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#3

RAITING ROSSO! (Breve storia di 3 capitoli)
ATTENZIONE! Linguaggio scurrile e scene forti che potrebbero darvi fastidio. Il mio intento è quello di mostrare quanto possano essere ipocrite,
omofobe e cattive le persone; sia chiaro che io non ho nulla contro i gay, lesbiche e tutto ciò che è diverso da un etero. PER ME SIAMO TUTTI UGUALI!.

Puntualizzato questo, ci tengo ad informarvi che se non vi tornano gli anni di alcuni personaggi è perché in questo caso hanno due anni in più del protagonista.
Ci troviamo quindi all'ultimo anno di Hogwarts, dopo la guerra magica e due personaggi in particolare sono stati bocciati due volte; nei libri sarebbero comunque fuori da Hogwarts, ma io ho deciso che avranno meno anni di quelli decretati dalla Rowling. Detto questo... Buona lettura! 😘

Theodore Nott camminava per i corridoi di Hogwarts con i libri stretti al petto. Si dirigeva nei sotteranei visto che per quel giorno aveva finito le lezioni, ma non si sentiva affatto tranquillo, mentre camminava per il corridoio praticamente deserto si tirò un'occhiata alle spalle e trasalì nel vedere dietro di sé un gruppetto di ragazzi che rideva e scherzava animatamente. Si impose di rimanere tranquillo e di continuare a camminare senza voltarsi più, magari non lo avrebbero notato, come avevano fatto i primi due mesi di scuola.
Era quasi arrivato alla svolta dell'angolo, quando uno dei ragazzi del gruppo lo raggiunse parandoglisi davanti ed impedendogli di proseguire. Theodore si morse forte il labbro a disagio stringendosi ancora di più i libri al petto.
-Flitt- sussurrò cercando di scansarlo per poter proseguire, ma il ragazzo era di un altro avviso, si spostò subito davanti a Theo e lo spinse all'indietro senza alcuna gentilezza.
Theo barcollò pericolosamente e andò a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno che imprecò per poi respingerlo in avanti.
Il Serpeverde si girò guardando il resto del gruppo che adesso era schierato a ventaglio davanti a lui costringendolo alla parete. Riconobbe Cormac Mclaggen e due suoi amici che ghignavano compiaciuti, poi vide Flitt posizionarsi proprio davanti a lui con il suo compare Montague e vide anche Gregory Goyle che si teneva in disparte; da quando Tiger era morto, si aggregava sempre più spesso agli altri due Serpeverde.
-Guarda guarda chi abbiamo qui- disse Flitt avvicinandosi pericolosamente a Theo che indietreggiò fino a scontrarsi con la parete alle sue spalle.
Marcus Flitt era il suo incubo peggiore fin da quando aveva saputo che Theo era gay, bocciato per due anni di seguito insieme al suo compare Montague erano i due Serpeverde che lo tormentavano di più.
-F...Flitt... che cosa... cosa vuoi?- chiese Theo quasi balbettando, Marcus era sicuramente uno dei più crudeli ragazzi che lui avesse mai conosciuto. Si inventava sempre scherzi di pessimo gusto e Theo era di gran lunga la sua vittima preferita per la sua fisicità oltre che per il suo carattere e perché gay.
Theodore Nott era un ragazzo tranquillo, ma molto intelligente e perspicace, un tipo taciturno il più delle volte, ma che osservava in silenzio il mondo che lo circondava; un ragazzo estremamente dolce quanto timido, ma anche tenace e determinato. Sempre in cerca della pace, faceva il possibile per evitare gli scontri.
Era poco meno di un metro e sessantacinque di altezza ed era magro come un fuscello, con muscoli appena accennati ma ben asciutti e definiti. Rispetto ai ragazzi che aveva davanti era più basso e più smilzo di molto e loro si divertivano un mondo ad evidenziarlo.
Flitt rise compiaciuto e i compari fecero altrettanto.
Si avvicinò ancora inchiodando Theo alla parete e afferrandogli i capelli con la mano destra strattonandogli la testa all'indietro, così che lui lo guardasse in faccia. Il Serpeverde represse un singhiozzo di dolore mentre veniva costretto ad alzare il viso; Marcus Flitt era almeno quindici centimetri più alto di lui e lo sovrastava con la sua mole da armadio.
-Balbetti piccolo idiota?- gli soffiò ad un palmo dal naso serrando ancora di più la presa sui capelli del più piccolo. I suoi compari risero di gusto, mentre Mclaggen e Montague si appoggiavano alla parete, uno al lato destro e uno al sinistro di Nott.
Theo represse un altro singhiozzo, non osava muoversi, aveva ancora i libri stretti contro il petto, le nocche delle mani gli si erano sbiancate per quanto li stava stringendo.
-Lasciami- sussurrò cercando di evitare lo sguardo di Flitt che lo trafiggeva come pugnali.
-Non riesci a guardarmi negli occhi Frocio?- chiese Marcus con voce carica di odio e scherno. Theo non rispose, si morse forte il labbro per impedire alle lacrime di scendere e dare così un'altra soddisfazione a quel branco di trogloditi.
