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24(🔥)

Che a Manuel brucia il fegato, che lo sente stretto in una morsa crudele.

E le parole di Simone, la sua stessa voce, non gli paiono più miele - che s'è accorto avessero quella dolcezza solo quando l'ha persa, e la rivuole indietro, rivuole tutto Simone, quegli occhi da cervo unicamente per sé.

E lo vede come lo spia da quelle ciglia scure, come luccichi ancora un po' di speranza dietro quella spavalderia - che gli piace così spavaldo, così sicuro, ma la sua dolcezza gli piace di più.

E allora "", e Simone si ferma come fosse di pietra, e nasconde più volte gli occhi dietro le ciglia, le labbra le schiude ma nulla pronuncia, e paiono una fragola rossa.

Gli prende un polso, poi l'altro, e persino la pelle gli pare di seta ma forse, si dice, è soltanto Simone, è soltanto il suo corpo, il suo essere, che reagisce a Simone.

"Sì. So geloso", e glielo ringhia contro il naso, e lascia un morso leggerissimo sull'adipe della guancia che fa sussultare il più piccolo, che "smettila, non prendermi in giro Manuel", che pare un pulcino e la sicurezza gli è scivolata via dalle spalle.

E sposta un po' il viso, Simone, sposta la guancia via dalle sue labbra, e gli dà modo così di vedere quanto sia arrossito.

"Non ti prendo in giro", e gli lascia un polso solo per stringerlo in vita, che lo vuole vicino, che lo vuole al sicuro e lontano da mani violente, da mani avide, ma anche da mani gentili che non siano le sue.

"So così geloso Simo', che tu lo guardi e io mi sento di sparire. Che non esisto se non ci sei tu a darmi vita-che so'n cretino e l'ho capito tanto tardi da farti guardare altrove".

E Simone sospira, punta gli occhi nei suoi, che le parole le sottolinea coi gesti, "io non- dove altro avrei potuto guardare, se vedo sempre te?"

Ed è così dolce, tanto che Manuel si chiede se sia dolce anche alla lingua e al palato, e lo bacia d'impeto che quasi lo solleva - ma Simone l'accoglie.

Come sempre l'accoglie, e prende il suo impeto e lo fa suo, se lo fa scorrere nelle vene, e lo bacia a sua volta e spalanca le labbra e Manuel s'accorge che dolce non basta, ch'è troppo poco.

E quasi lo mangia allora, che lo bacia male e lo bacia storto, e Simone si lascia baciare e mordere e quasi marchiare, e s'aggrappa alla felpa e soltanto geme quando Manuel ne lascia le labbra per leccar via la saliva ch'è scesa giù fino al mento, "quanto sei buono".

E lo spinge all'indietro, due colpi secchi che lo fanno cascare sul materasso, e a Manuel pare che il tempo si dilati in quella breve caduta, che vede ogni ricciolo muoversi delicato e gli occhi spalancarsi assieme alle labbra, e il sole è già alto e Simone si fa d'oro sotto la luce della finestra che Manuel stesso ha liberato dalle tende, e in meri secondi gli è cavalcioni a tenergli il mento.

"Te ne accorgi di quanto sei bello?" , ed è quanto mai sincero, che non gli pare possibile tanta bellezza sia umana, e sente d'essere preda di una frenesia del tutto nuova, e lo bacia di nuovo e gioisce al dolore delle unghie strette alle sue spalle, che pare essere per Simone l'unico appiglio nel mare di gemiti e tremori che l'ha colto.

Gli bacia la guancia, la stessa che ha morso, e il naso di Simone preme contro il suo,"shh, va tutto bene", che gl'ha messo le mani sul petto e ne sente il cuore impazzito.

E Simone sbuffa una risata, si tira indietro quel che il cuscino concede per guardarlo negli occhi, ed è tanto bello che quasi la testa gli gira.

"L'ultima volta che m'hai baciato non - non è andata proprio bene",e non è risentito, né l'accusa.

Manuel gli bacia gli occhi uno alla volta, e poi la fronte, stringe le sue mani ed è lui a tremare, le porta accanto al viso di Simone e s'accerta che lo guardi dritto negli occhi, "l'ultima volta mica lo sapevo che ti amo".

E il petto si fa tanto leggero, che neanche sapeva fosse pesante, e il viso di Simone s'illumina d'un sorriso che quasi l'abbaglia, e lo bacia di nuovo, e di nuovo e ancora, e Simone lo stringe forte e gli allaccia le gambe alla vita.

E la porta è aperta, non va bene, che Manuel vuole spogliarlo, e allora, "aspetta, aspetta- la porta", e neanche il tempo d'alzarsi che Simone s'è spogliato della maglia e sul letto gli pare un angelo, quasi cade per raggiungerlo e spogliarsi anche lui.

Gli sta ancora sorridendo, e Manuel preme col pollice una fossetta e l'altra la bacia, e il petto di Simone è caldo contro il suo e delicato e morbido, e glielo dice nell'orecchio, "voglio fare l'amore con te".


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