CAPITOLO 11: Wolfgang Fuchs
Wolfgang camminava frustrato, consumando il pavimento immacolato, dedicato all'esposizione delle opere contemporanee, ripetendo, nella sua testa come un disco rotto, le parole che gli aveva detto il padre in punto di morte:
"Il miglior modo per vendicarsi dei propri nemici è diventare migliori di loro."
E lui ci aveva provato. Davvero. Ma la vita non era stata clemente con lui. Lo aveva messo di fronte a sfide e a decisioni che un bambino non dovrebbe prendere. Poi era arrivata la vittoria, la fama, un po' di soldi della vincita. Ma quel senso di Onnipotenza, era durato poco. L'anno successivo, era arrivato quel fastidioso ragazzino, che aveva già tutto, a portargli via, il suo unico sogno, la sua unica possibilità di rivalsa, su quel mondo che gli aveva portato via più di quello che gli aveva dato. E tutto era cambiato. Lui era cambiato. Il disprezzo e il risentimento che covava nel cuore, non placavano quel turbine di emozioni nere che aumentavano esponenzialmente la sua inquietudine e si spandevano risucchiate dalla sua oscurità come una pestilenza, anzi lo inghiottivano sempre di più rendendogli, da anni ormai, il sonno irrequieto e traboccante di incubi.
Zelinda, lei era stato quell'unico faro nella sua perpetua notte tempestosa a mostrargli la via, ma quell'odioso e carismatico Principe da strapazzo, a cui tutte le ragazze cadevano ai piedi come birilli travolti dalla palla da Bowling, e che lui snobbava, gli aveva portato via anche lei. Non avrebbe mai immaginato, appena tre anni prima, che avrebbe varcato quella linea sottile tra la vita e la morte, che avrebbe cospirato contro la monarchia per cambiare quello che, da ragazzino, pensava essere un mondo perfetto, ma che invece era solo utopia, che avrebbe rischiato tutto per un bene più grande chiamato: "Äderchen". La vendetta più crudele? Quella più sottile, desunta, ponderata e lenta, troppo lenta. Aveva dovuto arginare i suoi impulsi e attendere, attendere e ancora attendere. Era la parte più dolorosa. Ma ora la macchina si era messa in moto e avrebbe spazzato via tutto, nel momento più incerto sul futuro del Regno, proprio quando il Re malato e quasi morente, si faceva da parte e lasciava le redini al figlio. Fuchs era convinto che Alexander, non ci avrebbe poi messo molto a distruggere tutto con le sue mani, ma non poteva rischiare e sottovalutarlo, perché quel ragazzo, nonostante sembrasse costantemente uno "Schweinehund", era colto, intelligente, carismatico, un Leader nato e aveva dimostrato di avere qualità latenti che nessuno immaginava. Chi mai avrebbe potuto trasformare delle moto da corsa in motoslitte dopotutto? Nessuno con una mente "lineare" avrebbe concepito tale assurdità. Eppure aveva funzionato ed erano sopravvissuti. Quello fu l'unico momento in cui Wolfgang aveva vacillato, in cui fu colto da un ripensamento. Forse, Alexander, come sovrano, non sarebbe stato poi così male. Ma il tarlo di dubbio, durò poco. Ogni volta che si perdeva in quegli occhi imperscrutabili, i ricordi gli riaffioravano nella mente riportando alla luce quello che gli aveva fatto. Doveva attenersi al piano, alla sua missione: Adler non era suo amico. Non lo era mai stato e l'aveva dimostrato, nel peggiore dei modi.
Ma il suo piano era fallito. Fallito miseramente. Adler aveva più vite di un gatto, e ora il suo indice di gradimento era salito alle stelle, mentre la sua pazienza era sprofondata negli inferi. Lo avrebbe strangolato nel sonno, con le sue mani, se solo avesse potuto.
