CAPITOLO 1: Neue Welt
~Capitolano i traditori di fronte all'avanzata della liberazione.~
Inno della "Neue Republik von Reiniger."
Le tenebre avevano risucchiato tutto, cancellando il suo nome, la sua storia, la sua appartenenza.
Si sentiva una ameba intrappolata in un letto, un'ombra nera e insignificante, una presenza sgradita e ingombrante, nonostante quegli estranei, continuassero a dire che faceva parte della famiglia. Ma in quel luogo non c'erano tracce della sua esistenza: non una foto, non un ricordo, non un oggetto, non un sorriso amorevole. Nemmeno lui si riconosceva, in quel riflesso. I capelli erano corvini, lunghi e disordinati, gli occhi, di un nero così scuro e inquietante, che ti inghiottivano e intimorivano perfino lui, la pelle pallida, smorta e bianca come la cera.
Di sicuro non la faccia di uno che si chiama Alan (bello e attraente, luminoso e splendente, forte come una pietra). In questo momento tutto si sentiva, tranne bello, splendente e forte, ma più uno che ha già un piede nella fossa.
Il petto gli doleva come se lo avessero ripetutamente accoltellato e la testa vorticava facendogli perdere spesso i sensi. Le gambe gli formicolavano fastidiosamente mentre le braccia non le sentiva per niente dopo che gli avevano iniettato un liquido trasparente. Un senso di benessere lo tramortì facendolo precipitare in un sonno privo di sogni, luce e tenebre, intrappolandolo ancora nell'oblio, da dove lo avevano tirato fuori a fatica, solo poche ore prima.
Felix sospirò grattandosi la testa. Aveva scommesso la sua stessa vita sulla sopravvivenza del "Pacco", mettendosi contro il padre, entrando nella Resistenza, facendo il doppio gioco, tradendo il sangue del suo sangue, sperando di fare la cosa giusta.
6 mesi fa
"Disubbidire all'ufficiale in comando ci farà finire dritti dritti alla Corte Marziale. Disubbidire a tuo padre è un suicidio. Non ci metterà a pelare le patate o a pulire cessi, questa volta."
"Penso che sia l'ultimo dei nostri problemi, Maxim, siamo complici di un colpo di Stato e dell'omicidio del futuro Re, questo crimine è da pena capitale."
"In effetti. Quando ci prenderanno, perchè lo faranno, finiremo sulla sedia elettrica o appesi a un cappio in Alexanderplatz."
"Non sapevo cosa avesse pianificato mio padre. Non ho potuto fermarlo, ma non è troppo tardi per schierarci dalla parte giusta."
"Ok. Ma qual'è la parte giusta? Quella dei prigionieri?"
"Sì. Li aiuteremo a evadere. Ora troviamo il modo per recapitare il pacco alla famiglia. È un un'obbligo morale."
"Sì ma..."
"Niente ma. Aiutami."
"Felix... non è quello!"
"Allora cosa?"
"Giurerei che il tuo pacco si sia mosso."
Oggi
"È anemico. Ha perso troppo sangue. Ha bisogno di altre trasfusioni, ma ho finito il plasma sintetico e il suo gruppo sanguigno è raro."
"Come me lo procuro?"
"Ce l'hanno solo i reali e qualche altro "eletto divino", ma come sai, la Principessa si è data alla macchia e il Re e la Regina sono tenuti prigionieri in un campo lavoro segreto e ben sorvegliato. Anche se lo trovassi, nemmeno tu puoi accedervi."
"Lo lasciamo semplicemente morire?"
"Io di più non posso fare! Tra l'altro, come ti avevo già detto, sono un veterinario, non un chirurgo. Dovevate portarlo in ospedale."
"Sai che non potevamo."
"Prima della guerra, al Ministero della Sanità, c'era una banca dati in cui venivano registrati tutti i gruppi sanguigni dei nascituri. Se riuscissi a mettere le mani su quei file, troveresti chi ha sangue "reale" 0 - e io potrei salvargli la vita."
"Tienilo in vita. Io farò il resto."
"Ok. Per quell'altra questione, mi serve un Rilevatore di DNA e due campioni: uno tuo e uno del tuo presunto fratello."
"Ci sto lavorando, ma sottrarre oggetti in infermeria, di questi tempi, non è facile. In più mio padre mi sta sempre col fiato sul collo. Come sai, non ha digerito la fuga dei Prigionieri. Per rendere tutto credibile mi sono fatto sparare di striscio e picchiare, ma il "Generale" non ammette errori. Soprattutto dal figlio. Ma prometto che ti porterò il macchinario. Ho bisogno di sapere la verità e non la posso semplicemente chiedere a lui."
