3. "Quanto è odioso il bulletto di turno!"
MEGAN
- Ei signorina, idiota a chi? - mi chiese il ragazzo davanti a me.
Lo osservai per bene: alto, occhi azzurri come il cielo, capelli biondi scompigliati, fossette sulle guance, sorrisetto strafottente.
Indossava dei pantaloni larghi con una felpa rossa sopra.
- Sta attento a dove metti i piedi ho detto - gli risposi guardandolo male.
Lui mi squadró mantenendo quel sorrisetto e poi alzó le spalle.
- Sei tu cara mia che stavi guardando a terra senza fare attenzione alle persone intorno - mi informó.
Incrociai le braccia sotto al seno.
- Io stavo andando per la mia strada. Sei tu che mi sei venuto addosso - ribattei.
Notai che era circondato da un gruppo di amici che ridacchiavano insieme a lui.
Avevo già capito che tipo di persona era questo qua.
- Se non ci vedi mettiti gli occhiali signorina - disse lui.
- E tu amplifon visto che a quanto pare non hai sentito cosa ho detto - ribattei di nuovo io.
- Oh amico questa qui ti tiene testa! - disse uno dei ragazzi dandogli una piccola gomitata.
Lui lo fulminó con lo sguardo, ma non gli rispose, ignorandolo totalmente.
Tornó a guardare nella mia direzione e stava per dire di nuovo qualcosa ma io gli passai accanto senza aggiungere altro e continuai per la mia strada.
Lo sentii richiamarmi alle spalle ma lo ignorai e arrivai fino fuori al cortile per prendere un pó d'aria.
***
Trovai una panchina libera e abbastanza lontana da tutti e andai a sedermi lí.
Mi sedetti a gambe incrociate, mi rimisi il cappuccio in testa e frugai nella tasca dei pantaloni per prendere una sigaretta e me l'accessi iniziando a fumare pian piano.
- Ei, hai un accendino? - sentii una voce alle mie spalle e quando vidi accanto a me una mano che teneva una sigaretta spenta sobbalzai.
Mi girai di scatto e ritrovai gli occhi di Eric che mi osservavano con un sorriso.
- Dio mi hai fatto prendere un colpo! - esclamai.
- Ops scusa principessa! - borbottó ridacchiando.
Lo fulminai con lo sguardo.
- Non chiamarmi così ti prego - lo avvisai portandomi di nuovo la sigaretta alle labbra.
- Okok meglio evitare che mi ammazzi... comunque.. oplá! - inizió a parlare facendo un salto da dietro la panchina e si sedette sullo schienale, poggiando i piedi sul sedile.
Rimasi ferma ad osservarlo per un pó.
Cavolo devo dire che era molto agile il ragazzo!
Non mi accorsi che lo stavo guardando con un sorriso.
Fino a quando fu lui a farmelo notare.
- Che c'è sei rimasta imbambolata? - borbottó Eric con un sorrisetto.
Scossi subito la testa per riprendermi.
- Oh no ti prego non ti fare strane idee! - esclamai.
Lui alzó le mani come per difendersi e continuò a ridere.
- E va bene la smetto - si arrese dopo che gli lanciai un'ultima occhiataccia.
Sorrisi compiaciuta e tornai a concentrarmi alla mia sigaretta.
- Comunque non mi hai risposto - mi fece notare poi.
Girai di nuovo la testa verso di lui e lo guardai con un sopracciglio alzato.
- Perché che mi hai chiesto? - chiesi.
Lui alzó la mano con la quale teneva la sigaretta facendomi ricordare.
- Il mio accendino perde i colpi e non funzionava più - spiegó.
Roteai gli occhi e poi presi il mio accendino dalla tasca del pantalone e gli accessi la sigaretta senza dire nulla.
- Prego - dissi io.
Eric mi ringrazió e inizió a fumare anche lui posando i gomiti sulle ginocchia.
Lo osservai per un pó: era seduto così tranquillo, con il suo ciuffo un pó scompigliato e gli occhi verdi rilassati e attenti ad osservare le persone in giro, i suoi occhiali riflettevano la luce del sole e i suoi muscoli non erano per niente tesi, ma semplicemente tranquilli.
