Tende a coprirsi di più, Simone.

Felpe enormi che ne nascondono le forme hanno sostituito i suoi maglioncini, e una nuova timidezza ha quasi cancellato completamente il suo buon umore, che pare ormai rifuggire ogni tipo di contatto da parte di chiunque.

Manuel s'è accorto dei suoi occhi spenti, delle guance più tonde sempre tinte di rosso, dei gesti nervosi delle mani.

S'è accorto che Simone non mangia, ché a tavola col cibo ci gioca e che non beve se non acqua, che neanche i dolci riescono a convincerlo.

E non sa come comportarsi, non sa come aiutarlo, che Simone pare sparire ogni giorno di più nel suo guscio d'insicurezze e Manuel vorrebbe soltanto raccontargli di quanto è perfetto.

Poi lo sente piangere.

Non lo fa apposta. Non stava spiando. Ma di notte la casa è silenziosa, e passando in corridoio i singhiozzi di Simone sono ben udibili e gli fracassano il petto.

E dibatte con sé stesso, la mano a mezz'aria verso la porta, finché una serie di "no" mangiati dall'affanno non gli arrivano alle orecchie, portandolo a entrare in camera con fin troppa foga, che Simone si spaventa visibilmente.

E gli si spezza il cuore a vederselo a quel modo, rannicchiato contro lo specchio con le ginocchia al petto e il viso rigato di lacrime.

Simone si stringe ancora di più in sé stesso, s'abbraccia forte le ginocchia e pare nasconderci dietro il viso, gli occhi interrogativi e spaventati, "che fai qua?"

"T'ho sentito piangere. Me lo vuoi dire che succede?"

Cocciuto come al solito, Simone scuote il capo e nasconde poi tutto il viso, quasi diventa una chiocciola per quanto si stringe su sé stesso, "non è niente".

"Non è vero".

Simone resta in silenzio, e Manuel si rassegna a non avere risposta.

Gli si siede accanto allora, gli si fa vicino, e in silenzio l'abbraccia. Resta in silenzio anche quando Simone si scioglie di nuovo in lacrime e soffoca i gemiti contro il suo petto.

Lo culla, gli accarezza i riccioli, gli bacia le tempie, "va tutto bene Simone, ci sono io", e Simone gli si addormenta tra le braccia.

Lo porta a letto allora, e lo stringe tutta la notte.

...

Succede poi che tutto diventa chiaro, che Manuel si dà dello stupido, ch'era chiaro dall'inizio e lui è stato fin troppo cieco.

Succede che arriva l'estate, e con l' estate le uscite in spiaggia, i bagni in piscina nel giardino della villa e il continuo rifiutare di Simone, che non toglie la maglietta e non s'avvicina all'acqua.

"Metti almeno un po' di crema, c'hai il naso rosso", e neanche aspetta una risposta che già ha preso il tubetto e del viso di Simone ha fatto tela per l'impasto, "adesso andiamo a prendere qualcosa di fresco, fa troppo caldo, te serve qualcosa di dolce".

E Simone rifiuta, s'indispettisce quasi, che gli occhi e la voce gli si riempiono di risentimento e "sto bene così, non mi serve altro zucchero, non mi serve altro grasso", e Manuel si sente uno stupido idiota.

L'osserva rannicchiarsi nel telo da mare, l'ombra degli alberi gli gioca sul viso imbronciato e paffuto, e Simone è sempre bello ma non gli è mai sembrato tanto bello come in quel momento.

Fanculo, pensa, e gli afferra il polso.

"Vie'co'me", che Simone sta già arrancando dietro la sua stretta a piedi nudi sull'erba, in salotto, sù per le scale e in camera sua.

"Manuel, ma che fai?", che il più grande la porta l'ha chiusa a chiave, e adesso lo guarda quasi volesse mangiarlo, "stupido che non sei altro".

"Che-?"

"Sei uno stupido Simo', uno stupido idiota", quasi grida, che il tatto non è mai stato parte di lui, e Simone di risposta urla più forte, che è uno stronzo, gli dice, che non capisce niente.

E fa per uscire allora, e tutto s'aspetta fuorché l'essere preso in braccio, piegato sulla spalla di Manuel che poco esita prima di gettarlo sul letto e salirgli cavalcioni, "sei tu che non capisci. Che non vedi un cazzo e che non mi parli- che se m'avessi parlato te l'avrei detto mesi fa che sei 'no spettacolo, che n'te posso guarda' troppo perché c'ho paura di saltarti addosso per quanto sei bello e tu invece chissà che stronzate bugiarde te dici in quella testaccia dura che tieni".