5. "La Veritá di Eric"
MEGAN
Mi svegliai con il suono della sveglia accanto al mio orecchio.
Spostai la mano per spegnerla e alla fine decisi di alzarmi dal letto.
Era già passato il fine settimana.. e questo significava che dovevo tornare a scuola e vedere di nuove quelle facce odiose delle persone.
Andai in bagno per darmi una rinfrescata e poi tornai nella mia camera, frugai un pó nell'armadio e alla fine decisi di indossare dei cargo neri, un solito top color blu e sopra una felpa bianca con la zip corta fino all'ombelico.
Indossai le mie scarpe da ginnastica e poi presi lo zaino, che alla fine era anche abbastanza leggero.
Scesi al piano di sotto per fare colazione e lí trovai mio padre già in cucina.
- Buongiorno Megan - mi salutó.
Lo risalutai con un cenno della testa.
- Stanca? - mi chiese lui notando la mia espressione.
- Abbastanza - risposi prendendo le mie cose per fare colazione.
Mi sedetti a tavola e iniziai a mangiare.
- Va tutto bene Megan? - mi chiese ad un certo punto mio padre.
Alzai lo sguardo e notai che mi stava osservando attentamente.
Annuii.
- Sisi.. perché non dovrebbe andare bene? - chiesi.
Lui alzó le spalle.
- No niente.. ero solo preoccupato.. sei spesso silenziosa sai - spiegó.
Ma perché tutti dovevano iniziare con questo discorso?
Feci un piccolo respiro per prendere coraggio.
- No no tranquillo papá.. va tutto bene - risposi.
Lui rimase a guardarmi per un pó e poi annuí accennando un sorriso e mi salutó con un bacio sulla fronte.
- Va bene, se c'è qualcosa che non va puoi dirmelo ricordati... beh adesso io devo andare a lavoro.. ci vediamo questa sera Megan - mi salutó mio padre uscendo.
Lo risalutai e poi rimasi da sola in cucina a mangiare in silenzio.
Dopo aver finito di fare colazione, tornai al piano di sopra per finire di prepararmi e una volta pronta andai a chiamare mia madre per farmi accompagnare a scuola.
***
Arrivammo davanti scuola, e dopo aver salutato mia madre scesi dalla macchina e mi andai a sedere alla solita panchina per fumarmi una sigaretta.
- Ei neanche si saluta! - sentii una voce alle mie spalle e un attimo dopo mi ritrovai Eric seduto accanto a me.
- Ciao - lo salutai con un cenno della testa.
- Eddai Megan un pó più di vita! - esclamó lui.
Mi uscí una piccola risata.
- Scusi tanto - borbottai.
Questa volta anche Eric ridacchió e poi si accese la sigaretta.
Restammo entrambi in silenzio, seduti sulla panchina ad osservare le persone che arrivavano.
Ad un certo punto vidi arrivare un ragazzo biondo con il ciuffo ben pettinato e al suo fianco c'era una ragazza.
Stavano camminando mentre lui le teneva il braccio intorno alle spalle.
- Ma ieri l'ho visto al centro commerciale - dissi ad un certo punto.
- Chi? Colin? - mi chiese subito Eric.
Annuii.
- Si.. ma era con un'altra ragazza - risposi.
Eric sbuffó e borbottó qualcosa di incompresibile.
- Che schifo - disse poi.
- Hai ragione - risposi io portandomi di nuovo la sigaretta alle labbra con un'espressione disgustata mentre guardavo quella scena.
Alla fine il mio amico sospiró e dopo aver finito la sua sigaretta la buttó a terra.
Spostai lo sguardo verso di lui e notai che era molto pensieroso.
Non ero il tipo di persona che voleva farsi gli affari degli altri ed ero anche abbastanza menefreghista.
Ma per qualche strana ragione mi preoccupavo per Eric... volevo sapere cosa gli passava per quella testa e avrei voluto aiutarlo in qualche modo.
- Er.. - lo richiamai con un filo di voce.
Era impegnato a mordersi le unghie in modo nervoso ed a fissare il vuoto, che all'inizio non sentí neanche la mia voce.
- Er - lo richiamai di nuovo sfiorandogli il braccio con le mie dita.
Lui alzó la testa e mi osservò con uno sguardo assente.
Rimanemmo entrambi in silenzio per qualche minuto.
Istintivamente alzai per un momento lo sguardo verso Colin che era un pó più in lá.