Flitt non parve apprezzare particolarmente, gli strattonò i capelli più forte facendogli sbattere la testa contro la parete. Theo emise un verso strozzato boccheggiando dal dolore, un brutto mal di testa iniziò subito a pulsagli contro le tempie.
-Guardami!- ringhiò Flitt strattonando ancora i capelli del più piccolo che colpì di nuovo la parete.
-Ti... ti prego... smettila- sussurrò ancora Theo con gli occhi lucidi; pregando che tutto finisse in fretta, mentre le fitte alla testa peggioravano.
-Sentirti implorare mi diverte ancora di più. Pregami ancora!- gli ordinò il suo aguzzino mentre i suoi compari ridevano.
-Dai prega frocio!- lo incoraggiò uno degli amici di Mclaggen sghignazzando.
-Sì, facci sentire quanto sei bravo. Ormai dovresti essere abituato- ghignò Mclaggen, anche lui era stato bocciato e ora si ritrovava a ripetere il settimo anno. Goyle invece se ne stava zitto in un angolo, pareva quasi sconvolto da quello che stava vedendo.
-Magari in ginocchio- suggerì Montague che se ne stava appoggiato tranquillo alla parete con le braccia incrociate.
Theo era ancora costretto a guardare Flitt negli occhi e vide una scintilla di puro piacere attraversarli, tremò da capo a piedi, mentre capiva che l'idea a quel mostro non dispiaceva per nulla.
-Montague ogni tanto ti vengono proprio dei colpi di genio.- disse Marcus rivolto al suo amico, per poi rigirarsi verso Theo -In ginocchio- ordinò.
Theodore sgranò gli occhi, mentre Flitt lo staccava dalla parete trascinandolo al centro del corridoio deserto.
-In ginocchio ho detto!- ringhiò Marcus all'orecchio di Theo che sentiva tutto il corpo tremare.
-No- soffiò terrorizzato, non si sarebbe mai piegato a quell'insulto.
La combriccola sghignazzò e la risata maligna di Marcus Flitt sovrastò tutte le altre e trafisse le orecchie di Theo, che trasalì quando lo sentì pericolosamente vicino al collo.
-Lo avete sentito?- domandò ironico -Ha detto no- continuò ridendo ancora.
-Poverino- proruppe Mclaggen scuotendo la testa.
-Davvero ridicolo- rincarò la dose l'altro amico di Mclaggen che fino a quel momento era rimasto in silenzio.
-Credi di avere scelta?!- ringhiò Flitt per poi tirare un pugno dritto dritto nello stomaco di Theodore che in un attimo si sentì mancare il fiato. Si piegò a metà per il dolore, mentre i libri gli cadevano a terra e i ragazzi glieli calciavano via. Flitt gli strattonò i capelli portandolo verso il basso e tirandogli un calcio alle ginocchia che fece piegare Theo sul pavimento.
Nott non riuscì a trattenere una lacrima che gli scivolò lungo la guancia, se la asciugò in fretta, sperando che non se ne fossero accorti, mentre ancora si premeva una mano sulla pancia dolorante.
-Piangi angioletto?- chiese crudele Flitt strattonandolo ancora -Implorami di smettere!- continuò imperterrito.
Theo non fiatò, era inginocchiato e tenuto fermo dalla mano di Flitt che era serrata tra i suoi capelli. Gli altri componenti del gruppo erano intorno a lui e se la ridevano di gusto.
Il corridoio era deserto, era alla mercé di quelli stronzi, che parevano avere una gran voglia di torturarlo. Represse un singhiozzo, mentre il cuore batteva impazzito nel petto. Aveva paura, perché conosceva quei ragazzi e sapeva che erano capaci di qualsiasi cosa.
Flitt si abbassò alla sua altezza, la mano serrata tra i capelli ricci di Theo scattò all'indietro e così fece anche la testa del ragazzo.
Marcus gli si avvicinò all'orecchio, Theodore deglutì a vuoto, sentiva la paura serrargli lo stomaco dolorante. Poi all'improvviso, Flitt lo morse forte sul collo; Theo urlò per la sorpresa e per l'irruenza di quel gesto che violava la sua intimità. Marcus strinse fino a fargli male, lasciandogli il solco dei denti e un alone rosso sangue; poi portò le labbra all'orecchio di Nott strattonando di nuovo i capelli del più piccolo.
-Come ci si sente ad essere marchiati eh puttana?- chiese Flitt con voce gelida e crudele, Theo deglutì a vuoto rimanendo completamente immobile -La prossima volta che ci vedremo, sarà senza spettatori e in quel momento...- fece una pausa nel quale si avvicinò ancora di più all'orecchio del più piccolo, sfiorandoglielo con le labbra. Un brivido di disgusto attraversò tutto il corpo di Theo, che comunque non osò muoversi -Ti pentirai di non avermi implorato oggi.- concluse Marcus soffiandoglielo contro minaccioso, per poi strattonarlo l'ultima volta spingendogli la testa in avanti.
Theo non si oppose, sentì un enorme terrore montargli dentro alle parole del più grande; un freddo gelo che pareva averlo immobilizzato. Rimase in ginocchio piegato in avanti, con le mani tra i capelli a premere sulle tempie e gli occhi rivolti al pavimento chiusi stretti; spaventato a morte dall'idea di riaprirli e ritrovarsi di nuovo il viso crudele di Flitt davanti.
-Andiamo, questo finocchio mi ha annoiato- proruppe Marcus tornando in piedi, gli altri risero e lo seguirono allontanandosi sempre di più da Theodore.

