2.30 Ci ha cacciato di casa
Sally
Ancora euforica per l'esibizione e per come Harry mi ha guardato per tutta la durata della canzone, torno saltellando verso il nostro tavolo, continuando a nutrire la speranza che la piccola sorpresa abbia sortito l'effetto sperato. Prendo posto tra Julie e Harry ma, prima che io riesca a parlare con lui, Julie mi richiama, picchiettando sul mio braccio. Sembra quasi a disagio mentre prova a complimentarsi. «Sei... molto brava.»
Le sorrido e la ringrazio sinceramente prima di tornare a rivolgermi a Harry. «E a te, è piaciuto?»
Lui si finge disinteressato mentre sorseggia distrattamente la sua ennesima birra. «Abbastanza...»
Lo guardo di traverso. «Abbastanza?»
«Ero particolarmente distratto durante l'esibizione.»
«E da cosa?»
Senza che nessun altro lo noti eccetto me, Harry passa lentamente una mano sotto al tavolino e la posa lasciva sul mio ginocchio, senza aspettare per farla risalire fino a incontrare la stoffa dell'abito. Ci gioca per qualche momento mentre i suoi occhi mi sorridono, ma proprio mentre le sue dita stanno per nascondersi al di sotto, ecco che Sam si alza in piedi di scatto. Dopo essersi rumorosamente stirato, prende a toccarsi le tasche dei jeans. «Harry, vieni a fumare una sigaretta fuori?»
«No», risponde lui, ma con gli occhi fissi nei miei. «Fumerò dopo.»
Noto Sam con la coda dell'occhio che continua a fissarlo con insistenza. «Non ho le sigarette.»
Mentre la ragazza bionda al mio fianco sbircia un messaggio sul cellulare, Sam si mette cauto alle sue spalle e insiste nello squadrare prima me e poi Harry. Sembra che ci voglia comunicare qualcosa, ma Harry, data la sua famosa scarsa capacità di osservazione, non si accorge assolutamente di nulla.
Controllando che gli occhi di Julie siano sempre calamitati al cellulare, io pizzico il fianco di Harry per richiamarne l'attenzione. «Oggi ho perso il suo accendino», mi intrometto inventando la prima bugia che trovo a disposizione nella mia mente. «Vai fuori con lui a fumare? Così gli accendi la sigaretta.»
Quando finalmente Harry intuisce i numerosi messaggi nascosti, ecco che fa roteare gli occhi al cielo e, un attimo dopo, io e Julie restiamo al tavolo da sole. Lei mima un sorriso, io faccio altrettanto, poi torniamo a ignorarci senza aggiungere altro.
Visto che non so come comportarmi con lei - ed essendo Julie una ragazza molto timida, a quanto Sam mi ha fatto intuire -, mi sporgo con i gomiti sul tavolo per richiamarla. Ma lei mi anticipa, sorprendendomi.
«Sai... Sam mi ha... mi ha raccontato di te.»
Mi ritrovo ad alzare un sopracciglio per la sorpresa. «Di me?»
Annuisce mentre appoggia la schiena alla sedia, entrambe le mani intorno al bicchiere di Coca Cola vuoto. Il suo sguardo guizza rapido per controllare che nessuno dei due ragazzi sia in zona e poi torna a fissare i suoi occhi al bordo del bicchiere. «Mi ha parlato di voi due», ammette con grande fatica. «Mi ha spiegato un paio di cose...»
Ha un peso non indifferente il blocco di cemento che sembra essere improvvisamente apparso in mezzo al petto, un peso che posso etichettare con un'infinità di nomi differenti: senso di colpa, disagio, imbarazzo, pentimento... mi chiedo se ci sia anche la gelosia nell'affollamento confusionario in cui mi ritrovo ad annaspare in questo momento.
«E che cosa ti ha detto?»
Le sue labbra carnose si contraggono e le parole successive mi fanno capire che la ragazza che tenta sempre di nascondersi, di solito timida e impacciata, ha di certo un gran cervello funzionante e sveglio. «Potresti dirmelo tu?»
