#8
Ronald Weasley non era stato un ballerino provetto al Ballo del Ceppo, ma da allora si era allenato duramente per rimediare e, guerra a parte, aveva fatto talmente tanta pratica, da essere diventato eccellente sulla pista da ballo. Non vedeva l'ora di dimostrare che non era un inetto e che qualcosa di fantastico lo sapeva fare anche lui.
Il ballo di fine anno era quella sera stessa, era un ricevimento in onore della fine della guerra e dei primi M.A.G.O. sostenuti dai sopravvissuti, tra cui anche lui.
Il dolore era ancora vivo in ognuno di loro e pensare a Fred gli faceva quasi mancare la terra sotto i piedi. A volte gli capitava di desiderare di morire, solo per salutare ancora quel rompiscatole di suo fratello; il ballo era un'ottima occasione per commemorarlo, a Fred sarebbe sicuramente piaciuto.
Per evitare imbarazzi e scoraggiare razzismo di tutti i generi il tema del ballo era "Il Carnevale di Venezia", tutti i partecipanti dovevano indossare una maschera e vestirsi di conseguenza. Ron non vedeva l'ora, era fuori di sé dall'eccitazione. Non era mai stato più contento di partecipare ad un ballo in vita sua.
Verso le prime luci della sera Ron come tutti gli altri ragazzi iniziò a prepararsi. Il suo era un vestito semplice, anche se dal colore discutibile, aveva optato per un rosso scuro ma acceso, che probabilmente si sarebbe visto anche a chilometri di distanza; la cosa positiva era che faceva un figurone con i suoi capelli rossi. Il completo era stile ottocento, i pantaloni a vita alta non erano troppo stretti e la giacca gli scendeva perfetta e morbida sulle spalle; a completamento del suo abito mise una maschera tutta rossa scuro con rifiniture nere, che gli copriva metà viso, fino alle gote.
Una volta pronto per andare il rosso si girò verso il suo migliore amico -Harry sei pronto?- gli chiese vedendo che era nervoso.
Harry lo fissò come se fosse stato in trance, portava un abito blu scuro molto elegante che si abbinava perfettamente alla camicia bianca e linda che era nascosta sotto la giacca d'epoca. -Credo... credo di sì- rispose mettendosi poi un cilindro sulla testa dello stesso colore dell'abito, Ron lo imitò.
-Vedrai che a Ginny piacerai. Ora va che ti sta aspettando- lo rassicurò il rosso. Harry lo guardò prima confuso, poi grato, prima di uscire dalla porta dei dormitori per raggiungere la sua ragazza. Ron doveva ammettere che erano una bella coppia, nonostante all'inizio avesse provato quella classica gelosia possessiva da fratello maggiore, aveva dovuto riconoscere che era meglio che lei stesse con qualcuno che conosceva e di cui si poteva fidare piuttosto che il primo idiota che le passava davanti. Ron non poteva essere più grato che fosse Harry a prendersi cura di sua sorella. Era certo di averla lasciata in buone mani.
Rimasto solo Ron si sistemò meglio il cilindro sulla testa, rigorosamente rosso scuro, e si avviò verso la Sala Grande.
Quando arrivò notò subito gli addobbi, la sala era stata resa magnifica, sembrava tre volte più grande di quanto non fosse in realtà, il cielo stellato brillava sulle teste dei presenti, lanterne di carta rendevano l'ambiente estremamente romantico, mentre addobbi argento ed oro volavano giù dal soffitto e correvano lungo le pareti. C'era un'orchestra che stava aprendo le danze e qualche coppia era già in pista. Tutti erano travestiti e Ron fece fatica a riconoscere Harry e Ginny stretti l'uno all'altra mentre si muovevano a ritmo delle prime note emesse da un pianoforte. Hermione stava danzando con un ragazzo alto e biondo, ma aveva una maschera che gli copriva tutto il viso e Ron non riuscì a decifrarne l'identità. Considerata l'espressione di Hermione, con la fronte corrucciata in un chiaro segno di concentrazione, nemmeno lei ne aveva idea.
-Signori- disse una voce dall'alto del podio - vi invito a procurarvi una dama per l'apertura del Gran Ballo di Fine Anno- mentre tutti iniziavano ad accoppiarsi, Ron si rese conto di non avere una dama, si era preparato così tanto a quella serata che non aveva pensato a chi invitare a ballare. Scandagliò la stanza, aveva pensato di chiedere ad Hermione, ma lei era occupata e il suo cavaliere aveva tutta l'aria di volerla monopolizzare.