"Deve sembrare un terribile incidente, non un omicidio! Non abbiamo bisogno di scatenare una sommossa militare e creare il caos. Pazienta e sii furbo come una volpe. Per un colpo di Stato ci vogliono nervi saldi e un buon piano di azione. L'era della Monarchia sta per finire lasciando spazio alla NOSTRA (MIA) Democrazia, fondata sull'eguaglianza, l'abolizione dei privilegi monarchici e delle classi sociali, della proprietà privata e del capitalismo. Sarà il governo del popolo, in mano al popolo. Riesci ad immaginarlo? "
Steffen Reiniger, Generale super decorato di "Flügel des Windes" e braccio destro di Re Otis, l'aveva avvicinato al ballo del vincitore del settantottesimo Tour, dove l'allora sedicenne Alexander Adler, l'aveva battuto, dominando l'intera gara, in modo audace e imprudente, l'anno in cui il suo cuore aveva fatto breccia in quello della bellissima principessa Zelinda, dopo che lei aveva danzato con lui. Era stato il classico colpo di fulmine. Per entrambi. Un "folgore" improvviso che si era propagato caldo come un abbraccio nel suo cuore e che era morto, dopo un anno appena, a quello stesso ballo. Ballo che sancì la fine di quella che credeva una bella amicizia con Alex, di un amore, quello per Zelinda, e l'inizio di una "guerra", invisibile e logorante che non avrebbe lasciato né vincitori né vinti.
A volte pensava che Reiniger, avesse approfittato della debolezza del momento per convincerlo e arruolarlo ma, non gli importava più il come o il quando, dal momento in cui il suo cuore si era prosciugato dell'ultima felicità che gli era rimasta, per colpa di Alexander. Gliel'avrebbe fatta pagare. Si sarebbe pentito. Di tutto. Era il momento della resa dei conti. Il resto non gli interessava. Democrazia, anarchia, dittatura o il caos, non faceva differenza, non erano la politica e l'idealismo a dominarlo, ma un sordo, oscuro e letale odio.
Doveva ripartire da capo ed escogitare un nuovo piano, un nuovo attentato. Trovare il luogo perfetto per agire, ma ora gli stavano addosso, indagavano sull'incidente del ponte, lo braccavano. Alexander non era un ingenuo, non avrebbe accettato cibo o bevande sospette, perciò sarebbe stato impossibile avvelenarlo, era maniacale nel controllo della sua moto e avrebbe subito notato un sabotaggio, tipo i freni tagliati e ora poteva contare sempre su un angelo custode. Lui e Luchs erano diventati inseparabili. Fuchs provava un senso di gelosia sconosciuta e logorante per quel rapporto che era nato sostituendo quello di "fratellanza" che prima condividevano.
Aveva studiato tutti i fascicoli, che gli aveva passato Reiniger, sul Principe Alexander, aveva attinto ai suoi ricordi insieme, e benché sapesse che il ragazzo era pieno di crepe, di infelicità, che la sua anima, non poteva contenere, a causa del rapporto cantilenante col padre, era forte e bravissimo a fingere e ad indossare, con un sorriso spocchioso, maschere su maschere, finendo per non sapere nemmeno più chi era. Tuttavia non aveva mai trovato un vero e proprio punto debole da usare contro di lui per affossarlo per sempre, come il ragazzo, in fondo, aveva fatto con lui. Sospirò frustrato passando la mano nei capelli. Due tappe soltanto, 1 checkpoint prima dell'arrivo e nessuna idea d'azione, o rimaneva operativo il piano B che però avevano "scartato" per principio perché, sarebbe stato una dichiarazione pubblica di insurrezione.
Non immaginava che Alexander, gli avrebbe servito su un piatto d'argento, la soluzione che tanto cercava.
"Dove mi stai portando?" una voce aggraziata, dolce e così felice da fargli venire la nausea, rotta solo da risate allegre, si avvicinava pericolosamente alla sua postazione, a lui, ai suoi pensieri, alla sua emotività. Preso dal panico, come se fosse stato colto in flagrante a complottare o a rubare quelle opere, che non aveva nemmeno degnato di uno sguardo, invece che a passeggiare per le sale del museo, si era nascosto dietro alle tende pesanti di velluto rosso, in silenzio, ad osservare, come era solito fare, prima di agire.
