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24th - Baby, it's cold outside

Cominciai a rigirarmi tra le coperte la mattina successiva molto più tardi del solito. Era la vigilia di Natale e dovevo ancora trovare un modo, senza destare sospetti e senza "far succedere cose brutte", di impacchettare il regalo per Harry.

Harry; non appena mi voltai dal suo lato del letto lo trovai con un braccio dietro la testa, appoggiato contro la testiera di mogano rosso del letto, intento a leggere un libro dalla copertina bianca con i suoi occhiali da lettura posati delicatamente sul suo naso per aiutare i suoi bellissimi occhi verdi smeraldo.

"Sei già sveglio?" Gli chiesi retoricamente con un sorriso sulle labbra, avvinghiandomi alla sua vita per tentare di mantenere calda la mia temperatura corporea.

"Sai che questo tipo fa proprio delle belle foto?" Rispose lui con un'altra domanda.

Sbirciai il libro che reggeva con la mano destra per leggere A Work In Progress – Connor Franta. Poggiai anch'io la testa vicina a quella di Harry e riuscii a vedere quelle foto di cui parlava. In effetti non erano per nulla male, sembravano quasi fatte da un professionista. Forse doveva essere una dote naturale la sua, come se avesse uno speciale sguardo per ammirare le cose e un modo speciale per riprodurle in foto.

"Ed è pure carino" commentò Harry, dopo aver voltato la pagina arrivando ad una foto di Connor seduto su una zucca di dimensioni notevoli, per prendermi un po' in giro.

"Ehi, ti pare questo il modo di farmi gli auguri di compleanno... e di Natale?" gli risposi falsamente seccato, dandogli un colpetto sulla spalla che lo fece cominciare a sghignazzare e a chiedermi pietà perché non cominciassi a fargli il solletico.

"Okay, okay" cominciò, "scusa. Tanti auguri piccolo mio" mi disse per poi sporgersi per darmi un bacio lento e appassionato.

Rimasi per qualche altro minuto appoggiato al petto di Harry, lasciandolo continuare la lettura della biografia. Poi però Harry si alzò dal letto, appoggiò gli occhiali e il libro sul suo comodino e si spogliò in fretta per andare a fare una doccia. Io colsi subito l'occasione, e, non appena cominciai a sentire lo scrosciare dell'acqua provenire dal bagno, mi diressi nel soggiorno, ripescai una piccola scatola da scarpe dal mobile della televisione addossato alla parete e ne liberai il contenuto. Pregai che Harry non riuscisse a sentire nulla dall'altra stanza. Con tutta la pazienza che avevo in corpo, riuscii ad attaccare il secondo regalo per Harry alla fibbia della striscia di tessuto che fungeva da collare per il suo primo regalo. Lo lasciai libero per un po' all'aria aperta, ma poi il rumore dell'acqua svanii e dovetti richiudere anch'io la scatola nel suo posto sotto la TV.

Io e Harry passammo il resto dalla mattina davanti alla TV guardando delle repliche di Glee. Forse perché era il giorno della vigilia di Natale, mandarono in onda una delle puntate della seconda stagione, in cui tutti i personaggi festeggiavano il Natale. Ma sia io che Harry aspettavamo solo un momento: quello del duetto tra Blaine e Kurt; i due personaggi forse più belli mai creati nella serie. Erano proprio dolci, ancora non si conoscevano appieno, ma sapevano entrambi che ci fosse già qualcosa che era scattato tra loro due e che li univa malgrado tutto e tutti.

"I really can't stay" cominciò Kurt.

"But baby, it's cold outside" rispose con un sorriso stampato in volto Blaine.

"I've got to go away."

"But baby, it's cold outside."

Quella canzone era davvero confortante e trasmetteva un senso di sicurezza, protezione e di amore. Si vedeva che tra quei due ce ne fosse moltissimo, come tra me ed Harry, che avevo fatto accoccolare sulla mia pancia per poterlo accarezzare e riparare dal freddo che si vedeva imperasse per le strade.

Sembrava però come se non potessimo avere un momento di pace e relax insieme da qualche giorno a quella parte perché si ripeté la stessa scena del pomeriggio precedente, come se qualcuno l'avesse registrata. Niall, seguito da Liam e Zayn, entrarono velocemente nel nostro appartamento e presero posto sui divani, come fossero a casa loro, facendomi sbadatamente gli auguri. Forse ad Harry il loro comportamento stava bene, forse perfino poteva esserne divertito; ma a me davano sui nervi, soprattutto per il loro tempismo nel rovinare le coccole con Harry.

