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2. "La nuova scuola mi sembra una giungla"

MEGAN

Suonó la sveglia e mi alzai di scatto per spegnerla.

Dio che colpo!

Stavo dormendo così bene quando questa cosa ha iniziato a suonare contro il mio orecchio.

Mi misi seduta e sospirai.

Dovevo andare a scuola.
La scuola...
Il classico liceo americano dove probabilmente avrei trovato tutte quelle persone odiose che si credono dio sceso in terra.

E poi... non conoscevo assolutamente nessuno lí.. cioè beh non che me ne importi qualcosa però sarebbe più comodo avere qualcuno che conosce almeno la scuola e la cittá.

- Megan hai sentito la sveglia? - sentii la voce di mia madre e un attimo dopo entró nella mia camera con un gran sorriso.

Beata lei che era sempre così raggiante!

Sospirai e mi alzai dal letto.

- Sisi mamma ho sentito tranquilla - risposi prendendo i vestiti da indossare.

Optai per delle cose non troppo appariscenti, volevo esser notata il meno possibile.
Così decisi di indossare dei pantaloni cargo color beige, una maglietta corta a pancia scoperta blu e sopra una felpa con la zip e con il cappuccio grigia e mi misi le mie solite scarpe da ginnastica.

Visto che sembravo un cadavere con quel viso stanco, colpa delle mie poche ore di sonno, decisi di mettere un pó di correttore, mascara e eyeliner.

Mi passai velocemente la piastra per rendere piú lisci quei capelli e dopo aver fatto colazione con un pó di latte e cereali, finii di darmi un ultima sistemata e scesi in salotto.

- Pronta? - mi chiese mio padre alzandosi dal divano.

Annuii.

- Megan.. se ci sono problemi con la scuola.. noi siamo qui per ascoltarti capito? - mi disse mia madre affiancando mio padre.

Questa volta avevano intenzione di tenermi d'occhio per quanto riguardava la scuola ma io ero sicura di non creare problemi.. e poi se c'era qualcosa che non andava potevo tranquillamente risolverla da sola.

- Sisi tranquilli.. lo so - risposi.

Poco dopo scese anche mio fratello pronto con il suo zaino e contento per iniziare questa nuova scuola.

Adam andava ancora alle medie e per lui è stato triste il trasferimento e lasciare i suoi compagni e la sua scuola alle spalle, ma ora è molto contento di iniziare questa nuova scuola e ha intenzione di fare subito amicizia.

Beh buon per lui!

E poi ci sono io che beh... non voglio esser notata da nessuno e infatti quello che faró è ignorare tutti.

- Bene se siete pronti possiamo andare! - disse mio padre sorridendo e prendendo le chiavi della macchina.

Salutai mia madre con un cenno della testa ma lei mi strinse in un abbraccio, che dovetti ricambiare per non sembrare troppo scortese.

- Mi raccomando Megan - mi disse guardandomi seria negli occhi.

Accennai un piccolo sorriso senza dire nulla e uscii di casa.

Sapevo che era preoccupata per cosa potessi fare nella nuova scuola, ma non sapevo cosa risponderle e come comportarmi in certe situazioni, così decisi di tenere la bocca chiusa anche durante tutto il tragitto in auto.

                          ***
Arrivammo davanti il liceo e vidi tutti ragazzi fuori in cortile felici a chiacchierare, c'era un via vai di macchine e di persone.

Già c'era troppo caos per i miei gusti.

- Emm.. Megan siamo arrivati - mi richiamó mio padre.

Si grazie lo so che siamo arrivati!
Il mio problema era che non avevo la minima voglia e intenzione di scendere da quella macchina.

Feci un gran respiro e aprii lo sportello.

- Grazie e.. ciao! - salutai mio padre e mio fratello accennando un sorriso.

Loro ricambiarono il saluto e quando scesi dalla macchina mio padre ripartí subito per andare a portare Adam.

Mi guardai un pó in giro e trovai una panchina libera, così decisi di andare a sedermi.