Annuisco per rassicurarla, afferrando chiaramente le sue intenzioni: oltre a quella già ascoltata, vuole anche la mia versione dei fatti per poterle confrontare entrambe. Devo agire e parlarle nel migliore dei modi per non compromettere l'appuntamento di Sam: gli ho fatto già tanto male, che non merita altro per causa mia. «Sam è solo un amico per me. Abbiamo avuto dei trascorsi, questo è vero, e non posso negarti che io sono molto legata a lui.»
«E lui è legato a te...» osserva attenta, poi sono i suoi occhi a inquisirmi, «forse un po' troppo per essere la ragazza di uno dei suoi migliori amici.»
Spingo via lo spillo che pare avermi appena conficcato nel cuore e fingo di non notarlo. «Le cose sono un po' complicate, ma Sam è una bella persona ed è un ragazzo giusto: adesso è un buon amico sia per Harry che per me. Prima c'erano delle cose in sospeso tra di noi, la situazione era poco chiara. Non so quanto ti abbia raccontato di me e Harry...»
«Non molto, ha detto che sono affari vostri.»
«Lo vedi? Sam è un giusto. Avrebbe potuto raccontarti tutta la storia dei suoi amici senza il minimo rispetto, magari rigirandola a suo favore per inventare qualche modo per conquistarti», spiego per rassicurarla. «Io e Harry abbiamo avuto alcuni problemi. Io ero confusa e ho fatto un sacco di errori, sia con lui che con Sam. Ne sto pagando ora le conseguenze e sto cercando di rimediare. Nei miei casini, ho finito per mettere di mezzo anche Sam senza volerlo. L'ho fatto a occhi chiusi perché credevo che fossimo solo amici.»
«Quindi... tu non provi nulla per lui?» mormora con timore.
La mia risposta è immediata, anche se non è facile mandare giù il nodo che si è formato al centro della gola. «No, Julie... davvero. Per me Sam è solo un amico.»
«Il fatto è che... ho paura che lui voglia uscire con me solo per dimenticarsi di te.»
Le sue dita sono sottili e fragili, portano i ciuffi di capelli biondi e lisci dietro le orecchie, mostrandone la punta arrossata per l'imbarazzo. «Lui ti ha dato questa impressione mentre è insieme a te, o è solo una tua paura?»
«Non lo so», ammette. «Lui si comporta bene quando è con me, ma non vorrei che mi stesse prendendo in giro.»
Rincuorata, le sorrido e riesco a sorprenderla quando le prendo una mano nella mia e gliela stringo con affetto sopra il tavolo. «Scusa se te lo dico in maniera così schietta, ma conosco Sam da qualche tempo: quando ho vissuto per un paio di mesi con lui e gli altri, si scopava una media di sette ragazze a settimana», lei apre la bocca e mi fissa sconcertata. «E conta che a volte quel numero era distribuito su meno giorni di quello che credi: il problema era sfalsare gli appuntamenti quel tanto affinché le ragazze non si incrociassero sul pianerottolo e scoppiasse così un pandemonio.»
Dalla sua espressione sconvolta, credo di aver spinto troppo con lei, così aggiusto il tiro. «Quello che voglio dire è che Sam è oggettivamente un gran bel ragazzo e lui ci sa fare parecchio con le donne, a letto e pure fuori. Tutte lo guardano quando passa, hai visto anche tu la cameriera come se lo è mangiato con gli occhi poco fa», continuo mentre tento di sembrare sicura oltre ogni modo. «Immagino che ogni giorno riceva dei messaggi da ragazze che non aspettano altro che infilarsi di nuovo nel suo letto. Da quando sono tornata qui, però, lui mi ha parlato sempre e solo di te e non ha visto nessun'altra. E se ora è venuto da te e dice di volerti, io penso che dovresti fidarti di lui.»
Con le labbra premute tra loro, le sue guance si alzano appena, riempiendosi di personale soddisfazione come floride mele mature. Dietro a quegli enormi occhiali, Julie ha dei bellissimi lineamenti armoniosi e puliti. «Tu dici?»
«Certo», rincaro maggiormente la dose. «E poi è un uomo, suvvia. Se sai fargli annusare adeguatamente quello che tieni tra le gambe, ma senza concederglielo subito, lo terrai in pugno come un cagnolino in attesa della sua ciotola.»
«Non so se riesco a fare come dici tu.»
«E perché mai?»
Toglie la mano dalla mia e ritorna a intrappolare il bicchiere. «Beh... mi vedi come sono. Lui è così bello, e io sono... soltanto io. Non credo di riuscire a tenere in pugno proprio nessuno.»
«E io ti sembro bella, scusa?» domando scettica. «Eppure, Sam si è innamorato lo stesso e...» ma resto con la bocca aperta a metà. Il messaggio che mi ricorda di ripetere mentalmente quanto sono idiota arriva troppo tardi al mio cervello. «Scusa. Pessima scelta di parole.»
«In questo vi somigliate», sbuffa in un sospiro. «Anche lui non sa mai dire la cosa giusta al momento giusto.»
«Sam si esprime in modi diversi. Se prova affetto per una persona, qualsiasi forma di affetto sia, allora lui si mostra per quello che è. E mi sembra proprio che lui tenga a te, o sbaglio?»
Alza appena le spalle. «Lo spero...»
«Sei molto bella, Julie. Non ti scoraggiare. Te lo dice una che ha l'autostima sotto ai piedi e finge di essere sicura di sé», ammetto in completa sincerità. «E poi, studi all'università e lavori in una biblioteca: immagino che una ragazza come te possa vantarsi di poter conquistare un uomo non solo per l'aspetto fisico.»
«Ma gli uomini guardano solo quello.»
«Non sempre. Harry, all'inizio, mi giudicava a malapena carina e passabile: mi ha raccontato che si è interessato a me solamente con il tempo. Sam è un ragazzo superficiale solo all'apparenza, ma se sai toccarlo nei punti giusti... e parlo di punti mentali, in questo caso», mi correggo subito, «allora riuscirai ad agganciarlo e lo conquisterai.»
«Come hai fatto tu con lui?»
La ragazza all'apparenza timida e impaurita dal mondo continua a sorprendermi per i suoi modi diretti. «A dire il vero, io non ho fatto proprio nulla... io e lui abbiamo sempre avuto un rapporto un po' particolare, ma questo è perché abbiamo due caratteri molto simili. Siamo sboccati, disordinati, facciamo battute di dubbio gusto e ridiamo per stupidaggini. A volte, mi sembra più simile a me rispetto a Ian. Io credo che sia per questo che si è interessato a me.»
«Continuo a sentirmi di troppo, Sally.»
Mi avvicino ancora con la sedia e spero di salvare in parte questo primo appuntamento tra loro due, che non sembra andare nei migliore dei modi. «Io ho Harry e tu non devi sentirti di troppo. Non so quanto Sam ti abbia raccontato, ma io e Harry avremmo dovuto sposarci a breve.»
«Mi ha accennato qualcosa in proposito, ma non è andato oltre.»
«Ascolta, io dovrei restare qui ancora qualche giorno, poi spero di tornare in fretta con Harry a casa nostra. Nel frattempo, sempre se ti va e se la cosa non ti mette a disagio, magari un pomeriggio potremmo uscire per bere qualcosa insieme, così ti do due dritte su Sam, su quello che gli piace o quello che non sopporta, e magari... non so... parliamo un po'», propongo con difficoltà. «A pensarci bene, non ho un'amica femmina dalle scuole elementari. Ho sempre avuto amici maschi.»
La mia proposta sembra sorprenderla oltre ogni modo. «Tu vorresti essere mia amica? Davvero?!»
«Perché no?» Alzo le spalle mentre la risata esce dalle mie labbra nel vederla così entusiasta. «In effetti, passare del tempo con un essere femminile potrebbe farmi bene. Ti avverto, però, che sono negata con lo shopping, non so truccare nessuno nemmeno per Halloween e non riesco nemmeno a mettere lo smalto sulle unghie. Insomma, non sono granché come acquisto, ma se sai accontentarti...»
Mi abbraccia.