Erano le tre di pomeriggio; avevano completamente saltato il pranzo. Non me ne preoccupai più di tanto, visto anche che avremmo dovuto festeggiare la stessa sera, così, d'accordo con gli altri, decidemmo solo di andare in un bar per prendere qualcosa come una cioccolata calda o del tè. Ci vestimmo velocemente, lasciando gli altri ragazzi a sghignazzare davanti alla TV per i disastri di Sue Sylvester vestita da Grinch.

Harry era proprio uno spettacolo unico con addosso uno dei miei informi maglioni di lana natalizi. Quando aveva freddo gli si creavano sulle guance e sul naso degli aloni rosa che lo facevano sembrare ancora più tenero di quanto già non fosse di suo.

In quel momento però mi ritornò in mente che i regali per Harry fossero ancora a casa nostra e, siccome avremmo festeggiato a casa della mamma di Harry e ci saremmo diretti lì subito dopo, senza poter ritornare al nostro appartamento, dovetti per forza inventarmi qualcosa. Mi inventai la scusa di dover andare un secondo al bagno, così da potermi allontanare dalle orecchie dei ragazzi. Mi chiusi la porta della toilette alle spalle e telefonai a Gemma, le chiesi se avesse potuto passare a prendere il regalo di suo fratello e metterlo sotto il loro albero senza dire nulla a nessuno. Non dovetti neanche pregarla e scongiurarla più di tanto, visto che in pratica le stavo chiedendo di cambiarsi e lasciare il calore della sua casa per farmi un favore, che lei acconsentii; per fortuna era sempre stata una ragazza oltremodo gentile e servizievole.

Non appena entrai nella casa dei genitori di Harry, notando l'incredibile sbalzo termico, arrivò a "zampe levate" il loro cane a salutarmi tentando di arrampicarsi sulle mie gambe per poi riempirmi di saliva l'intera faccia. Ma lo lasciai fare, accovacciandomi, perché era una cosa che mi metteva sempre di buon umore e poi era diventate una specie di abitudine tra me e lui. Per tutta la casa si sentivano i profumi provenienti dalla cucina dove Anne stava continuando a preparare abbastanza cibo per tutti. C'erano tutti i parenti di Harry e poi molti amici, tra cui anche i nostri insieme a molti volti che non riuscivo neanche a riconoscere.

Passammo tutto il resto del pomeriggio a chiacchierare e a fare conoscenza con molte persone. Ringraziai Anne per la sua ospitalità, che, come al solito, non mi fece pesare assolutamente il disturbo che le davamo e mi diede il permesso, che ogni anno riservava solo a me, forse per il mio compleanno, e ai suoi due figli, di spiluccare prima di cena qualcosa da ciò che stava cucinando.

Già da ciò che potei assaggiare in anteprima, avevo capito che la cena sarebbe stata un vero e proprio successo. Infatti, Anne era davvero stupenda con la cucina. Molto più di mia madre, questo era poco ma sicuro; alla quale, come al solito, mi ero dimenticato di fare gli auguri, ma che si era ricordata di farli a me per il compleanno. Ci sedemmo poi tutti ai divanetti, per giocare a carte e goderci il tepore del caminetto a gas nell'angolo della grande stanza.

Quasi vicini alla mezzanotte, Harry si era già appisolato contro la mia spalla da un pezzo, quando Anne cominciò letteralmente ad urlare il conto alla rovescia del tempo restante, facendo sobbalzare tutti e bruscamente svegliare chi nel frattempo era crollato. Tutti afferrammo in fretta un flûte dal tavolo di cristallo su cui avevamo cenato aspettando di sentire il grande scoppio che le bottiglie di champagne avrebbero prodotto.

La prima cosa che tutti facemmo alle prime ore del 25 dicembre fu scartare ognuno i propri regali che erano stati per tutta la serata sotto l'albero della famiglia Styles, almeno due volte più alto e largo rispetto a quello dell'appartamento mio e di Harry. C'era chi trovava dei maglioni o delle sciarpe e dei cappelli coordinati, chi dei libri o dei videogiochi. Tutti i miei regali furono azzeccati a giudicare dai volti dei genitori di Harry e di quelli dei ragazzi. Piuttosto, mi concentrai su quello di Harry. Aveva appena preso in mano la mia scatola da scarpe quando gli andai vicino e lo abbracciai alle spalle.

"Avanti, aprilo!" Lo esortai.

"Questo è il tuo?" Mi chiese innocentemente.

"Sì" gli risposi con un sorriso.

"Allora sarà stupendo comunque" disse cominciano a togliere lo scotch dai bordi del coperchio.

"Ma si muove... e respira!" Disse così ad alta voce da far voltare tutti i presenti verso di noi.