"Un po' di pazienza, Fräulein. "
Wolfgang ribollì sul posto non appena riconobbe la voce di Adler.
Signorina? Ma quale signorina era riuscito a far entrare nel palazzo del checkpoint? Era severamente vietato! Sospirò. Severamente vietato, per i comuni mortali come loro, ma non per il "Reggente in carica". Si sporse per spiarli meglio, magari questo flirt, avrebbe ribaltato lo stallo che si era venuto a creare nella sua mente, ma non notò niente di insolito: nella stanza a parte lui c'erano solo Luchs e Adler. La sua mente probabilmente gli stava giocando un brutto tiro mancino!
"Allora? Cosa ci facciamo qui?" chiedeva Luchs impaziente.
"Ho letto, su questo opuscolo, che c'è un'opera fatta interamente di sigarette! Non penso che l'artista si offenderà se ne rubiamo qualcuna, no?" con il suo solito menefreghismo, faceva un occhiolino al suo compare di "deturpazione di opere d'arte."
"Io sono convinta dell'opposto, Dummkopf." rideva divertita Adalia.
"Ma ci sono anche quelle al cioccolato che ti piacciono tanto." Alexander la guardava con gli occhi da cucciolo smarrito.
《Patetico Adler! Hai gli occhi a cuoricino per una manciata di stupide sigarette?》
"In questo caso..." disse seria Adalia.
"E' un sì, non è vero?" la interrompeva impaziente come un bambino che si voleva fiondare sul pacco di "Gummibärchen."
"E' sempre un no. Non ti lascerò rovinare una opera d'arte per la tua dipendenza!"
Fuchs osservava Adler guardare Luchs, con uno sguardo che non gli aveva mai visto.
"Allora, mi dedicherò all'altra mia dipendenza." la trascinò a sé e prima che Wolfgang potesse coglierne le intenzioni, la baciò con passione.
Rimase sbigottito per lunghi secondi, poi un ghigno perfido gli si formò sul suo viso. Ora che osservava attentamente Luchs, si vedeva che era una ragazza. Non era Leon Luchs ad averli degnati della sua presenza, ma niente di meno che la sorella Adalia. Come aveva potuto ingannare tutti? Come aveva fatto a non accorgersene prima? Era indubbiamente una brava bugiarda, con un talento naturale a fingere e ad indossare maschere, proprio come Alexander. Da quanto il Principe lo sapeva? Da quanto durava la loro "storia clandestina?"
Avrebbe potuto semplicemente denunciare entrambi, fare la spia esattamente ricambiando il favore al suo ex amico, ma che gusto ci sarebbe stato? Li avrebbero semplicemente eliminati dalla competizione e sarebbero tornati a vivere il loro amore, senza ostacoli. Non voleva questo per loro, non per Alexander, non dopo che per colpa sua, lui aveva perso Zelinda.
Fuchs, si sarebbe servito di Adalia, per distruggergli il cuore in mille brandelli, che non avrebbero combaciato mai più, come il suo e poi lui l'avrebbe finito. Per sempre.
Quella stessa notte, si era appostato furtivo fuori dalla stanza della coppietta, ma Adler non la lasciava mai. Era maledettamente "territoriale" e possessivo quando si trattava di qualcosa a cui teneva. Era stato così per la sua moto, quando gli aveva chiesto di provarla, ed era stato così quando si era trattato di proteggere Zelinda, da lui. In fondo era un bravo fratello ma, aveva tradito la loro amicizia, la promessa che gli aveva fatto guardandolo negli occhi. Faceva ancora male. Troppo male. Bruciava come una ferita aperta e puzzava di marcio e tradimento.
"Non è stata colpa mia!"
Non gli aveva mai creduto.
Dopo ore, finalmente un'occasione di contatto con la ragazza, gli si presentò.
La seguì in bagno, per quanto, adesso che sapeva che era una ragazza, fosse da perversi e malati.
"Oh! Fuchs! Non ti avevo visto." era quasi saltata dallo spavento, quando uscita dal bagno, dopo aver fatto pipì, senza usare ovviamente gli orinatoi al muro, se l'era trovato davanti alla faccia. Era addirittura arrossita imbarazzata, perché certi comportamenti, non puoi simularli o controllarli, nonostante l'addestramento, le maschere, o le buone intenzioni.
