23rd - Have yourself a merry little Christmas
Una tazza di tè fumava, poggiata sul tavolo alla mia destra. Rilasciava nell'aria un buon profumo, di bergamotto, che si mescolava con quello di biscotti al pan di zenzero che si stavano raffreddando nel forno. Era una buona miscela, soprattutto se accompagnata dai ripetuti ticchettii che produceva la macchina da scrivere ferma sul tavolo davanti a me ad ogni lettera che colpivo e dai suoni di gioia, di festa e di purezza che provenivano da oltre lo spesso vetro della finestra.
Avevo da poco cominciato a scrivere una nuova storia. Rispetto alle altre, che avevo sempre battuto sulla mia fedele macchina da scrivere, questo racconto mi rappresentava più da vicino. Parlava di me e di Harry. Il mio Harry. Stavo scrivendo la prima parte della nostra storia, quando ancora non sapevo bene chi fosse, né tanto meno se potesse piacermi. Davo ascolto a quei pochi pettegolezzi che mi arrivavano, lasciati volutamente o per caso in giro a fluttuare tra i corridoi della nostra scuola, e ogni volta che mi arrivava il suo nome alle orecchie, mi spuntava sempre sulle labbra un sorriso colmo di dolcezza e di speranza. Era stupendo con quelle uniche fossette ai lati della bocca e i ricci perennemente scompigliati; mentre io, un inutile moscerino. Ma, forse per destino, o molto più probabilmente per mancanza d'altro, dalla prima volta che scambiammo due parole, non riuscimmo più a fermarci. Ci sentivamo uniti come fossimo un'unica persona e ci capivamo nel profondo senza neanche doverci scambiare più di un'occhiata. Ha reso uno dei periodi più bui e tristi della mia vita, colmo di luce e di bellezza.
Non avevo sentito Harry svegliarsi sul divano oltre il muro che divideva la piccola cucina del nostro appartamento dall'altrettanto piccolo soggiorno. Si era alzato, forse perché i rumori per strada erano aumentati o perché avevo cominciato a scrivere più intensamente e ininterrottamente, e mi era arrivato alle spalle. Avvertii soltanto un leggero vuoto d'aria e il flebile suono di una goccia trasparente entrare in contatto con la superficie di liquido scuro nella tazza.
"Non me l'avevi mai detto..." riuscì a dirmi quando i miei occhi incontrarono i suoi velati di lacrime.
"Non lo so, ma è vero. Solo per merito tuo sono riuscito finalmente a crescere e a innamorarmi per la prima volta" dissi tutto d'un fiato.
"Sì, di un bambino che non fa altro che piangere" ribatté, arrabbiato con se stesso per le lacrime che stavano scorrendo velocemente lungo le sue guance.
"No, non è vero!"
Mi alzai e lo abbracciai quanto più stretto potessi. Ben presto il suo respiro diventò sempre più tranquillo, tanto che comincia a domandarmi se non si fosse riaddormentato con la testa poggiata sulla mia spalla e le mani aggrovigliate nei miei capelli.
"Harry?" Chiesi in un sussurro.
"Louis?" Rispose.
"Ti va di decorare insieme i biscottini al pan di zenzero?"
"Sì!" Rispose allungando l'ultima vocale all'infinito e staccandosi da me con un sorriso raggiante stampato sulle labbra.
Aprì il forno e cominciò a mettere in una ciotola di vetro i numerosi biscotti del colore della sabbia, mentre io mettevo da parte la macchina da scrivere per fare spazio sul tavolo.
"Non mi avevi detto che li avresti fatti, pensavo avessi passato tutto il pomeriggio a scrivere" disse.
"E invece li ho fatti, sapevo quanto ti piacciono e quanto adori decorarli... E mangiarli" aggiunsi con un sorriso provocatorio sulle labbra.
Lui fece sporgere il labbro inferiore e allargò a dismisura i suoi già enormi occhi verdi in segno di offesa. Sapeva che non riuscivo a resistergli quando faceva così.
"Scusa, scusa..." alzai le mani in segno di resa con un leggero sorriso ancora fermo sulle labbra.
Finimmo col decorare ogni singolo biscotto con dei colori e dei decori diversi, impiegandoci in tutto quasi tre quarti d'ora. Ma erano fantastici. Ce n'erano per tutti i gusti e di tutte le forme e colori. Da quelle più natalizie a quelle classiche degli animali. Harry era proprio contento che, come sempre, mi fossi ricordato di ciò che mi avesse chiesto.
