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21. "Perchè mi hai difesa?"

MEGAN

Entrammo dal retro del locale fino ad arrivare alla stanza dove avevamo le nostre borse e il cambio.

Feci sedere Colin su una sedia e mi avvicinai ad un mobiletto per cercare la cassetta medica.

- È solo un graffietto non c'è bisogno - borbottó lui ma io non gli diedi ascolto.

Il mobile era abbastanza alto e presi la cassetta con fatica, ma alla fine tornai verso di lui.

Era seduto sulla sedia con le gambe incrociate tra loro e la testa di lato.

Aprii la cassetta medica e presi una bottiglietta di acqua ossigenata e un pezzetto di ovatta.

Mi abbassai all'altezza di Colin e avvicinai le mie mani al suo viso con calma ma lui si spostó.

- Idiota non fare il ragazzino - lo rimproverai sbuffando.

- Non ho chiesto nessun aiuto - ribattè lui cercando di guardare un punto diverso pur di non guardarmi.

Mi stava facendo perdere la pazienza. 
Mi aveva difesa poco prima e ora si stava comportando di nuovo in questo modo.

Ma che problemi aveva!?

Sbuffai.

- Senti devo tornare a lavorare se mi dai ascolto ti lascio perdere subito - dissi.

Potevo tranquillamente andarmene ma mi sentivo in colpa e dovevo fare qualcosa.

Provai ad avvicinarmi di nuovo, ma nel momento in cui sfiorai il suo mento con il mio pollice sentii dei passi dietro di me.

Mi girai di scatto e ritrovai Thomas davanti la porta.

- Megan.. tutto bene? - mi chiese subito lui guardandoci con un'espressione strana.

In un batter d'occhio Thomas spostó lo sguardo su Colin e fece due passi avanti.

- Che ci fai tu qui? - gli chiese fulminandolo con lo sguardo.

Lui alzó le spalle e accennó un sorrisetto.

- Chiedilo alla tua ragazza - ribattè indicandomi con un cenno della testa.

Thomas tornó a guardarmi aspettando una risposta.

Arrossii di colpo.

Perché mi trovavo in questa situazione?

Sospirai rassegnata.

Non volevo litigare con Thomas per colpa di questo idiota.

- Hai presente il ragazzo con cui sono uscita poco fa dal locale? - gli chiesi iniziando a parlare.

Il mio amico annuí.

- Ti ha fatto qualcosa? - mi chiese subito preoccupato avvicinandosi a me.

Posó le sue mani sulle mie spalle e mi guardó con uno sguardo preoccupato.

Il battito del mio cuore aumentó quando incontrai gli occhi color nocciola di Thomas.

Cercai di riprendermi per non fare qualche altra cazzata e scossi la testa.

- No tranquillo.. era il mio ex ragazzo e.. - iniziai a raccontare con voce tremolante.
- Da quando l'ho lasciato ha dato di matto e la sua è diventata un'ossessione per me.. questa volta Colin non ha fatto niente.. mi ha difesa.. - ammisi.

Thomas mi guardó ancora preoccupato.

- Potevi dirmelo subito.. sarei arrivato senza pensarci due volte - disse lui con un sorriso dolce.

Accennai un piccolo sorriso guardandolo e un attimo dopo mi ritrovai tra le sue braccia.

Thomas mi stava abbracciando e non stavo capendo più nulla.

Mi aveva circondato il corpo con le sue grandi braccia e la sua testa era posata sulla mia spalla.
Io, in confronto a lui ero molto più bassa e il mio viso era finito contro il suo petto.

All'inizio mi ero irrigidita, ma alla fine mi lasciai andare in quell'abbraccio e istintivamente mi posai dolcemente con la testa contro di lui.

Thomas era così dolce con me e diventavo quasi vulnerabile accanto a lui.

Quell'abbraccio sembró durare un'eternità fino a quando sentii una voce alle nostre spalle.

- Non vorrei interrompere il vostro momento da fidanzatini ma mi servirebbe un aiuto per curare queste ferite - ci richiamó Colin.

Ma fino a qualche minuto prima non si stava lamentando dicendo che non aveva bisogno di aiuto?

Subito dopo mi staccai da quell'abbraccio e mi girai verso Colin.

Era ancora seduto lì, che teneva in mano la bottiglietta di acqua ossigenata e ci stava osservando.

Tornai con la mia attenzione su Thomas.

- Torno tra poco di lá - dissi accennando un sorriso.

