12. "Il primo giorno di lavoro.. è giá diventato un incubo"
MEGAN
Erano ormai le 23, ed il locale era praticamente pieno: c'erano ragazzi e ragazze ed anche adulti in ogni angolo, la musica era così alta che non si riusciva neanche più a parlare e le persone che si avvicinavano al bancone per chiedere da bere continuavano ad aumentare.
- Dio che casino - imprecai a bassa voce per non farmi sentire, però avevo Thomas accanto che quando mi sentí ridacchió.
- Mi dispiace che come primo giorno c'è tutto questo caos.. ti ci dovrai abituare credo - mi informó.
Annuii prendendo l'ennesima bottiglia di alcool per versarlo ad alcuni uomini davanti al bancone.
- Sei nuova tesoro? - mi chiese uno di quei tizi.
Cavolo se erano ubriachi.
- Hanno assunto davvero un bel bocconcino questa volta - borbottó un altro.
Che schifo.
Feci finta di non ascoltarli e gli porsi i bicchieri che avevo preparato cercando di fare un sorriso cordiale.
Non rispondere male Megan..
Peccato però che quando posai l'ultimo bicchiere davanti al terzo signore, quello mi sfioró la mano facendo un sorriso malizioso.
Ritirai subito il braccio guardandoli in cagnesco.
Quei tizi stavano per dire altro ma si zittirono quando una figura alta si avvicinò a me.
- Siete ubriachi se dovete fare le vostre scenate andate da un'altra parte e smettetela di dare fastidio ad una ragazza più piccola di voi - sentii una voce profonda alle mie spalle.
Mi voltai e vidi che c'era Thomas accanto a me che stava guardando quei tre fulminandoli con uno sguardo davvero minaccioso.
Quelli non dissero altro, e se ne andarono portandosi dietro i loro bicchieri.
Osservai ancora il ragazzo che era accanto a me.
Cavolo ora che lo guardavo così vicino potevo notare la differenza di altezza.
Ma sono davvero un tappo!
- Grazie - dissi con un filo di voce quando lui spostó il suo sguardo su di me.
Thomas sorrise guardandomi e sentii una strana sensazione.
Oh no Megan non pensare ai ragazzi!
- Non ti preoccupare di quelli lí, vengono sempre qui e ci provano con diverse ragazze quando sono ubriachi, ma quando vengono richiamati se ne vanno subito via - mi informó.
Beh mi sapevo difendere da sola, non avevo paura di quei tizi.
- Si tranquillo.. tanto non mi avrebbero fatto niente, sono dietro al bancone dopotutto - risposi mettendo a posto alcune bottiglie.
La serata stava andando abbastanza bene, riuscivo a stare più o meno al passo con il lavoro.. e poi non ero da sola, mi stavano anche dando una mano Thomas e sua madre, non era poi così stancante.
Per quanto riguarda Thomas.. abbiamo chiacchierato per un pó di tempo prima che arrivassero le persone, e sembra essere un tipo a posto, poi mi aveva anche appena difesa con quei tre, era stato molto gentile nei miei confronti.
Non era male come ragazzo, ma in fondo mi dispiaceva per lui se si dovesse interessare ad una come me.. non sono di certo una santa io.
Thomas stava per dire qualcos altro ma si bloccó quando vedemmo la porta d'ingresso aprirsi e da lí entró un gruppo di ragazzi.
Il problema non erano tutti quei ragazzi, tanto persone in più persone in meno non facevano differenza, ma il ragazzo che c'era davanti a quel gruppo: Colin Taylor.
- Oh merda - imprecó Thomas al mio fianco.
Alzai lo sguardo e notai la sua espressione abbastanza infastidita.
- Lo conosci? - chiesi indicando con un cenno Colin.
- Purtroppo si - rispose. - Tu? - mi chiese di rimando.
Annuii.
- Purtroppo - risposi allo stesso modo.
- Come lo conosci? - mi chiese.
- Stiamo in classe insieme, e tu? - chiesi.
- Mi dispiace per te.. comunque andiamo in palestra insieme - rispose lui.