"Fantastico."
"Devo rientrare. Di solito io e Maxim non ci mettiamo più di due ore per gli approvigionamenti. Meglio non destare sospetti."
"A presto Felix."
Adalia, al quartier generale della Resistenza, fissava la cartina di Zelinda, passando tra le mani la piastrina logora, che fu di Alexander.
Era una sorta di "Vaso di Pandora" che racchiudeva un chip pieno di informazioni mediche, che andavano dalla nascita del ragazzo, fino alla Enduro Motorrad Rally e l'unico ricordo che possedeva. Al suo interno: il gruppo sanguigno, i vaccini, le allergie e le intolleranze, gli infortuni subiti, che spiegavano in dettaglio le slogature e le fratture e ogni altra informazione medica necessaria per la sua sopravvivenza. Già. Peccato che non era servito a nulla visto che il ragazzo era morto lo stesso, tra le sue braccia.
Dopo di lui, altri individui, militari e civili ignari, erano periti.
La Nazione era divisa, spaccata in due, da scie rosse di sangue innocente, che colorava di morte, città dopo città, la mappa del Regno, prima rappresentato da un'aquila dorata, di un rosso vivo e sgargiante.
Adalia fissava sempre più intensamente quella cartina, stupendosi delle proporzioni di occupazione militare del Generale Reiniger in appena 6 mesi. Sempre più rosso inghiottiva tutto. Il rosso era il colore più caldo che esisteva in natura e racchiudeva la meraviglia stessa della creazione. Rosso era il rubino, rosso era il cielo al tramonto, rosse erano le fragole, rossi erano i pomodori, rosse erano le rose, rossa era un Marienkäfer, rossa era una Lince del deserto, rosso era l'amore, rosse erano le sue guance quando si imbarazzava, rosse e morbide erano le sue labbra. Un tremore, accompagnato da una scarica di dolore, si impadronì di lei. Cremisi, scarlatto, porpora, amaranto, carminio, bordeaux, vermiglio, purpureo, non faceva differenza: sempre di rosso si trattava e Adalia, odiava questo maledetto colore e ogni sua sfumatura, perchè il rosso era il colore della morte. Dopo quei tre Bang, nel sottomarino, tutte le tonalità calde del rosso, le facevano venire il voltastomaco perché le ricordavano il suo amore crivellato di proiettili, sul pavimento freddo. Dopo Alexander, tutto le faceva contorcere le budella e niente aveva più senso. Chissà se il suo Angelo della morte aveva trovato la pace, volteggiando libero e selvaggio nei cieli, o se continuava ad aleggiare con le ali spezzate, in questo mondo devastato che gli intrappolava l'anima. Era sciocco, da squilibrati perfino, ma lei continuava a vederlo e a percepirne la presenza intorno a sè perché non riusciva a lasciarlo andare. Pensare che nemmeno la voleva una storia d'amore.
<Almeno sono morto da eroe, Fräulein!>
Il ghigno da copyright e la sigaretta accesa tra le labbra, erano la sua adorabile particolarità. Anche adesso, che la tormentava come un fantasma.
Quanto aveva odiato quel viso da schiaffi e quanto invece, adesso, gli mancava.
La messa in onda, del filmato completamente travisato, sulla morte del Principe Adler, dove il Generale Reiniger, ne era uscito come un Patriota, aveva alimentato il mal contento e le fazioni si erano delineate distintamente: la nuova Repubblica, altro non era che un Kommando militare che radeva al suolo tutto e la Resistenza, una manciata di uomini e donne, sempre meno, a dirla tutta, che si prodigavano per riportare la pace nel mondo.
A capo delle due fazioni: Reiniger per la Repubblica e Zelinda Adler per la Resistenza.
Re Otis, nonostante la salute cagionevole, dopo la morte del figlio, anche se aveva perso ogni voglia di lottare, aveva resistito e radunato l'esercito dei suoi fedeli. Si era buttato lui stesso nella battaglia, non si sa spinto da cosa, forse per senso del dovere, per orgoglio, per amore del suo popolo, per giustizia, per i sensi di colpa o semplicemente per evitare che tutto il retaggio dei suoi antenati venisse spazzato via, ma più probabilmente per onorare quell'unica vita che contava, per evitare che fosse andata persa per nulla. Una carneficina su più fronti che aveva tinto le strade di Heilige Adler e del Regno, di sangue e che era capitolata con la messa in onda del vero filmato, rubato da Adalia e Felix. Re Otis non fu in grado di reggere il colpo, l'esecuzione di Alexander e il tradimento del suo amico, gli avevano spezzato il cuore. Ormai indebolito, fu catturato e come la maggior parte degli oppositori, dimenticato in un campo lavoro chissà dove. Questa volta la colpa era solo la sua e del suo desiderio di diffondere la verità sull'omicidio del Principe Adler. Lei aveva contribuito ad affondare la Monarchia, anche se Zelinda non la riteneva assolutanente responsabile.