"Non preoccuparti. Aprilo" gli dissi, leggermente in imbarazzo.

Vidi Gemma e Anne confabulare e poi avvicinarsi con le labbra sorridenti verso di noi. Di sicuro, trasportandolo, Gemma aveva capito di cosa si trattasse. Harry, sollevò il coperchio e rimase stupefatto.

"Ma è un cane!" Annunciò urlando dall'eccitazione.

Lo prese in braccio, guadagnandosi un'occhiata di disprezzo e un ringhio del cane di Anne, e tutti poterono ammirare una piccola palla di pelo bianco. Era un Husky totalmente bianco e con un occhio celeste ed uno verde. Non appena lo vidi in un negozio di animali nel centro commerciale, non potei fare a meno di comprarlo per Harry, soprattutto per i suoi occhi, che univano i miei e i suoi perfettamente.

Harry era totalmente innamorato di quell'Husky, glielo si poteva leggere in faccia.

"Come lo vuoi chiamare?" Chiese Gemma ad un tratto.

Harry alzò per un momento lo sguardo verso sua sorella appoggiata contro una finestra alta e urlò con ancora più allegria "neve!!"

"Be', sembra un bel nome per-" cominciò Anne, ma non poté neanche pensare al resto della frase, perché in un secondo Harry prese me e un cappotto a testa, dentro il quale protesse il cane dal freddo, per trascinarmi fuori.

"Ah, tu intendevi questa neve" dissi con un sorriso sulle labbra, ammirando Harry ammirare sognante la neve mentre ricopriva il giardino della villetta dei suoi genitori.

"Ma anche per il suo nome mi va bene, sono talmente stupendi entrambi che il nome è perfetto" disse stendendosi sulla neve, appoggiando Neve sul suo petto e indicandomi lo spazio alla sua sinistra.

Mi stesi nella soffice neve e mi voltai a guardare Harry. Aveva cominciato a fare un angelo allargando le mani coperte dai guanti e le gambe più che potesse. Allora presi anch'io a disegnarne un altro accanto al suo in religioso silenzio per qualche altro minuti.

"E anche tu sei stupendo" disse Harry dopo essersi fermato per la stanchezza.

Mi fermai anch'io e il cuore cominciò a battermi più velocemente, perché Harry avrebbe potuto aver capito quale fosse il mio secondo regalo.

"Perché?" Chiesi, fingendo di non aver capito.

"Spiegami tu allora perché" ribatté Harry.

"Cosa?" Chiesi ancora con un sorriso sulle labbra.

"Questo" disse allora Harry sfilandosi il guanto sinistro e mostrandomi l'anello d'argento con un piccolo diamante incastonato al centro che gli avevo comprato e poi regalato, attaccandolo al collare di Neve.

"Ah, quello" cominciai, "ancora non ho capito come hai fatto a mettertelo senza fartene accorgere" dissi facendolo sorridere e allentando la tensione.

"Ma ti volevo solo chiedere se ti va di diventare ufficialmente il mio ragazzo" dissi tutto d'un fiato per poi attendere la reazione di Harry.

Si alzò e mi porse una mano per farmi arrivare, più o meno, alla sua altezza. E, con Neve tra noi due, mi disse "sì, certo" sorridendo e cominciò a baciarmi.

Passarono parecchi secondi e la neve aveva cominciato a scendere più intensamente, coprendo i nostri cappelli e le nostre giacche di quel bianco candido e puro come il pelo del nuovo membro della nostra famiglia.

"Ragazzi" sentì Niall ad un certo punto.

Mi voltai verso la porta di ingresso e lo vidi con un ghigno sulla faccia appoggiato allo stipite.

"Non per interrompere, ma il dolce è arrivato in tavola. Se non vi muovete, lo mangio tutto io" disse come fosse una delle cose più importanti del mondo.

"Ti odio" dissi frustrato. Così mi piegai sulle ginocchia, presi un pugno di neve, la appallottolai e gliela lanciai.

Lui, sbarrò per un attimo gli occhi, ma poi accostò la porta per usarla da scudo.

"E menomale che volevo farvi un favore" disse dispiaciuto, forse per finta o sul serio, prima di rientrare in casa.

N.d.A.: Ecco a tutti la seconda ed ultima parte della mia oneshot per Natale. Rinnovo a tutti i miei più sentiti auguri per delle feste in allegria, un sereno Natale e una serata magica in compagnia di chi ci vuole bene. In particolare vorrei fare gli auguri a: lappi88marcellopotiTrizia_BemanuelagiuzioElianaPiPinkingwordsgaysicleMoreThanStan. Merry Christmas!! All the love, A.C.



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