Sembrava così a suo agio.
Eric si rigiró a guardarmi e mi beccó di nuovo ferma ad osservarlo.
Stava per dire qualcosa ma decise di rimanere in silenzio, trattenendo una risata.
- Comunque ho sentito delle voci che dicevano che una nuova ragazza ha risposto a Taylor.. sei tu per caso? - mi chiese ad un certo punto.
Lo guardai con un'espressione interrogativa.
- A chi? - chiesi.
- Taylor.. Colin Taylor - specificó.
Alzai le spalle.
Pensai a quel che era successo poco prima.
Forse era quell'odioso ragazzino.
- Ah bo non so come si chiama - risposi senza troppi giri di parole.
Eric ridacchió.
- Sei proprio incredibile Megan - borbottó.
Io lo osservai e feci un sorrisetto fiero.
- Grazie - risposi finendo la mia sigaretta.
Per un momento ci fu silenzio tra di noi.
- Comunque.. - inizió a parlare Eric diventando stranamente serio. - .. Ti do un avvertimento.. stai lontana da quello lí - disse.
Aveva un'espressione così seria da metter paura.. ma notai anche un filo di tristezza nei suoi occhi verdi.
Non sapevo che dire.
In quel momento non sembrava proprio l'Eric divertente e sorridente che avevo conosciuto quella mattina.
- Tranquillo.. non sono interessata a quelli come lui - dissi.
Lui annuí senza aggiungere altro.
- Credo che dobbiamo andare, la ricreazione sta per finire - mi informó poi alzandosi.
Mi alzai anche io e lo seguii dentro la scuola senza dire altro.
***
Finimmo anche le altre tre ore di lezione, in cui dovetti sopportare i professori di matematica, storia e arte.
Buttai fuori un sospiro di sollievo quando suonó la campanella e posai la testa sul banco esausta.
- Ora dobbiamo andare alla mensa e poi ci sarà un'ora di laboratori lo sai? - mi fece notare il mio compagno di banco.
Sbuffai alzando lo sguardo.
- Sono ancora al primo giorno e mi sono già rotta le palle - borbottai.
Eric ridacchió.
- Si hai ragione ti capisco - rispose.
Non dissi altro.
Buttai le ultime cose nello zaino e mi alzai seguendo Eric.
- Mangi insieme a me? - mi chiese ad un certo punto lui mentre camminavamo per i corridoi.
Alzai le spalle.
- Non mangi con i tuoi amici? - chiesi curiosa.
Lui si fermó e mi guardó sorridendo.
- Certo! Ti aggiungi a noi.. sempre se ti va - disse.
La mia intenzione era quella di starmene da sola ma ora che avevo avuto per tutta la giornata Eric accanto a me, mi sembrava troppo scortese dirgli di no.
- Se c'è un posto in più va bene - risposi senza troppi giri di parole.
- Ma certo tranquilla! - esclamó lui circondandomi le spalle con un braccio con fare amichevole.
Irrigidii di colpo.
Non ero piú abituata a questi tipi di gesti.
Eric.. Eric forse voleva davvero essere mio amico.
Mi dispiaceva per lui ma ancora non mi conosceva per niente.
Restai in silenzio fino a quando arrivammo in mensa.
C'erano tutti i ragazzi già seduti e davanti al bancone con i vassoi in mano.
Ingoiai l'enorme nodo che mi si era formato in gola.
Sinceramente non avevo molta voglia di mangiare.
Seguii Eric fino al bancone ed optai per prendere un piatto di pasta al sugo e un piattino di purè.
- Vieni - mi richiamó Eric e così lo seguii fino ad un tavolo dove mi sedetti al suo fianco.
Poco dopo arrivarono altri ragazzi, presumo che siano i suoi amici: due ragazzi e due ragazze.
- Eii Wilson come va? - lo salutó uno dandogli una pacca sulla spalla.
- Ciao Eric! - lo salutarono anche le altre due ragazze.
- We chi è questa bella ragazza amico! - esclamó invece l'altro ragazzo.
