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Che non riesce nemmeno a spiegarsi perché è crollato per una sciocchezza simile.
Non è il primo voto negativo che ha preso, di certo non sarà l'ultimo e gli è capitato di prenderne di peggiori, eppure s'è sentito crollare.
Che forse, si dice, non è il voto in sé. Che forse è tutto l'insieme -il padre, la madre, Nina, quella bimba stupenda e Simone, sempre Simone, ovunque Simone, e Manuel stesso che non riesce a raddrizzare la sua vita e fa male e si fa male e quel voto del cazzo ne è soltanto la conferma.
E non s'aspetta d'essere trovato, che s'è inoltrato nella proprietà, che ha evitato camera e piscina per evitare Simone, e la mano che gli crolla sulla spalla quasi lo terrorizza.
E Dante gli si siede accanto e resta in silenzio, gli fa da scoglio, com'è solito fare, e Manuel nemmeno si vergogna più delle lacrime.
E Dante, ancora, che gli circonda le spalle, l'accoglie contro il petto quasi fosse davvero suo padre, che gli ricorda che è lì, che c'è stato da sempre e che ci tiene, che non serve avere legami di sangue, che "non sei fatto dagli errori degli altri, non devi espiare le colpe degli altri", che lo chiama "figliolo", che gli ricorda che è amato.
E Manuel lo sente davvero, che è amato.
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