Continuò a cercare una ragazza che lo ispirasse, ma non riusciva a trovarla. Fu quando stava per perdere le speranze che la vide.
Una dama dalla pelle di porcellana, portava un vestito completamente verde smeraldo che le fasciava il busto per poi allargarsi in una nuvola di squisita bellezza, le spalle erano velate da un sottile vedo non vedo che invitava l'occhio ad immaginare le meraviglie che celava. Capelli neri come l'ebano erano raccolti sulla testa e fermati da spilloni fatti di brillanti, qualche ciocca le ricadeva libera a fasciarle il viso magro, ma dai lineamenti eleganti; le guance erano adornate da un leggero rossore e gli orecchini di brillanti accompagnati dalla collana semplice le illuminavano il volto da principessa.
Ron rimase incantato a guardarla, mentre iniziava a farsi strada verso di lei, quando i loro occhi si incrociarono una scintilla partì dalle terminazioni nervose del rosso per poi propagarsi per tutta la schiena in un brivido di paura mista ad eccitazione. Gli occhi della dama erano di un nero profondo quanto l'oceano e limpido come le stelle; avevano stregato Ron che camminava come guidato da una forza misteriosa.
La dama gli sorrise leggermente quando lo vide avvicinarsi, sorriso che si ampliò quando lui fece un inchino. Lei ricambiò con una riverenza, senza mai staccare lo sguardo da quello di lui.
La dama portava una maschera con i bordi frastagliati che le copriva la metà alta, destra, del viso; lasciando la bocca rosea libera da uno spiraglio appuntito che partiva dalla gota arrivando fino al mento, era riccamente decorata e probabilmente, ne dedusse Ron, proveniva proprio da Venezia. Era finemente lavorata con dettagli argento che facevano da contrasto al verde smeraldo sfumato, all'estremità dell'occhio destro partivano delle piume che le adornavano i capelli lucenti facendola assomigliare ad un'illustrazione dipinta.
-Mi concede questo ballo Madame?- le chiese lui cortese. La dama fece un sorriso che le illuminò tutto il volto, anche se coperto - Speravo me lo chiedeste Messere- gli rispose accettando e posando la piccola mano guantata in quella di lui. Ron la strinse e poi con eleganza la fece avvicinare a sé -Allora sono un uomo fortunato ad ottenere il vostro favore ancor prima del tempo- le sussurrò, mentre le prime note di un valzer iniziavano ad aleggiare per la sala. La dama rise divertita, e Ron fu inebriato da quel suono; gli si mise di fronte e posò una mano sul fianco di lei, la sentì irrigidirsi un poco, per poi sciogliersi subito; poi le afferrò la mano destra delicatamente. Insieme iniziarono a volteggiare per la sala completamente presi dalla musica. Si muovevano in perfetta sintonia, capendosi al primo sguardo ed anticipando l'uno le mosse dell'altro. La dama volava sulla pista come una fata e lui la seguiva incantato. Sembravano formare una coppia da ballo formidabile, come due metà sempre separate, ma che il destino prima o poi avrebbe unito.
-Vi ho notato subito; per questo speravo mi invitaste a ballare. Voi siete misterioso e a me i misteri piacciono- riprese lei, la voce era un concentrato di dolcezza e malizia, un mix che Ron aveva scoperto che gli dava alla testa.
Ron le sorrise, mentre insieme volteggiavano in una giravolta. -Mi lusingate Madame, ma siete stata voi ad incantarmi-. La dama sorrise di rimando -E voi me Messere, ballate molto bene-.
Quando le ultime note del Valzer risuonarono nella stanza i due ballerini fecero un ultimo giro, poi Ron a malincuore dovette togliere le braccia dal corpo della sua dama. Lei fece una riverenza e lui si inchinò baciandole una mano; quando rialzò il volto vide che sulle guance di lei il rossore si era accentuato.
Un'altro ballo stava già iniziando a riempire la sala con le sue dolci note e Ron guardò subito verso la sua dama, i loro occhi si incontrarono e lui sentì di nuovo quella scintilla trasformarsi in un brivido che gli correva giù per tutta la schiena.
-Posso...- iniziò a dire, prima che venisse interrotto da qualcun'altro.
