"Un porno?"
Manuel si stringe nelle spalle, "niente di troppo forte, giusto pe' capi', no?"

La porta chiusa a doppia mandata e le coperte fino al mento, è Simone che si fa coraggio e fa partire il video.

È imbarazzante, che nel silenzio i rumori e i gemiti paiono rimbombare, e Simone si ritrova ad arrossire quasi immediatamente, le lenzuola strette con frenesia tra le mani tremanti.

Accanto a lui, Manuel non stacca gli occhi dallo schermo.

È in inglese, e i ruoli di entrambi sono ben definiti, che il "why don't you be a good boy and stay silent while Daddy fucks you?" pronunciato a inizio video ha inquadrato per bene la situazione - e ha fatto girare la testa a Simone, che continua a muoversi quasi inconsciamente mentre osserva e s'immagina nei panni del ragazzo che, stretto al cuscino, morde forte le labbra e ansima al ritmo delle spinte, sovrastato dal compagno che l'immobilizza senza fargli male.

È tanto preso che non s'accorge che Manuel si sta muovendo, finché il computer non viene chiuso e si trova il più grande addosso, gli occhi lucidi e dilatati.

"Te stai scopando da solo Simo'", e una mano gli accarezza il viso accaldato, "t'è piaciuto così tanto?"

Una coscia scivola tra le sue e Simone l'utilizza senza vergogna, gemendo ad occhi chiusi, le braccia abbandonate accanto al volto, "che vuoi Simone, mi vuoi scopare?" ringhia, e Simone è disperato nello scuotere la testa, che l'unica cosa che desidera è dolce sottomissione.

E Manuel gli sorride allora, ferino e soddisfatto come mai prima, e il peso del suo corpo  si fa più intenzionale su quello di Simone, e la barba ispida gli graffia il collo quando ci respira sopra, "vuoi essere scopato allora? Vuoi che te tengo fermo, che te dico quanto sei bravo mentre te scopo? Che te dico quanto sei bello col cazzo mio che ti gonfia lo stomaco?"

"Manu, ti prego".