Non poteva essere vero, eppure gli aveva chiesto di non farlo. Lo aveva sempre servito lealmente aveva sperato e aveva implorato di risparmiarla; di salvarla. Disperato si era rivolto anche a Silente ma nulla aveva potuto contro la furia del Signore Oscuro.
Adesso lui era lì, davanti alla casa di James Potter e Lily Evans. Casa che sembrava superstite di un uragano, muri interi erano crollati nella parte superiore e macerie ricoprivano l'intero giardino. Fissava la casa, un cadavere reduce da una guerra; Severus aveva il cuore in gola, batteva talmente forte che non riusciva quasi a respirare. Attraversò il vialetto ed entrò dal buco dove una volta doveva esserci la porta. La prima cosa che vide fu il corpo di James Potter riverso a terra, perdeva sangue dalla fronte e gli occhi fissavano vitrei il soffitto, non aveva con sé la bacchetta. Severus provò un moto irrazionale di rabbia, perché non aveva la bacchetta quell'idiota!? Perché si era fidato della persona sbagliata!?. Si abbassò su di lui, sull'uomo che lo aveva preso in giro e aveva reso la sua vita a scuola un inferno, gli tolse gli occhiali e lentamente gli chiuse gli occhi.
Ora la paura gli stava attanagliando il cuore e corrodendo l'anima. Iniziò a salire le scale facendo il minor rumore possibile; le gambe erano talmente pesanti da sembrare di trainare dei sacchi di cemento. Arrivò in un piccolo corridoio; ogni passo andava a ritmo con un battito del suo cuore, che era come un suono assordante di una campana. Il silenzio era irrazionale e spaventoso.
Severus guardò nella prima stanza, c'era un enorme buco nel muro e da dove era lui si intravedeva una culla. Sicuramente Lily doveva essere lì.
Si staccò, un gelo terrificante aveva iniziato ad attanagliargli il cuore. Percorse la poca distanza che lo separava da quella camera, entrò e la vide.
Lei, la donna che aveva amato per tutta la vita era distesa per terra su un fianco, la mano vicino al corpicino di un bambino piccolissimo. Gli occhi verdi erano vitrei e guardavano il pavimento.
Severus rimase immobile per qualche secondo, incapace di metabolizzare quello che stava vedendo; poi la consapevolezza lo pugnalò con la stessa forza di un coltello che penetra le carni. Gridò e il suo fu un grido pieno di dolore che si ramificò ed echeggiò per tutta la casa e le sue fondamenta. Le ginocchia gli cedettero mentre lacrime disperate gli rigavano il viso. Cadde in ginocchio al fianco di Lily, la prese tra le braccia e la strinse a sé cullandola come se potesse ancora sentirlo.
-Oh Lily. Mia dolce Lily- disse tra un singhiozzo e l'altro abbracciandola forte. Sentì il suo cuore andare in frantumi, lo sentì cadere ed infrangersi come vetro. Lily non c'era più e il cuore di Severus Piton era morto con lei.
Lui continuava a stringerla in un abbraccio che Lily non poteva più ricambiare. Severus desiderò intensamente di essere morto per poterla vedere ancora un'ultima volta. Un pianto di bambino irruppe nella stanza distraendolo; proveniva dal piccolo che era ancora sul pavimento.
Severus si alzò adagiando delicatamente Lily sul pavimento e si avvicinò al piccolo. Non si era fatto male e l'unica cosa strana era una piccola cicatrice a forma di saetta sulla fronte. Piangeva disperato, come se avesse capito che la sua mamma non c'era più. Piton lo prese in braccio, ancora le lacrime gli scendevano sulle guance, il dolore pareva volerlo distruggere. Guardò il piccolo che era tale e quale a suo padre, ma quando aprì gli occhietti per guardarlo; Severus rimase senza parole, erano verdi, identici a quelli di Lily.
L'uomo si sedette di fianco al corpo della donna che amava, con ancora il piccolo Harry in braccio, le accarezzò la guancia, mentre ancora le lacrime non accennavano a smettere.
- Ti prometto che mi prenderò cura di lui Lily. Lo proteggerò come non ho mai potuto fare con te o morirò provandoci- le disse, si chinò dandole un bacio sulla fronte ancora calda; poi si alzò stringendosi Harry al petto. -Ora ti porto via da qui- gli disse per poi uscire di casa. Aveva un compito da svolgere, lo avrebbe fatto per lei perché ormai era l'unica cosa che poteva fare. Lo avrebbe fatto perché l'amava e l'avrebbe sempre amata fino all'ultimo giorno della sua vita.