-Mi concede questo ballo Madame?- un ragazzo alto e più smilzo di Ron si era materializzato al suo fianco, lo superò spingendolo, per ritrovarsi di fronte alla dama, che fece un leggero passo indietro. -Signore sono lusingata, ma credo che siate arrivato tardi- la dama lo respinse con il maggior tatto possibile, ma il nuovo arrivato non pareva voler mollare facilmente la presa. -Madame sarebbe scortese rifiutare, non potete essere monopolizzata- le rispose il ragazzo che aveva un'inquietante maschera dal naso lungo e obliquo decisamente grande.
-Avete sentito la Signorina non vuole ballare con voi- era Ron che stava iniziando a sentire una gelosia innaturale e in più il modo di fare di quel tale non gli piaceva per niente.
Il ragazzo lo squadrò da capo a piedi, poi senza curarsi di quello che gli era stato detto agguantò il polso della dama e se la trascinò dietro.
Ron rimase interdetto e allibito per qualche secondo, dopodiché li seguì subito. Quando li raggiunse vide che il ragazzo teneva stretta la dama che cercava di divincolarsi, spostando le sue mani un po' troppo al confine consentito. Ron sentì sbocciare dentro di sé una tale furia che quasi non riuscì a controllarsi. Sfilò la bacchetta, attento che nessuno lo vedesse e andò subito verso quel tale. Gli arrivò dietro, silenzioso come un gatto, e gli puntò la bacchetta alla schiena nascosto dalla giacca, il ragazzo si bloccò subito.
-Sarò educato e lo chiederò una volta sola. Staccati da lei o avrai un destino peggiore di quello che è stato riservato a Voldemort.- la voce di Ronald era un concentrato di gelo e pura furia.
-Chi mi minaccia?- chiese il ragazzo che si era irrigidito sul posto, mentre lasciava riluttante la presa sulla dama che, grata, si allontanò un poco da lui.
Ron ghignò -Uno dei salvatori del mondo magico, non ti conviene metterti contro di me- gli sussurrò all'orecchio in un sibilo glaciale.
Sentì il ragazzo trattenere il respiro e allontanarsi; si girò lo squadrò un attimo e poi sparì nella folla correndo via come un folle.
Gli ultimi accordi della canzone stavano già riempiendo l'aria, mentre un lento prendeva forma sulle note di un violino. Ron si avvicinò alla sua dama con una mano tesa e lei sorrise radiosa porgendogli la piccola mano guantata.
-Oltre che misterioso siete un eroe- esordì lei mentre Ron l'avvolgeva tra le sue braccia. -Mi avete sentito parlare con quel tale?- gli chiese, pensava che lei non lo avesse udito, anzi lo sperava. Non gli piaceva giocare sul fatto di essere parte del Golden Trio, voleva essere apprezzato per quello che era. Essere il salavatore del mondo magico aveva i suoi pro e i suoi contro.
-Mi avete salvata da quel ragazzo indecente e poi si... vi ho sentito- gli rispose lei che ora era a pochi centimetri di distanza dal volto del suo cavaliere.
Ron sentiva il calore del corpo di lei, ma la pelle era fredda come la neve e lui pensò che fosse pura in egual modo.
-Questo vi spaventa?- chiese ancora mentre la stringeva un po' di più a sé.
-No. Avete fascino; lo avevate anche prima che conoscessi la vostra identità- sussurrò lei ed a Ron sembrò quasi di sentire della tristezza in quelle parole.
-Venite con me Madame- non era una domanda ma lui le offrì la sua mano e lei l'accettò.
Pochi minuti dopo si erano ritrovati nel buio del parco di Hogwarts illuminato solo dalle lanterne lasciate lì per l'occasione. La vista era spettacolare, davanti a loro il Lago Nero risplendeva della luce lunare, vicino alla sponda c'era una panchina che permetteva la vista del lago e del castello; era illuminata da tre lanterne appese sulla quercia vicino.
Ron ancora tenendo la mano di lei camminò fino a raggiungere l'albero, a quel punto si girò e la guardò negli occhi, quelli che lo avevano stregato dal primo istante.
-Sono svantaggiato mia signora. Voi conoscete la mia identità ma io non conosco la vostra- disse togliendosi la maschera e appoggiandola sulla panchina poco distante.
-Ronald Weasley -disse lei per niente sorpresa. -Siete affascinante anche senza maschera- gli disse, mentre il rossore tornava ad imporporarle le guance.