Adalia fissava le puntine colorate sparse per l'ex Königreich e si rattristava per le perdite subite. Rimanevano sempre meno agenti in prima linea e lei non era là fuori a fare la differenza, ma costretta a rimanere nascosta come una qualunque criminale, essendo una dei 4 più ricercati da Reiniger insieme a Fuchs, Zelinda e suo fratello.
Zelinda era la mente di tutte le operazioni e se ne stava sempre in ufficio, sommersa da carte e file, nel loro quartier generale improvvisato, nel seminterrato di una famosissima Bäckerei - Konditorei in Alexanderplatz, piazza dedicata al Principe Alexander e inaugurata il giorno della sua nascita, ad impartire ordini agli "agenti" sparsi per il Regno nel centro nevralgico della guerra.
Herr Brot, il proprietario del negozio, era un adorabile signore di mezza età, un po' stempiato, con la pancia rotonda come quella di una mucca gravida e l'artista che sfornava prelibatezze ad ogni ora del giorno e della notte. Era sempre sorridente nonostante fosse leggermente paranoico, visto che senza autorizzazione, aveva fatto costruire sotto il suo locale, un Bunker antiatomico super accessoriato che aveva subito ceduto alla Resistenza. Herr Tobi Brot, era un patriota e anche se aveva sempre fornito il Palazzo Reale dei prodotti da forno e aveva fatto lui stesso la torta delle nozze di Re Otis con la Regina Viveka 23 anni prima, raggiungendo la notorietà in tutto il Regno, aveva deciso di collaborare con la Principessa Zelinda non per gratitudine, ma per senso del dovere. La moglie, la signora Helga, era una signora di bella presenza, con un viso giovanile e appena scavato dalle prime rughe sulla fronte, labbra sottili messe in risalto da un rossetto color fuoco, lunghe unghie curate e smaltate di fucsia, occhi di un marrone indefinito tendente al kaki, lunghi capelli cotonati e tinti di una tonalità così gialla da sembrare un canarino. Era alta appena un metro e cinquanta per cui calzava scarpe decolté col tacco quadrato in ogni circostanza e indossava sempre abiti stile anni 60 con ampie gonne, dai colori sgargianti e fantasie floreali. Nonostante fosse golosa di dolci, non era in sovrappeso, anzi, vantava il classico vitino da vespa che risaltava con cinture sottili gioiello o in pelle. Si poteva senz'altro ritenere una bella e giovale donna che trattava i ragazzi come una "Mamma Chioccia". Nel negozio serviva al banco, ai tavoli e si occupava della caffetteria.
Adalia, era diventata una agente attiva per tenersi impegnata, per non sprofondare nella depressione e non pensare troppo al lutto. Leon, dopo aver messo in salvo i genitori, l'aveva semplicemente seguita.
Entrambi avevano passato alcuni mesi ad addestrarsi in una Landwehr segreta sulle montagne e fuori dai radar, ancora sotto il controllo dei militari fedeli al Re. L'unico vero esercito che avevano.
Un suono, che le parve un lamento, proveniente dal bagno, la fece trasalire. Zelinda, inginocchiata sul water, stava vomitando. Le succedeva ogni volta che cadeva uno di loro, ma ultimamente, era una continua nausea, anche senza ragione. Adalia le raccolse i lunghi capelli e sorresse la ragazza mentre si ripuliva. Il viso era pallido per la mancanza di sole e scavato da occhiaie viola.
"Da quanto non dormi Zelinda?"
"Non posso dormire finché siete tutti là fuori. Non posso più perdere nessuno."
Adalia, che non era proprio da affettuosità, la strinse comunque nel suo abbraccio.
"Senza di te, saremmo tutti già morti da un pezzo, ma dovresti prenderti cura di te." Fece una pausa sospirando e le sfiorò il ventre "E della creatura che cresce dentro di te."
"Io... Cosa?"
"Non sono esperta, ma credo che tu sia incinta. Andrò a comprarti un test più tardi."