All'improvviso, inaspettatamente semplice. Resto in una sorta di felice shock nel suo abbraccio, fino a quando mi ricordo di dover rispondere in qualche modo, così la stringo di conseguenza. «Grazie, Sally!»
«Wow, che entusiasmo!» osservo quando torna al suo posto.
«Scusa», si affretta a dire. «Il fatto è che pure io non ho mai avuto molte amiche... a dire il vero, tu saresti la prima.»
Strizzo un occhiolino nella sua direzione, ma dopo quell'abbraccio ormai non posso più impedirmi di guardarle il seno. «Saremo un disastro insieme, lo sai?» osserva prima di rendersi conto del mio sguardo avido. «Sally? Che stai facendo?»
Sollevo lo sguardo dalla larga camicetta che indossa, tempestata di piccoli fiorellini colorati. «Scusa, Julie, non è per essere inopportuna ma... posso fare una cosa?»
È palesemente preoccupata, ma alla fine acconsente. Mi faccio più avanti e piazzo entrambe le mani sui seni; la colgo così tanto alla sprovvista che lei resta immobile persino quando li palpo entrambi con muta attenzione. «Ehi, che fai? Ci stanno guardando tutti», borbotta indignata togliendosi dalle mie grinfie.
Mi volto a guardare il tutti in questione, che altri non è che un tavolo di ragazzi che ci stanno fissando da quando Harry e Sam sono usciti per fumare. «Posso farti una domanda?»
«Dipende...»
«Che taglia di reggiseno porti?! Insomma, quelle due cose sono enormi!»
«Sally... mi stai mettendo in imbarazzo...»
«Le amiche si dicono queste cose, almeno credo», suppongo pensierosa. «Penso anche che dovresti dirmi quando ti viene il ciclo, così io poi ti dico quando viene a me.»
Sembriamo entrambe confuse dalla situazione. «Beh, io porto una quarta abbondante e il ciclo è appena terminato.»
«Io prima portavo una terza», ammetto sconsolata. «Ora ho perso troppo peso e l'unico reggiseno che ho è una seconda e dentro credo di poterci ballare la samba da quanto spazio c'è.»
«Il seno troppo grosso è solamente una noia», commenta sbirciando dentro la sua scollatura. «È ingombrante, pesa un sacco e tutte le maglie aderenti che cerco di mettere sembrano sempre troppo volgari. Preferisco le taglie più abbondanti, così lo nascondono un po'.»
«Capisco, però agli uomini piace perché pensano subito a cosa metterci in mezzo: la faccia, la bocca e non ti dico cos'altro», individuo Harry e Sam che sono appena rientrati nel locale e si stanno dirigendo verso di noi, così ignoro la risatina imbarazzata che la coglie e la fa arrossire fino alla punta delle orecchie. Mi affretto a concludere il discorso. «Sam ha un debole per quelle due cose enormi che tu cerchi di nascondere. Ha una vera e propria fissazione! Quindi, fagliele toccare solamente una volta e cadrà ai tuoi piedi.»
«Di cosa parlate voi due?» domanda sospettoso Sam una volta arrivato.
«Di cose da donne», declamo io con soddisfazione, incrociando le braccia al petto.
Harry si siede al suo posto, mentre Sam resta in piedi accanto a Julie. Guardo la sua mano posarsi sulla sua spalla e stringerla appena come saluto. «Tu?» esclama stupito, in coro con Harry. «Tu sai parlare di cose da donne?»
«Dai, sii seria», gli dà manforte Harry.
«Che stronzi», commento.
Entrambi ridono di me, ma io faccio un occhiolino complice a Julie. La coppia appena riformata resta con noi ancora per poco e io e Harry li guardiamo andare via dal locale dopo un breve saluto e un'occhiataccia intensa di Sam diretta a entrambi, come se ci stesse nuovamente comunicando qualcosa in silenzio.
Avrei parecchie domande, ma non commento oltre e non faccio altro che salutarli. Poi mi volto da Harry. «Che sta succedendo?»
Harry sospira paziente mentre si mette comodo sulla sedia. «Sam mi ha chiesto di lasciargli la casa libera per qualche ora. In pratica, ci ha cacciato di casa.»
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