-Sono io Madame- disse lui avvicinandosi, la dama non si ritrasse quando lui le prese la mano e la intrecciò con la sua -mi avete incantato dal primo sguardo. Vi prego ditemi chi siete...- Ron smaniava dalla voglia di capire chi fosse la sua dama. Voleva poterla guardare mentre sorrideva illuminando il volto senza maschera. Gli batteva il cuore come mai aveva battuto per nessun'altra, quella ragazza aveva qualcosa... qualcosa di speciale che non la faceva apparire come le altre.
La dama si rabbuiò, lentamente sfilò la mano dalla presa di Ron. Lui non protestò, ma non poté evitare di sentirsi ferito.
-Mio Signore- esordì lei con voce tremante -se voi sapeste chi si cela sotto la maschera non direste queste cose- concluse guardandolo in volto.
Ron scosse la testa e le riafferrò le mani -Vi prego non dite così. Come potrei pensare male di voi? Siete stupenda e sebbene vi conosca da poco, non è solo il vostro aspetto che mi ha stregato, ma anche il vostro cuore. Quando parlate ve lo leggo negli occhi- disse lui guardandola.
La dama trattenne il fiato sorpresa, Ron poteva sentire la sua tensione da come gli teneva la mano. -Vi prego, toglietevi la maschera- speranza e convinzione si susseguivano nella sua voce.
-Credetemi, se mi toglierò questa maschera non vorrete mai più vedermi- disse la dama con rassegnazione.
-Provateci almeno- sussurrò Ron con gli occhi puntati nei suoi.
La dama deglutì a vuoto, era nervosa e Ron lo vide da come tolse le mani tremanti dalle sue e come lentamente le portava dietro la nuca slacciando i lacci. Vide come tentennò quando mise una mano davanti al volto per scostare la maschera e poi vide come si morse forte il labbro quando finalmente se la tolse e il viso era libero da ogni mistero.
Ron spalancò gli occhi incredulo e fece un passo indietro, soffocando un verso di sorpresa che gli stava montando dalla gola. La dama che ora lo stava guardando in attesa di una reazione era davanti a lui in tutta la sua bellezza, il viso era delicato e stupendo, anche più di quanto Ron si fosse immaginato, senza maschera l'insieme tra l'abito e i capelli neri la facevano sembrare ancora più meravigliosa. Era sbalordito da come non se ne fosse mai accorto prima.
-Ecco il mio volto. Ora sapete chi sono- gli disse lei.
Pansy Parkinson aveva la schiena ben dritta, ma si torceva le mani in un chiaro segno di nervosismo; Ron ripresosi dallo shock fece un passo verso di lei, gli mise lentamente una mano sulla guancia -Avevate ragione- gli disse e lei fece per andarsene chinando la testa sconsolata, ma Ron la trattenne -avevate ragione, prima forse me ne sarei andato. Non vi avrei creduto. Ma ora, sono cambiato, la guerra ha cambiato me e sono sicuro che abbia cambiato anche voi mia signora- non sapeva perché continuasse a parlare come il suo personaggio, ma sentiva che era il linguaggio adatto a lei che sembrava una principessa -Permettetemi di conoscervi. Restate con me...- le propose allungando una mano. Pansy lo guardò, nel viso di lui non c'era nemmeno un'incertezza, lei sorrise; fece uno di quei sorrisi che Ronald aveva sperato di vedere senza la maschera a celargli il volto e dovette ammettere che senza era ancora meglio.
Dopo un attimo di esitazione, Pansy mise la sua piccola mano in quella di Ron e lui l'attirò a sé. Abbandonando ogni pregiudizio, Ron le spostò le mani dietro al proprio collo, rabbrividendo quando Pansy gli sfiorò la nuca, poi lui mise le sue sui fianchi di lei che trattenne il respiro.
Persi l'uno negli occhi dell'altro, iniziarono a muoversi piano e poi a ballare un lento; con il solo ritmo dei loro cuori che battevano come musica.
***
Miei cari Nargilli ecco la nuova Shot!
Io personalmente li adoro, so che non è una coppia molto comune, però l'idea di loro due insieme mi piace.
Coooomunque anche Faccia-da-Carlino-Parkinson sembra essere cambiata dopo la guerra, Ron sembra più tollerante. E voi che ne dite?.
Vi piacciono? O proprio non li potete vedere insieme?
Bene come sempre spero vi sia piaciuta e alla prossima Shot!
Bisoux 😘😘😘
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