"Incinta? Santo cielo! Wolf nemmeno c'è. Siamo in silenzio radio da 2 settimane. Sto impazzendo. Non posso fare anche la mamma. Non ne sono in grado. Vorrei che ci fossero mamma, papà e... Alex."
Adalia nell'udire quel nome, abbassò gli occhi lucidi a fissare le sue ballerine e sentì un nodo alla gola che le si stringeva come un cappio facendole mancare l'aria. Si fece coraggio. Non per lei, ma per Zelinda che si era presa l'onere di essere forte e indistruttibile per tutti ma che, come ognuno di loro, stava ancora piangendo e metabolizzando la perdita di Alexander.
"Lo so." disse. "I tuoi genitori li troveremo. Ci stiamo lavorando. Vado a prenderti qualcosa da mangiare, su."
"E del caffè, per favore."
"Non per te. Ti porterò del latte caldo." le sorrise con affetto.
Mentre il fornaio e la moglie le preparavano un cesto di prelibatezze appena sfornate, Adalia uscì in cortile a respirare un po' d'aria fresca. Il Bunker era fantastico ma era pur sempre una scatola ermetica che filtrava l'aria.
Il sole era basso all'orizzonte e la poca luce rimasta, era oscurata da colonne di fumo nero che si alzavano a qualche isolato da loro, segno che il conflitto si avvicinava sempre di più mietendo vite.
Colpi di mortaio risuonavano come portatori di cattivi presagi ed echi di morte, ai confini della Capitale. Da settimane il comando della Resistenza cercava di sfondare le barricate della nuova Repubblica, senza riuscirci.
Adalia infilò, frustrata, l'ennesima sigaretta in bocca.
Non fare nulla era peggio che rischiare la vita per vendicare Alexander.
<Tutte quelle sigarette ti uccideranno, Fräulein.>
"Ma sentilo, la ciminiera! Uccideranno anche te."
<Tecnicamente, io sono già morto. Sono solo frutto della tua immaginazione. Ricordi?>
"Pure da fantasma, sei fastidioso!"
<Sempre al tuo servizio, meine süße Fräulein.>
Il viso del ragazzo si illuminò di quel bellissimo sorriso che concedeva solo a lei.
"Mi manca terribilmente il tuo sorriso."
<Ti manca solo quello? Perché francamente, Fräulein, ero veramente fantastico!>
"Sei un borioso egocentrico anche da morto. Lo sai vero?"
<Sei tu a darmi voce coi tuoi pensieri e a ricordarmi così.>
"Non avresti dovuto lasciarmi."
<Non l'ho fatto. Sono sempre con te. Dentro di te, nella parte più bella di te.> Alexander indicò il cuore della fanciulla.
"Ti odio, Adler, con tutta me stessa."
<Io invece ti amo. Ora smettila di guardare il video della mia morte sul tuo cellulare. Smettila di torturarti. Semplicemente: Vivi.>
"Ho paura."
<Avevo paura di vivere anche io, prima di conoscerti. Poi è arrivato, come un tornado, l'amore per te e mi ha guarito. Guarirà anche te, non appena ti innamorerai ancora.>
"Io non voglio guarire, non voglio un altro amore e soprattutto, non voglio dimenticarti."
<Non accadrà mai. Ti tormenterò in eterno.> sorrise.
"Ad? Sei qui?" la voce di Leon le provocò un brivido.
<Abbi cura di te Fräulein.> Alexander le fece l'occhiolino mandandole un bacio e si dissolse come nebbia.
"Non andare via." urlò la ragazza cadendo sulle ginocchia.
"Sono qui. Non vado da nessuna parte."
Leon la strinse forte.
"Vuoi ancora fare quel tatuaggio? Uscire non è sicuro. Siamo sopravvissuti a malapena l'ultima volta, però ho trovato un tatuatore che lavora clandestinamente e ti accompagnerò in capo al mondo, se solo me lo chiedi."
"Devo farlo da sola. Glielo devo."
"Non devi fare nulla da sola. Mai più. Alexander vorrebbe che ti accompagnassi e ti proteggessi."
"Nemmeno lo conoscevi, Leon."
"Mi è bastato guardarlo per capire quanto teneva a te, quanto ti amava. Il nostro amore era diverso, certo, ma incondizionato, puro e profondo. È fuori discussione che ti faccia aggirare là fuori da sola. È pericoloso."
"So perché mi stai sempre addosso, ma non tenterò di spararmi ancora."
"Il dolore fa fare sciocchezze, ma 1.000 volte meglio un tatuaggio di un proiettile in testa."
Adalia annuì.
