16. Benvenuto
Canzone per il capitolo:
Te amo - Rihanna
************************
Ricapitolo tutto quello che devo portarmi dietro alla festa: chiavi della macchina, portafogli, costume da bagno già indossato, asciugamano...
«Le ciabatte, Harry», mi suggerisce Lewis, di ritorno dalla sua stanza con un costume identico al mio. Lo guardo e scoppio a ridere, istigandogli involontariamente una risata di rimando. Siamo decisamente ridicoli con i nostri boxer azzurri identici.
Sam, invece, è appena uscito dalla doccia e continua a camminare tranquillamente nudo per casa alla ricerca del suo accendino. Arriva in camera mia, sempre come mamma lo ha fatto, e ci guarda, gambe divaricate e mani sui fianchi: l'emblema dell'eleganza. «Oh, ma guardali!» esclama notando il nostro costume. «Come siete teneri... Avete pure il costumino uguale e gli occhietti dolci! A quando le nozze?»
«Fottiti», borbotta Lewis altamente infastidito.
«Grazie, altrettanto.»
«Lewis, non te la prendere», butto lì per evitare una lite, «lo sai com'è fatto Sam. È un coglione.»
«Oh, si difendono anche tra di loro...», continua a miagolare Sam con una vocina acuta e fastidiosissima. Non me ne ero accorto, ma tiene sotto un braccio un pacchetto regalo davvero male incartato; si gira verso di me e me lo lancia addosso. «Ecco, Sally dice che devi metterla stasera.»
«Cosa sarebbe?» chiedo, rigirando il pacchetto morbido tra le mani.
«Sally ha detto che è per una scommessa che avevi perso con lei... è passata un attimo quando tu eri in camera e mi ha incaricato di dartela: devi indossarla per tutto il tempo della festa. Così ha detto.»
Apro il pacco strappando la carta con un unico gesto e mi ritrovo tra le mani un'orrenda camicia hawaiana, larga e a maniche corte, con grandi fiori gialli, arancioni e verdi: deve essere di almeno due taglie più grande della mia.
La stendo per osservarla meglio, terrorizzato di indossare quell'obbrobrio. Forse, se la guardo da una diversa angolazione, potrei cambiare opinione?
No, direi di no. E i miei progetti per la festa di conquiste femminili, atti unicamente ad allontanarmi dai pensieri dolorosi di Dakota, possono anche andare a farsi benedire.
«Non ci pensare nemmeno lontanamente», enuncio sicuro a nessuno in particolare.
Sam alza le mani in aria. «Ehi, amico, io non c'entro: ambasciator non porta pena», fa l'indifferente, ma non riesce a smettere di sogghignare. Ancora nudo e ancora con le mani sui fianchi.
La getto sul letto scuotendo violentemente la testa. «Non ci penso nemmeno a mettermi quella roba, mi rifiuto categoricamente!»
Lewis e Sam escono dalla stanza sogghignando e si chiudono la porta alle spalle. Mi rigiro a guardare quella tovaglia fiorita, che mi fissa mentre occupa più di metà del mio letto. «Non provarci», le intimo.
*****************
«Si può sapere tutta questa gente da dove è uscita fuori? Non erano tutti in vacanza? Sono già tornati per gli esami autunnali?» borbotto a Sam, che mi precede fendendo la folla.
La piscina all'aperto è stracolma di gente, il tavolino allestito con le bevande ormai preso d'assalto, lo spiazzo in cemento brulicante di costumi che ballano e si agitano a tempo di musica... Credo ci sia gente anche da fuori città, ne sono certo.
«Quando ci sono le feste, sbucano fuori tutti all'improvviso», risponde il mio amico.
«Ehi, bella camicia», scherza un tipo che non conosco mentre cerchiamo di raggiungere Ian, facendoci largo tra i ragazzi ormai già ubriachi e che si spostano lenti come in un film sugli zombie.
«Ehi, bella la tua ragazza», gli rispondo immediato.
Sono molto nervoso questa sera ed è meglio che nessuno mi dica niente. Da quando sono entrato alla festa, questo è il sesto commento sulla mia camicia e, al prossimo, credo che risponderò direttamente con un pugno sul naso, senza sprecare fiato con le parole.
Il ragazzo in questione, ovviamente, non apprezza il complimento alla sua fidanzata, e cerca subito di venire verso di me per attaccare rogna; sento la mano di Lewis che mi trascina via e lo lascio fare.