"Grazie, Lou." E mi lasciò un tenero bacio sulle labbra.
"Di nulla piccolo" gli dissi.
Avrei voluto approfittare della situazione che si era creata, ma, come succede sempre nei film, il campanello cominciò a suonare con sempre maggiore intensità. Non poteva che essere una sola persona; una di quelle più che fastidiose.
"Niall, non hai perso la mano vedo" dissi con una punta di sarcasmo.
Non appena ebbe varcato l'ingresso, con aria raggiante, mi lanciò tra le mani due voluminose valige e il suo cappotto per buttarsi con altrettanta foga tra le braccia del suo migliore amico: Harry.
Era stato via per parecchio tempo, dalla sua famiglia in Irlanda. Di certo gli era mancato Harry in tutto quel tempo.
"Ciao Niall" disse Harry con un largo sorriso sulle labbra, non appena Niall gli ridiede la possibilità di respirare.
"Mi sei mancato tantissimo" rispose Niall sistemandosi una ciocca bionda che non voleva stare con le altre sulla sua testa.
"Anche a me" disse Harry, "come è andato il viaggio?" Chiese, sedendosi al tavolo della cucina e dimenticandosi quasi di me in soggiorno.
"Bene, certo" rispose prendendo a mangiare due dei nostri biscotti contemporaneamente, "non sono ancora passato dal mio albergo, però in giro per la città ho visto che ci sono un sacco di luci e poi hanno piazzato un enorme tendone nel centro commerciale con la capanna di Babbo Natale" aggiunse guardando Harry con occhi sognanti, continuando ininterrottamente a polverizzare biscotti su biscotti.
"Ci andiamo?" Propose Harry guardando prima Niall e poi me, come per chiedere il mio consenso.
Finalmente preso in considerazione, appoggiai sul divano nel soggiorno la roba di Niall e mi avvicinai al tavolo con un sorriso dolce rivolto ad Harry. Tolsi dalle mani di Niall la ciotola dei biscotti, prima che li avesse fatti scomparire dalla faccia della Terra, guadagnandomi una sua occhiata contrariata, e lasciai un bacio sulla guancia di Harry.
"Certo che possiamo, amore mio" gli dissi piano all'orecchio.
Lui mi rispose con un secondo bacio sulle labbra e con uno dei suoi stupendi sorrisi decorato dalle sue adorabili fossette.
Ritornai in salotto, lasciando Niall ed Harry a chiacchierare, per rimettere un po' d'ordine soprattutto sul divano, dove tra le coperte, i cuscini e i peluche di Harry e i bagagli e il cappotto invernale di Niall, sembrava quasi che una bomba fosse scoppiata da dentro una valigia facendone schizzare il contenuto dovunque.
Avevo appena finito di sistemare tutta la roba e raccolto l'ultima cosa fuori posto, il cappotto che Niall aveva "lasciato" per terra, che vidi Harry pesantemente coperto da sciarpa e cappello e Niall sfilarmi il cappotto dalle mani ringraziandomi, come se glielo avessi raccolto apposta per porgerglielo, e ricominciare a trascinarsi dietro i due trolley giganti.
"Forza Louis, copriti che usciamo" mi esortò Niall.
"Ma non dovevamo uscire questa sera?" Chiesi ad entrambi stupito.
"A parte il fatto che è già diventato buio là fuori, anche se non te ne sei accorto, e che io non ho mai specificato" cominciò Niall, "comunque ho appena ricevuto un messaggio da Liam che ci ha chiesto una mano alla capanna di Babbo Natale e-"
"Non ci abbiamo capito niente in effetti" proseguì Harry. "Ma visto che dovevamo andarci, semplicemente usciamo prima" terminò con un sorriso raggiante che mi fece sciogliere e mi tolse completamente la forza di controbattere.
"E... okay, usciamo" acconsentì alla fine prendendo al volo il mio piumino e una sciarpa dall'attaccapanni tra la porta e l'albero di Natale decorato come ogni anno d'argento e di rosso; gli unici colori natalizi secondo Harry.