Eric aveva cambiato espressione dopo che avevamo iniziato a parlare proprio di Colin...
- Dimmi - mi rispose infine.
Rimasi ancora in silenzio a pensare a cosa dire e a come prendere la situazione.
Feci un gran respiro e alla fine mi decisi a parlare.
- C'è.. qualcosa che non va? - chiesi.
Per un momento lui spostó lo sguardo altrove e poi tornó a guardarmi.
- Megan.. perché questa domanda? - mi chiese invece lui.
Alzai le spalle.
- Non so.. vedendoti mi sembra che qualcosa non vada.. - iniziai a parlare.
Di nuovo silenzio.
Di solito, quando eravamo insieme, non c'erano mai questi momenti di silenzio..
E invece ora non sapevo cosa dire..
Alla fine fu Eric a rompere il silenzio.
- Megan... mi ascolteresti se ti raccontassi la verità che non ho mai detto a nessuno? - mi chiese facendo un gran respiro.
Si stava fidando di me..
- T.. ti stai fidando davvero di me? - gli chiesi un pó titubante.
Lui annuí senza pensarci due volte.
- Certo.. alla fine sei mia amica no? - rispose accennando un sorriso.
Ricambiai quel sorriso e poi annuii.
- Si. Ti ascolterei - risposi seria.
Eric si sedette più comodo e mi guardó dritto negli occhi.
- Penso che è una cosa che non ti aspetteresti mai.. - inzió a parlare.
Buttai la mia sigaretta e mi sedetti a gambe incrociate.
- Tu raccontami - dissi.
- Io.. conosco Colin da più tempo di quanto immagini.. - spiegó.
Lo guardai con un sopracciglio alzato.
- Beh.. e allora? Cosa c'è che non va? - chiesi con un filo di curiosità e preoccupazione.
Eric fece un gran respiro.
- Megan.. io e Colin eravamo migliori amici.. - ammise abbassando lo sguardo.
No.
Non era possibile.
Non era possibile che un ragazzo come Eric potesse essere amico con un'idiota come Colin.
Io sono talmente menefreghista che le persone ormai hanno rinunciato anche a parlarmi e non mi importa più degli altri.
Ma questa volta ero preoccupata per Eric.
Non potevo credere che era amico con Colin.
Non sapevo ancora nulla del mio amico.
E quanto vorrei riuscire a capirlo e aiutarlo in qualche modo...
Rimasi in silenzio per diversi minuti.
Stavo ancora rimuginando sulla sua confessione.
- Emm.. tutto apposto? - mi chiese ad un certo punto Eric risvegliandomi dai miei pensieri.
Alzai lo sguardo verso di lui.
- E.. cosa è successo tra voi due? - chiesi con cautela.
- Colin non è davvero il ragazzo che pensi tu.. certo può sembrare uno stronzo donnaiolo che se ne frega di tutto e tutti... ma in realtà la sua è solo una maschera.. - mi spiegó.
- Tutti hanno una maschera che utilizzano per nascondere il dolore - risposi io.
Ed era vero.
Forse.. forse io potevo davvero capire Colin.. perché in fondo anche io utilizzavo una maschera.
- Eravamo migliori amici dalle scuole medie ma.. Colin ha molti problemi in famiglia e per scappare dai problemi e da tutti ha preso delle brutte strade.. ho cercato di farlo ragionare ma non voleva ascoltarmi e alla fine... è finita la nostra amicizia.. - ammise con lo sguardo perso nel vuoto.
Cercai di capire la situazione in cui si trovavano e pensai a cosa dire.
- Mi dispiace.. - sussurrai con un filo di voce posandogli una mano sulla spalla.
Lui alzó lo sguardo verso di me e accennó un piccolo sorriso.
- Se posso.. se posso fare qualcosa per aiutarti dimmelo.. - dissi guardandolo dritto negli occhi.
Eric annuí.
- Grazie - rispose mantenendo quel piccolo sorriso.
Pensai a qualcos altro da dire ma fummo interrotti dal suono della campanella.
Ci alzammo entrambi dalla panchina.
- Andiamo dai - disse il mio amico.
Io annuii e senza aggiungere altro lo seguii dentro la scuola.
Mi dispiaceva la loro situazione e vorrei fare qualcosa..
È strano sentir dire una cosa del genere da una come me ma vorrei davvero aiutarli... entrambi.
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