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Che non parlano da un paio di giorni, che c'è stata l'ennesima litigata per il disordine, che Manuel di mettere a posto i vestiti e non lasciare un disastro in bagno proprio non è capace.
Che non parlano in realtà perché c'era un po' di tutto in quella litigata, che si sono allontanati, che lo sentono entrambi, che il profumo di Mimmo sa troppo di cedro e gli occhi di Nina so'troppo chiari.
E non parlano. Nemmeno in casa. Nemmeno in camera.
E Simone quella mattina s'è svegliato più tardi del solito, e per far le corse ed evitare Manuel s'è scordato la giacca, e a Manuel pare un pulcino per quanto prova ad abbracciarsi stretto, col naso e le nocche rosse.
E non resiste, che hanno litigato, che non si parlano, che c'è Mimmo e c'è Nina e mille cose non dette, ma Simone ha freddo - Simone ha bisogno, ed è un bisogno che Manuel può soddisfare, e non riesce a fare finta di niente.
Gli prende un the alle macchinette, glielo lascia sul banco, che può riscaldarcisi il naso e le mani, e mentre gira attorno al banco leva la felpa e gliela posa sulle spalle.
Non parlano. Però Simone stringe meglio la felpa, prende un sorso del the, ch'è dolce quanto piace a lui, e si riscalda, ma non è la felpa e nemmeno il the.
Lo guarda, non di nascosto, gli rivolge un sorriso ch'è timido come i primi che gli ha rivolto, e Manuel sbuffa e sorride anche lui, e sposta il banco un po' più vicino.
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