Eric risalutó i suoi amici, che si sedettero di fronte a noi e mi presentó.
- Lei è Megan e.. Megan loro sono: Jacob, Alex, Victoria e Nathalie. - mi indicó tutti e quattro i ragazzi.
Li salutai alzando una mano e facendo un piccolo sorriso amichevole.
Alla fine iniziammo a mangiare: gli altri chiacchieravano felici tra di loro, mentre io me ne stavo in silenzio a mangiare quella specie di cibo della mensa.
Eric qualche volta mi richiamava per unirmi alla conversazione e ogni tanto rispondevo ma senza parlare troppo.
Stavo continuando a mangiare fino a quando sentii le chiacchiere fermarsi al mio tavolo e quando spostai lo sguardo verso Eric notai che stava stringendo i pugni.
- Eii Wilson! È la tua ragazza percaso? - sentii una voce.
Quella voce.. quella voce odiosa che avevo incontrato durante l'intervallo.
Alzai lo sguardo e ritrovai due oggi azzurri attenti ad osservarmi con un sorrisetto strafottente stampato sul viso.
- Taylor vattene - sentii la voce di Eric al mio fianco.
Aveva un tono così duro e nervoso che non avevo ancora mai sentito.
Spostai lo sguardo sul suo viso e notai che aveva un'espressione incazzata... molto incazzata.
- Eddai Er ti ho solo fatto una domanda! - esclamó di nuovo quel ragazzino.
- Non chiamarmi così - ribattè Eric.
- Okay scusa.. Wilson - continuó Colin.
Notai che il mio amico stava per ribattere e istintivamente gli posai una mano sul pugno per farlo stare in silenzio.
- Senti signorino.. te l'ho detto anche prima, credo proprio che hai bisogno di un apparecchio per sentire meglio - iniziai.
Quel ragazzo spostó subito lo sguardo verso di me guardandomi con un'espressione di sfida.
Ti sei messo contro la persona sbagliata caro mio.
- Ancora con questa storia tu? - ribattè lui.
Incrociai le braccia sotto al seno guardandolo con la sua stessa espressione di sfida.
- Oh si perché mi pare che non hai sentito proprio un bel niente.
Eric ti ha detto di andare via, ma a quanto pare sei ancora qui.
E poi perché stai rompendo le palle a questo tavolo?
Tornate dai tuoi amichetti che ti stanno aspettando e togliti questo sorrisetto strafottente da quella cazzo di faccia - dissi scandendo bene ogni minima parola.
Ora le chiacchiere si stavano anche fermando agli altri tavoli.
Quel ragazzo accennó di nuovo quel sorrisetto.
- Senti tu sei arrivata adesso qui e poi che cosa te ne frega di quel che dico io, sono solamente venuto a salutare un amico - ribattè.
- Da quel che ho visto non mi sembra proprio che tu sia venuto a salutare un amico.. quel che sei venuto a fare è semplicemente rompere le palle perché si, è l'unica cosa che sanno fare quelli come te.
E adesso togliti dalle scatole - risposi.
Lui stava per ribattere ma uno dei suoi amici lo richiamó e fece per andarsene, ma poi si rigiró.
- Non è finita qui signorina - disse puntandomi un dito contro.
Lo guardai alzando un sopracciglio e sfidandolo con lo sguardo.
Vieni pure.. stai sfidando la persona sbagliata.
E cosí se ne andó e per qualche minuto Eric e i suoi amici rimasero in silenzio fino a quando fu il mio compagno di banco ad aprire bocca.
- Megan.. grazie - disse guardandomi dritto negli occhi.
Alzai le spalle.
- Non ringraziarmi per cosí poco, i tipi come lui mi mandano proprio sui nervi - risposi finendo di mangiare.
Eric non disse altro, mi guardó solamente con un dolce sorriso.
- Ora se non vi dispiace... vado a fumarmi una sigaretta prima di ricominciare - dissi alzandomi.
Nessuno di loro mi fermó e così me ne uscii tranquilla in cortile per tornare a sedermi su una panchina.
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