"Dobbiamo parlare, Luchs."
"Non ho niente da dirti."
"Chi ti ha detto che devi parlare tu, devi solo ascoltare."
"Non mi interessa nessuna alleanza, ma grazie del pensiero."
"Nemmeno a me, solo dovresti sceglierti meglio le amicizie, F R Ä U L E I N." scandì il suo soprannome assaporando il terrore che aveva oscurato quegli occhi bellissimi e puri che si ritrovava.
"Nonono" balbettava nervosa scorticandosi una mano " Non so di che cosa parli! Sei fatto?" si era voltata cercando di scappare via.
Lui la bloccava con violenza tra la porta e il suo corpo. Con un gesto veloce girò la chiave e chiuse.
"Non hai capito che non puoi scapparmi?"
"Ti prego, non violentarmi!" gli aveva detto mettendosi sulla difensiva. Le gambe leggermente piegate sulle ginocchia e i pugni stretti pronti a colpire e la ragazza aveva un dritto niente male, ricordava molto bene il colpo che aveva inferto al naso di Adler facendolo sanguinare e i lividi durati settimane.
"Non ho intenzione di violentarti Fräulein Luchs, Adalia, rilassati. Ma ora sono curioso!" veloce, senza grazia e senza indecisione, si piegava e baciava quelle labbra che tremavano piene di terrore e che sapevano di coercizione, di menzogne come Adler, di ciliegi in fiore e di purezza. Non contraccambiava quel bacio come l'aveva vista fare con Alexander, ma anzi, le lacrime agli occhi avevano preso a inondare il suo viso perfetto non appena lui brutalmente aveva assaporato la sua lingua. Ora quel bacio sapeva di salsedine, di menta e di errore.
"Ora capisco cosa ci trova in te Alex, sei buona." aveva commentato con la voce roca.
Adalia lo osservava con gli occhi sbarrati mentre con la manica si strofinava, schifata, le labbra per ripulirle. Alex. Lo aveva chiamato Alex, non Alexander o Adler. Ma Dummkopf, gli aveva detto che solo i suoi famigliari lo chiamavano così e inizialmente l'aveva sgridata per essersi presa questa libertà. Confusa lo fissò con un cipiglio adirato, ma sempre terrorizzata.
"Cosa vuoi? Qual è il prezzo per il tuo silenzio? Non denunciarmi!"
Era vulnerabile e avrebbe potuto chiederle qualsiasi cosa. L'idea di approfittarsi di lei, di farla sua, di prendere ciò che era di Adler, gli balenò in testa, ma lei non meritava di vendere il suo corpo come una zoccola da bordello, per colpa di quell' "Arschloch". Però dannazione se era bella e arrapante. Sorrise compiaciuto. Le avrebbe dato una opzione. In ogni caso lui vinceva. Scrollò le spalle con fare superiore.
"Adler o il tuo corpo tutte le notti, fino alla fine della gara e devi pure fare finta che ti piaccia, stare con me intendo, perché, per quanto riguarda il sesso, ti posso assicurare che urlerai dal piacere."
"Non avrai né uno né l'altro." era seria e combattiva, quella ragazzina e ogni secondo che passava con la "vera" Luchs capiva perché Alexander aveva perso la testa per lei. Lui, che trovava tutte noiose, insulse e senza testa, aveva trovato una tosta. Un po' gli dispiaceva pure usarla, ma la sua missione era più importante e poi Adler non era il tipo di ragazzo che l'avrebbe resa felice. Per lui tutto e tutti erano un passatempo. Con lei non sarebbe stato diverso. Si sarebbe divertito un po' e poi addio.
"Avanti, non mettere il broncio."
"Piuttosto che venire a letto con te, vado io stessa a denunciarmi."
Bleffava! Non l'avrebbe mai fatto. Wolfgang girò la chiave e si spostò facendole cenno di andare.
"Prego Fräulein! A te l'onore."