"Quando andiamo?"
"Questa notte?"
"C'è il coprifuoco."
"Ho trovato il modo di eludere la pattuglia che sorveglia il quartiere."
"E come?"
"Semplice! Questa sera ci saranno Felix e Maxim di guardia."
"Ti fidi davvero di loro?"
"Sì e anche Zelinda e Wolfgang. Se avessero voluto denunciarci l'avrebbero già fatto visto che sanno dove siamo. Ci hanno fatti evadere e si sono fatti sparare. Conterà qualcosa no? Cosa devono ancora fare per guadagnare la tua fiducia?"
"Darci informazioni utili, per esempio e ancora non mi fiderò."
"Non ha sparato Felix al tuo ragazzo. Non puoi punirlo per avere un mostro come padre. La famiglia non si sceglie, si subisce."
Adalia sospirò. Era vero. Felix non aveva premuto il grilletto e andava sempre in giro senza proiettili, eppure anche solo il fatto che condividesse lo stesso pacchetto genetico e il cognome di Reiniger, le faceva contorcere le budella.
Ma se aveva perdonato Wolfgang, che aveva molti più peccati del giovane Reiniger, perché non poteva sorvolare anche con Felix?
<Perché non sopporti come ti guarda. Non lo sopporto nemmeno io.>
"Risparmiati la gelosia Adler. Il mio cuore apparterrà sempre e solo a te."
<Per ora.>
"Sai già cosa fare?"
"Cosa?" Adalia guardò il fratello stupita. Come al solito si era completamente estraniata, immersa nei suoi tormenti.
"Il tatuaggio."
"Oh! Sì. L'aquila che aveva lui." arrossì.
"Se arrossisci così, non voglio davvero sapere dove aveva il tatuaggio." scoppiò a ridere il fratello.
"Scemo." lo spintonò la ragazza.
"È tutto pronto, tesori miei. Ma che faccina triste, Bonbon."
"Sto bene Helga. Davvero."
"Non è vero ed è giusto così. Non volevo origliare, ma se dovete uscire è meglio se vi camuffate. Vi presterò degli abiti dei miei figli."
"Grazie. Non é che puoi procurarmi anche un test di gravidanza?"
Leon la guardò perplesso.
"Non è per me ovviamente."
"Oh ma certo! La Principessina ha sempre voglia di Krapfen alla vaniglia, non è vero? Quando ero incinta io avevo sempre voglia di Curry Wurst. Vado in farmacia e faccio scorta anche di vitamine e acido folico."
"Grazie."
"E di che."
Adalia e Leon si camuffarono, presero i documenti falsi che aveva fatto Markus, su suggerimento di Herr Brot, e uscirono con un cestino pieno di dolci.
"Se vi fermasse un'altra pattuglia, dite che siete i miei nipoti di Sternenregen e che siete usciti per portargli dei dolci. Un lieto omaggio della nostra famiglia per i soldati che ci proteggono. Davanti a queste prelibatezze, non vi multeranno e non vi segnaleranno. Noi ci facciamo pubblicità, così quando verranno a mangiare o a prendere un caffè, io ascolterò i loro discorsi cercando informazioni utili. Davanti ad un dolce, quegli stolti si fanno sempre scappare un sacco di informazioni." Helga sorrise dolcemente ai ragazzi e aggiustò loro le maglie con fare materno, prima di lasciarli andare.
NOTA AUTRICE: Eccoci al primo attesissimo capitolo.
Sono passati 6 mesi dal sottomarino e dall'omicidio di Alexander.
Chi sarà il famoso "Pacco" a cui Felix ha affidato la sua vita e il futuro del Regno?
Abbiamo visto che la Resistenza si nasconde ad Heilige Adler, che Zelinda potrebbe essere incinta e che Adalia sta andando a fare un tatuaggio per marchiarsi l'aquila di Alexander sulla pelle.
Che ne pensate della copertina e delle battutine che si scambiano Adalia e il fantasma di Alexander?
Se la storia vi sta piacendo seguite gli aggiornamenti, votate e commentate.
Grazie di cuore.
Vi voglio bene.
Barbara 💙
Deutsche Wörter:
Neue Republik von Reiniger: la nuova Repubblica di Reiniger
Marienkäfer: Coccinella
Fräulein: signorina
Kommando: comando militare
Königreich: Regno - Reame
Bäckerei - Konditorei: Panetteria - Pasticceria
Brot: Pane
Landwehr: milizia territoriale
süße Fräulein: dolce signorina
Krapfen: bomboloni
Curry Wurst: Salsicce al curry
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