Dovevo entrare alle 8:15.
Controllai l'orario e notai che erano ancora le 7:55.

Avevo tempo per una sigaretta.

Mi misi seduta comoda e frugai nella tasca dello zaino per poi cacciare un pacchetto di sigarette ed il mio accendino.

Me l'accesi una e la portai alle labbra.

Inspirai pian piano il fumo, per poi ributtarlo fuori.

Chiusi gli occhi e cercai di non pensare a nulla.

C'era già troppo caos lí e mi dava fastidio.

Osservai tutti i ragazzi che erano in quel piazzale e notai subito i soliti gruppetti: delle "galline", dei "figli di papá", dei "bulletti di turno", dei "secchioni", degli "asociali", e il resto di persone normali che non erano nè galline nè secchioni.

Beh benvenuti al classico liceo americano!

Finii di fumare la mia sigaretta e la buttai dopo aver sentito il suono della campanella.

Si creó l'ingorgo di persone davanti il portone d'ingresso e io decisi di aspettare e di entrare quando ci sarebbe stata un pó di strada libera.

Qualche minuto dopo il passaggio si liberó e allora entrai anche io.

Mi guardai intorno e notai subito i grandi corridoi, gli armadietti per ogni studente, le classi, i bagni, la mensa in fondo al corridoio, la strada per andare in palestra.

Questa cavolo di scuola era gigante!
Probabilmente mi sarei persa..

Guardai la classe dove dovevo andare dalla foto sul mio cellulare e iniziai a cercarla con lo sguardo.

- IV B.. IV B.. dove cazzo è questa classe! - sbottai.

C'era ancora troppo casino e non riuscivo a trovare la mia classe.
Stavo già perdendo la pazienza.

- Cerchi il IV B? - sentii una voce alle mie spalle.

Mi girai di scatto e mi ritrovai davanti un ragazzo della mia stessa etá: alto, con capelli neri sistemati in un bel ciuffo, occhi verdi, indossava gli occhiali e aveva un gran sorriso.

Lo squadrai per bene per capire che tipo di persone era, ma mi sembrava abbastanza normale.
Indossava dei semplici jeans e una maglietta bianca e aveva lo zaino su una sola spalla.

- Emm.. si - risposi senza troppi giri di parole.

- Wow beh allora sarai nella mia classe! - esclamó lui.

Evvai che felicità!
Non volevo farmi notare da nessuno ed ero appena entrata a scuola e mi ero già ritrovata un tizio dietro.. beh perfetto!

Dai almeno il lato positivo è conoscere qualcuno che conosce bene la scuola.

- Comunque sono Eric! - si presentó il ragazzo porgendomi una mano e con un sorriso amichevole.

Ricambiai il saluto.

- Io sono Megan - mi presentai.

- Sei nuova Megan vero? - mi chiese lui.

Annuii.

- Bene! Dai andiamo in classe.. seguimi - disse camminando per il corridoio.

Lo seguii senza dire una parola fino a quando arrivammo davanti una classe.

Alzai lo sguardo e lessi il cartellino accanto alla porta:
IV B.

- Grazie - lo ringraziai rivolgendogli un piccolo sorriso cordiale.

- Oh di niente! - esclamó lui spostando la mano come per scacciare una mosca. - Dopotutto siamo compagni di classe ora no? - disse sorridendo.

Annuii ricambiando quel sorriso e così entrai in classe seguendo Eric.

Mi guardai di nuovo intorno e vidi tutti ragazzi seduti a chiacchierare e quando spostai lo sguardo verso la cattedra notai che il professore non era ancora arrivato.

Cercai subito un posto in fondo e quando lo trovai mi ci fiondai letteralmente.

- Oh è proprio il posto accanto a me questo! - esclamó Eric sedendosi al mio fianco.

Roteai gli occhi.

Beh dovevo sforzarmi un pochino e sopportare questo ragazzo..

- Mmh ok - borbottai prendendo lo zaino e poggiandolo sul banco per poi affondarci il mio viso contro.

Sentii ridacchiare accanto al mio orecchio.