Quando Theo non sentì più le voci dei ragazzi, socchiuse gli occhi e guardò timoroso davanti a sé, era rimasto solo. I suoi libri erano sparsi dappertutto sul pavimento di pietra, alcuni erano aperti, altri avevano le pagine stropicciate, altri erano stati calciati più in fondo nel corridoio e strappati.
Theo fece un respiro tremante, mentre lentamente strisciava verso la parete di pietra. Il cuore non accenava a smettere di battere furioso, si portò una mano lì dove Flitt lo aveva morso, si sfiorò l'impronta dei denti nella sua carne e sentì un profondo disgusto montargli dentro.

"-Come ci si sente ad essere marchiati eh puttana?- "

Marcus Flitt aveva fatto una delle cose più terribili che Theo potesse immaginare; lo aveva marchiato, come se fosse stato un oggetto di sua proprietà; proprio come se fosse il suo giocattolo. La sua puttana.

"-La prossima volta che ci vedremo, sarà senza spettatori e in quel momento... ti pentirai di non avermi implorato oggi-"

La minaccia di Marcus gli si era impressa a fuoco nella mente e non dubitava nemmeno per un attimo che non mantenesse la parola data. Quando sarebbe arrivato il momento, e prima o poi sarebbe stato inevitabile, sapeva che Flitt avrebbe attuato il suo piano con la massima crudeltà di cui era capace.
Theo strisciò ancora verso la parete, appoggiandoci la schiena pesantemente; si sentiva terrorizzato, svuotato e stanco. Si sfregò gli occhi per poi mettersi di nuovo le mani nei capelli; raccolse le gambe al petto, abbassò la testa sulle ginocchia e scoppiò a piangere.

***

-Sembra proprio che dovremmo lavorare insieme-
Theo rispose timidamente al sorriso del suo compagno di banco, mentre raccoglieva le sue ultime cose per poi metterle nella tracolla. Era appena finita l'ora di pozioni, una delle poche lezioni che condivideva con i Grifondoro e a lui era toccato come compagno di banco Neville Paciock con cui avrebbe dovuto fare una pozione da consegnare la settimana dopo a Lumacorno.
-Già a quanto pare- rispose al Grifone sorridendo ancora. Neville si era rivelato una compagnia piacevole e per nulla invadente e Theo dovette ammettere che era cresciuto parecchio in quegli anni. Tanto per cominciare era almeno più alto di lui di una ventina di centimetri circa, poi l'allenamento aveva dato i suoi frutti, perché Neville poteva vantare il fisico di un lottatore, senza usi di stupefacenti vari, i suoi progressi li doveva unicamente alla sua determinazione e perseveranza; inoltre aveva i capelli neri come l'ebano e due penetranti occhi castani, che fecero tremare le gambe di Theo.
Il Serpeverde si impose di rimanere tranquillo, sì... Neville era diventato davvero molto bello e poi sembrava simpatico ed inoltre continuava a fissarlo con quel suo gran sorriso, Theo deglutì per poi guardarlo di nuovo.
-Beh io... io vado, ci vediamo- proruppe nervoso.
Si stava dirigendo verso l'uscita ed aveva quasi attraversato la porta, consapevole di avere ancora lo sguardo di Neville addosso, ma non si era accorto del ragazzo che gli si era affiancato.
-Nervoso angioletto?- gli chiese una voce che lo fece sobbalzare.
Nott si ritrovò a stringere convulsamente la tracolla, per evitare di scappare via come un bambino.
-F...Flitt- sussurrò, vagliò la possibilità di tornare dentro la classe, ma quando scoccò un breve sguardo alle sue spalle si rese conto che gli studenti si stavano riversando verso l'uscita e che Neville lo stava ancora fissando mentre raccoglieva le sue cose dal banco.
Theo deglutì a disagio, mentre Flitt veniva raggiunto dai suoi compari.
Marcus ghignò, evidentemente compiaciuto dal nervosismo dell'altro e gli si avvicinò all'orecchio arpionandogli una spalla e stringendo senza alcun riguardo. Nott represse un singhiozzo e si costrinse a non guardare il ragazzo che aveva di fianco.
-Fai bene ad avere paura- gli sibilò all'orecchio e Theo si sentì congelare lo stomaco dal terrore -Non potrai scappare per sempre- continuò di nuovo Marcus gelido, per poi uscire dalla classe senza degnarlo di un altro sguardo. Theo represse un brivido di paura mentre ancora stringeva la cartella. Aveva evitato di uscire dalla camera dopo quello che era successo nel corridoio con Marcus Flitt e la sua banda; si era dato malato per quattro giorni e cercava sempre di evitare i posti isolati, terrorizzato dall'idea di quello che Marcus avrebbe potuto fargli se solo ne avesse avuta l'occasione.
Sussultò, quando una mano gli si posò su una spalla risvegliandolo dai suoi pensieri, si girò di scatto verso il ragazzo a cui apparteneva.
Neville stava ancora sorridendo, aveva lo zaino in spalla ed era decisamente enorme rispetto a Theo che davanti a lui si sentiva piccolo piccolo.
-Blocchi il passaggio Nott- disse scherzoso.
Theo parve riscuotersi, il ghiaccio che lo aveva paralizzato alla vicinanza di Marcus Flitt sembrava essersi sciolto; si grattò la testa imbarazzato -Oh... Sì... Ehm... Scusami- farfugliò per poi spostarsi nel corridoio; Neville lo seguì.
-Andiamo a pranzo?- gli chiese, sembrava studiarlo da capo a piedi come se Theo fosse un bell'enigma da risolvere.
Nott arrossì un poco, mascherandosi dietro un colpo di tosse ben assestato.
-Sì... Mmh... Perché no- rispose titubante per poi avviarsi verso la Sala Grande con affianco il Grifone.