Gli occhi di Adalia saettavano veloci tra la porta e quegli occhi verdi, freddi, calcolatori e che gli ricordavano gli acquitrini paludosi della giungla tropicale. Forse poteva urlare, ma cosa avrebbe ottenuto?
"Oppure puoi ascoltare quello che ho da dirti su Adler."
"Avanti, sono tutta orecchi." portava arrabbiata le mani ai fianchi.
"Lo so, attrae, è carismatico, magnetico e falso. Dannatamente falso. Falso è il suo sorriso, falso è il suo viso coperto da maschere che schermano il suo vero io, false sono le sue intenzioni, falsa è la sua amicizia nei tuoi confronti. Quanto pensi ci metterà a sostituirti come ha fatto con me e a pugnalarti alle spalle? A tradirti? A divertirsi con un'altra?
"Aspetta! Voi eravate amici?"
"Non lo sapevi Fräulein? Come vedi ti mente o omette. Lo fa sempre. Comunque eravamo come fratelli, ci siamo avvicinati dopo il Tour di 3 anni fa, dove tra l'altro, mi ha battuto e ha sgonfiato il mio ego, perciò puoi immaginare che inizialmente non mi stava molto simpatico, ma poi conoscendolo meglio, ho creduto di aver trovato finalmente in lui un fratello e in sua sorella una famiglia. Erano tutte rose e fiori, finché non mi ha dato il benservito."
"In che modo?" il viso si era corrugato in una espressione tesa ma curiosa.
"Ha infranto una promessa che mi aveva fatto e ha anche finto di non essere stato lui, così sua sorella mi ha mollato spezzandomi il cuore e io ho chiuso per sempre con quel bugiardo. Ora siamo tornati nemici."
"Forse ha protetto la sorella. Tu che cosa hai fatto scusa?" domandava curiosa. Ora sembrava più rilassata e si sforzava di capire il motivo del loro astio.
"La mia vita non è sempre stata facile. Mia mamma è morta di parto e sono rimasto orfano di padre a 13 anni e senza altri parenti in vita sono finito nel sistema. Case famiglia, adozioni, restituzioni. Venivo sballottato in giro per il Regno come un calzino spaiato. Nessuno mi voleva davvero, così sono scappato e sono tornato in quella che era casa mia, in Birkenstraße ad Heilige Adler, ma la banca se l'era presa. I debiti di mio padre, quelli che aveva fatto per pagare le spese mediche, di una malattia invalidante che non gli permetteva più di lavorare, pesavano tutti sulle mie spalle. Per un po' avevamo attinto ai risparmi, ma si sa che prima o poi finiscono. Ero ridotto alla fame, perciò mi sono arrangiato vivendo in strada e commettendo piccoli furti per sopravvivere, braccato dai debitori che mi hanno fatto entrare in un brutto giro."
"Mi dispiace."
"Oh! Diamine Fräulein, non provare empatia nei miei confronti."
"E cosa c'entra Alex con tutto questo?"
"Ci sto arrivando. La pazienza Fräulein Luchs, non è una tua prerogativa a quanto pare." Quasi sorrise. "Ovviamente visto che avevo messo gli occhi su sua sorella, aveva indagato sulla mia vita e mi aveva affrontato. Il mio passato ovviamente avrebbe macchiato la Monarchia."
"Ma Alex non è il tipo che si fa influenzare da queste stupidaggini."
"A lui non interessava della monarchia ma solo di sua sorella. Non sai quanto può essere snervante e geloso. Ma io amavo, io amo, Zelinda."
"E allora?" stava cominciando a perdere la pazienza. "Non puoi raccontarmi la storia dai preamboli, arriva al succo."
"Sei esasperante Fräulein!"
Adalia sentì una fitta al petto. Alexander le aveva detto la stessa cosa, in modo dolce, in un tentativo maldestro di dichiararsi forse, di farle abbassare le difese.