Per le vie della città il freddo regnava su ogni essere vivente e oggetto inanimato, accompagnato dal ghiaccio sui bordi delle strade asfaltate, che rendeva più facile alla numerosa gente che le affollava fare delle scivolate più che comiche. Delle persone vestite da Babbo Natale si distinguevano nella folla per i suoni delle loro campanelle o perché stavano intonando una delle tante famose canzoni natalizie. Bastava alzare gli occhi al cielo per scorgere nettamente le stelle più luminose brillare attraverso la piccola coltre di nuvole grigiastre che andavano solo ad annebbiare leggermente la loro luce e quella della metà di Luna che ci era permesso osservare. Agli astri facevano da cornice le lunghe e complicate serie di piccoli LED che, producendo diversi colori secondo numerose combinazioni e giochi di intermittenza, rendevano l'aria e l'umore delle persone ancora più gioiosi, sempre più in festa, andando a completare, come accade anche per la neve, quella magia tranquilla e armoniosa che solo il Natale faceva avverare.
Forse solo io, non essendomi vestito adeguatamente per proteggermi dal freddo, al contrario di Harry, aspettando che Niall avesse sistemato tutta le sue cose nella sua camera d'albergo, stavo letteralmente congelando. Harry se ne accorse e, fermando il mio passare e ripassare sullo stesso rettangolo di marciapiede che avevo cominciato per riscaldarmi, mi prese tra le sue braccia e mi fece accoccolare a lui, dopo avermi fatto segno di raggiungerlo sugli scalini d'ingresso di un palazzo decisamente più basso rispetto a quello dell'hotel.
Niall ci raggiunse dopo quasi dieci minuti, durante i quali potei godere delle coccole di Harry, e cominciammo ad incamminarci verso la metro per arrivare al centro commerciale.
Ogni negozio era un tripudio di colori e luci per esaltare i prodotti in vetrina ed attrarre i passanti in cerca delle soluzioni migliori per fare colpo con i regali da mettere sotto gli alberi addobbati. Ma il pezzo forte di tutto il complesso era un altro. Nel punto in cui era solita stare un'enorme fontana con dei pesci rossi a sguazzarci dentro era stato piazzato un imponente tendone di plastica bianca decorato con nastri e cordoni rossi, argentati e dorati. Alla sommità della copertura dello stand uno striscione lo indicava a tutti come "la capanna di Babbo Natale". Entrammo al suo interno e trovammo un ambiente completamente diverso da quello delle vie della città e di quelle piene di negozi del centro commerciale: era tutto circondato da scaffalature di legno massiccio riempite con centinaia e centinaia di giocattoli di ogni tipo possibile e immaginabile. Dal finto soffitto fatto di nuvole di ovatta cadevano pesantemente numerosi fiocchi di neve artificiale su tutti i bambini e i genitori ammucchiati al centro dello stand. I ragazzini ridevano di gusto e scherzavano tra di loro, avvolti in sciarpe, cappelli e guanti natalizi che mi ricordavano molto Harry; ma erano lì solo per una cosa: vedere Babbo Natale, ovviamente.
Nel palco a mezzaluna di fronte alla calca dei bambini c'erano diversi pacchi regalo sotto un albero vero spruzzato di neve, un trono di legno destinato sicuramente a Babbo Natale e poi un elfo con una calzamaglia verde e un cappellino con un pon-pon bianco che gli copriva leggermente il volto. Aveva le mani dietro la schiena, come fosse spazientito o nervoso; comunque aveva un volto familiare.
"Ora" disse Niall, "dove lo troviamo Liam?" Concluse guardandosi intorno con un broncio sul volto non sapendo cosa fare.
Non appena l'elfo udì la voce Niall si voltò di scatto verso di noi e ci raggiunse in poche falcate.
"Non disperarti Niall, ci ha trovati prima lui" gli rispondo ridendo soprattutto per il costume di Liam, che notai avesse i pon-pon anche sulla punta degli stivaletti di feltro verde.
"Smettetela di sghignazzare!" Ci fermò subito Liam, vedendoci ironizzare sul suo travestimento da elfo di Babbo Natale. "Piuttosto, aiutatemi. Avevo chiesto a Zayn di fare Babbo Natale, ma non è ancora arrivato. Se non ci inventiamo qualcosa, le mamme dei bambini mi sbraneranno... e non solo con lo sguardo!"
"Okay, ma che ci inventiamo?" Chiesi.
"Ci penso io" disse subito Harry, come se avesse avuto l'intero pomeriggio per pensarci, "hai altri vestiti da elfo?"
"Certo, venite dietro il palco" ci invitò Liam.
"Io non me lo metto quel coso" dicemmo all'unisono io e Niall.
Vedendomi titubante, Harry cominciò a farmi gli occhi dolci e il labbruccio da offeso per convincermi, e "ti preeego" aggiunse.