Ian è in piedi, appoggiato al lungo tavolo che funge da bar provvisorio, con Jessica e il suo broncio infastidito alla sinistra e, a destra, una chioma di capelli biondi e lisci che mi fa salire immediatamente il sangue al cervello alla sola vista.
Le cose che mi sono preposto di fare questa sera da quando mi sono trovato costretto a indossare questa tovaglia fiorita contro la mia volontà – perché in fondo sono come un Lannister, e un Lannister paga sempre i propri debiti – sono, nell'ordine: chiedere a Sally di rimandare il pagamento della scommessa, cambiarlo in qualcos'altro, pregarla in ginocchio di permettermi di togliere la camicia e, se le precedenti non funzionano, affogarla in piscina.
Forse Ian avrà qualcosa da ridire su quest'ultimo punto, ma di quello me ne occuperò soltanto dopo.
Sento i miei passi nervosi aumentare in velocità e prepotenza verso di lei, credo anche di spingere qualcuno via a gomitate per farmi largo e prepararmi alla mia invettiva, ma quando la vedo voltarsi verso di me, resto improvvisamente a corto di parole... e forse anche di espressioni facciali, tutte risolte nella faccia da cretino che si deve essere formata sul mio viso.
Sally è meravigliosa stasera... ora capisco cosa significhi vedere una persona luminosa come un raggio di sole. Lei stasera è proprio così: indossa un bikini bianco, semplice, i capelli sciolti e mossi lungo le spalle e i piedi nudi a contatto con l'erba. Non ha niente di particolare, nulla che dovrebbe attirare l'attenzione, eppure... eppure ha qualcosa che mi ha lasciato senza parole. Forse si è truccata, ma credo che sia il suo semplice sorriso ad attirarmi così tanto; o i suoi occhi, che sembrano particolarmente chiari e accesi questa sera. E pure Sam sembra colpito dalla sua spalla nelle conquiste, questa volta.
«Ma sei adorabile!» cinguetta tutta soddisfatta saltellando verso di me, in mano un drink alla frutta non meglio specificato.
«E tu sei perfida», rispondo.
Avrei voluto essere serio e arrabbiato, e forse avrei anche voluto aggiungere un paio di epiteti poco gentili, di quelli che ci scambiamo quotidianamente io e lei, ma non riesco a togliere l'espressione da ebete dalla mia faccia.
Mi passa una mano sulla spalla per lisciare la stoffa della camicia e ammirarla meglio. «Non è poi così male... quando l'ho vista nel negozio oggi pomeriggio, ho subito pensato a te.»
«Che pensiero dolce», il sarcasmo trasuda da ogni sillaba. «Ecco cosa dovevi comprare di urgente oggi pomeriggio.»
Il suo sorriso di soddisfazione si allarga. «Ringrazia che non ti ho comprato il perizoma rosso che ho visto in vetrina, altrimenti ti toccava girare per la piscina con quello.»
«E tu ringrazia che non ti affogo in acqua», con un finto sorriso le spettino i capelli sulla cima della testa.
Lewis fa improvvisamente un passo avanti per accalappiarsi Sally, passandole un braccio dietro la schiena e allontanandola da me. «Ciao, Sally; sei bellissima questa sera.»
Lei si lascia abbracciare, ma mi rivolge uno sguardo interrogativo, chiedendomi cosa sia successo al timidone di Lewis. Evidentemente si è dato una svegliata... e forse dovrei darmela anche io. Lewis la punta, Sam la punta, mi sembra di essere in mezzo a una guerriglia e non capisco come possa essere successo.
Tra le battute rivolte alla mia camicia, io e Sally restiamo a parlare per un po', e per fortuna la musica non è così alta da obbligarci a urlare. Mentre Ian ci illustra della sua lunghissima e stancante giornata al lavoro, con Sally che racconta di tutti i posti in cui si è ridotta a portare i curriculum, Sam che scannerizza ogni essere femminile di passaggio e Lewis che ascolta attento tutte le conversazioni, io non riesco a staccare gli occhi da lei. E lei fa lo stesso con me. Siamo ai due limiti opposti del nostro gruppo e, anche se non ci parliamo direttamente, ci stiamo mangiando con gli occhi da un bel pezzo.
«Harry, non avevi detto che la vecchia è appena andata in pensione e che cercate una nuova cameriera al Lounge?» suggerisce Sam.
