55. Lunghissime ore
CAPITOLO CENSURATO. PER LEGGERE LA VERSIONE ORIGINALE, ANDATE SULLA MIA OPERA INTITOLATA CONTENUTI MATURI CHE TROVATE SUL MIO PROFILO.
TITOLO: 55 HARRY TI PRESENTO SALLY
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Sally
Questa notte, per la prima volta in mesi, sono riuscita a dormire fino alle sei di mattina: un record non indifferente. Cinque ore di fila di sonno non ricordo nemmeno quando sono riuscita a farle l'ultima volta, e penso che di certo aver fatto l'amore con Harry di nuovo abbia sicuramente contribuito.
Come sempre, il mio primo istinto è quello di alzarmi in piedi e iniziare a sbrigare ciò che tutte le mattine richiedono di fare: bagno, colazione, vestirmi... qualsiasi cosa che non competa il restare ferma immobile in un letto. Non lo sopporto, è più forte di me.
Ma ora sono quasi le otto e sono ancora stoicamente sotto le lenzuola contro ogni previsione; ho zittito il mio istinto iperattivo mattiniero per non lasciare che Harry si svegliasse da solo per l'ennesima volta, così sono rimasta a guardarlo dormire per quasi due ore e ho preso a registrare tutte le sue abitudini inconsapevoli che snocciola mentre dorme: gli piace dormire con la faccia rivolta di lato sul cuscino, la bocca semiaperta e le labbra sporte all'infuori, e di tanto in tanto si sfiora il naso con le dita come se ci fosse sopra qualcosa a infastidirlo. Sono rimasta a guardarlo per così tanto tempo che ormai potrei ricreare un tracciato sonoro del suo respiro: un singolo respiro molto profondo rilasciato con soddisfazione e seguito da due più brevi e quasi impercettibili, il tutto ripetuto all'infinito.
Da qualche minuto a questa parte sto fissando intensamente l'ora indicata sulla radiosveglia del motel per veder comparire le otto spaccate: seriamente, inizio a non poterne più di restare immobile tra queste lenzuola e tra un po' potrei anche iniziare a scalciare peggio di un asino imbizzarrito.
Decido allora di svegliare Harry usando uno dei modi che ho perfezionato negli anni con Ian: quello di tenergli chiuso il naso mi sembra un po' troppo drastico, forse lo potrò usare più avanti per divertirmi un po', così inizio in maniera blanda e gli sfioro soltanto la punta. Purtroppo, oltre a vedergli muovere la punta in modo buffo e toccarselo con la mano di tanto in tanto, non ottengo null'altro; così provo a infilare solo la punta del dito nella narice, anche se so che appena si sveglierà mi ucciderà. E infatti, finalmente vedo le sue palpebre muoversi, anche se restano a mezz'asta per la confusione. Si guarda intorno con fare spaesato e infine focalizza lo sguardo su di me, come se non si aspettasse di trovarsi qualcuno nel letto.
«Alla buon'ora... pensavo di doverti prendere a secchiate per svegliarti», borbotto divertita.
E alla faccia delle allodole del mattino, dei ti amo sussurrati tra le lenzuola, dei "stanotte è stato magico e stupendificamente mozzafiatante", Harry che fa?
Sbuffa con energia e gira la testa dall'altra parte, rimettendosi beatamente a dormire.
Non so che altro fare per svegliarlo, così inizio prima a puntellarlo con l'indice sulla spalla e cambiando continuamente posto per non infastidirlo troppo, poi vado sulla schiena nuda, sulle braccia, sulle spalle, sulla nuca, ma non ottengo niente che qualche sparuto grugnito qui e là; così inizio a scrollarlo con sempre più energia fino a che...
«Ahia!» urlo quando mi ritrovo con il culo per terra e le gambe ancora sul materasso.
Le lenzuola strusciano e dall'alto vedo apparire l'espressione assonnata di Harry. «E non ci provare mai più a svegliarmi così, perché alla prossima ti lancio dalla finestra», dice con un sorriso soddisfatto in mezzo a uno sbadiglio.
«Ma mi hai buttata a terra!»
«Certo, tu mia hai sfiancato l'anima! Sei fastidiosa peggio di un grillo intrappolato in camera da letto.»
Cerco di tirargli un calcio ma, nonostante il sonno, mi afferra il piede con agilità e prende a mordicchiarmi la caviglia.
«Sei uno stronzo... e io che sono rimasta per ben due ore a guardarti dormire con la bolla al naso.»
Le sue labbra si fermano appena e mi sorride, forse realizzando quello che ho detto, e cioè che mi sono messa a guardarlo dormire come una demente, più patetica del peggior film strappalacrime per dodicenni.
Mi lascia andare il piede e striscia sul letto fino ad appoggiare i palmi delle mani sul pavimento accanto alle mie spalle; compie una piccola flessione per lasciarmi un rapido bacio sulle labbra.
«Apprezzo l'immane sforzo», mormora e si fa ancor più vicino per baciarmi di nuovo, lasciando poi soltanto dopo parecchi secondi le mie labbra per scendere ad occuparsi del collo; e nel frattempo, in questa assurda posizione, io sento il mio corpo accendersi ben poco lentamente, visto che indosso soltanto una maglietta e null'altro a coprirmi.
Ma ormai è troppo tardi per pensare di fare alcunché, anche perché immagino che Ian incomincerà a bussare alla porta tra qualche minuto per intimarci di uscire, così lo allontano e lo guardo con un sorriso malizioso. «Dobbiamo andare, Harry.»
Lui scrolla la testa e avvicina le labbra alle mie, così mi gioco l'ultima carta. «Dobbiamo andare in bagno.»
«Lo vuoi fare nella doccia?» domanda. «Non so quanto sia igienico in questi motel, ma se ci tieni...»
«No, intendo dire che dobbiamo lavarci i denti.»
«Mi puzza l'alito?» domanda stranito, come se quell'evenienza non potesse nemmeno essere contemplabile da un essere umano appena sveglio.
«Beh, non sa di fragoline di bosco, questo è sicuro», borbotto ridendo mentre sfilo da sotto di lui e mi rialzo in piedi.
Sbuffa e ritorna sul letto, mettendosi tranquillamente supino con le braccia incrociate dietro la testa a guardarmi camminare verso il bagno. «Allora, se è per questo, anche il tuo non sa di prato fiorito», borbotta al limite dell'offeso.
Mi metto a cercare il mio spazzolino nello zaino ma, ovviamente, non l'ho portato perché l'ho riempito in fretta e furia prima di uscire di casa e di certo ho dimenticato i tre quarti della roba utile per un viaggio. E spazzolino e dentifricio sono in pole position per importanza, e quindi anche le prime cose che ovviamente dimentico
«Merda», dico cambiando strada e accucciandomi accanto alla valigia di Harry. La apro e inizio a buttare fuori la sua roba alla ricerca del suo spazzolino.
«Che stai facendo?»
«Ho dimenticato lo spazzolino, così prendo il tuo.»
«Tu non usi il mio spazzolino», ribatte piccato.
«E perché?» chiedo confusa.
Chi se ne importa, è solo uno spazzolino!
«Perché no», risponde come fosse un motivo ovvio.
Lo ignoro e, quando trovo l'oggetto della mia ricerca, mi dirigo al piccolo bagno.
«Vieni subito qui», si mette a strillare tutto innervosito.
Sorrido mentre schiaffo sulle setole un camion rimorchio di dentifricio e mi infilo lo spazzolino in bocca prima che Harry arrivi in bagno di corsa per impedirmelo, tutto nudo e con i capelli spettinati. Mi appoggio con la schiena al lavandino e lo guardo con immensa soddisfazione mentre mi spazzolo i denti accuratamente sotto il suo sguardo infastidito. Adoro farlo imbestialire, non ci posso fare niente.
«Fei rificolo», dico sputacchiando dentifricio dappertutto.
«Tu sei ridicola; sei tanto bassa quanto irritante», borbotta spingendomi via dal lavandino per lavarsi la faccia.
Continuo a spazzolarmi i denti avvicinandomi al suo orecchio per farmi sentire meglio e lui finge di ignorarmi; una volta asciugato il viso con l'asciugamano e raccolto i capelli all'indietro, riprende a guardarmi in attesa che io finisca e, quando ho concluso la mia opera di pulizia e infastidisci-Harry-fino-alla-pazzia, gli infilo direttamente lo spazzolino in bocca.
«Pofevi almeno facquarlo», biascica iniziando a lavarsi i denti di rimando.
«Quante storie: tu mi baci, io ti bacio, non vedo quale sia il problema per uno stupido spazzolino...»
Continua a fissarmi mentre muove la mano avanti e indietro e poi, gettando lo spazzolino nel lavandino, si avvicina di scatto per baciarmi. Tento di divincolarmi ma è troppo tardi e mi ritrovo con mezzo viso e la bocca ricolma di schiuma alla menta.
«Che fchifo», dico chinandomi sul lavandino per pulirmi la bocca, ma Harry si muove più velocemente e mi ruba il getto dell'acqua, così devo aspettare che lui si levi dai piedi.
Chiudo gli occhi e mi lavo la faccia sporca di dentifricio ma, mentre sono chinata in una posizione alquanto compromettente, ecco che Harry si avvicina a me e io sento... qualcosa.
«Harry», lo ammonisco.
«Che c'è?»
«Non fare il finto tonto.»
Lo sento sogghignare ma non si toglie dalla sua posizione. «Non capisco che cosa tu stia insinuando», mormora con fare annoiato.
«Punto primo: sei nudo, quindi la cosa mi sembra palese; e poi, qui se c'è qualcuno che sta cercando di insinuare qualcosa in qualcos'altro, quella di certo non sono io.»
Scoppia a ridere della mia battuta e mi abbraccia da dietro, osservandomi dallo specchio prima di lasciarmi un veloce bacio sulla tempia. «Mi sembra che tu stia meglio.»
Annuisco. «Sì... credo che andarmene per un po' possa farmi bene.»
Sposta le mani dalle mie braccia e, lentamente, le fa risalire sotto la mia maglietta larga. «Oh, che peccato, credevo che stessi meglio grazie a me.»
«Non ti vantare», cerco di dire ma l'ultima parola resta tremula e appena pronunciata quando le sue mani arrivano a toccarmi con più decisione.
«Ah, no?» mi bacia lentamente il collo mentre sento le sue mani vagare sotto la mia maglia liberamente.
«E se arriva Ian?» sussurro.
Mi fa voltare verso di lui e mi prende il viso tra le mani per baciarmi a fondo, a lungo, quasi facendomi dimenticare della mia domanda e lasciandomi completamente senza fiato. «La porta è chiusa, no? L'importante è che non riesca a entrare...»
Mi afferra in vita e mi carica sulla spalla con poca delicatezza facendomi irrompere in una sonora risata e, mentre si dirige verso il letto, ecco che io mi occupo di pizzicargli il sedere messo a nudo. E quando mi lascia andare e sale sopra di me, ecco che mi congratulo con me stessa per averlo aspettato per quelle due lunghissime ore.
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Spazio Dory:
ammettetelo... avete esultato con me, vero?
;-)
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