- Cazzo è ovunque - borbottai ironica.
Lui roteó gli occhi.
- Praticamente si - rispose.
E dopo questo piccolo scambio di parole, Thomas ed io tornammo al nostro lavoro, cercai di concentrarmi il più possibile per non farmi vedere da quell'idiota.
Peccato però che quello lí probabilmente aveva una specie di potere per intercettare le persone a cui dare fastidio.
Iniziai a servire due ragazze che si erano avvicinate al bancone, fino a quando vidi due occhi azzurri osservarmi.
Alzai lo sguardo per porgere due bicchieri alle ragazze e ritrovai Colin lí accanto ad una delle due e le stava circondando la vita con un braccio.
Lei lo salutó con un bacio sulle labbra e poi si rivolse a me ringraziandomi e prendendo il bicchiere, per poi andare via.
- Anche a me... un super alcolico, grazie - sentii quell'odiosa voce.
Perché non se ne era andato con la sua ragazza?
Feci finta di non ascoltarlo e mi misi a mettere in ordine alcune bottiglie e a lavare altri bicchieri.
- Da quando lavori qui? - mi chiese allora.
Continuai ad ignorarlo.
L'unica cosa che potevo fare era ignorarlo, altrimenti, se avrei aperto bocca con lui sarebbe stato solo per litigare e preferirei non mettermi in mostra anche sul posto di lavoro.
- Cosa c'è? La musica alta ti ha fatto diventare sorda? - mi stuzzicó.
Girai lo sguardo verso di lui per lanciargli un'occhiataccia.
- Oh ma ciao signorina! - mi salutó con un ghigno divertito.
Dio che fastidio!
- Allora? Mi dai un bicchiere di qualcosa? - chiese ancora.
Sbuffai e stufa della sua voce presi la prima bottiglia che mi capitò davanti e gliela versai in un bicchiere.
- Il gatto ti ha mangiato la lingua? - borbottó mettendosi seduto comodo e iniziando a bere lentamente guardandosi intorno.
Continuai a non rispondergli, ma quando lui fece una smorfia disgustata e stava quasi per sputare ciò che aveva appena bevuto, cercai di trattenermi dal ridere.
- Ma che cazzo mi hai messo nel bicchiere! - esclamó osservando il liquido.
Alzai le spalle senza rispondergli.
Credevo che avrebbe lasciato il bicchiere pieno lí e se ne sarebbe andato, invece continuó a bere.
- Ma ti hanno vietato di parlare con i clienti? - continuó a parlare.
Ma non capiva che lo stavo ignorando?
Arrivarono altri due ragazzi per ordinare due bicchieri di birra e glieli porsi rivolgendogli un sorriso cordiale.
- Ah ma allora con gli altri ci parli - sentii ancora la voce fastidiosa di Colin.
Sbuffai ormai stanca e mi girai di scatto verso di lui.
- Ma sei venuto qui per rompermi le palle? - chiesi acida.
- Oh oh Jonshon non si risponde male ai clienti - borbottó con un sorrisetto divertito.
Roteai gli occhi e mi avvicinai pericolosamente a lui.
- Senti.. io qui ho trovato un lavoro, ti ho dato quello che volevi e adesso te ne puoi gentilmente tornare dai tuoi amici e lasciarmi in pace? - gli dissi guardandolo in cagnesco.
Lui sbuffó posando il bicchiere sul bancone e poi si alzó.
- Può essere che non volevo solo un bicchiere da bere.. ma anche qualcos altro - disse avvicinando il suo viso al mio.
Mi allontanai di scatto lanciandogli un'occhiataccia.
- Sparisci! - esclamai.
Colin alzó le mani in segno di resa e si allontanó con un ghigno divertito sul viso.
Guardai la sua figura allontanarsi, per andare verso il gruppetto dei suoi amici e feci un sospiro roteando gli occhi al cielo.
Ora Colin Taylor sapeva anche dove lavoravo..
Questo lavoro si era appena trasformato in un incubo fastidioso che avevo tanta voglia di prendere a schiaffi.
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