo".

"Davvero Manu?" quasi urlato attorno ad un sorriso incontenibile, "può restare qui?!"

E trattenersi era parso impossibile, che sporgendosi oltre il manico della sedia le dita di Manuel erano già affondate tra i ricci pece di Simone, "certo che può restare, siete perfetti pe'sta assieme".