Deve richiamarmi un paio di volte prima che mi renda conto che si stia riferendo a me. Ero distratto...
Ha ragione, perché cavolo non ci ho pensato prima?!
«Intanto si chiama Phoebe e non la vecchia; ma in effetti è vero, Sally, potresti venire al Lounge a portare un curriculum», propongo appoggiando al tavolo il bicchiere ancora pieno. L'ho appena assaggiato, ma non credo proprio che il drink contenuto sia potabile. A queste feste finisco sempre per non bere mai: il mio palato è abituato a bere di meglio e si rifiuta di incontrare certi intrugli vomitevoli.
«Grazie, Harry... lo farò sicuramente.»
Tutti gli altri si sentono evidentemente coraggiosi nel proseguire la serata in compagnia di quell'alcolico alla frutta in cui sembra esserci caduto un posacenere in chissà quale passaggio della preparazione.
Nel proseguo della serata, Sam e Sally ci deliziano con un nuovo metodo di abbordaggio proposto dalla spalla femminile: stasera Sally, invece di fingersi lesbica come l'ultima volta, inizia a camminare a ciondoloni verso un gruppetto di ragazze che Sam ha prontamente individuato in precedenza; gira di forza la ragazza prescelta e si mette a biascicare parole sconnesse con il dito indice puntato verso di lei, il tutto recitato alla perfezione e senza smettere di barcollare sulle sue gambe. Mi sembra di intuire che stia parlando di un certo Simon, che era il suo illusorio ex fidanzato e che la ragazza in questione sia la causa della loro rottura.
L'atto principale della performance arriva in seguito, quando il cavalier Sam si precipita giusto in tempo per salvare la donzella sconosciuta dal pericolo della folle ubriacona; pure io sono stato ingaggiato nella scenetta per trascinare via Sally e poter così lasciare Sam al suo lavoro. Al mio arrivo, il manipolo di ragazze mi rivolge un unico e potente sorriso, e mi rendo conto di aver fatto immediatamente colpo. Ma i miei pensieri per stasera sono concentrati esclusivamente su qualcun'altra... e quindi, lasciando perdere le ragazze deluse dalla mia indifferenza, porto Sally di nuovo verso il bancone, un braccio intorno alla sua piccola vita: devo tenerla su quasi di peso, visto che finge ancora di sembrare ubriaca.
«Ci stanno ancora guardando?» domanda a denti stretti.
Lancio uno sguardo all'indietro, e mi rendo conto che ormai siamo fuori dalla visuale delle ragazze e di Sam. «Sì, stanno ancora guardando di qua, meglio che ci allontaniamo ancora un po'», mento spudoratamente e, facendolo, non riesco a trattenere un gran sorriso divertito all'infantile bugia.
Sally si fida e si lascia guidare dalla parte opposta della piscina, un po' meno affollata, dove ci sono un paio di torce e tanto, tanto, tanto buio.
«Ok, ora sei libera», la lascio andare. «Si può sapere come inventi tutte queste tattiche?»
Raddrizzandosi e recuperando immediatamente il suo equilibrio, Sally termina l'ultimo sorso dal suo bicchiere e lo butta nel cestino con una smorfia di disgusto spassosissima. Senza scarpe è davvero microscopica. «Le avevo inventate al liceo per aiutare Ian... era così timido che non riusciva mai a parlare con nessuna.»
Riesco a immaginarlo. «E funzionavano?»
Fa spallucce osservando il cielo, o forse tenta di evitare i miei occhi. Con un passo indietro, appoggia le spalle al tronco di un alberello alle sue spalle, i sottili rami che finiscono per solleticarmi la schiena quando mi avvicino. «Dipende... diciamo che forse ho fatto più conquiste involontarie io fingendomi lesbica, ma a volte ha funzionato per Ian. Avere una spalla femmina ti aiuta con le donne, sai? Le ragazze sono più propense a fidarsi se c'è più di un cromosoma X nei dintorni.»
«Allora è sempre meglio assicurarsi di averti nei dintorni, no?» mormoro facendo un passo cauto verso di lei; appoggio una mano al tronco e mi incurvo lentamente per avvicinarmi al suo viso.
Non riesco a capire se ha bevuto troppo o se il rossore sulle sue guance e il fatto che continui a deglutire siano causati da me. Troppo ottimista?