Neville gli chiese della sua famiglia, ma vedendo che Nott sembrava incespicare con le parole, cambiò prontamente discorso.
-Cosa vorresti fare dopo Hogwarts?- gli domandò cercando di metterlo più a suo agio possibile.
Nott si ritrovò spiazzato un attimo dal cambio improvviso di argomento, ma poi sorrise grato di poter parlare di qualcosa di più leggero.
-Mi piacerebbe tanto poter diventare un medimago, ma non credo di essere abbastanza bravo- disse abbassando leggermente la testa in imbarazzo.
Neville lo bloccò gentilmente per la spalla, Theo sussultò mentre un altro tocco lo trafiggeva come un coltello, deglutì imponendosi di rimanere calmo, poi si girò e alzò la testa per guardare il Grifone.
Neville lo stava studiando attentamente, Theo a disagio abbassò la testa sul suo petto.
Il Grifone sospirò piano, poi portò la mano a sollevare gentilmente il mento del Serpeverde, così che lo guardasse negli occhi. Theo trattenne il respiro, mentre il suo cuore accelerava  i battiti.
Neville lo accarezzò distrattamente sulla guancia -Non devi mai, mai pensare di non essere bravo abbastanza. Mai. Mi hai capito?- gli chiese con una serietà che sembrava quasi innaturale sul suo viso.
Theo annuì come in trance e Neville sorrise per poi lasciarlo andare avviandosi di nuovo verso la Sala Grande.
-Tu invece?- gli chiese Theo quando riuscì a riprendere l'uso della parola.
-Io adoro erbologia, quindi penso che mi specializzerò nello studio delle piante magiche e poi mi piacerebbe diventare professore, magari proprio qui ad Hogwarts. Sarebbe un sogno che si avvera!- lo disse con gli occhi illuminati e un tale entusiasmo, che Nott non potè che trovarlo affascinante.
-Ce la farai sicuramente- rispose convinto mentre gli sorrideva e Neville ricambiava. Theo non si era mai sentito più sereno come in quel momento. Il Grifone sapeva metterlo a suo agio con poche semplici parole e poi il modo in cui gli sorrideva lo stava facendo sciogliere.
-Anche tu- gli rispose Neville con una convinzione disarmante -ne sono certo- .
Theo arrossì di nuovo grattandosi nervoso la nuca. Non ebbe modo di rispondere però, perché ormai erano arrivati in Sala Grande. Si fermarono un attimo sulla soglia, mentre il chiacchiericcio degli altri studenti li investiva.
-Beh allora ci vediamo- sussurrò Theo a voce talmente bassa che Neville temette di non aver sentito bene. Stava giusto per rispondergli, quando venne trascinato verso il tavolo della sua casata da Dean Thomas, Seamus Finnegan, Ronald Weasley ed Harry Potter. Gli lanciò un'occhiata di scuse mentre quei bifolchi dei suoi compagni lo portavano al tavolo senza alcuna delicatezza schiamazzando come oche.
Theo sospirò per poi dirigersi verso il suo tavolo. Draco Malfoy gli fece un cenno di saluto e lo invitò a sedersi vicino a lui e Blaise, un moto di gratitudine lo invase, mentre superava Flitt e la sua banda. Seduto vicino a Draco Malfoy nemmeno Marcus Flitt avrebbe osato rompergli le scatole. Forse sarebbe riuscito a mangiare tranquillo.
Si mise a sedere, lui e la compagnia di Draco non erano proprio amici, Theo non aveva nessuno che potesse chiamare tale, ma il biondo lo trattava bene e lo chiamava sempre a mangiare con lui e gli altri e per Theo quelli erano momenti di serenità che lo facevano sentire bene.
Nel tavolo di fronte a lui c'era proprio quello Grifondoro, dove aveva una perfetta visuale di Neville Paciock che rideva di gusto ad una battuta di Ron, ipotizzò Theo. Il cuore gli perse un battito al suono di quella risata gutturale ma cristallina.
Theodore sorrise felice, in quel momento si sentiva bene, era così preso dalle battute di Draco e dalla risata di Neville, che non si accorse minimamente dei due occhi che lo stavano guardando truci dall'altro capo del tavolo Serpeverde.

***

Si incontrò con Neville il giorno seguente, si diedero appuntamento nella stanza delle necessità. Dopo cena Theo uscì dalla sala grande per andare a recuperare nei sotteranei i suoi libri di pozioni, per poi avviarsi verso il settimo piano.
Sorpassati i primi cinque, Theo si rese conto di essere al sesto e che i corridoi erano deserti. Sentì il cuore balzargli in gola, mentre la minaccia di una settimana prima di Marcus Flitt tornava a tormentargli la mente.
"-La prossima volta che ci vedremo, sarà senza spettatori e in quel momento... ti pentirai di non avermi implorato oggi-".
Era solo in quel corridoio e sentiva il terrore serrargli lo stomaco, aumentò il passo guardandosi alle spalle.
Non c'era nessuno, solo lui. Continuò comunque a marciare velocemente fino al settimo piano; arrivato davanti alla porta delle necessità, si fiondò al suo interno sbattendosela alle spalle e appoggiandocisi pesantemente. Cercò di far tornare regolare il suo respiro impazzito; iniziava a temere di diventare paranoico. Non poteva avere il terrore di stare da solo in un corridoio, perché Marcus Flitt lo aveva minacciato dannazione!.
Theo alzò lo sguardo dal pavimento e sussultò ritrovandosi i caldi occhi castani di Neville che lo stavano scrutando da capo a piedi.
-Ciao- sussurrò staccandosi dalla porta.
-Ciao- rispose Neville squadrandolo ancora -sembra che tu abbia visto un Dissennatore- gli disse schietto.
Theo deglutì per poi accennare una risata forzata -Ma no! Ero solo in ritardo, così ho affrettato il passo- si inventò su due piedi.
Neville alzò un sopracciglio, ma non disse nulla; sorrise a Theodore e lo invitò al tavolo dove ad aspettarli c'erano già gli ingredienti e il calderone.
-Wow- esordì Theo -Hai già pensato a tutto-.
-Già, non volevo perdere del tempo prezioso- aggiunse Neville con voce pacata.
Theo si morse il labbro; mentre guardava il Grifone di sfuggita non poté non provare una piccola scossa di delusione nel sapere che lui non voleva passare più dello stretto necessario insieme.
L'espressione di Neville mutò e per una frazione di secondo Theo vide una scintilla nel suo sguardo che non riusciva proprio ad identificare, ma che sparì subito dopo mascherata dalla sua solita gentilezza.
-Vogliamo iniziare?- chiese Neville posizionandosi vicino al tavolo.
Theo annuì affiancandolo.

Più tardi i due si ritrovarono seduti e stremati su un divano che Neville aveva prontamente fatto apparire. Avevano passato quasi due ore sulla preparazione della pozione e Nott si era rivelato un pozionista eccellente; Neville si era fatto comandare a bacchetta per tutto il tempo osservandolo con calma.
Theo ostentava una concentrazione maniacale nella produzione della pozione e guardava il composto con un'intensità tale, da far capire a Neville quanto ci tenesse davvero a quella materia. Nott si mordeva il labbro quando era molto concentrato o pensieroso, particolare che faceva impazzire il Grifone, e i capelli ricci gli ricadevano scomposti sulla fronte. Gli ordinava quali ingredienti passargli, mentre lui mescolava la poltiglia che andava mano a mano cambiando colore nel pentolone, lo faceva in modo deciso ma gentile. Neville intravide anche qualche piccola caratteristica per il quale il cappello parlante lo aveva smistato in Serpeverde, perché per quanto aveva potuto vedere di quel ragazzo, non assomigliava per niente al prototipo di purosangue in verde e argento che aveva visto per sei anni di fila negli altri suoi compagni e questo lo affascinava.
Theodore Nott era un enigma e a Neville gli enigmi piacevano.
Ora erano seduti sul divano, avevano completato la prima fase della pozione adesso dovevano aspettare che fermentasse, per poi completarla con altri due passaggi che avrebbero continuato nei giorni successivi.
Neville si stiracchiò sbadigliando e allungò le braccia dietro le spalle di Theo che sembrava leggermente in imbarazzo.
-Credo... credo sia meglio che vada- fece Theodore lanciando una breve occhiata al ragazzo che aveva di fianco.
-Perché scappi?- gli chiese Neville di rimando a bruciapelo.
Theo si immobilizzò, seduto a gambe incrociate sul divano, sembrava ancora più piccolo di quanto già non fosse.
-I...io n...non scappo- balbettò, poi richiuse la bocca di scatto rendendosi conto di quanto fosse ridicolo.
Neville gli si avvicinò sul divano, Theo non osò muoversi per paura di fare qualche cavolata o di mostrarsi ancora più goffo ed impacciato di quanto già non fosse. Il Grifone si girò verso di lui con tutto il corpo, scrutandolo con quei due occhi castani che inevitabilmente catturarono lo sguardo di Theo come la ragnatela cattura la mosca.
-Di cosa hai paura Theodore Nott?- gli chiese Neville estremamente serio, fissava gli occhi del Serpeverde, poi le sue labbra a ripetizione.
Theo deglutì nervoso, scostandosi una ciocca di riccioli caduta davanti agli occhi.
-Non so... di cosa tu stia parlando- sussurrò titubante, mentre abbassava gli occhi sulle sue mani, adesso intrecciate in grembo.
Neville si avvicinò ancora e Theo poté sentire il calore del suo corpo talmente vicino da poterlo sfiorare, il suo profumo gli arrivò in una ventata che lo colse di sorpresa.
Il Grifone portò una mano al mento del Serpeverde alzandoglielo gentilmente, come già aveva fatto il giorno prima.
-Voglio che mi guardi negli occhi- gli disse dolcemente e Theo tremò quando sentì il tocco sulla sua pelle, un piccolo calore all'interno del petto lo stava riscaldando tutto.
-Cosa ti spaventa?- chiese di nuovo Neville con voce dolce.
-Nulla, davvero- gli rispose Theo il più convincente possibile, la vicinanza di Paciock gli stava mettendo in subbuglio lo stomaco e sentiva il cuore battergli forte nella cassa toracica.
Neville pareva non voler demordere, poi sospirò e si alzò dal divano porgendogli una mano. Theo lo guardò con gli occhi leggermente sgranati, poi afferrò la sua mano e subito mille scintille partirono da quel punto propagandoglisi per tutto il corpo.
Neville tirò e Nott si ritrovò a saltare su dal divano atterrando con qualche difficoltà di fronte al Grifone. Perse un battito quando per evitare di cadere, appoggiò l'altra mano sul petto di Neville, erano vicini, molto vicini. Theo poteva sentire il respiro dell'altro sulla sua pelle, il suo profumo che gli stava invadendo i sensi.
-Hai ragione- gli sussurrò Neville ad un palmo dal naso -È proprio ora di andare- finì stringendogli ancora un secondo di più la mano e accarezzandola leggermente, per poi staccarsi da lui e mettere una certa distanza tra loro.
-Buonanotte Nott- disse ancora Neville, per poi sorridergli ed uscire dalla stanza.

***

Theo stava entrando in quel momento nei sotterranei, varcato il quadro che faceva da guardiano andò subito in camera a recuperare l'occorrente per il bagno. Aveva una gran voglia di andare a letto e di dormire per giorni interi. Continuava a pensare a quella sera a Neville che lo toccava gentilmente e gli alzava il mento, Neville che gli chiedeva perché avesse paura, Neville che gli porgeva la mano e se lo trascinava vicino, poi il suo profumo e il calore che lo aveva invaso quando la mano del Grifone era stata stretta alla sua, continuava a pensare ai suoi caldi occhi marroni che lo scrutavano e alla sua gentilezza disarmante.
Non capiva cosa gli stesse succedendo e non capiva nemmeno perché Neville sembrasse così interessato a lui. Anzi non riusciva a capire come uno come Neville, un'eroe della Guerra Magica, amico di Potter e bello da togliere il fiato; potesse interessarsi solo un minimo a lui che in confronto era niente.
Stava entrando in quel momento al bagno ancora perso nei suoi pensieri, quando andò a sbattere contro qualcuno. Tutto quello che Theo aveva in mano gli cadde per terra e lui si chinò subito per raccoglierle -Oh scusa! Davvero non...- disse precipitosamente mentre si rialzava da terra con ancora le cose in bilico sulle braccia, quando vide chi gli si era parato davanti la fine della frase gli morì in gola e il corpo si irrigidì all'istante.
Marcus Flitt era a braccia conserte e ghignava estremamente compiaciuto dall'incontro appena fatto.
-Ciao angioletto- salutò con voce flautata.
Nott deglutì il groppo che gli si era formato in gola, valutando se avesse il tempo di fare dietrofront e tornarsene nel dormitorio.
-Non si saluta più?- chiese Flitt facendo un passo avanti. Theo ne fece automaticamente uno indietro
-Flitt... voglio solo andare a letto...- sussurrò con il cuore che batteva a mille e il terrore che lo stava stritolando. Marcus rise, nel bagno c'erano solo loro, non era tardissimo, ma era un periodo talmente pieno, che gli studenti crollavano a letto molto presto e a quell'ora solitamente nessuno si avventurava nei corridoi freddi.
Theo pregò con tutto se stesso che quella sera qualcuno si svegliasse e avesse un gran bisogno del bagno.
-Piccolo ingenuo angioletto- disse avanzando ancora, mentre Theo faceva un altro passo indietro -Credi di potertela cavare così?- gli chiese con voce fredda e crudele -Porti il mio marchio, tu sei la mia puttana e ho tutta l'intenzione di giocare con te stasera- gli soffiò addosso agguantandolo e sbattendolo contro il muro. 
A Theo cadde tutto quello che stava tenendo tra le braccia ed impattò con una tale forza che sbatté la testa e il respiro gli si mozzò. Un ferreo terrore lo aveva congelato fin nelle viscere; quello che Flitt gli aveva detto era diverso da tutte le volte che lo aveva preso di mira. Il primo brivido di puro disgusto gli partì dalla schiena percorrendogli l'intera colonna vertebrale, quando Marcus introdusse una mano sotto il suo maglione strisciandola sul petto e poi sugli addominali arrivando a sfiorargli il lembo di pelle poco sopra l'elastico delle mutande.
Theo singhiozzò, mentre i suoi peggiori incubi si facevano realtà, Marcus Flitt aveva deciso di non fermarsi solo alle parole. Iniziò a dimenarsi come un ossesso, cercando di scansare quelle attenzioni che non facevano che ripugnarlo; ma Flitt gli agguantò subito la gola stringendo le dita in una morsa ferrea.
