4. Videocamera
Ore 3,45.
«Vaffanculo», finisco con il sospirare con veemenza, scalciando le lenzuola in fondo al letto. Ho caldo e ho passato più di mezz'ora a scandagliare le nuove foto sul profilo di Dakota. Mi ero ripromesso di non farlo e, invece, alla fine ci sono cascato.
Risultato?
Mi sono ridotto a mandarle il seguente messaggio.
Sei una troia.
Breve e conciso, ma estremamente denso di significato. E ora, mi sento un enorme coglione. Se avevo qualche ultima possibilità di, non dico conquistarla, ma almeno di ritornare a parlarle, questa notte l'ho buttata nel cesso.
Vado in cucina per bere un po' d'acqua e fumare una sigaretta quando mi rendo conto che il sonno non arriverà tanto facilmente. Trovo Sally, affacciata alla finestra aperta della cucina, ed è troppo tardi per tornare indietro sui miei passi: mi ha sentito arrivare. Indossa una maglietta larga dei Nirvana e gli slip bianchi sono in bella vista alla pacata luce dei lampioni che arriva dall'esterno. Si volta a guardarmi con uno strano sguardo, come fosse sconsolato e malinconico, e mi saluta solo con un sorriso tirato.
Le faccio solo un cenno e vado al lavandino per prendere un sorso d'acqua e rinfrescarmi la nuca dalla calura che, in questi giorni di luglio, non dà cenno di volersi placare.
«Non riesci a dormire?» mi chiede senza muovere lo sguardo dal parcheggio.
«Esatto.»
Sfilo una sigaretta dal pacchetto che avevo lasciato sul tavolo e la accendo.
«Me ne offriresti una?»
Sbuffo. «Me ne devi due», mi avvicino alla finestra e gliela lascio accendere con il mio accendino.
Per qualche strana ragione, forse perché il suo viso è nella penombra, illuminato dalla fredda luce dei lampioni, o forse è per qualcos'altro, mi sembra diversa da come l'ho vista oggi pomeriggio: è meno irritante, più... malinconica.
«E tu che ci fai qui?» mi sento di chiederle. Non so perché lo faccio... non me ne frega niente, in fondo.
Mi appoggio alla finestra e mi sporgo fuori per respirare un po' d'aria fresca.
«Sam russava nel letto e mi ha svegliata. E tu? Che ci fai in piena notte in giro?»
«Faccio il barista e di solito a quest'ora sono sempre sveglio. È come se avessi il jet leg spostato quando non lavoro.»
«E ti piace il tuo lavoro?» va a sedersi sul tavolo della cucina e mi lascia lo spazio per sedermi accanto a lei.
«È un lavoro come un altro... conosco gente, parlo... le solite cose.»
Tiene il posacenere tra di noi, fermo sul palmo della sua piccola mano; è curioso come i suoi piedi siano molto più lontani dal pavimento rispetto ai miei. «Buffo... non mi sembravi un tipo loquace e socievole.»
Un sorriso amaro si disegna sulle mie labbra. «Scoperto. Il barman più silenzioso di sempre.»
Restiamo in silenzio per un po' ma, forse perché la casa è immersa nella notte silenziosa, o perché il buio fuori invita a nascondere la luce e anche le parole, non mi sento a disagio a restare insieme a lei senza dire nulla. Senza accorgermene, mi ritrovo a osservarla mentre inspira il fumo e lo ributta fuori tenendo le labbra chiuse, a eccezione di una minuscola valvola di sfogo al centro. I capelli biondi e lisci sono sciolti, spettinati lungo le spalle, e dal profilo mi rendo conto dell'incredibile somiglianza con il fratello: il naso piccolo e morbido, ma ben rivolto all'insù; la forma delle labbra, carnose ma non troppo; soltanto gli occhi, verde scuro come i prati bagnati all'inizio dell'autunno, sono diversi da quelli azzurri di Ian, soprattutto per la forma. È struccata così come la era oggi pomeriggio, ma anche così sono grandi e ben disegnati. In fondo, non posso negare che sia una bella ragazza.
«La pianti di fissarmi?» chiede continuando a guardare il posacenere. «Odio quando la gente lo fa.»
«E cos'altro odi?» chiedo invece di scusarmi.
Prende l'ultima boccata di fumo e termina la sigaretta nel vetro del posacenere, subito seguita dalla mia. «Odio i libri di Nicholas Sparks e tutti quei film di pseudo stronzate romantiche; odio i vestiti eleganti e le scarpe con il tacco; odio i complimenti e... e non sopporto il caldo e il mare.»
«Tu odi il mare?»
«Sì... il sale mi irrita la pelle... è molto delicata, sai?» aggiunge infine.
«In effetti, è bianca come quel lenzuolo di tuo fratello», scherzo, ma spero di non aver esagerato.
Sally non ci bada e si mette a ridere con me. «Vero... pensa che non posso nemmeno truccarmi: credo di essere allergica o qualcosa del genere. Mi vengono gli occhi rossi, rossi e la faccia a chiazze...»
«Non sarebbe un bello spettacolo.»
Lei annuisce. «Per niente.»
«È strano vedere una ragazza struccata... tutte quelle che conosco lo fanno e perdono anche un sacco di tempo a guardare tutti quegli stupidi video su internet che spiegano come fare.»
«Anche scopa-in-culo lo fa, o così mi dice Ian», aggiunge lasciando il posacenere sul tavolo dietro di noi.
«Anche Dakota lo fa», mi esce di getto, e me ne pento immediatamente. «Faceva.»
«La tua biondissima ex? Tette di zucchero?»
Stringo gli occhi e la fisso. «E tu come fai a saperlo?»
Alza le spalle e si appoggia con i palmi al tavolo appena dietro di lei. «Ian mi racconta sempre tutto... soprattutto i pettegolezzi che riguardano i suoi amici. In questo, è peggio di nostra mamma. E poi, so come è fatta perché stasera ti ho visto che andavi a spiarle il profilo di Facebook.»
Resto sorpreso. «Come hai fatto ad accorgertene?»
Lei sorride e mi spinge leggermente con la spalla. «Ehi, non ti offendere, è solo che l'ho visto dal riflesso dello sportello del forno.»
«Beh...», non so cosa dire, non mi piace sembrare l'ex zerbino alla ricerca disperata di un modo per tornarci insieme. Un po' lo sono, a essere del tutto onesto con me stesso, ma questo lo so soltanto io. «Non lo faccio mai... mi stavo annoiando a morte e vedere Sam che ci prova di continuo non è uno spettacolo così allettante».
«Non ti giudico, Capellone. Per me puoi fare tutto quello che ti pare, ma... se lei ti ha mollato per mettersi con quello con cui se la faceva mentre ancora stavate insieme, non credo che ne valga la pena.»
Maledetto Ian e la sua lingua troppo lunga. «Non sono affari che ti riguardano, tu non conosci la storia.»
«Non conosco tutto, è vero... ma quando c'è un tradimento di mezzo, il pacco lo puoi incartare come ti pare, con la carta più bella e dorata che riesci a trovare, ma la sostanza è sempre quella.»
«Possiamo cambiare argomento?»
«Certo...», sussurra prima di sfiorarmi il braccio sinistro con la punta delle dita. «Come mai ti sei fatto tutti questi tatuaggi?»
«Potrei farti la stessa domanda.»
Sbuffa con il sorriso. «Capito. Non ne vuoi parlare... Allora cambio domanda. Perché non ti tagli i capelli? Non hai caldo in estate?»
Me li pettino inconsapevolmente all'indietro, ormai arrivano quasi alle spalle. «A volte... ma mi piacciono così come sono.»
«Piacciono a te o piacevano alla tua ex?»
«Ti hanno mai mandato a fare in culo per le tue fottutissime domande?»
Invece di offendersi, Sally scoppia a ridere. «Non sai quante volte... dai, spara.»
«I capelli piacciono a me... anzi, Dakota insisteva per farmeli tagliare e farmi assomigliare ai manichini delle boutique dove andava sempre. Hai presente? Corti, ben pettinati con il gel tutti da una parte?»
Scoppia a ridere. «Ah, ah, sì... con i mocassini senza calzini e il fazzolettino nella tasca della giacchetta. E immagino che il suo nuovo fidanzatino sia esattamente così?»
«Esatto. Capelli corti e sempre impeccabili, scarpe eleganti e firmate, camicie che costano quanto mezzo mio stipendio, e giacche pure in estate.»
Sally fa una faccia schifata. «Come si chiama questo? Robert? Carl? George?»
«Richard... lo ha conosciuto nel centro dove lavora.»
«Centro?»
«Sì, Dakota fa l'estetista.»
Sally impiega qualche istante per elaborare l'informazione, poi scoppia a ridere e le devo mettere una mano sulla bocca per farla tacere e impedirle di svegliare gli altri. «E si sono conosciuti mentre gli faceva la ceretta?!» chiede sulle mie dita e tra le risate che, nonostante tutto, anche io non riesco a trattenere a quell'immagine.
Mi toglie la mano e riprende a parlare sottovoce. «No, aspetta; dimmi che si sono innamorati mentre gli toglieva i peli dalle sopracciglia! O magari sulle gambe!»
Non ho idea di come Dakota abbia conosciuto Richard, e nemmeno mi importa, ma quelle immagini sono troppo divertenti. «No, credo che si stesse facendo la manicure... o forse un trattamento al viso.»
Continuiamo a ridere per qualche lunghissimo secondo e quasi mi vengono le lacrime agli occhi. Non solo per le battute, ma forse per essere riuscito a parlare di quella parte del mio dolore per la prima volta con leggerezza.
Mi sposto i capelli dalla fronte e li porto tutti indietro, ormai è diventato un tic. So che sono lunghi e che dovrei tagliarli... ma proprio per questo non lo faccio.
Sally salta giù dal tavolo ancora ridendo e, senza dire nulla, si avvicina al ripiano della cucina dove scorgo la sua borsa segreta semi aperta e il contenuto messo ben in ordine sulle piastrelle chiare. Prende la videocamera e torna verso di me senza smettere di ridere. La accende e inizia a riprendermi.
«Che fai?» le chiedo mettendo una mano sull'obiettivo.
«Ti riprendo... ti dispiace?»
«Sì, moltissimo.»
Lei fa spallucce, ancora con il sorriso sulle labbra. «E a me non importa. Sei molto bello con questa luce, sai? Non puoi sfuggirmi.»
«Vaffanculo, togli quella cazzo di videocamera dalla mia faccia o me ne vado.»
Mi si piazza tra le gambe e non mi permette di scendere. In questa posizione non mi arriva nemmeno al collo. «E io ti seguo in corridoio fino in camera, e persino in bagno; diventerò il tuo incubo peggiore; quindi, ti conviene fare il bravo e lasciarti filmare.»
Sbuffo e incrocio le braccia. «E Sam cosa ne penserebbe se ti trovasse in camera mia?»
Sally interrompe la registrazione e riporta il video dal principio. «Sam può pensare quello che vuole, non è di certo il mio ragazzo; né lo sarà mai, se è per questo.»
«Perché, è stato così tremendo a letto?»
Sam si vanta sempre delle sue conquiste e delle acrobazie che racconta di fare a letto, ma nessuno di noi ci ha mai creduto fino in fondo.
«Lo vuoi davvero sapere?» chiede avvicinandosi e mostrandomi la registrazione.
Rivedo il mio cipiglio infastidito; agito la mano davanti alla videocamera per impedirle di filmarmi. È buio, scorgo i miei lineamenti a malapena, in aggiunta ai capelli che mi lasciano in ombra il viso. Non capisco perché dica che sono bello: io mi sembro solo un idiota con i capelli spettinati.
«Certo che lo voglio sapere... pagherei oro.»
«Allora lasciati filmare e ti racconterò tutto quello che vuoi su Sam.»
Ci penso qualche istante su. «Basta che il video non lo veda nessuno.»
Sally alza una mano in aria e disegna una croce sul petto. «Giuro che lo guarderò solo nei miei momenti più intimi.»
Il suo occhiolino riesce a farmi sorridere e, al contempo, a mettermi in imbarazzo. Mi pettino i capelli all'indietro e li sposto dietro le orecchie. «Affare fatto... basta che non mi fai mettere in pose strane o ridicole, ok?»
«Guarda che è solo un video, non un servizio fotografico.»
Appoggia la videocamera sul tavolino e toglie due dei numerosi elastici che tiene al polso. Con il primo si lega i capelli in una coda e, con il secondo, si avvicina e inizia a pettinarmi i capelli con le sue dita.
«Cosa stai facendo?» borbotto mentre sono costretto a inclinarmi molto in avanti per raggiungerla.
«Te li lego, così non sembri un barbone Capellone nell'inquadratura.»
Quasi mi ritrovo a guardarle nella scollatura della maglia e, anche se c'è poca luce, posso quasi affermare con sicurezza che non porta il reggiseno. Quando termina la sua opera, mi guarda con espressione soddisfatta. «Ok, così va molto meglio. Hai un viso giusto per essere ripreso.»
«Cosa vuoi dire?»
«Sei fotogenico, diciamo così. Non tutti rimangono bene in video come te. Sei... sei molto bello», borbotta infine con lo sguardo puntato ai tasti della videocamera.
Credo di non aver mai ricevuto un complimento in maniera così aperta e sincera. Mentre lei riprende a filmarmi, io non so che cosa fare e come atteggiarmi, così lascio vagare lo sguardo per la cucina.
«Allora, che cosa vuoi sapere di me e Sam?» chiede lei, sfiorandomi il mento per farmi voltare e riprendermi di profilo. Mi sento un coglione.
«Tutto... a parte la lunghezza visto che, purtroppo, ci ha già costretti a quella vista.»
«Ti racconterò tutto... anche se non c'è poi molto da raccontare... ma prima torna alla finestra come eri prima: mi piaceva come la luce che ti illuminava la fronte», suggerisce inseguendomi con la videocamera.
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Spazio Dory:
direi che Harry si è trattenuto con Dakota, eh? ahahah
Cosa ne pensate di questo primo approccio tra Harry e Sally?
A presto e non dimenticate di votare! ;-)
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