28. "Mi faró del male da solo"
COLIN
Megan era appena scoppiata in lacrime davanti a me e l'unica cosa che ero riuscito a fare era stata abbracciarla senza dire neanche una parola.
Si era lasciata andare in quell'abbraccio ed io non volevo staccarmi da lei.
In un batter d'occhio era diventata così fragile che non ho avuto neanche il coraggio di risponderle a tono.
Eravamo rimasti per un paio di minuti in silenzio, fino a quando fu lei a staccarsi da me asciugandosi velocemente le lacrime.
Guardava da un'altra parte pur di non guardarmi negli occhi e senza dire nulla si sedette sulla panchina.
Aveva un'espressione distrutta.
Avevo capito che tipo di persona era ma forse quella ragazza era più fragile di quanto pensassi.
Mi aveva detto più volte di starle lontano ma ho sempre deciso di fare di testa mia e adesso, dopo averla vista in questo stato non riuscirò mai a lasciarla sola.
Forse sarebbe meglio fare quello che dice lei e tornare a fare la mia vita fregandomene degli altri.. ma vedere Megan stare così male, fa stare male anche me.
Mi faró del male da solo, ne sono sicuro.
La vidi accendersi una sigaretta in modo nervoso e decisi di fare due passi verso di lei.
Cavolo non sapevo che dire in queste situazioni!
- Potresti.. non dire a nessuno di quello che è appena successo?.. - disse lei con un filo di voce.
Aveva paura che sarei andato in giro a raccontare gli affari suoi?
- Non sono un tipo che va a raccontare i cavoli degli altri alle persone - dissi sedendomi accanto a lei.
Per un momento Megan sembró a disagio seduta accanto a me, ma poi tornó a fumare tranquillamente.
- Comunque.. se hai bisogno di un aiuto posso aiutarti se vuoi - provai a dire.
Peccato però che a quanto pare lei odiava farsi aiutare.
Sbuffó buttando fuori altro fumo.
- Cancella tutto ciò che è appena successo...
Noi non siamo neanche amici.. non prendere troppa confidenza - disse guardando a terra.
Non aveva proprio intenzione di guardarmi negli occhi.
Dio è più testarda di me!
- Perché sei così? - chiesi osservandola.
- Così come? - ribattè lei.
- Ti butti subito sulla difensiva se qualcuno vuole aiutarti e fai finta di essere una stronza - spiegai.
Beh forse io e lei eravamo così simili che neanche ce ne rendevamo conto.
Megan scosse subito la testa e finalmente alzó lo sguardo verso di me.
I suoi occhi blu erano più spenti del solito e questa situazione mi stava distruggendo.
- Ti ringrazio per prima ma.. sono sempre riuscita ad andare avanti da sola e nessuno si è mai davvero reso conto di come stavo quindi questo mio carattere non cambierà e mi va bene così. - disse seria.
Non voleva nessun aiuto? Bene.
Avrei comunque fatto di testa mia? Ovviamente.
Feci un gran respiro
- So che non vuoi nessun aiuto ma se ti serve qualcosa puoi dirmelo - risposi.
Megan annuí di poco e alla fine si alzó buttando la sua sigaretta ormai finita.
Si risistemó i capelli e si ripulí il trucco con un fazzoletto.
La osservai in silenzio ed ebbi una strana sensazione al cuore.
Era così bella..
Peccato però che ciò che stavo vedendo duró poco.
Dopo aver finito di sistemarsi, Megan fece per andarsene ma io non riuscii a stare fermo.
L'avrei dovuta lasciar stare ma quando avevo questa ragazza intorno agivo spesso con troppa impulsività e senza pensare.
- Aspetta - la richiamai alzandomi per andare verso di lei.
Megan si giró verso di me aspettando che parlassi.
- Che altro c'è? - mi chiese.
E ora che le dico?
Non avevo nulla da dirle.
Volevo solo che rimaneva ancora un po' e che non andasse via.. di certo non potevo dirle questo.
- Sei.. sicura di stare bene? - le chiesi la prima cosa che mi venne in mente.
Lei annuí velocemente.
- Ora devo andare.. Eric e gli altri mi staranno cercando - disse in modo sbrigativo.
Voleva andare via era ovvio che non sopportava più stare troppo tempo con me e si sentiva a disagio.
Non volevo lasciarla andare ma non potevo obbligarla a rimanere contro la sua volontà.
Sospirai rassegnato.
- Va bene vai tranquilla.. - risposi.
Lei mi guardó e notai che per un momento sembró esitare prima di andare via ma alla fine se ne andó dopo avermi rivolto un piccolo saluto.
Rimasi fermo ad osservarla andare via.
Non mi sembrava vero ció che era appena successo.
Era strano il fatto che lei aveva pianto in quel modo davanti a me ed io l'avevo stretta in quell'abbraccio senza pensarci due volte.
Sembrava che riuscivamo a capirci senza troppi sforzi e forse.. eravamo anche così simili.
Ero ancora fermo a ripensare all'accaduto, quando sentii una voce alle mie spalle e quando mi girai ritrovai Lucas a guardarmi.
- Ora devi spiegarmi cosa diavolo è successo - disse guardandomi con aria di rimprovero.
- L'ho baciata, ha pianto davanti a me e l'ho abbracciata - spiegai velocemente.
Il mio amico mi guardó con un sopracciglio alzato.
- L'hai davvero baciata? - mi chiese ancora.
Annuii.
- Ovviamente non ha ricambiato - aggiunsi prendendo una sigaretta.
Ero nervoso si, ma almeno avevo la certezza che tra me e lei era cambiato qualcosa e forse la situazione sarebbe potuta migliorare..
- Ma avete parlato almeno? - mi chiese Lucas.
- Era troppo a disagio è andata via - ribattei.
- E tu l'hai fatta andare via senza trattenerla? - chiese ancora lui.
Annuii fumando.
Lucas aveva ragione, non era da me.
Io ero il tipo che insisteva sulle cose e che avrebbe ottenuto ciò che voleva in qualsiasi modo.
Invece.. dopo aver visto Megan in quel modo davanti a me non ho potuto insistere troppo e l'ho lasciata andare istintivamente.
Lei non ha nessuna intenzione di starmi dietro, ma io non mi darò mai pace fino a quando non la vedrò stare davvero bene.. perché per quanto lei mostra di essere forte non sta davvero bene.
Non voglio obbligarla ad ascoltarmi ma sono fatto così e non mi arrendo facilmente.
- Farò passare un po' di tempo e poi le parlerò - spiegai.
Lucas sembró pensarci sopra all'inizio ma alla fine sospiró rassegnato.
- Sei più testardo di un ragazzino - borbottó.
Io gli lanciai un'occhiattaccia e lui ridacchió.
Alla fine, tra una chiacchiera e l'altra tornammo dentro la scuola per finire i laboratori.
***
Notai che Megan rimase tutto il tempo con Eric e gli altri, senza degnarmi di uno sguardo.
Certo io avevo molti difetti ma lei faceva di tutto per ignorarmi..
Quel giorno ero troppo pensieroso per ascoltare le lezioni e anche per concentrarmi nei laboratori pomeridiani.
- Io me ne vado - dissi alzandomi dal banco.
- Ma non abbiamo ancora finito! - mi richiamó un nostro compagno di classe.
Eravamo nella biblioteca, dove stavamo facendo delle lezioni aggiuntive di letteratura e di ripasso.
In questi laboratori non dovevamo seguire obbligatoriamente i professori, perché erano fatti anche in modo autonomo, così decisi di uscire qualche minuto prima e tornare a casa.
I miei compagni mi richiamarono ma non ascoltai nessuno e me ne andai dirigendomi verso casa.
***
Forse peró sarebbe stato meglio rimanere a scuola e tornare il più tardi possibile in quella casa..
Appena varcai la soglia della porta sentii di nuovo i miei genitori litigare.
Ultimamente le loro discussioni erano diventate sempre più frequenti e accese, all'inizio litigavano per delle piccole cose, mentre ora per ogni argomento hanno da litigare.
- C'è un'altra allora? - sentii la voce di mia madre in salotto.
Mi avvicinai piano per non farmi sentire e vidi i miei genitori in salotto a litigare per l'ennesima volta: mio padre era seduto sul divano con una bottiglia di birra in mano, mentre mia madre era in piedi davanti a lui con le braccia conserte.
- Ma che diavolo stai dicendo, ti stai inventando tutto - borbottó mio padre sorseggiando la sua birra.
Non avevo seguito il loro discorso ma mia madre sembrava che pensasse ad un presunto tradimento.
- Sei un idiota non ti importa più niente della tua famiglia! - esclamó lei.
- Ma cosa stai dicendo! Ora ti immagini anche le cose - disse lui.
Notai le loro espressioni di nuovo arrabbiate e capii subito che stavano per scoppiare di nuovo in un grande litigio.
Feci un gran respiro.
Non ce la facevo a sentirli e vederli di nuovo litigare.
Mio padre era di nuovo mezzo ubriaco e forse sarei dovuto intervenire ma per loro non cambiava molto la mia presenza in quei momenti.
Decisi di lasciarli da soli sperando che si sarebbero chiariti e calmati il prima possibile.
Alla fine me ne andai nella mia stanza indossando le cuffie con la musica alta per sentire il meno possibile le loro grida.
Non avevo proprio la testa per altre storie..
Quando entrai in camera mi buttai sul letto ed in un batter d'occhio mi addormentai.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro