26. Nuda
«Quello che ti chiedo è di tornare con Dakota e riprovare a stare con lei.»
Sono talmente sorpreso e sconcertato che impiego un po' di tempo per rispondere adeguatamente.
«Che cosa?!» esclamo. «Ma che cazzo ti salta in mente? Cos'è, un modo masochista che hai trovato per allontanarmi da te?»
Sally scrolla il capo. «No, Harry. Voglio soltanto che tu possa provare tutte le tue possibilità. Voglio che riprovi a stare insieme a Dakota come avresti voluto e, se non funzionerà con lei, allora potremmo riparlarne... riparlare di noi due.»
«Che gigantesca stronzata».
Ecco, questa è la mia risposta eloquente.
Forse potrebbe anche essere una buona soluzione per me, e se potessi pensarci lucidamente mi accorgerei di quanto questa richiesta sia uno sforzo non indifferente per lei: io non la butterei mai tra le braccia di Sam o di Lewis, per nessun motivo. Ma lei lo sta facendo, invece, e questo dovrebbe farmi capire che i sentimenti che prova per me sono molto simili ai miei...
Ma sono sincero: ora sono troppo innervosito, troppo influenzato dalla sua presenza e del suo corpo contro il mio per ritrovare la lucidità sufficiente a ragionare.
«E se non funzionerà con Dakota?» domando dopo un lungo momento di silenzio.
Riesco a sentire gli ultimi grilli dell'estate che stanno lentamente assopendosi con il prossimo arrivo dell'alba; la radio è spenta e nella macchina c'è solo il respiro di Sally a tener compagnia al mio. È seduta sulle mie gambe, la mia mano è sulla sua coscia, e impiegherei un istante per scivolare con la mano sulla sua pelle e infilarmi sotto la sua gonna, dove so che non riuscirebbe a trovare la freddezza necessaria per fermarmi.
Delicata, mi prende il viso tra le mani e un flebile e lontano sorriso riesce a illuminarle lo sguardo. Le sue labbra forniscono una chiara risposta alla mia domanda, ma le parole e il suono rimangono racchiuse in lei, silenziose; si sporge verso di me fino a muovere le sue labbra sulle mie in una carezza leggera. Un bacio delicato, la promessa che anche lei dovrà mantenere.
Ma non posso restare così, diviso tra la mia di promessa e il suo corpo così vicino, troppo vicino. Il cuore rimbomba nel petto, la testa galleggia sopra le pulsazioni potenti del sangue nelle vene; è incredibile voler così tanto qualcosa da perdere la ragione.
Ma so che, oltre a questo bacio, Sally non è disposta a darmi nient'altro e, nonostante io saprei trovare un modo per aggirare l'ostacolo, perché so che anche lei fatica a resistermi come accade a me... non lo farei. Non lo farei mai con Sally.
A malincuore, mi stacco lentamente dalla sua bocca e la faccio tornare sul suo sedile prima di scendere dalla macchina.
«Harry», la sua voce è alle mie spalle e sento i suoi passi inseguirmi per il vialetto fino alla porta della palazzina.
Mi chiama ancora finché non raggiungiamo l'appartamento e lo scatto secco della serratura ci dà il benvenuto nel silenzio della casa a questa tarda ora della notte.
Tutti stanno dormendo, il silenzio è assoluto. Sally, le scarpe lasciate all'entrata e i piedi nudi sporchi di ciuffetti d'erba, si piazza davanti a me.
«Sei arrabbiato con me?» Sussurra con forza e mi tiene fermo con una mano premuta sul petto.
La scosto con gesto brusco. «Sì, buonanotte.»
Faccio un passo a sinistra, ma lei fa altrettanto, continuando a sbarrarmi il passaggio verso le camere.
«Lasciami in pace o sveglieremo tutti», la intimo.
«Voglio che tu capisca che è la cosa più giusta da fare», continua imperterrita.
Mi avvicino puntandole un dito contro, giusto in mezzo alle clavicole. «Io capisco tutto, Sally, ma sono comunque arrabbiato perché ti vedo così fredda e calcolatrice. Dici di tenere a me, di provare qualcosa per me, ma io non vedo altro che indifferenza; e l'unica cosa che riesco a pensare è che mi stai allontanando con la prima scusa che ti è capitata sotto mano perché di me non ti importa nulla.
E ora, lasciami andare a dormire, buonanotte.»
Così dicendo, la scarto e mi infilo in camera mia. Se osa seguirmi ancora, la sbatto fuori e chiudo la porta a chiave.
I suoi passi, però, si fermano cauti fuori dalla mia stanza per qualche secondo prima di proseguire verso la sua, lasciandomi solo.
Fanculo. Vorrei tirare un pugno al muro, spaccare qualcosa, ma non ho voglia di svegliare gli altri. Farebbero troppe domande.
Mi spoglio e resto qualche minuto seduto sul letto, i piedi nudi posati sul tappeto, a rigirarmi il telefono tra le mani. Più il sangue inizia a fluire nella via corretta verso il cervello, e più mi pento delle parole che ho detto a Sally qualche istante fa.
Forse... in fondo ha ragione. Ha detto di tenere a me, di avere paura di una relazione, e io l'ho accusata. Nonostante tutto quello che mi ha raccontato, credo che ci siano altre cose che non mi ha detto e che mi farebbero capire meglio cosa le frulli in quella testa matta.
E infine, a mente più lucida, il pensiero di Dakota ritorna di nuovo a tormentarmi. Sarei davvero disposto a rinunciare a Dakota per Sally? A rinunciare a quanto abbiamo passato durante il lungo tempo trascorso insieme? Le volte in cui l'ho aiutata con la sua famiglia disastrata, i litigi che l'aiutavo a dimenticare, i regali che mi ha fatto e che mi faceva senza un motivo particolare, la caccia al tesoro che mi aveva organizzato per il mio compleanno...
Dakota è stata una parte importante della mia vita, questo è innegabile, ma ora devo capire dove collocarla per poter procedere: nel passato, in ciò che posso lasciarmi alle spalle e dimenticare, oppure ancora nel presente?
Forse ha ragione Sally... se iniziassi una storia con lei, avendo anche un solo dubbio su quello che sarebbe potuto succedere con Dakota, come potrebbe andare a finire? E se cambiassi idea e volessi ritornare con Dakota, spezzandole così il cuore? Potrei davvero farle questo, con tutti i dubbi che albergano nella mia mente?
La luce intensa del display acceso del telefono mi fa quasi lacrimare gli occhi; scorro piano la rubrica fino al nome di Dakota:
Ho bisogno di parlarti. Ci possiamo vedere domani a pranzo?
La risposta arriva dopo un paio di secondi.
Certo... mi passi a prendere tu?
Sono telegrafico.
Ok. Passo a prenderti a lavoro quando stacchi.
Dovrei essere più entusiasta di quello che sto facendo: sto per riprovarci con l'unica ragazza che io abbia mai amato, con cui abbia avuto una storia abbastanza lunga da poter essere chiamata tale, con l'unica che mi abbia mai fatto pensare a una possibile convivenza e, chissà, forse un giorno anche a un matrimonio... e l'unica che alla fine mi ha spezzato il cuore.
Al termine di questa lunghissima giornata, mi sento soltanto svuotato.
Resto a rigirarmi nel letto per più di mezz'ora, senza riuscire a prendere sonno. Troppi pensieri per la testa e il cuore che non ne vuole sapere di riprendere la normalità dei suoi battiti. Ho caldo e nemmeno restare solo in boxer, scalciando le lenzuola per allontanarle, sembra servire a qualcosa.
Quando sbatto le palpebre vedo Sally, poi Dakota, poi di nuovo Sally, nemmeno fossi in un maledettissimo film di Sergio Leone, costretto a fissare i loro sguardi in primo piano.
Mi sta quasi venendo l'idea di andare a fare una doccia fredda, nella vana speranza di ricominciare da zero, quando la porta della mia camera si apre e Sally entra in silenzio. Richiude la porta dietro di sé senza far rumore e sento lo scatto della chiave nella serratura.
Cammina lenta sulle piastrelle, sulle punte, e poi arriva piano sul tappeto ai piedi del mio letto; mi scruta nel buio, cercando di capire se io sia sveglio o meno.
Il mio cuore.
Porca puttana, il mio cuore sta per salirmi in gola e adesso sì che tutto si azzera sul serio, riducendo la mia attività cerebrale a una stupida linea piatta.
Distinguo il suo esile profilo nell'ombra, il tondo smile fosforescente che spicca dalla maglietta che le copre per metà le cosce nude; proprio quella maglietta che, quando si accosta al mio letto, vedo sollevarsi lentamente, salendo su fino al seno e alle spalle per poi cadere a terra, lasciando Sally completamente nuda.
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Spazio Dory:
uhuhuhuhuuhu.... ne vedremo delle belle ;-)
Non dimenticate di votare se il capitolo vi è piaciuto! A presto!
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