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20. "Un brutto incontro"

MEGAN

- Cosa ci fai qui? - fu la prima frase che riuscii a dire dopo esser uscita dal locale.

Martin era davanti a me e mi stava osservando dalla testa ai piedi.

- Sei sempre più bella tesoro - disse facendo un passo avanti.

Si stava avvicinando e per questo presi un po' di coraggio e lo fermai mettendo una mano per separarci.

- Che cosa ci fai qui? - richiesi guardandolo fisso negli occhi.

- Almeno un ciao potevi dirmelo - ribattè accennando un sorriso.

- Rispondi - dissi io cercando di mantenere più calma possibile senza agitarmi.

Martin si guardò intorno e notó che c'erano diverse persone lí.

Senza pensarci due volte mi prese per mano.

- Qui c'è troppa gente - disse portandomi con sè in un vicolo accanto al locale.

No.
Non potevamo stare così da soli.
Eravamo stati insieme per ben 2 anni e ancora mi faceva un certo effetto..

Cercai di fare dei respiri profondi per calmarmi e quando vidi Martin che mi lasció la mano e si poggió con la schiena contro il muro, la mia agitazione diminuí.

Lo osservai mentre teneva la testa alzata verso il cielo e la luce delle lampadine lo colpiva riflettendo il luccichio del suo orecchino e del piercing.
Sembrava abbastanza tranquillo e i suoi muscoli erano rilassati ed osservai per bene ogni suo tatuaggio inciso sulle braccia e sul petto.

- Ti piace lo spettacolo? - chiese girandosi verso di me con un sorrisetto.

Arrossii di colpo e istintivamente abbassai la testa.

- Non vergognarti. So che ancora un po' ti piaccio - disse avvicinandosi verso di me.

Ed ecco che tornava anche la mia agitazione.

Non volevo tornare ad innamorarmi di lui..

A primo impatto può sembrare un ragazzo tranquillo ma non è una buona compagnia da frequentare.

Cercai di riprendere coraggio e tornai a fargli la stessa domanda di prima.

- Perché sei qui? - chiesi.

Martin sospiró.

- Sono da alcuni parenti, potrei rimanere anche per tutta l'estate - mi spiegó. 

Questo significa che non sarà la prima volta che lo vedrò.

- Tu ti sei trasferita qui vero? - mi chiese.

Annuii.

- Allora.. potremmo rivederci? - disse facendo un altro passo verso di me.

Senza accorgermene mi ritrovai con la schiena contro il muro, mentre Martin era davanti a me che mi copriva con la sua altezza e posó una mano sul muro accanto alla mia testa.

- Martin io... penso che ciò che provi per me è diventata un'ossessione - dissi prendendo coraggio.

Lui rimase a guardarmi per qualche secondo senza dire nulla e un attimo dopo mi ritrovai a pochi centimetri dal suo viso.

- Megan tu mi piaci dalla prima volta che ti ho vista e da quando mi hai lasciata non sono più riuscito a ragionare, capisci? - disse scandendo ogni parola.

Ecco questa era proprio un'ossessione.

La sua bocca era così vicina al mio viso che riuscivo a sentire l'odore di alcool così forte che mi dava quasi fastidio.

- Quanto hai bevuto? - chiesi senza pensarci due volte.

- Ero con alcuni amici, non ho contato i bicchieri - rispose.
- Ora ti prego prova a capirmi - disse sussurrando accanto al mio orecchio.

Fui attraversata da uno strano brivido lungo la schiena sentendo la sua voce così vicina a me.

Non ebbi il tempo di capire cosa stesse accadendo perché ritrovai le labbra di Martin a contatto con le mie.

Non doveva finire così.
Devo allontanarmi subito.

Lui mi diede prima un bacio a stampo, ma cercai di spostarmi.

Rimase a guardarmi in silenzio e con un filo di tristezza ma poi mi prese delicatamente il viso alzandolo di poco per guardarmi negli occhi e tornó sulle mie labbra.

Questa volta però non fu un piccolo bacio.

Martin iniziò a baciarmi con più foga e per quanto provassi a spostarmi alla fine ricambiai quel bacio.

Lentamente sentii le sue mani percorrere tutto il mio corpo fino a posarsi sui miei fianchi senza mai smettere di baciarmi.

- Martin ti prego non voglio tornare così - cercai di dire staccandomi per un momento dalle sue labbra.

- Perfavore almeno per questa volta dammi un'altra possibilità - sussurró lui al mio orecchio.

Mi inizió a lasciare piccoli baci accanto all'orecchio e su tutto il viso per poi tornare sulle mie labbra.

Baciandolo sentivo il suo piercing a contatto con le mie stesse labbra e fui percorsa da un altro brivido quando sentii che si avvicinò ancora di piú facendo aderire il suo corpo al mio.

Provai a spostarmi di nuovo perché sapevo che era sbagliato e non volevo tornare da lui, ma Martin non voleva lasciarmi stare ed era anche ubriaco.

- Dio quanto mi sei mancata - sussurró iniziando a baciarmi il collo mentre mi accarezzava la schiena.

- Martin allontanati - dissi con un filo di voce.

Ero così vulnerabile in quel momento che non riuscivo a riconoscermi.

In un batter d'occhio lui fece risalire le sue mani sulle mie spalle iniziando ad accarezzarle lentamente senza staccarsi dalle mie labbra.

Smisi di ricambiare quel bacio e provai a spostare la testa ma ero bloccata: il mio corpo era tra il suo e il muro e non riuscivo a muovermi. 

Il mio ex ragazzo non voleva saperne di lasciarmi stare e sembrava davvero impazzito perché non riusciva a staccarsi neanche per un secondo.

Stava perdendo la ragione.

Lentamente sentii che le sue mani scesero sul mio petto e inizió a spostare la scollatura della mia maglietta.

Si staccò dalle mie labbra e inizió a baciarmi di nuovo su tutto il collo fino ad arrivare all'altezza del mio seno.

Provai di nuovo a spostarlo con le mani ma le bloccó prendendomi dai polsi e inizió a baciarmi di nuovo sul viso e sul petto senza ascoltarmi.

- Lasciami stare sei impazzito - lo rimproverai ma lui continuava a non ascoltarmi.

Alla fine sentii che le sue mani arriveranno alla mia maglietta e inizió ad alzarla lentamente.

Cercai di spostarmi per allontanarlo e chiusi gli occhi per paura di essere di nuovo toccata da quel pazzo ossessionato da me, ma un attimo dopo sentii uno strano rumore e il corpo di Martin contro di me non c'era più.

Spostai subito lo sguardo e mi si bloccó per un momento il respiro quando realizzai cosa stava succedendo.

Vidi Martin a terra, mentre un'altra persona era in ginocchio sopra di lui e lo stava prendendo a pugni.

Lentamente mi avvicinai e mi prese un colpo quando riconobbi chi era l'altra persona: Colin Taylor. 

Martin cercó di rialzarsi ma lui lo bloccó prendendolo con entrambe le mani dalla canotta.

- Ma che problemi hai idiota! Non hai visto che stava cercando di allontanarti!? - esclamó Colin con una voce profonda e incazzata.

Non lo avevo mai visto così.
Ma.. Colin mi stava difendendo?

- E tu chi cazzo sei? Il suo ragazzo ora? - ribattè Martin liberandosi della presa.

In un batter d'occhio invertí le posizioni ed inizió a prendere a pugni Colin.

- Che ti importa chi sono stronzo! Chi sei tu per trattare così le ragazze? - rispose a tono il mio compagno di classe.

Il mio ex ragazzo non lo voleva ascoltare e continuava a picchiarlo, ma anche Colin si sapeva difendere.

La situazione stava peggiorando quando notai che stava uscendo il sangue dal labbro a Colin, mentre a Martin usciva dal naso.

Quei due non si volevano fermare ed io non riuscivo a muovermi.

Ero paralizzata.
Mi stavo agitando.
Non volevo che litigassero per me.
Non sapevo cosa fare.

Cercai di riprendermi e mi misi in mezzo, prendendo anche due pugni da entrambi.

Quando notarono che mi avevano colpita, per fortuna si fermarono e rimasero a guardarmi.

Era una situazione che non mi sarei mai aspettata: io in ginocchio a terra con Martin alla mia sinistra e Colin alla mia destra, dopo che mi ero messa in mezzo quando avevano iniziato a picchiarsi.

Mi girai lentamente verso Martin fulminandolo con lo sguardo.

- Lasciami stare.. va via - dissi guardandolo fisso negli occhi.

Lui stava per ribattere ma quando notó la mia espressione si alzó e barcollando sparí dalla mia visuale.

Subito dopo mi girai verso Colin.

Lui mi stava ancora osservando e si teneva le mani graffiate e gocciolanti di sangue.

- Senti.. - iniziai a parlare con un filo di voce.

- Dimmi - rispose subito lui.

- Penso che dovrei ringraziarti davvero questa volta - ammissi accennando un sorriso.

Notai che anche le sue labbra si curvarono in un piccolo sorriso ma non lo diede a vedere.

- Ti ha fatto qualcosa? - chiese subito guardandomi dalla testa ai piedi.

Scossi la testa.

- No tranquillo.. per fortuna sei arrivato prima - risposi.

- Prego - disse lui alzandosi pian piano ma notai che non ne aveva le forze.

Senza pensarci due volte mi alzai subito e lo aiutai ad alzarsi mettendo il suo braccio destro intorno alle mie spalle e con il mio braccio gli circondai la vita.

Mi misi in cammino per entrare dal retro del locale mentre tenevo Colin.

- Dove mi stai portando? - borbottó lui.

- Ti sta ancora uscendo del sangue dal labbro e si sta gonfiando l'occhio fatti aiutare - ribattei io.

Colin scosse la testa.

- Non serve sto bene - disse con tono duro.

Ora si voleva comportare da stronzo?

Non so perchè lo volevo aiutare.. ma il mio istinto mi diceva di fare qualcosa per ringraziarlo..

- Sta zitto - ribattei io arrivando fino alla porticina del locale.

Lui si spostó per allontanarsi da me ma lo ripresi dal polso fulminandolo con lo sguardo.

- Hai intenzione di andartene in giro conciato così? - gli feci notare.

Aveva un livido sull'occhio sinistro che pian piano si stava gonfiando e a causa della rissa di poco prima non riusciva neanche a tenersi in piedi da solo e mi sentivo responsabile.

- Senti non voglio sentirmi in colpa per come stai adesso, e poi devo ringraziarti in qualche modo per avermi difesa e se devo farlo lo faró ora così chiudo questa storia. - spiegai.

- Non serve che mi ringrazi - ribattè lui massaggiandosi l'occhio.

Aveva un'espressione dolorante e non sopportavo vedere qualcuno stare male a causa mia.

Sospirai rassegnata e lo presi di nuovo per entrare dal retro del locale.









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