"Il succo è che i miei debitori mi hanno obbligato a rubare la collana, "Adlerauge", che portava al collo Zelinda, al ballo della seconda vittoria di suo fratello, un gioiello prezioso di inestimabile valore sia economico sia affettivo, appartenente alla famiglia di Alex da generazioni. Beh, lui mi ha beccato. Mi ha detto che mi avrebbe coperto, mi ha dato dei soldi per saldare i debiti e mi ha promesso con la croce sul cuore che non ne avrebbe mai fatto parola con la sorella, ma quella sera lei mi ha tirato uno schiaffo lasciandomi. Zelinda sapeva tutto, perciò è chiaro che Alexander è venuto meno alla parola data, e ha pensato che il nostro amore fosse finto. Che il mio interesse per lei, fosse una manovra per sottrarle la collana."
"Ma tu spiegale che non è così."
"Pensi non l'abbia fatto? Vivi di favole, Fräulein! La vita non va così. Non per quelli come me. Come noi. Le nullità." Sospirò.
Fräulein detto da lui non aveva la stessa poesia come quando usciva dalle labbra di Alexander.
"Lo ami?" le chiese di getto.
"Chi?"
"Adler."
"Io... non so. Forse..."
"Allora non ti sarà difficile metterlo fuori gioco. Devi solo farlo perdere."
"Perché?"
"Perché sì. Ho le mie ragioni."
"Io però non mi fido. Hai tentato di ucciderci!"
"E' stato un terribile incidente. Volevo solo rallentarvi. Non ho MAI pensato che il ponte potesse cedere."
Mentire. Non era facile. Aveva dovuto imparare con un anno di addestramento. Mentire ti fa sempre scoprire se non sai come fare. Il tuo corpo, gli occhi, le piccole pieghe che prendono vita sul viso, ti fregano, là dove non lo fanno le parole. Lei lo guardava convinta. Come se gli avesse creduto. Povera sciocca.
"Devo solo metterlo KO, il giorno della finale?"
"Sì. Nient'altro. Non ti preoccupare! Ti perdonerà. Ho visto come ti guarda. Il ragazzo ha perso la testa, Fräulein."
"Non ho scelta vero?"
"Immagino di no."
Adalia sospirò frustrata. "Ok."
"Eccellente Fräulein, anche se le notti di sesso con te non dovevano essere per niente male! Se sei calda, come rispondi impertinente..." Wolfgang si morse il labbro e lei lo tagliò in due con uno sguardo omicida. Lui tossì cercando di cambiare argomento.
"Usa questo veleno. Lo spalmi sulle labbra, dopo aver ingerito l'antidoto, se non vuoi collassare anche tu, un bacio e ciao ciao Adler. E poi ce la giochiamo io e te alla pari. Ci stai?"
"Veleno?"
"Dai non è letale! Lo fa solo dormire."
"D'accordo. Ora devo andare. Sono qui dentro da troppo tempo."
"Troverai una scusa! Voi donne lo sapete fare bene! Vi viene naturale. Arrivederci Fräulein."
Adalia grugnì uscendo. Nascose il "Lippenstift" avvelenato e la fialetta con l'antidoto e si sdraiò acconto ad Alex, che dormiva teneramente. Il cuore le crepitava nel petto come un braciere. Dormire? Le era impossibile. Ostacolare Adler era nei suoi piani fin dall'inizio è vero, quello però era prima. Prima di quel bacio che le aveva aperto le ali all'amore. Prima, ma ora non voleva più, ma doveva comunque. Ed era diverso. Non aveva scelta.
" Das werde ich mir nie verzeihen!"
Dolcemente le sue labbra baciarono quelle del ragazzo che le sorrise svegliandosi.
NOTA AUTRICE: Wolfgang Fuchs arruolato per distruggere la Monarchia? Chi l'avrebbe mai detto! In più ha scoperto il segreto di Adalia e la tiene in pugno. Alexander la perdonerà mai per questo tradimento?
Deutsche Wörter:
Äderchen: vendetta
Schweinehund: sporca canaglia
Reiniger: il depuratore, il purificatore
Gummibärchen: orsetti gommosi
Arschloch: buco di culo/stronzo
Birkenstraße: strada delle betulle
Adlerauge: occhi d'aquila
Lippenstift: rossetto
Das werde ich mir nie verzeihen!: non me lo perdonerò mai!
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