Lui non rispose subito.
Non so a cosa stesse pensando ma alla fine decise di annuire e prima di andare via lanció un'occhiataccia a Colin.

- Non fare lo stronzo - disse e andò via.

Lui lo guardò andare via e poi giró la testa verso di me porgendomi l'acqua ossigenata.

- Allora? Vuoi curare queste ferite o no? - chiese ridacchiando.

Lo fulminai con lo sguardo e mi avvicinai di nuovo verso di lui.

- Guarda che non ho nessun fidanzato io - dissi.

- Oh a me sembrerebbe il contrario con Thomas - ribattè lui.

Sbuffai.

- Non ho intenzione di avere delle relazioni. Hai visto come è finita con il mio ex - spiegai.

- Quello lí è solo un pazzo ossessionato - disse.

Beh in effetti aveva ragione.

Mi misi in ginocchio per arrivare alla sua altezza visto che era seduto e presi di nuovo le cose per medicare le sue ferite.

Misi un po' di acqua ossigenata sull'ovatta, ma sentii uno sguardo glaciale su di me.

Alzai la testa e ritrovai Colin a fissarmi.

- Non guardarmi così idiota - dissi avvicinando l'ovatta al suo labbro.

- Come ti starei guardando? - chiese lui con un filo di voce.

Non lo avevo mai sentito parlare in questo modo.

- Come se volessi saltarmi addosso da un momento all'altro - ribattei.

Questa volta lui non rispose e io decisi di non ribattere.

Colin aprí di poco le labbra ed io gli passai delicatamente l'ovatta.

Senza pensarci gli presi il viso con una mano per avvicinarlo a me in modo da riuscire a medicare meglio le sue ferite ma lui continuó a guardarmi con uno strano sguardo.

- Perché mi hai difesa? - gli chiesi ad un certo punto.

Lui fece un verso dolorante quando gli passai altra ovatta.

- Scusa.. - sussurrai.

- Sono passato di lí e ti ho vista.. non potevo lasciarti da sola così - rispose.

Pensai per qualche secondo alle sue parole mentre presi un altro pezzo di ovatta per passarla delicatamente sul suo occhio.

- Ma tu mi odi perché avresti dovuto aiutarmi? - dissi ancora.

- Io non ho mai detto di odiarti - disse lui con una voce così seria che mi metteva i brividi.

Mentre gli medicavo l'occhio sentii che aveva la fronte sudata e vidi tutti i suoi ricci biondi contro il viso.

Pian piano gli spostai i capelli e per qualche secondo rimasi ad osservare quegli occhi azzurri che mi fissavano come se volessero arrivarmi fino all'anima.

Sentii una strana sensazione.
Dio mi stava mandando in tilt il cervello!

Cercai di tornare in me e ripensai alle parole che mi aveva detto.

- Però penso che non mi sopporti - ribattei.

- Beh sei abbastanza irritante e sei una cazzo di ragazzina fastidiosa si - rispose lui ridacchiando.

Lo fulminai con lo sguardo e gli passai velocemente l'ovatta sul viso.

- Cretina mi hai fatto male! - si lamentò spostando subito la testa.

Ridacchiai e gli ripresi di nuovo il viso.

- Ti resta bene - dissi.

Questa volta Colin non ribattè e si lasció curare le ferite senza lamentarsi più.

Alla fine riuscii a finire e andai a rimettere la valigetta medica al posto ma purtroppo la mia altezza non aiutava molto e dovetti fare due saltelli per arrivare al mobiletto ma per poco rischiai di cadere all'indietro.

Stavo per sbattere la schiena a terra ma sentii due mani che mi circondavano la vita e quando mi girai incontrai gli occhi azzurri di Colin che continuavano a guardarmi.

Ero a pochi centimetri dal suo viso e il mio cervello stava andando in tilt.

Mi spostai subito per allontanarmi da lui.

- Prego eh - disse lui prendendomi la valigetta dalle mani per rimetterla a posto.

- Grazie.. - dissi con un filo di voce.

Colin rimase a guardarmi per qualche secondo in silenzio e poi si voltó.

- Grazie per le ferite - disse e poi andó via.

Rimasi in piedi lì da sola a ripensare a ció che era appena successo.

Non andava bene così.
Diventavo troppo vulnerabile quando avevo Colin oppure Thomas accanto ed il mio cervello andava in tilt quando incontravo il loro sguardo.

Scossi subito la testa per scacciare i pensieri e dopo aver preso coraggio, rientrai al locale per tornare al mio lavoro.





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