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Non gli è mai parso tanto opprimente il broccato alle pareti, l'opulenza dei dipinti e la ricchezza dei mobili finemente intagliati.
La seta sulla pelle pare pizzicare come ortiche e mai, come in quel momento, il peso della corona che porta s'è fatto sentire, ché lascerebbe ogni cosa senza guardarsi indietro per imbarcarsi assieme a quel giovane di cui non conosce il nome.
Spia, osserva il padre trattare le rotte e firmare accordi - osserva il padre corrompere il pirata per salvaguardare le proprie coste.
E crede d'essere ben nascosto, Simone, prima che quegli occhi l'inchiodino sul posto e un sorriso divertito appaia su quelle labbra screpolate dal sale.
È stato invitato a cena, e poi a riposare a palazzo, e Simone ha finto un lieve malessere pur di non incontrarlo, eppure se ne trova insonne, quella notte, e a piedi nudi sulla pietra ruvida delle scale raggiunge il giardino per concedersi all'aria fresca.
E un braccio possente gli cinge la vita, e ne urlerebbe, non ci fosse una mano a posarglisi sulle labbra, il profumo di salsedine a invadergli le narici.
"M'avete spiato tutta la sera", e ne sente la voce roca nell'orecchio, "vi aspettavo a cena principino, ma non c'eravate".
E le guance di Simone s'arrossano e vestaglia e camicia da notte gli paiono poco, che sente d'essere nudo, e non riesce a pronunciare parola quando quelle dita gli liberano le labbra e piano scendono a carezzarne il collo, "me lo dite almeno il vostro nome?"
"Si-Simone"
"Simone", che pare assaporarlo sulla lingua, e ne sente il naso affondare tra i riccioli, "avete un buon profumo, Simone".
E non comprende, Simone, come finisca contro una delle colonne, sollevato dalle cosce, il pirata di cui ancora non conosce il nome a divorarne le labbra morbide, a graffiarle con le proprie.
"Portatemi con voi domani", implora, "vi prego, vi prego", e s'agita tra quelle braccia forti, che mai s'è sentito così al sicuro, e il solo pensare di doverle abbandonare è abbastanza per inumidirne gli occhi.
"Non conoscete nemmeno il mio nome"
"E ditemelo allora, ditemelo e nient'altro pronunceranno le mie labbra".
E ne pare sconvolto allora, che ne carezza il viso con timore quasi, e reverenza, "Manuel".
Il principino ne stringe le cosce attorno ai fianchi, le braccia attorno al collo, e un bacio delicato ne sfiora la barba ispida, "portatemi con voi Manuel, vi prego non lasciatemi qui".
E ne rafforza la presa attorno ai fianchi, Manuel, e ne bacia la fronte e ne ispira il profumo, "sarete solo mio, mi prenderò cura di voi e non vi mancherà mai nulla".
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