- Sei già stanca? - mi chiese il mio nuovo compagno di banco.

Alzai lo sguardo e lo ritrovai seduto alla sedia, con due braccia dietro la testa e la gamba sinistra poggiata sul ginocchio destro.
Mi stava osservando con un sorriso.. lo stesso sorriso che aveva anche prima.

Annuii.

- Abbastanza - risposi tornando a poggiarmi sullo zaino.

Ad un certo punto però sentii le voci smettere di parlare e la porta chiudersi.

Alzai di nuovo lo sguardo e vidi un uomo alto, vestito con jeans e  maglietta semplice, con sopra un giacchetto e con in mano una borsa.

- È il prof di italiano - mi informó Eric.

Annuii osservando l'uomo.

Non sembrava tanto antipatico, a primo impatto sembrava un uomo tranquillo.

- Buongiorno a tutti ragazzi! - ci salutó facendo un gran sorriso.

Tutti ricambiarono il saluto e il professore si sedette alla sua sedia.

- Oggi con noi c'è una nuova compagna.. - inizió.

Sentii una strana agitazione crescere dentro di me.
Ora mi avrebbe chiamata e mi sarei dovuta far vedere da tutti questi ragazzi..

- Sta parlando di te eh - mi disse Eric richiamandomi con una piccola gomitata.

- Si lo so grazie - risposi con un tono un pó troppo sgarbato.

- Megan.. Megan Jonshon! - mi chiamó il professore.

Alzó lo sguardo per cercarmi e mi richiamó una seconda volta.

- Megan dove sei? - mi chiese.

Sospirai e decisi di alzarmi.

Il professore appena mi vide fece un gran sorriso.

- Benvenuta! - esclamó.

- Grazie - risposi sforzandomi di fare un sorriso.

Guardai gli altri ragazzi che mi osservavano rivolgendomi un sorriso amichevole, che ricambiai.

- Bene.. puoi sederti.. se ci sono problemi puoi chiedere - mi disse.

Annuii e tornai a sedermi al mio posto.

Spostai lo sguardo e ritrovai di nuovo Eric a guardarmi.

- Che c'è? - chiesi guardandolo con un sopracciglio alzato.

Lui ridacchió.

- Niente niente.. però evita di uccidermi con lo sguardo! - borbottó.

Gli lanciai un'occhiataccia e poi accennai un piccolo sorrisetto.

Poi il professore inizió a parlare per tutta l'ora e.. cercai di stare attenta ma la mia concentrazione finí ad un certo punto.

                           ***
Suonó la campanella della ricreazione e mi alzai da quel banco esausta.

Avevo passato tre ore a sentire i professori parlare senza capire praticamente nulla e la mia testa stava andando in tilt.

Avevo bisogno di una boccata d'aria.

- Ei Megan aspetta dove vai? Non conosci neanche la scuola! - mi richiamó Eric.

Sbuffai.

- Voglio andare a respirare almeno un pó prima di tornare in classe. - dissi camminando per il corridoio.

Lo sentii ancora dietro di me e prima che potesse aprire di nuovo bocca mi girai verso di lui.

- Ee... grazie ma vorrei stare sola.. ritroverò dopo la classe - dissi girandomi.

- Emm.. va bene.. allora ci vediamo dopo - disse lui alle mie spalle.

Annuii e lo salutai alzando una mano per poi continuare a camminare.

Forse mi stavo comportando un pó male con lui ma ero fatta così.. non riuscivo a stare in compagnia delle altre persone.

Mi misi il cappuccio della felpa in testa e camminai per i corridoi in mezzo a tutte quelle persone per raggiungere il cortile.

Avevo le mani in tasca e la testa abbassata e non mi accorsi che stavo andando contro le persone fino a quando andai a sbattere contro qualcuno e per poco non tirai il sedere per terra.

- Idiota sta attento a dove metti i piedi! - sbottai alzando lo sguardo e mi ritrovai due occhi azzurri attenti a guardarmi con uno sguardo strafottente. 


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