Theo emise un verso soffocato.
-Se non la smetti ti uccido frocio!- gli ringhiò contro e il più piccolo capì che se avesse disubbidito lo avrebbe fatto davvero. Marcus strinse ancora di più la presa come per garantire la veridicità della sua minaccia, poi lo lasciò. Arpionò le mani di Theo e le spostò sopra la sua testa trattenendole, in una morsa dolorante, con una mano sola.
-Ti... ti... prego lasciami... lasciami...- sussurò Nott con il cuore in gola e il terrore che lo paralizzava alla parete.
Marcus lo sovrastava con la sua mole impedendogli ogni via di fuga, una mano gli bloccava le braccia e l'altra viaggiava senza sosta sotto il maglione, accarezzandolo con un'intimità che non gli era stata concessa.
-Non se ne parla angioletto- sibilò Flitt abbassandosi a baciare con prepotenza il collo di Theo che con le mani bloccate poteva contrastare ben poco la mole dell'altro.
-Ti prego!- Theo si sentiva umiliato e violato -Non voglio- sussurrò ancora, mentre sentiva le lacrime che inevitabili iniziavano a rigargli le guance. Singhiozzava in silenzio cercando di liberarsi dalla presa di Flitt, ma lui era troppo forte.
Marcus lo guardò negli occhi e rise -Tu non puoi decidere nulla. Farai quello che voglio io che ti piaccia o no.- ringhiò, inchiodandolo ancora di più contro la parete.
Theo fece per parlare strattonando le mani per liberarle, quando la bocca di Flitt fu sulla sua; prepotente, arrogante ed esigente. Gli ficcò la lingua in bocca rubandogli un bacio non voluto.
Violentando senza alcun riguardo la lingua di Theo che piangeva sotto quell'attacco disgustoso. Piegato dalla crudeltà del suo aguzzino.
La mente di Theo viaggiò a poco prima e a quando si sentiva così al sicuro insieme a Neville e ora invece era sprofondato nel suo peggior incubo. Marcus lo stava ancora baciando, ma Theo non osava ricambiare, cercava di stare il più immobile possibile pregando che tutto quello schifo finisse in fretta. La goccia che fece traboccare il vaso, fu la mano libera di Flitt che senza alcun permesso si infilò tra i pantaloni e le mutande di Nott accarezzando rudemente le intimità del più piccolo.
Theo sentì altre lacrime ancora più prepotenti scendergli sulle guance, mentre in un impeto di coraggio morse la lingua di Flitt che stava ancora violentando la sua bocca.
Il più grande urlò allontanandosi quel tanto che bastava per permettere a Theo di scappare.
Nott si slanciò verso l'uscita del bagno, ma Flitt si riprese subito dal momentaneo shock e lo riagguantò dalla gola trascinandoselo vicino e tenendolo stretto a sé per non farlo scappare.
-Mossa sbagliata angioletto- gli ringhiò all'orecchio mentre lo girava verso di sé  prendendolo per i capelli e gli scaraventava un manrovescio sulla guancia. La testa di Theo scattò di lato e sentì subito il sangue salato lambirgli la bocca, accompagnato da altre lacrime.
-Ti prego basta- sussurrò Theo piangendo, distrutto da quella violenza, pieno di ribrezzo per se stesso e il ragazzo che aveva di fronte; voleva solo scappare e nascondersi e piangere fino a che non avesse versato tutte le sue lacrime.
-Sarà finita solo quando lo dirò io troia!- ringhiò lui alzando di nuovo la mano. Theo strinse i denti preparandosi a ricevere il secondo colpo.

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