"Mi state convincendo a fare troppe cose oggi, ma okay, non posso sul serio resisterti quando fai così." Gli risposi sorridendo per poi lasciargli un bacio sulle labbra.
Quel costume non faceva altro che pizzicare contro la mia pelle. Non sapevo proprio come facesse Harry ad essere talmente raggiante all'idea di essere uno degli elfi aiutanti di Babbo Natale.
"Questa è l'idea: ora voi tre andate a cantare una canzone di Natale di là, mentre io comincio a prendere le letterine dei bambini e a metterli in fila per parlare con Zayn che dovrebbe arrivare tra pochi minuti. Okay?" Chiese Harry, molto probabilmente retoricamente perché "okay, andate" si rispose da solo, non lasciandoci neanche il tempo di fiatare.
Adeguandomi, senza poter fare diversamente, mi sedetti dietro la tastiera e cominciai a suonare la canzone di Natale di cui Sam Smith aveva cantato una sua versione qualche anno prima.
"Have yourself a merry little Christmas, let your heart be light. From now on, your troubles will be out of sight. So have yourself a merry little Christmas" cominciai a cantare, mentre guardavo Harry divertirsi con i bambini sotto il palcoscenico, per poi lasciare continuare Niall e Liam.
Non appena la canzone fu terminata, Zayn fece il suo ingresso nello stand già con indosso il vestito di Babbo Natale e la barba e la parrucca bianche. Tutti i bambini cominciarono subito ad accerchiarlo e ad aggrapparsi alle sue ginocchia, ma lui, con pochissima grazia, si fece largo tra la folla e si posizionò con estremo nervosismo sul trono di legno che gli era stato riservato.
"Scusate ragazzi, ma ho avuto la bella idea di venire in auto e ho trovato un traffico incredibile. A proposito, voi tre che ci fate qui?" Chiese Zayn, ma Liam e Niall senza badargli, aprirono il cordone che delimitava la fila dei bambini e fecero avvicinare due piccoli gemelli.
"Ciao Babbo!" Salutarono in coro.
Zayn rispose con un grugnito, così Harry, dal lato destro della sedia, li salutò più educatamente e chiese loro cosa avessero scritto nella loro letterina quell'anno.
"Noi vogliamo un cane!" Risposero di nuovo contemporaneamente. Mi fecero ridere per la loro allegria e ingenuità; ma mi fecero anche riflettere. Mi si accese un'importante lampadina in testa.
"Babbo Natale" cominciò uno dei due bambini, "ma loro sono i tuoi elfi preferiti, vero?" Chiese tirando il naso di Zayn.
"Smettila!" Gli rispose con troppa severità Zayn, guadagnandosi una mia gomitata tra le costole. "Scusami bambino, comunque hai proprio ragione. Sono proprio degli elfi speciali, l'unica coppia tra tutti gli elfi" concluse con un sorriso compiaciuto sulle labbra e sussurrandomi "così impari."
"Ma-ma come?" Chiese il secondo gemello, non riuscendo a capire facilmente le parole di Zayn.
"Ora ti spiego" iniziò Zayn, certamente divertendosi, "loro sono gay, significa che a loro piace farlo con..." Lo fermai prima che traumatizzasse ulteriormente quei poveri bambini, togliendoli in pochi secondi dal suo grembo. Harry diede loro un leccalecca a testa, facendo scomparire dal loro volto quell'espressione confusa.
Per tutto il resto dell'incontro con i bambini, Zayn non fece altro che prenderli in giro o dire loro cose che non avrebbero comunque potuto capire, per fortuna, ma che avrebbero di certo imbarazzato noi e poi quelle povere mamme che avrebbero ricevuto domande piuttosto strane da parte dei loro figli. L'avrei rimproverato del suo comportamento, decisamente infantile, il giorno dopo alla cena di Natale. Forse era stato un bene che Liam mi avesse chiesto il suo aiuto al centro commerciale. Infatti ero riuscito a trovare il regalo perfetto per Harry; anzi i regali perfetti.
N.d.A.: Salve a tutti! Come promesso, questo è il mio regalo di Natale per tutti voi. Domani pubblicherò una seconda parte, così potrete scoprire quali sono i regali di Harry e cosa accade al cenone di Natale, che però è anche l'ultima, perché, al contrario di ciò che avevo detto, non sono riuscito a scrivere una terza parte per il 25, perciò dovrete accontentarvi di solo due episodi. Spero che vi stiate godendo queste da poco iniziate vacanze natalizie. A domani! All the love, A.C.
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