Ma i suoi occhi, da poco ritornati a guardare nei miei, scattano improvvisamente alle mie spalle, e Sally irrigidisce la schiena. «Harry, non ti voltare adesso, ma è appena arrivata alla festa Dakota.»
«Porca puttana», mi scoppiano le parole in bocca. Non avevo nemmeno pensato a lei fino a questo momento ma, in effetti, era inevitabile che questa sera avrei finito per incontrarla: lei adora questi eventi. «Dov'è? È con il manichino?»
Sally si avvicina, quasi arrampicandosi su di me per sbirciare oltre la mia spalla, e io mi sento in crisi come un ragazzino, esattamente come quando ero al liceo e il professore mi chiamava per un'interrogazione a sorpresa. Con il suo corpo quasi completamente a contatto con il mio, sarebbe l'occasione migliore per provarci definitivamente con Sally: è così vicina, sento il suo profumo aleggiare tra di noi, e riesco persino a percepire il calore della sua pelle così vicina alla mia... ma sono in completa confusione e l'arrivo improvviso di Dakota proprio non ci voleva. Riesco solo a restare immobile a fissare il tronco dell'albero.
«No, lui non c'è; lei è con delle ragazze... è molto carina stasera, sai? Non sta guardando verso di noi... puoi anche girarti ora.»
Lo faccio e... cazzo se è carina... Dakota è bella da morire; lo è sempre stata, e questa sera lo è anche di più, forse perché non la vedo da un po' di tempo: i capelli biondi a caschetto leggermente spettinati, un elegante costume intero ricoperto di gemme e brillantini, e quelle gambe così snelle e lunghe...
Ma, per la miseria, mi sento così fiero di me in questo momento perché, per la prima vera volta, il mio cuore ha trovato il modo di non partire in quarta alla sua vista. È bella, è un dato di fatto e non posso negarlo; ha tutto quello che ho sempre cercato in una ragazza ma... devo essere sincero, in questo momento, l'unico mio pensiero è quello di girarmi dalla ragazza che mi ha appena appoggiato una mano sulla spalla e che sta sbirciando oltre la folla.
Sally, però, interrompe i miei pensieri. «Senti, ho un piano!» esclama tutt'un tratto, balzando davanti a me. È così buffo riuscire a guardare qualcuno negli occhi e, allo stesso tempo, poter avere visuale completa sopra la sua testa. Se glielo dicessi in questo momento, di sicuro mi tirerebbe uno dei suoi pugni sul braccio.
«Lascia stare, io non...»
Ma mi mette le dita sulle labbra per zittirmi, ma non in quel modo sexy dei film che ti fa venire voglia di mordicchiargliele all'improvviso. Per niente. Sally lo fa in quel modo fastidioso quando pinzano entrambe le labbra tra il pollice e l'indice, facendoti sembrare una sorta di anatra. «Zitto e fammi spiegare. Se Dakota non è con il manichino a una festa, potrebbero esserci delle possibilità che le cose non vadano bene tra loro. Magari si sono lasciati!» Sussurra ed esclama insieme.
«Mi lasci almeno andare la bocca?» cerco di borbottare con le labbra ancora pinzate.
E lei lo fa. «Certo, scusa. Dunque, possiamo recuperare la situazione; quelle ragazze di prima, che adesso sono con Sam, darebbero un braccio per ballare con te, giusto? Ma sì, ho visto come ti sbavavano dietro, non mentire», borbotta, impedendomi di parlare di nuovo. «Allora tu vai là, ne inviti a ballare una, ti piazzi poco lontano da Dakota e la fai ingelosire a morte: ti strusci, la tocchi... solite cose da manuale: dovresti sapere come funziona, giusto?
Bene; devi fare un po' come fanno i bambini, capisci? Mostrale che c'è qualcun'altra che si diverte a giocare con quello che una volta era il suo giochino preferito. Che ne dici?»
E, senza aspettare la mia risposta, è già partita alla volta della pista da ballo con la mia mano nella sua, trascinandomi verso la folla, ma la trattengo in tempo e senza difficoltà. «Aspetta, Sally, non mi va. E poi, dopo quello che mi ha fatto, cosa ti fa pensare che io voglia riprovarci con lei?»
Sally alza vistosamente un sopracciglio: è scettica sulle mie parole. «Quando ti ho detto di lei, poco fa, sei sbiancato all'improvviso... forza, Harry, non fare il timido, potrebbe essere una buona occasione. E dai, sono pure buona: ti lascio togliere la camicia per il resto della serata.»
E ora, vorrei davvero buttare Sally in piscina. Non riesco proprio a capire cosa le passi per la testa. Prima non mi stacca gli occhi di dosso, mi resta sempre accanto, arrossisce quando mi avvicino e le sorrido e, me ne sono accorto, non perde occasione per toccarmi e sfiorarmi anche quando non ce n'è bisogno... e adesso cosa fa? Mi butta quasi letteralmente tra le braccia della mia ex? Non capisco cosa si aspetti da me e cosa voglia; eppure io ne sono certo, non ho interpretato male i suoi comportamenti: le piaccio almeno quanto lei piace a me, e su questo ci giocherei... beh, forse la mia camicia nuova?
«Per quest'ultima concessione, prendo la palla al balzo», dico sfilandomi la camicia più rapidamente che posso e gettandola accanto all'albero. «Ma per il resto, ho solo una richiesta.»
"Harry, devi prendere il toro per le corna. Prendi la situazione in mano e vedi come va".
E così, le passo una braccio intorno alla vita e la stringo, premendola delicatamente contro di me. Il suo sospiro di sorpresa mi fornisce parecchie conferme. «Voglio ballare con te, e con nessun'altra.»
Forse l'ho avvicinata con troppa foga perché si è avvinghiata alle mie braccia per mantenere l'equilibrio nel terreno, che scende leggermente in pendenza verso di me e riesce a livellare un po' la differenza tra le nostre altezze; ma io non la lascio andare e inizio a ballare con lei tra le mie braccia. Non ho mai saputo ballare, e mai mi è importato di imparare, ma su Te amo di Rihanna penso che chiunque se la possa cavare: ti strusci, la tocchi... solite cose da manuale...
Sally si riprende quasi subito dalla sorpresa e, con un sorriso dolcissimo che mai prima le ho visto mostrarmi, abbassa lo sguardo, imbarazzata.
Ok: Sally è imbarazzata, e io mostro un bel dito medio all'Harry della mia coscienza che mi impone cautela per un suo possibile rifiuto.
Mi stringo ancora di più a lei, e Sally fa lo stesso, sfiorandomi con le dita le braccia e scendendo lentamente fino alle mie mani; intrecciamo le dita e continuiamo a ballare, lei sempre più vicina e, alzandosi sulle punte, finisce per sfiorarmi la base del collo con la punta del naso.
«Dovrai fingere che ti stia piacendo», mi sussurra all'orecchio, e io prendo l'occasione al volo per posarle le mani sui fianchi e spingerla ancor di più verso di me. Sentire la sua pelle morbida e liscia sotto i polpastrelli è così elettrizzante che quasi mi perdo il suo respiro caldo lambirmi il lobo. Mi abbasso verso di lei e le sussurro all'orecchio di rimando: «Non ho nessun bisogno di fingere se sono con te.»
Lei sorride appena, ma non ha il coraggio di guardarmi negli occhi; di certo non la facevo così timida e mi sorprendo nel conoscere sempre nuovi aspetti di lei che non avevo mai immaginato facessero parte del suo carattere.
Passa qualche minuto, potrebbe essere anche trascorsa mezz'ora per quanto me ne importi, e poi riesco di nuovo a vedere i suoi occhi che si alzano verso di me, il verde che stacca così tanto dalle sue guance appena rosate. «Credi che ci stia ancora guardando?» mormora cauta.
E lo giuro, per un attimo mi chiedo a chi si stia riferendo, ma poi capisco. «Credo che Dakota se ne sia andata da un bel pezzo», sussurro, avvicinandomi lentamente fino a quando la punta del suo naso solletica il mio. E quel sorriso, che ho così tanto bisogno di vedere, arriva come una silenziosa esplosione di luce, oscurando tutto quello che ci circonda e lasciando soltanto noi due nella sua luminosità.
La tengo così stretta che potrei sentire il suo cuore battere contro il mio e, chiedendole il permesso soltanto con il mio sguardo speranzoso, avvicino le mie labbra alle sue, questa volta senza incontrare un suo rifiuto, ma solamente un benvenuto.
*********************
Spazio Dory:
Finalmente Harry si è svegliato!!!! Vedremo cosa succederà nel prossimo capitolo!
Non dimenticate di votare e di farmi sapere che cosa ne pensate della storia! Ci tengo davvero molto ai vostri commenti! ;-)
A presto!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro